The Guest

International Premiere | In Competition | White Mulberry Award Candidate

 

Guest stars:
YEON Je-gwang, director
LEE Ju-seung, actor
JEONG Su-kyo, actor

 

Nascosto in mezzo al bosco c’è il Montmartre Motel, probabilmente frequentato solo da malavitosi che qui cercano prostitute o si incontrano con amanti segrete. La sua facciata desolante ha ben poco di un luogo in cui si vorrebbe assolutamente soggiornare.

Min-cheol è un giovane che lavora in questo motel fatiscente, ed è visibilmente depresso. Doversi occupare di tutte le pulizie è solo uno dei motivi, ma ciò che lo rende davvero infelice è che il suo debito lo costringe a fare, con riluttanza, anche un altro lavoro: girare illegalmente video di sesso degli ospiti, assieme alla sua collega Younggyu.

In una notte particolarmente piovosa, un uomo si presenta al motel portando sulle spalle una donna ubriaca. In attesa di poter girare materiale piccante, Min-cheol consegna all’uomo la chiave della stanza numero 301. Mentre guardano la coppia attraverso la telecamera, Min-cheol e Young-gyu capiscono che stanno per assistere a un omicidio, e devono decidere se mantenere segreta la loro attività illegale o denunciare il crimine. Nessuna delle due opzioni è quella ideale, perché una delle due farà loro commettere un altro crimine, mentre la denuncia esporrà le loro attività illecite e, quel che è peggio, le loro vite saranno minacciate dagli strozzini che come avvoltoi incombono su di loro giorno e notte.

I film slasher sono rari in Corea del Sud, poiché il gusto locale richiede storie dalla trama complessa incentrate sulla vendetta o sulla critica socio-politica. Questa sembra una delle ragioni principali alla base della produzione di thriller nel paese. Neanche The Guest si distanzia dalla costruzione di una solida base di verosimiglianza della storia, ma è presumibilmente il più fedele al genere slasher, con i suoi 77 minuti pieni di sangue e di violenza, evitando nel contempo di approfondire inutilmente le sue trame secondarie. Il fatto che non si tiri indietro quando si tratta di arrivare al punto gioca a favore del ritmo del film. Perfettamente scandito, The Guest presenta in parallelo inseguimenti e azioni ciascuna più crudele e intensa della precedente, quasi senza pause per riprendere fiato. Questa scelta audace del ritmo è sorprendente per un regista al suo primo lungometraggio; aumenta la tensione e l’esperienza visiva è accompagnata da una musica e da un sound design inquietanti, riesce a spaventarci e a lasciarci sempre con il fiato sospeso.

Il fatto che la storia sia incentrata direttamente sulla paura e sulla violenza è apprezzabile, ma ciò non significa che The Guest sia privo di spessore narrativo. I suoi riferimenti a classici come La finestra sul cortile (1954) e Shining (1980) sono i più evidenti.

L’omaggio del film a Shining è evidente nell’ambientazione principale: oltre a servirsi di un luogo unico come il film di Kubrick, il regista Yeon si ingegna di ricreare la famosa scena dell’ascia contro la porta, che qui risulta altrettanto agghiacciante. Invece, il tema del voyeurismo e del testimone inaspettato di un omicidio richiama La finestra sul cortile, ma mentre Hitchcock si esprime sul desiderio voyeuristico tipico della natura umana, The Guest adotta un approccio più contemporaneo e pessimistico.

Min-cheol, che inizialmente è solo un estraneo e un voyeur, si lascia volontariamente coinvolgere nell’azione e si mette nei guai. E se a prima vista potrebbe sembrare una vittima, in realtà è anche, paradossalmente, un aggressore. Similmente, in Corea esiste un numero crescente di vittimizzazioni di celebrità, con i voyeur che diventano aggressori con i loro commenti maliziosi, che a volte si concludono in tragedia. Come notiamo nel caso di Min-cheol, la connessione tra voyeurismo e vittimizzazione è inevitabile, e nessuno può biasimare la classica “ragazza in pericolo” quando decide di abbandonare il protagonista.

Dopo innumerevoli momenti di brivido e mani sudate, il finale tetro e improvviso ci coglie alla sprovvista come uno schiaffo in faccia, quasi a ricordarci che anche noi siamo stati dei voyeur.

June Kim
FEFF: 2024
Regia: YEON Je-gwang
Anno: 2023
Durata: 77'
Stato: South Korea

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