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Guest star:
KIM CHOI Dong-hoon, director
AHN Soo-hyun, producer
Ci vuole un po’ di tempo per spiegare l’antefatto di questo film. Immaginate che una civiltà aliena abbia scelto la Terra come soluzione a uno dei suoi problemi più pressanti: come allontanare e imprigionare i membri della loro specie che abbiano commesso tradimento.
Invece di incarcerare fisicamente questi prigionieri, rinchiudono le loro anime all’interno dei cervelli di ignari esseri umani, che conducono la loro esistenza totalmente inconsapevoli di ciò che si stanno portando dentro. Per supervisionare questo processo, un robot di nome Guard è stato inviato sulla Terra insieme a un programma mutaforma chiamato Thunder, il quale può assumere indifferentemente le sembianze di un’auto o di un essere umano. Guard e Thunder sono anche in grado di viaggiare nel tempo, ed è per questo che alcuni dei prigionieri sono stati rinchiusi nella Corea del XIV secolo, alla fine della dinastia Goryeo.
Quando occasionalmente uno dei prigionieri alieni diventa consapevole di sé e cerca di fuggire dal suo ospite umano, Guard e Thunder partono per catturarlo e rinchiuderlo di nuovo.
Nel meccanismo del viaggio in avanti e indietro nel tempo, però, sorgono alcune complicazioni. Thunder si impietosisce per una orfanella del XIV secolo e convince Guard ad adottarla e crescerla nel 21° secolo. Qualche anno dopo, quando la bambina frequenta la scuola elementare, arriva un nuovo carico di prigionieri alieni, questa volta con un ribelle particolarmente pericoloso a bordo, e quando alcuni dei suoi alleati tentano di aiutarlo a scappare, l’intero pianeta Terra viene messo in pericolo.
Nel frattempo, nel XIV secolo si svolge una storia parallela. Muruk, un mago taoista talentuoso ma piuttosto sfortunato (se in un film possono esserci alieni, perché non ci puo essere anche la stregoneria in stile wuxia?), viene a conoscenza di una misteriosa “lama divina” per la quale è stata promessa una ricompensa incredibilmente alta. L’uomo si lancia alla ricerca della lama, ma questo lo condurrà in luoghi che non avrebbe mai potuto immaginare. Il modo in cui questa seconda narrazione si collega alla prima è un enigma complesso che viene poco a poco svelato nel corso dei due film, Alienoid e Alienoid: Return to the Future.
È difficile sopravvalutare l’ambizione di questo progetto cinematografico. Il regista Choi Dong-hoon e il produttore Ahn Soo-hyun, il duo che sta alla base di grandi successi come The Thieves (2012) e Assassination (2015), lo hanno concepito fin dall’inizio come due lungometraggi separati. Hanno raccolto fondi per entrambi i film contemporaneamente e li hanno girati simultaneamente, nel giro di tredici mesi tra il 2020 e il 2021 con un cast stellare. Siccome le sequenze presentano effetti speciali estremamente complessi, è stato speso molto tempo anche in post-produzione. Quando la prima parte è finalmente uscita in sala nel bel mezzo della pandemia e non è riuscita ad attirare un vasto pubblico (certo, questo sarebbe un film difficile da commercializzare anche in un momento molto piu facile), deve essere stata una grande delusione per tutte le persone coinvolte.
Questo però non cambia il fatto che questo film è decisamente divertente e del tutto unico nel suo genere. Il suo ritmo veloce e la trama complicata implicano la necessità di una certa concentrazione per mantenere l’orientamento. Ma d’altra parte, i personaggi sono cosi vividi e le doti di Choi Dong-hoon per la narrazione e i dialoghi rendono ogni scena così piacevole che il tempo passa velocemente. È vero che Alienoid si conclude un po’ in sospeso, ma gli spettatori possono immergersi direttamente in Alienoid: Return to the Future. Il seguito alla prossima recensione.