The Widow

European  Premiere | Out Of Competition | Restored Classics | 50/50: Celebrating 50 Years of Korean Film Preservation

 

La proiezione del film seguirà quella di Nakdong River

 

Come molte altre giovani donne della sua generazione, Shin-ja si ritrova vedova all’indomani della Guerra di Corea. La sua situazione è terribile, con una figlia piccola e senza un soldo, ma il signor Lee, un ricco amico del suo defunto marito, accetta di aiutarla a diventare sarta. Il signor Lee è oltremodo generoso e sembra desideroso di essere ancor più vicino a Shin-ja, ma fa insospettire la sua gelosa consorte, che a sua volta non è esattamente una moglie fedele. Nel frattempo, in questa situazione imbarazzante appare un altro giovane uomo, educato, di bell’aspetto e libero. Ben presto Shin-ja inizia a sognare di rifarsi una nuova vita con lui, ma numerosi ostacoli si frappongono ancora sulla loro strada.

La rilevanza di The Widow nella storia del cinema coreano inizia dal fatto che si tratta del primo lungometraggio coreano diretto da una donna. Park Nam-ok aveva già lavorato su set cinematografici e girato cinegiornali durante la guerra di Corea, ma nella realizzazione di questo film doveva affrontare ostacoli più grandi di quanto si fosse aspettata.

Con una sceneggiatura scritta dal marito drammaturgo e i fondi forniti da sua sorella, Park riuscì a superare la fase di produzione nonostante avesse una bambina neonata a cui badare (una fotografia oggi famosa la ritrae mentre dirige sul set con la bimba legata sulla schiena). Ma anche dopo la fine delle riprese le venne negato l’accesso agli studi di registrazione per il semplice fatto di essere una donna. Alla fine, con l’aiuto di alcuni colleghi (il produttore del film e Jeon Chang-keun, il regista di Nakdong River), The Widow si assicurò l’uscita in sala, ma la sua tenitura venne rapidamente interrotta prima che fosse in grado di attirare un grande pubblico.

Ahimè, la storia non fu benevola con il film. Sarebbe rimasto l’unico lungometraggio di Park che, frustrata e disillusa dalla sua esperienza, alla fine si sarebbe trasferita negli Stati Uniti. Nei decenni successivi il film venne per lo più dimenticato, fino a quando alla fine degli anni Novanta l’appena nato Women’s Film Festival di Seoul lo ha presentato al pubblico contemporaneo con grande clamore. A quel punto però era rimasta solo una copia del film, ed era una copia danneggiata. Mancava l’ultimo rullo e mancava il sonoro del penultimo rullo. Nonostante molte ricerche da parte del Korean Film Archive, nessun’altra copia del film è stata trovata fino ad oggi. Il risultato finale è una storia che termina con accenni inquietanti a ciò che accadrà dopo, ma nessuna soddisfazione.

In un certo senso è un peccato, perché molti aspetti di questa storia sono assai particolari nel quadro del cinema coreano degli anni Cinquanta. Il personaggio principale è tutt’altro che una tragica e passiva vittima delle circostanze. Il suo atteggiamento pratico e la sua intraprendenza a volte calcolatrice sono un tonificante allontanamento dalla rappresentazione standard dei personaggi femminili di quel periodo. Il film rifugge dal melodramma e presenta sia la maternità che l’istituzione del matrimonio con uno sguardo lucido e realistico.

Nel film Mimang del 2023 (anche questo presentato al FEFF26), una proiezione speciale di The Widow si svolge in un cinema storico che dovrebbe chiudere. In una sessione di domande e risposte dopo la proiezione, un membro del pubblico chiede come finisce il montaggio originale del film. La critica cinematografica che conduce la sessione evita di rispondere, anche se alcune informazioni sul finale sono state raccolte da vecchi scritti sul film. “Penso che possa essere più interessante per il pubblico immaginare il proprio finale”, dice.

È una risposta che frustrerà alcuni spettatori, ma allo stesso tempo potrebbe essere vero che quest’opera storicamente importante ha una presa particolarmente forte sulla nostra immaginazione proprio perché manca di un finale. La risoluzione può portare all’oblio, ma questo film e la sua storia travagliata chiedono a gran voce di essere ricordati.

Darcy Paquet
FEFF: 2024
Regia: PARK Nam-ok
Anno: 1955
Durata: 122'
Stato: South Korea

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