International Premiere | Out Of Competition | PART 2 - A/B side VIBES. Greatest Hits from ‘80s & ‘90s
Guest star:
KIM Hong-joon, director
Uno dei punti di forza del cinema è la sua capacità di fornirci nuove prospettive su luoghi, persone ed eventi. Il cinema è una specie di finestra dalla quale guardare il mondo da un punto di vista inaspettato. Per questo, forse il modo migliore per iniziare a parlare di Rosy Life è spiegare per quale motivo la sua ambientazione e il suo punto di vista sono così inconsueti.
Per cominciare, il periodo storico. La vicenda è ambientata tra aprile e maggio del 1987, un anno cruciale nella storia coreana contemporanea. All’inizio del film, vediamo un notiziario televisivo in cui il dittatore Chun Doo-hwan annuncia che non accetterà appelli pubblici per un emendamento alla costituzione e per elezioni presidenziali dirette. Due mesi dopo, tuttavia, massicce manifestazioni contro il governo lo avrebbero obbligato a cedere alle richieste della popolazione. La primavera del 1987 fu un periodo in cui le frustrazioni del popolo coreano erano sul punto di tracimare e trasformare la società.
Eppure l’anno si sarebbe concluso solo con una vittoria parziale, perché con l’elezione a presidente dell’ex generale Roh Tae-woo alla fine dell’anno, molto dello status quo sarebbe stato mantenuto. Di conseguenza questo film, girato nel 1994 mentre la Corea del Sud stava facendo un percorso lento e instabile verso la democrazia, guarda al 1987 con emozioni contrastanti.
Poi, l’ambientazione. Rosy Life si svolge a Seoul nel distretto di Garibong-dong, dove c’erano molte fabbriche e le case dei lavoratori delle classi più basse. Il distretto era noto per essere il focolaio del movimento operaio ma anche una parte difficile della citta che la popolazione della borghesia evitava il più possibile. Più nello specifico, il luogo centrale della storia è un manhwa-bang (“stanza dei fumetti”) dove i clienti potevano, pagando una cifra irrisoria, trascorrere ore sui divani a leggere fumetti, guardare programmi televisivi, mangiare noodles fatti al momento o dormire. Questo particolare manhwa-bang rimane aperto tutta la notte e i clienti possono rimanervi fino alle 7 del mattino seguente per un piccolo costo aggiuntivo. Molto più economico di un motel o di una sauna, era un luogo in cui le persone con pochi soldi e nessun posto dove andare potevano trascorrere la notte in tranquillità. Quindi, i personaggi che popolano questo film dall’ironico titolo Rosy Life (“La vie en rose”) occupano i livelli più bassi dell’instabile società di quell’epoca. Per la maggior parte dei coreani il 1987 richiama alla memoria le immagini delle proteste studentesche, ma questa storia ricolloca quel periodo dal punto di vista di coloro che sono stati ignorati, ostracizzati o abbandonati dal resto della società.
Tra questi ci sono Dong-pal, il giovane membro di una gang che si è messo nei guai, Kiyoung, un attivista della classe operaia che si nasconde dalla polizia, e Yu-jin, un aspirante scrittore in difficolta che si sta innamorando di una barista, tutti e tre frequentatori del manhwa-bang gestito da una donna che conosciamo solo con il nome di Madame, ma il cui modo di fare spigoloso suggerisce che non ha avuto una vita facile. Madame è interpretata da Choi Myoung-gil (The Lovers of Woomook-baemi), un’attrice amatissima in un ruolo che si sarebbe poi rivelato l’ultimo della sua carriera e che le avrebbe valso il premio come migliore attrice alla 16a edizione del Festival des Trois Continents a Nantes.
Opera prima del regista Kim Hong-joon, che ha successivamente svolto diversi ruoli nell’industria cinematografica coreana, compreso quello attuale di responsabile del Korean Film Archive, Rosy Life eccelle soprattutto nella sua fine osservazione dei dettagli della vita quotidiana. La sceneggiatura di Yook Sang-hyo (che in seguito è diventato lui stesso regista e ha realizzato, ad oggi, sei lungometraggi che comprendono He’s on Duty) dedica di volta in volta del tempo a ognuno dei personaggi, aiutando lo spettatore a vedere le motivazioni e le paure soggiacenti. Un aspetto negativo di questa storia è il modo in cui gestisce le conseguenze di una scena di stupro particolarmente sconvolgente; in questo il film mostra la sua età e il regista Kim ha dichiarato che è una parte del film che vorrebbe poter cambiare.
Ma per il resto, la qualità artistica del film e il suo ritratto unico di questo importante periodo storico gli ha garantito un posto nella storia del cinema coreano.