International Premiere | Out Of Competition | PART 2 - A/B side VIBES. Greatest Hits from ‘80s & ‘90s | acknowledgement to SUO Masayuki
Dopo il successo di Sumo Do, Sumo Don’t (1992), Suo Masayuki gira Shall We Dance?, ancora una volta ambientato nel mondo di quello che per gli standard mondiali è uno sport minore: il ballo da sala. Come il suo predecessore, questo film ha diversi momenti ad alto tasso di ilarità, ancora una volta provocata per la maggior parte da Takenaka Naoto, che qui veste i panni di un noioso analista finanziario ossessionato dalla danza latina.
Rivediamo altri volti familiari di Sumo Do, Sumo Don’t, ma la star è Yakusho Koji nella formidabile interpretazione di Sugiyama Shohei, un contabile timido e serio che ha compiuto 40 anni, con un grosso mutuo da pagare e insoddisfatto della sua vita monotona.
Iniziando a ballare in uno studio vicino alla sua fermata del treno, l’uomo si prende una cotta per la sua statuaria insegnante Kishikawa Mai, interpretata dalla autentica ballerina Kusakari Tamiyo.
Sceneggiato da Suo, il film non è una commedia romantica: Sugiyama è sposato abbastanza felicemente, oltre che padre di un’affettuosa figlia adolescente. Inoltre, quando invita Mai a cena fuori, lei gli dice senza mezzi termini che non frequenta mai gli studenti al di fuori dal corso. Quel rifiuto cambia Sugiyama, il quale si rende conto che, anche se ha forse iniziato le sue lezioni con un secondo fine, gli piace ballare e non vuole rinunciarvi. Il film parla proprio della sua fioritura da depresso impiegato di una grossa società a persona con una passione che riempie lo schermo di energia.
Interpretando Sugiyama, Yakusho illumina la vita interiore del personaggio con sensibilità e sfumature, come quando alza lo sguardo dal suo treno di pendolari e vede Mai alla finestra della sua sala da ballo con un’aria piuttosto malinconica. Possiamo percepire tutto, dal suo desiderio per questa misteriosa bellezza alla sua curiosità su ciò di cui lei potrebbe occuparsi.
Il ballo liscio, come il film ci ricorda umoristicamente più e più volte, ha un’immagine negativa in Giappone, soprattutto per gli uomini, che si presume lo imparino per andare a rimorchiare. Attraverso gli occhi di Sugiyama, invece, vediamo la sala da ballo come una porta verso un mondo più libero e luminoso.
Uscito in Giappone nel gennaio del 1996, Shall We Dance? è diventato il più grande successo della carriera di Suo, terminando la sua tenitura con un incasso al botteghino di 2,72 miliardi di yen (secondo posto tra i film giapponesi di maggior successo di quell’anno al box office). Ha anche provocato un boom del ballo da sala vincendo 14 premi della Japan Academy, tra cui miglior film, miglior attore per Yakusho e miglior regista per Suo.
Distribuito negli Stati Uniti dalla Miramax, è diventato uno dei pochi film sottotitolati in grado di raggiungere il grande pubblico, guadagnando 9,7 milioni di dollari negli USA e 33.287.618 di dollari a livello mondiale (cifre all’epoca sbalorditive per un film giapponese). I critici ne sono rimasti entusiasti, e Roger Ebert ha dichiarato che Shall We Dance? è stato “uno dei film più divertenti che abbia visto da un po’ di tempo a questa parte”. La Miramax era d’accordo e nel 2004 ha prodotto un remake con Richard Gere e Jennifer Lopez.
Yakusho ha ottenuto altri successi, tra cui ruoli da protagonista nel film L'anguilla di Imamura Shohei, vincitore della Palma d’Oro a Cannes, nel classico J-horror di Kurosawa Kiyoshi Cure è in film di importanti registi non giapponesi come Alejandro González Inárritu (Babel) e Wim Wenders (Perfect Days). Nel film di Wenders, per il quale ha vinto il premio come miglior attore a Cannes, Yakusho interpreta un addetto alle pulizie dei gabinetti pubblici di Tokyo che trova gioia quotidiana nella luce che filtra attraverso gli alberi. Quando solleva lo sguardo, con la macchina fotografica in mano e un’espressione di quieta meraviglia sul volto, è come Sugiyama, che guarda Mai dal treno e, all’ultimo minuto, salta giù dal vagone pronto a rischiare – e a portarci con sé nel suo viaggio di scoperta e gioia.