Raise the Red Lantern

World Premiere | Out Of Competition | Restored Classics | Tribute to ZHANG Yimou

 

Guest star:
ZHANG Yimou, director
CHIU Fu-sheng, producer

 

Followed by: Masterclass - online

 

Lanterne rosse (1991), secondo elemento della doppietta (dopo Ju Dou, 1989) che ha consacrato Zhang Yimou come il regista cinese più venerato al mondo, non ha perso un briciolo di potenza nemmeno dopo 30 anni. Ambientato nella Cina degli anni Venti del secolo scorso e tratto dal romanzo Mogli e concubine di Su Tong, Lanterne rosse è un’opera avvincente già solo per la sceneggiatura. Nelle mani di Zhang Yimou diventa molto di più: un capolavoro che dimostra l’assoluto controllo del linguaggio cinematografico del regista.

Lanterne rosse si apre con la diciannovenne Songlian (Gong Li) che guarda malinconicamente verso la macchina da presa mentre acconsente a sposare un uomo ricco. “Fammi essere una concubina”, dice. “Non è forse questo il destino di una donna?” La scena, raccontata attraverso un’unica, straordinaria inquadratura, mostra Gong Li con una sola implacabile espressione, interrotta unicamente dal dialogo e, alla fine, da due lacrime silenziose. Da una singola inquadratura già sappiamo molto su questo personaggio, ribelle ma compromesso, mentre contraddice le sue convinzioni personali accettando di essere imprigionata.

Recandosi verso la residenza di famiglia del nuovo marito, il Signor Chen (Ma Jingwu), Songlian arriva a piedi, scegliendo di non farsi trasportare in portantina. 

 una donna indipendente e padrona di sé, eppure il suo orgoglio non è riservato solo a contrastare gli oppressori. Si sente offesa dalla sua scostante cameriera personale, Yan’er (Kong Lin), e comincia subito a trattarla con sufficienza. Prende subito le misure delle altre tre mogli del Signor Chen e valuta rapidamente che l’ex cantante d’opera Meishan (He Saifei) è la sua principale antagonista. Si rivelerà un’interpretazione errata, ma questa è solo una parte del dramma domestico che si sta consumando.


Inizialmente, Songlian sembra poco impressionata dalla pomposa routine di casa Chen, in cui ogni sera vengono appese luminose lanterne rosse fuori dalla stanza della concubina selezionata per ricevere il Signor Chen. La concubina selezionata riceve anche delle attenzioni extra, come massaggi ai piedi e il controllo sulla scelta dei pasti. Songlian osserva tutti questi lussi con disprezzo, ma dopo averli sperimentati – e avere capito che se il Signor Chen scegliesse un’altra concubina al posto suo, lei diventerebbe oggetto di derisione in casa – entra con decisione in questo gioco di potere, gareggiando con le altre mogli per ricevere le lanterne rosse e i massaggi ai piedi la sera.

La messa in scena di Zhang Yimou comunica impeccabilmente questa ambigua situazione politica. Il regista utilizza silenzi, composizioni simmetriche e ambientazioni spartane per enfatizzare la gelida indifferenza di casa Chen. Allo stesso tempo, alla cupezza della casa si contrappone il bagliore delle lanterne rosse, che appaiono seducenti per il loro status e il loro calore. Vivere in questa casa priva di anima, circondata da donne ipocrite che si lanciano doppi sensi pungenti – chi non vorrebbe sentirsi più potente, anche solo per una serata? Il simbolismo è alimentato dal fatto che il Signor Chen viene mostrato solo in campo lungo o con il volto in oscurità. In fin dei conti, non abbiamo bisogno di conoscerlo personalmente per capire la portata del suo potere. Lanterne rosse, nominalmente un dramma cupo, e anche una sottile commedia degli errori, che ritrae le usanze sociali e i subdoli personaggi che le praticano come mezzo di satira o critica della società. Songlian è una vittima della società ma diventa colpevole in quanto ne utilizza egoisticamente le regole e i costumi, determinando le grandi tragedie del film.

È chiara la critica alla Cina degli anni Venti del secolo scorso, che però può essere estesa a qualunque patriarcato, e anzi a qualsiasi sistema sociale in cui esista il potere e metta le persone l’una contro l’altra per mantenersi. Lanterne rosse è un capolavoro perché comprende completamente l’umanità e la mette

in stato d’accusa in modo totalmente artistico, incisivo e potente.

 incredibile che Zhang Yimou abbia potuto produrre un lavoro cosi completo e universalmente rilevante già al suo terzo lungometraggio.

Ross Chen
FEFF: 2024
Regia: ZHANG Yimou
Anno: 1991
Durata: 125'
Stato: China

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