International Premiere | Out Of Competition | PART 2 - A/B side VIBES. Greatest Hits from ‘80s & ‘90s
Intrappolate, senza via di fuga… Come omaggio alla compianta attrice Jaclyn Jose (scomparsa il 2 marzo di quest’anno, all’età di soli 59 anni), uno dei pochi film restaurati disponibili e White Slavery, uno degli ultimi film, più commerciali, diretti da Lino Brocka (morto in un incidente automobilistico nel maggio 1991). È uno dei tanti film di quel periodo che raccontano la storia di ragazze povere di campagna che finiscono “negli artigli di Manila” in cerca di un “lavoro per bene” e finiscono preda di spregiudicati trafficanti sessuali, come accade qui.
Scritto dal famoso Ricardo (“Ricky”) Lee, che ha collaborato spesso con Brocka e con diversi altri registi filippini, White Slavery, come suggerisce il titolo, presenta tre giovani ragazze della provincia che arrivano a Manila, attratte dal miraggio di un lavoro regolare in un “ristorante”. Joy (Sarsi Emmanuelle), Pinang (Emily Loren) e Linet (Jaclyn Jose) scoprono ben presto di essere letteralmente intrappolate nella casa della signora Antiporda (Tita de Villa), che in realtà e un bar per soli uomini dove fare sesso con i clienti fa parte del “menu”. Le ingenue ragazze comprendono troppo tardi di essere state ingannate per farle diventare prostitute. Tentano disperatamente di fuggire, ma vengono ostacolate dal ruffiano locale, Allan (Ricky Davao), che è in realtà il braccio destro della signora Antiporda. Il film descrive attentamente la triste sorte delle tre ragazze, fino a una fine tragica che accelera la caduta della casa del peccato.
White Slavery ovviamente è un’opera “minore” di Brocka rispetto ai suoi potenti capolavori come Manila in the Claws of Light, Insiang, Jaguar, Bona o Macho Dancer. È uno dei tanti film di sexploitation realizzati in quel periodo, alla fine dell’era Marcos; la differenza sta tutta nel “Brocka touch”, con la sua costante attenzione per i personaggi e lo sfondo sociale, che mostra come alcuni esseri umani fragili possano essere facilmente trasformati in prede sessuali.
Jaclyn Jose all’epoca (all’inizio della carriera: White Slavery è solo il suo secondo ruolo) veniva scritturata principalmente per film scandalistici, come Private Show, Flesh Avenue (1985) e molti altri, prima di essere riconosciuta come una delle migliori attrici della sua generazione, interpretare decine di film e ricevere infine il premio come miglior attrice al festival di Cannes per Ma Rosa di Brillante Mendoza, nel 2015. Jaclyn José ha incarnato i molteplici aspetti del cinema filippino, in costante evoluzione.
White Slavery è un buon esempio di un comune film erotico, realizzato però da uno dei più grandi registi della sua generazione.