World Premiere | In Competition
Guest star:
Nick CHEUNG, director, writer and actor
Con appena quattro film all’attivo come regista l’attore Nick Cheung, vincitore di numerosi riconoscimenti per la sua interpretazione in Beast Stalker (2008) e in Unbeatable (2013), ha già definito un suo stile personale e temi narrativi ricorrenti. I primi due film da lui diretti, Hungry Ghost Ritual (2014) e Keeper of Darkness (2015), erano dei bizzarri horror-thriller e anche la sua ultima opera, Peg O’ My Heart (2024), segue accuratamente quella scia. Come per gli altri due, anche in Peg O’ My Heart non mancano dettagli efficaci e spaventosi colpi di scena, mescolati a un umorismo non convenzionale, personaggi complicati e riferimenti a eventi d’attualità o a questioni sociali.
Un altro elemento che accomuna tutti i suoi film è che Cheung ne è anche interprete.
In questo caso è Choi San-keung, un tassista perennemente in debito di sonno, che per questo mette in pericolo chiunque salga sul suo taxi. Un passeggero, lo psichiatra Dr. Man (Terrance Lau), dopo essere sopravvissuto al viaggio in taxi offre il suo aiuto a Choi. L’offerta viene declinata, ma in seguito Choi diventa suo malgrado paziente del Dr. Man, dopo una notte di guida particolarmente movimentata. Anche il Dr. Man ha i suoi problemi personali: il suo motto è “Penso che un medico non dovrebbe limitarsi a prescrivere farmaci”, il che significa che un medico dovrebbe anche indagare segretamente sui propri pazienti, sfidando il buon senso e il protocollo dell’ospedale.
Parallelamente a Choi San-keung, anche il Dr. Man soffre di disturbi del sonno: è afflitto da disturbanti visioni oniriche della defunta madre, che accennano a un segreto che coinvolgerebbe il padre (Ben Yuen) e forse a dei ricordi repressi. I personaggi di Dr. Man e Choi San-keung sono entrambi tormentati da un passato oscuro e riconoscere questi ricordi è fondamentale per risolvere i loro problemi nel presente. Questo genere di personalità e situazioni complicate non sono facili da gestire per nessun regista, ma Cheung ha esperienza, avendo già utilizzato personaggi complessi per esprimere meditazioni sulla moralità e sulla giustizia nei suoi film precedenti. Se non altro, a Cheung non manca l’ambizione.
Oltretutto, al regista piace essere spiritoso nei suoi film, e sorprende spesso il pubblico con un umorismo impassibile o con momenti insoliti. In Peg O’ My Heart, Cheung trasforma un momento di panico della moglie malata di Choi San-keung, Fiona (Fala Chen), in un momento lirico in cui lei e il marito sfuggono a un gruppo di inseguitori dal volto identico correndo per strada in un romantico ralenti. Cheung presta anche grande attenzione alle superstizioni del luogo e accenna a tragedie locali raccontando l’oscuro passato di Choi San-keung e Fiona, trasformandoli da personaggi sfortunati a figure le cui sofferenze forse non sono del tutto immeritate.
Gli elementi di genere sono ben realizzati. Il direttore della fotografia Jason Kwan è uno dei migliori di Hong Kong, e inquadra le illusioni psicologiche di Cheung con straordinaria maestria. Cheung ammannisce gli indispensabili spaventi entrando in diverse occasioni fin nel dettaglio più viscerale e sanguinolento. Oltre a cimentarsi con vicende e personaggi complessi, Cheung sembra anche non poco interessato al risultato commerciale: i suoi film sono spesso infarciti di divi e di cammei, e per Peg O’ My Heart ha ingaggiato una grande star per un paio di scene, con una sorpresa a metà dei titoli di coda che sembra quasi preparare il terreno per un sequel. Sembra piuttosto improbabile che in un eventuale seguito si possa ritrovare il Choi San-keung di Nick Cheung, poiché quella vicenda sembra più o meno conclusa. Per Nick Cheung regista, tuttavia, ci sono ancora storie da raccontare.