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La proiezione del film verrà immediatamente seguita dalla proiezione di The Widow
Nakdong River è un film difficile da inquadrare: la sua durata (46 minuti) non è quella di un lungometraggio ma è più lungo di molti cortometraggi. Ha una lista di attori e una sinossi (“Dopo essersi laureato, Il-ryeong ritorna al suo villaggio natale sulle rive del fiume Nakdong e, insieme alla sua fidanzata Ok-nam, cerca di educare e guidare gli abitanti del villaggio verso una vita migliore”) – eppure alcune sue parti assomigliano di più a un documentario, con accurate riprese della vita del villaggio, del fiume e del paesaggio circostante che si susseguono una dopo l’altra raccontando ognuna la propria storia.
Sono presenti anche alcuni momenti artistici: per esempio, il film si apre con le straordinarie immagini di una ballerina che danza sola in riva al fiume. Le musiche del film sono del compositore Yun Isang, e pur essendo meno moderne rispetto a tutto quello che realizzò in seguito e che lo rese famoso nei circoli di musica classica, costituiscono una colonna sonora inconsueta e interessante (nonostante la qualità metallica della registrazione degli anni Cinquanta).
Uno degli obiettivi del film è di istruire gli spettatori.
Parecchie scene sono infatti incentrate su una lezione (piuttosto rigida) tenuta da Il-ryeong, che spiega come le grandi civiltà si sviluppino tendenzialmente vicino ai fiumi e racconta le storie della confederazione di Gaia (42-532 d.C.) e del regno di Silla (57 a.C-935 d.C) che fiorirono sulle rive del fiume Nakdong molti secoli fa. Il-ryeong descrive inoltre i movimenti culturali e l’influenza avuta dalla religione su questa regione, che contribuì a modellare l’evoluzione storica della Corea nelle epoche successive.
Ciò che il film non aveva la necessità di spiegare al pubblico del 1952 è che solo due anni prima l’esercito della Corea del Nord aveva invaso il Sud del paese occupando rapidamente gran parte della penisola coreana, fino al fiume Nakdong, prima che la sua avanzata venisse interrotta. Una feroce battaglia di oltre sei settimane lungo il fiume mantenne fermo l’esercito del Nord finché a Incheon atterrarono altre truppe delle Nazioni Unite e la Corea del Nord iniziò la sua lunga ritirata. Pertanto, nel periodo in cui il film fu realizzato, questo corso d’acqua rappresentava non solo un simbolo di vita e sussistenza, ma anche di resistenza e coraggio, di tragedia e sacrificio.
Nakdong River presenta anche i drammatici eventi del 1950, ma lo fa dalla prospettiva di un villaggio rurale. All’incirca a metà del film vediamo la comunità del villaggio prepararsi per la guerra, dopo aver ricevuto la notizia dell’invasione da parte della Corea del Nord. La vita del villaggio viene stravolta, ma i suoi abitanti si comportano con risolutezza e determinazione.
Alla fine, i combattimenti sono sempre più vicini e lo stesso Il-ryeong parte per unirsi alla battaglia.
Nakdong River costituisce un importante documento storico essendo un raro esempio di film realizzato e uscito in sala nel pieno della Guerra di Corea, sebbene nel 1952 il fronte si fosse spostato molto a nord.
Nel fillm il regista Jeon Chang-keun, che ebbe una vita e una carriera molto interessanti, ricrea con fluidità i ritmi del villaggio tanto che, nei suoi momenti migliori, il film ricorda i documentari di Humphrey Jennings che osservavano accuratamente il popolo inglese durante la seconda guerra mondiale. I momenti più efficaci del film sono quelli di maggior normalità, in cui si coglie la resilienza di persone che stanno attraversando un periodo di grande instabilità.
A volte non è necessario essere sul fronte per catturare l’enormità della guerra e il modo in cui essa riesca a cambiare le persone per il resto della loro esistenza.