Madame Freedom

European Premiere | Out Of Competition | Restored Classics | 50/50: Celebrating 50 Years of Korean Film Preservation

 

Il film di maggior rilievo uscito negli anni Cinquanta è stato probabilmente Madame Freedom, adattamento di un romanzo controverso e di grandissimo successo pubblicato in 215 puntate sul Seoul Newspaper nel 1954 (in un’epoca precedente all’ampia diffusione della televisione, i romanzi a puntate occupavano un posto simile a quello delle serie tv nella cultura attuale). Il romanzo suscitò un ampio dibattito a causa dell’atmosfera decadente e della cultura consumistica in cui era immersa la storia, e della descrizione di giovani protagonisti che frequentavano le sale da ballo in stile occidentale senza le loro mogli.

 

Funzionò come una specie di sogno di evasione per molti abitanti di Seoul, impantanati nella miseria all’indomani della Guerra di Corea del 1950-1953. Ma sottolineava anche una delle linee di frattura che segnavano la società dell’epoca, vale a dire la tensione tra i costumi e valori coreani tradizionali (che erano stati sovvertiti dalla colonizzazione e dalla guerra) e uno stile di vita più occidentale che stava prendendo piede durante la ricostruzione. Nel cinema coreano degli anni Cinquanta, nel suo insieme ma specialmente in questo film, questa tensione si incarnava nei personaggi femminili, in bilico fra la tradizione e il richiamo della libertà.

La storia si concentra su Madame Oh Sun-young, che conduce un’esistenza che gran parte dei suoi contemporanei giudicherebbe invidiabile: sposata a un professore di successo, ha un figlio piccolo e vive in uno dei quartieri più ricchi della Seoul postbellica.

Quando le viene offerto un lavoro in un negozio di nuova apertura che vende prodotti di lusso di importazione, Madame Oh convince suo marito a lasciarle accettare l’impiego.
Questo lavoro le apre tutto un mondo, consentendole di fare una quantità di nuove conoscenze e attività sociali. Poco a poco la vediamo trasformarsi sotto l’influsso delle sue nuove frequentazioni, ma con le nuove opportunità arrivano anche nuove tentazioni che minacciano di trasformarsi in uno scandalo. Nel frattempo, anche suo marito ha iniziato a istruire le sue segretarie dopo il lavoro e si è avvicinato sempre più a una donna in particolare.

Il regista Han Hyeong-mo aveva fatto la gavetta come direttore della fotografia in Giappone nei primi anni Quaranta, accumulando tutta l’esperienza e il know-how necessari a realizzare un film che avrebbe offerto al pubblico coreano degli anni Cinquanta un senso di spettacolarità. Consapevole del fatto che gran parte degli spettatori non avrebbe mai visto o sperimentato luoghi come la sala da ballo all’occidentale che costituisce la principale ambientazione del film, Han impiego notevoli risorse per set, materiale scenico e costumi. Siccome le gru ancora non esistevano nel cinema dell’epoca, ne fece realizzare una apposta per introdurre complessi movimenti di macchina ed espandere cosi lo sguardo del pubblico. Ingaggiò anche uno dei gruppi musicali più noti dell’epoca e una famosa danzatrice di mambo per riprenderli nelle scene della sala da ballo.

Madame Freedom ebbe un successo di botteghino considerevole e del tutto nuovo in un’epoca nella quale l’industria cinematografica coreana si stava ancora rimettendo in piedi dopo la guerra, e le recensioni caustiche che accusavano il film di essere immorale non fecero altro che aumentarne la popolarità. Anche se l’anno precedente Chun-hyang Story (1955), adattamento di un famoso racconto folcloristico, aveva goduto di un certo successo commerciale, il trionfo di una storia contemporanea che esplorava questioni attuali era qualcosa di completamente nuovo e sarebbe stata un modello per il futuro.

Si trattava del primo, inequivocabile segno che l’industria del cinema si stava modernizzando e stava trovando la sua strada, e infatti il cinema coreano sarebbe presto entrato nella sua prima età d’oro.

Darcy Paquet
FEFF: 2024
Regia: HAN Hyeong-mo
Anno: 1956
Durata: 126'
Stato: South Korea