Italian Premiere | In Competition
Guest stars:
TODA Akihiro, director
MITO Taishi, producer
Nel film Ichiko di Toda Akihiro, Sugisaki Hana ci consegna l’interpretazione della sua carriera nel personaggio del titolo, una donna imperscrutabile la cui intera esistenza si trasforma in un inganno. Gli spettatori non giapponesi, però, potrebbero essere del tutto confusi da un elemento fondamentale della trama, vale a dire il modo in cui il registro dell’anagrafe giapponese fa di Ichiko una non-persona.
Questo film enigmatico, tratto da una piece pluripremiata di Toda del 2015 è narrato per episodi, spiega solo brevemente la ragione per la quale la donna si ritrova in questa difficile situazione, ma probabilmente per uno spettatore nipponico è sufficiente. In breve: Ichiko è nata nel 1987 a Osaka entro 300 giorni dal divorzio di sua madre Natsumi da un marito violento. Per questo lui viene considerato dall’anagrafe giapponese il padre “ufficiale” di Ichiko. Ansiosa di mantenere l’ex marito fuori dalle loro vite, Natsumi (Nakamura Yuri) non ha denunciato la nascita di Ichiko, obbligandola a vivere, una volta adulta, ai margini della società senza poter avere un’assicurazione sanitaria o un impiego regolare.
Nel 2017, sulla base di statistiche condotte dal Ministero della Giustizia giapponese, esistevano nel paese all’incirca 1.500 persone non registrate all’anagrafe, anche se il numero reale è ritenuto decisamente più elevato. Il film però non è un dramma su questo problema sociale; nello spirito, è più vicino al classico di Kurosawa Akira Rashomon, con conoscenti, amici e amanti che riportano le loro diverse versioni della protagonista, sin dall’infanzia, all’impassibile detective Goto (il sempre affidabile Uno Shohei), che sta investigando sulla scomparsa della donna avvenuta dopo una proposta di matrimonio da parte del suo fidanzato convivente, Hasegawa Yoshinori (Wakaba Ryuya).
Si capisce subito che Ichiko non aveva nessun ripensamento sul fatto di sposare quest’uomo serio e riservato col quale aveva trascorso tre anni meravigliosi. Come Goto dice allo sconvolto Yoshinori, “Ichiko non esiste”.
Ritorniamo indietro a quando, nell’anno 2000, Ichiko è una ragazzina di nome Tsukiko che vive in uno squallido appartamento di edilizia popolare insieme a Natsumi e al suo instabile fidanzato Masao (Watanabe Daichi). A una nuova amica Tsukiko rivela che il suo vero nome è Ichiko, ma non fa in tempo a spiegarle che questa, una ragazzina per bene appartenente al ceto medio, batte rapidamente in ritirata fuggendo dall’appartamento – e da Masao, che è irritato dalla sua presenza.
Qual è il problema di Masao? Si passa al 2008, quando Tsukiko (Sugisaki) è un’adolescente con un fidanzato teppistello (Kura Yuki) che è frustrato dalla sua apparente freddezza. Ma quando lei improvvisamente lo trascina dietro un edificio e gli prende la mano per infilarsela in mezzo alle gambe lui e sbigottito. Cosa c’è che non va in lei? Non è sconcertato invece Kita Hidekazu (Morinaga Yuki), un compagno di liceo che diventa amico di Tsukiko ma vorrebbe essere qualcosa di più. A lui capita di assistere a una scena che getta lumi sull’inquietante vita nascosta di Tsukiko e lo fa cambiare per sempre.
Toda, co-sceneggiatore del film, non ha intenzione di stabilire chi è colpevole e chi innocente; Ichiko non è né un angelo calpestato né un demone senza cuore. A causa del destino e di un evento terribile, lei si considera una persona estranea al corso generale dell’umanità, alla quale viene preclusa la normale felicità.
Nell’interpretazione di Sugisaki Hana, considerata un talento straordinario sin dai suoi esordi di attrice bambina, Ichiko è quieta ma guardinga, felice di essere amata ma attenta a non rivelare la propria verità. La sua resa del personaggio è nel contempo coinvolgente e inquietante, tutta d’un pezzo e unica nel suo genere. Anche se Ichiko continua a rimanere un rebus avvolto in un enigma.