Out of Competition
Quando morì nel 1974, al culmine della celebrità, Bruce Lee aveva ultimato solo quattro lungometraggi. Ma poche ore dopo il suo funerale gli studi cinematografici di Hong Kong iniziarono a produrre centinaia di biopic non autorizzati, sequel, prequel, spinoff e scopiazzature, interpretati da tutta una serie di sosia di Lee (Bruce Le, Bruce Lai, Bruce Liang ecc.). Nel corso del decennio successivo la “Bruceploitation”, alimentata sia dalla mistificazione che dalla stessa domanda, diventò uno dei pilastri del cinema globale, che rispondeva a un appetito per le arti marziali nutrito dalla leggenda di Bruce Lee, dall’affermazione delle sale grindhouse e di generi come la blaxploitation, il giallo all’italiana e i film di arti marziali. Il regista David Gregory – che ha esplorato gli aspetti più trasgressivi del cinema nei suoi premiati documentari Lost Soul e Blood & Flesh – esamina questo fenomeno unico degli anni Settanta intervistando interpreti, produttori, registi e distributori, e inserendo molteplici frammenti dei film stessi, facendo luce per la prima volta su uno dei generi più bizzarri nella storia del cinema.
Ricco di incredibili immagini d’archivio e affascinanti interviste con i “cloni” titolari dell’epoca – Ho Chung-tao (Bruce Li) e Moon Kyung-seok (Dragon Lee) – Enter the Clones of Bruce ne riporta le impressioni al di fuori dei loro alter ego, interpellando anche famigerati registi (i fan dei B-movie impazziranno a vedere Godfrey Ho) e studiosi della Bruceploitation. Indipendentemente dalle capacità dei partecipanti o dal loro rapporto con il vero Lee, le loro storie pongono una stessa domanda: qual e il confine tra il rispetto che si deve a un’icona e lo sfruttamento della sua eredità? E quanto si potrà divertire il pubblico guardandoli?