International Festival Premiere | In Competition
Guest star:
PARK Young-ju, director
La vita della madre single Deok-hee è andata in pezzi ancora prima dei titoli di testa, quando un devastante incendio ha distrutto la sua lavanderia. Non essendo riuscita a ottenere un prestito per riaprire la sua attività, si sente sollevata quando un impiegato della banca la chiama per informarla di un’offerta di prestito speciale a tempo limitato.
Affrettandosi a soddisfare le condizioni del prestito, che prevedono il trasferimento del resto dei suoi risparmi su un nuovo conto, riesce a malapena a completare la procedura sul suo cellulare prima che l’offerta scada. Tuttavia, quando si presenta in banca di persona, nessuno è al corrente di questo presunto prestito. Con crescente panico, Deok-hee si rende conto di essere vittima di una truffa di phishing vocale.
Sconcertata, disperata e senza più un soldo, la donna si reca dalla polizia, ma le dicono che non c’è nulla da fare. Con le spalle al muro, riesce a malapena a tirare avanti quando il suo telefono squilla e sente la voce familiare dell’uomo che l’ha truffata, solo che stavolta il suo modo di fare è completamente diverso. Implorando il suo aiuto, dice di essere stato rapito e portato in Cina da una gang coreana e di essere stato costretto a fare chiamate per le loro truffe di phishing vocale. Dice che cercherà di passarle informazioni sull’attività illecita e le chiede di denunciare l’accaduto alla polizia.
Basato su un fatto realmente accaduto nel 2016, Citizen of a Kind è in qualche modo una classica storia di Davide contro Golia in cui una donna intraprendente e determinata si rifiuta di tirarsi indietro. L’eccellente attrice Ra Mi-ran – che è stata spesso confinata in ruoli comici, pur avendo enormi possibilità interpretative – comunica la disperazione di Deok-hee, ma ci rende anche credibile la sua forza; man mano che il film procede, la sua interpretazione ci fa entrare sempre di più nella storia. All’inizio il personaggio si concentra esclusivamente sul recupero dei 30 milioni di won (25.000 dollari) che ha perso, ma in seguito la sua crescente determinazione a far saltare l’intera operazione di phishing vocale la trasforma in una sorta di eroina vendicatrice.
Il film si sposta anche spesso sul punto di vista di Jae-min (Gong Myoung), il giovane che chiama e che si ritrova intrappolato in una sorta di prigione infernale. Col susseguirsi delle chiamate, sempre più segrete e rischiose, per il trasferimento di informazioni da Jae-min a Deok-hee, si sviluppa tra queste due persone disperate un insolito legame.
La sceneggiatrice e regista Park Young-ju ha fatto un lavoro straordinario portando questa storia sullo schermo. Nella descrizione della vicenda si è presa comunque delle libertà narrative, aggiungendo una parte in cui Deok-hee viaggia con alcune amiche intime a Qingdao, in Cina, per cercare personalmente la base operativa dei criminali (cosa che non è accaduta nella realtà). Personalmente sono contento che abbia aggiunto queste scene – questo non è un documentario, dopo tutto – poiché si tratta di alcune delle sequenze più vibranti e ricche di suspense del film. La complicità e l’energia caotica del gruppo di amiche di Deok-hee (interpretate da alcune attrici eccezionali come Yeom Hye-ran e Jang Yoon-ju) conferiscono intensità a queste scene, e la regista Park ha un vero talento per incanalare quell’energia e usarla per portare avanti la storia.
Molto spesso, i film tendono a celebrare eroi che sono naturalmente dotati o hanno grandi abilità. Invece, c’è qualcosa di molto stimolante in un’eroina cinematografica come Deok-hee, che, malgrado non abbia mai avuto vita facile e venga sempre guardata dall’alto in basso, riesce comunque a tirare avanti nonostante tutto. Nonostante tutti i luoghi oscuri in cui Citizen of a Kind ci porta nel corso del suo racconto, questo film finisce per essere una delle storie di quest’anno che ci fanno stare bene, per tanti buoni motivi.