International Premiere | In Competition | White Mulberry Award Candidate
Guest stars:
Kevin MAYUGA, director
Jan PINEDA, producer
Christine DE GUIA, writer
Mano GONZALES, costume designer
Abbey DE GUIA-MAGUYA, screenwriter
L’allucinogeno When This Is All Over (etichettato “Un trip di Kevin Mayuga”) arriva un anno dopo la fine del regime dell’ex presidente Rodrigo Duterte, noto per la sua sanguinosa guerra alla droga. Per Cinemalaya, un festival noto per i film di realismo sociale (è stato oggetto di critiche nel 2012 per aver presentato un film borghese sulla lotta di un ragazzo ricco per superare il suo trauma), il fatto che lasci campo libero a un film incentrato decisamente sulle stramberie dei privilegiati e dei ricchi la dice lunga sull’apertura del festival alle voci più nuove, specialmente quelle desiderose di elaborare gli anni di Duterte e la pandemia. When This Is All Over esamina il divario di classe, che il Covid ha reso più evidente, trasformando il vuoto di un giovane in un inferno psichedelico popolato da ragazzetti viziati, lavoratori salariati in difficolta e una vagonata di droghe dai nomi ridicoli.
Ambientato nei primi tempi del lockdown determinato dalla pandemia, quando la mobilita era limitata e la gente era confinata in casa propria, il film risponde alla domanda: “Cosa facevano i ragazzi ricchi durante la pandemia, mentre i poveri e i malati morivano?” Beh, alcuni di loro pensavano solo a fare festa. Quattro figli di papà incaricano “un Tale” (Labajo) di organizzare una festa segreta (“un rave industriale”) sul tetto del loro albergo. In cambio, una ragazza del quartetto utilizzerà i suoi contatti con l’Ambasciata degli Stati Uniti in modo che il Tale possa recarsi negli Stati Uniti e ricongiungersi finalmente con la madre, che lo aveva lasciato alcuni anni fa.
When This Is All Over illustra perfettamente il limbo del lungo lockdown nelle Filippine: lavoratori che fanno del loro meglio per mantenere il lavoro, severi posti di blocco, strade dall’aspetto cupo con persone che vanno a fare la spesa o a svolgere lavori essenziali, mentre gli appartenenti all’alta borghesia fanno passare il tempo dall’alto dei loro piedistalli. Consapevole del privilegio di cui gode anch’egli, Mayuga cattura questa situazione unica (e leggermente assurda ma reale) per esplorare i temi familiari dell’apatia, della disconnessione e della disuguaglianza, abbinandoli a una colonna sonora che si fissa nel cervello degli spettatori mentre li porta in un viaggio sfrenato verso la nube bianca della fuga.