European Premiere | In Competition
Guest stars:
Norris WONG, director
CHUNG Suet-yng, actress
Il genere musicale Cantopop è legato da tempo al cinema di Hong Kong: i due elementi principali dell’intrattenimento hongkonghese condividono gli stessi divi, le fiabe di cantanti emergenti punteggiano le filmografie, e molte melodie amatissime rimangono scolpite nella mente grazie alle scene iconiche che hanno accompagnato. Solo ora però una regista, Norris Wong, si è immersa nei minimi dettagli del lavoro dei parolieri locali – e con The Lyricist Wannabe se la cava benissimo nel cinema pop più accattivante.
Al centro del racconto semiautobiografico di Wong c’è la giovane sognatrice Law Wing-sze (Chung Suet-ying): quando lo spettatore fa la sua conoscenza, è una giovane studentessa sicura del suo futuro come paroliera. Nei primi anni 2000, lei e i suoi amici si immergono nella scrittura di testi nuovi da abbinare a musiche già esistenti. E mentre cresce, frequenta l’università e cerca di entrare nel mondo del lavoro, la sua determinazione rimane immutata. La ragazza può contare sul pieno appoggio dei genitori, il che è di grande aiuto (ma piuttosto raro) per una giovane hongkonghese che cerca di lavorare in campo artistico. Tuttavia, le sfide da affrontare per farsi strada nella scena musicale di Hong Kong si rivelano davvero ardue.
Diviso in lezioni – dall’armonia e dalle canzoni d’amore alla Società dei compositori e autori di Hong Kong – The Lyricist Wannabe scandisce secondo temi molto chiari la crescita e le sfide di Wong. Chi si cimenta per la prima volta nel Cantopop impara rapidamente la difficoltà principale nella scrittura dei testi: abbinare i nove toni del cantonese alle melodie. Se si stona e si altera il tono di una parola per adattarla alla musica, si rischia di stravolgerne il significato, e tutto questo prima ancora di iniziare a pensare a giochi di parole, rime o termini gergali. Poiché nel pop locale le melodie sono scritte prima, la giovane Sze impara che i parolieri di Hong Kong non scrivono liberamente ma piuttosto “inseriscono il testo” scegliendo le parole adatte man mano che procedono.
I suoi primi sforzi nella creazione di versi iniziano con serie di nonsense tonalmente corretti, e solo più avanti, nel corso di una lezione di composizione musicale, scopre il rivoluzionario metodo 0243 che affronta il dilemma tonale.
Ci sono innumerevoli dettagli tecnici e culturali da trattare, e The Lyricist Wannabe ci riesce con grande fluidità. Wong attinge alle memorie che ha scritto descrivendo gli sforzi fatti per diventare una paroliera (e contribuisce ai testi della colonna sonora), aggiunge frammenti di animazione e immerge Sze nella commedia leggera con gli amici e i familiari. In una bella sequenza, accompagnata da un brano della band indie locale My Little Airport, la tecnica 0243 si diffonde attraverso riprese della città e della casa piene di numeri. L’attrice Chung Suet-ying – paroliera lei stessa – si esibisce in un’interpretazione toccante e concreta nel ruolo della protagonista, incarnando la speranza giovanile, la delusione e l’adattamento alla vita adulta. Il cast riunisce attori consolidati e talenti emergenti, tra cui famosi creatori di sketch su YouTube, oltre a camei di personaggi dell’industria del Cantopop.
Nonostante i suoi tocchi stravaganti, The Lyricist Wannabe si inoltra anche in territori più seri. Wong – che nella realizzazione di questa produzione indipendente ha investito i propri risparmi realizzati lavorando per il cinema e la televisione – va oltre le visioni semplicistiche della determinazione tenace che conduce al successo: come scopre Sze, alcuni ostacoli possono essere incredibilmente impegnativi da superare. Ed è particolarmente vero nella Hong Kong che emerge dal film, dove è difficilissimo penetrare in un settore elitario come quello musicale, e dove le start-up vengono ostacolate dall’apparato burocratico.
Se un giorno Sze riuscirà a sentire le sue opere alla radio, come sognava da adolescente, non sarà grazie al percorso idealistico che sperava un tempo di intraprendere.