Alla fine del 2002 erano tutti preoccupati per il futuro del
cinema di Hong Kong, ma Infernal Affairs di Andrew Lau e
Alan Mak, ottimamente sceneggiato e magistralmente interpretato,
pareva aver riconquistato il favore del pubblico.
Alla fine dell’anno aveva incassato oltre 55 milioni di dollari
di Hong Kong, diventando così il campione d’incassi di
Hong Kong per il 2002.
L’economia di Hong Kong è tuttora in fase di stagnazione e
l’industria cinematografica ne risente. Gli incassi totali al
box office dei 293 film (nazionali e stranieri) distribuiti a
Hong Kong lo scorso anno sono scesi da 1 miliardo e 11
milioni di dollari di Hong Kong a 862 milioni 580.000, con
un calo netto del 14,7%. I 92 film nazionali hanno incassato
solo 347 milioni di dollari di Hong Kong. Rispetto ai
476 milioni dello scorso anno, si registra una contrazione
superiore al 27%. La quota di mercato per i film di Hong
Kong è calata di conseguenza dal 47,1% del 2001 al
40,2% del 2002. I dati non sono ottimistici.
La situazione effettiva è anche peggiore. Infernal Affairs,
che ha incassato 55 milioni di dollari di Hong Kong, rappresenta
da solo circa il 16% degli incassi nazionali. Al secondo
posto si colloca Marry a Rich Man, che ne ha incassati
solo 21 milioni 680.000. Di fatto, solo 12 film hanno
incassato più di 10 milioni di dollari di Hong Kong, la soglia
che costituisce l’indicatore abituale del successo di botteghino.
Nei 92 film nazionali inoltre sono comprese sia produzioni
in pellicola sia in digitale. Lo scorso anno più di un terzo
dei film hongkonghesi sono stati girati in digitale, e le pellicole
nazionali vere e proprie distribuite a Hong Kong nel
2002 sono state solo una sessantina. I film in Digital Video,
prodotti soprattutto dalla B&S Productions e dalla
Universe, sono stati programmati in un solo cinema per
una settimana. Questi film sono stati visti solo da poche
centinaia di persone e hanno incassato complessivamente
meno di 35.000 dollari di Hong Kong. Psychedelic Cop, con
Danny Lee, ha incassato solo 330 dollari di Hong Kong in
sette giorni: il film di minore incasso dell’intero anno.
La produzione cinematografica a Hong Kong è in calo da
anni. Ora però sta raggiungendo un livello critico. Se la
Newport-Empire, il principale circuito nazionale, è riuscita a
programmare film di produzione hongkonghese con continuità,
il circuito Golden Harvest non ha potuto farlo, e ha
riempito la programmazione con film stranieri. Gli esercenti
sono diventati più flessibili, e passano da film di Hong Kong
quando la domanda è forte a film stranieri quando non c’è
richiesta. Questo spiega perché ci sono 3 o 4 film nazionali
sugli schermi in contemporanea nella stagione di massimo
afflusso (come il Capodanno cinese) e solo uno durante la
bassa stagione.
Lo scorso anno ha vinto la casa di produzione China Star.
Tre dei suoi film hanno incassato circa 20 milioni di dollari
di Hong Kong: My Left Eye Sees Ghosts (20 milioni
400.000 dollari), Fat Choi Spirit (19 milioni 200.000 dollari)
e Mighty Baby (19 milioni di dollari). Si tratta di tre
film a medio budget che hanno avuto grande successo con
il loro target di pubblico. Data la carenza di finanziatori
disponibili, le produzioni a medio budget sono diventate di
moda. Non è una novità: è stato questo il modello dell’industria
cinematografica di Hong Kong durante il suo apogeo
degli anni Ottanta, e rappresenta una via d’uscita
verso la ripresa.
Nel 2002 ci sono stati pochi blockbuster nazionali a grosso
budget. A parte Infernal Affairs, questo genere di film non
ha funzionato al botteghino. The Touch di Peter Pau,
nonostante il grande sforzo promozionale, ha incassato
solo 11 milioni 200.000 dollari di Hong Kong, ovvero meno
di un quarto del budget produttivo. La produzione panasiatica
di So Close ha messo insieme tre celebri attrici di
Hong Kong e l’attore coreano Song Seung-heon, ma alla
fine ha incassato meno di un milione di dollari. Questi
blockbuster in perdita hanno più difficile raccogliere investimenti
per produzioni su larga scala.
Mentre gli incassi dei film hollywoodiani ad Hong Kong
sono rimasti immutati, sulla scena asiatica le cose sono
cambiate. Lo scorso anno i film coreani hanno superato i
film giapponesi in termini quantitativi (21 contro 19) e si
sono collocati al terzo posto in linea generale, dopo i film
hollywoodiani e quelli hongkonghesi. Dopo il successo di
My Sassy Girl all’inizio dell’anno (14 milioni 100.000 dollari
di Hong Kong), le società di distribuzione hanno continuato
ad importare film coreani su larga scala. Si sono prese una
bella lezione però, perché la maggior parte di essi non ha
incassato più di 1 milione di dollari di Hong Kong, indipendentemente
dall’investimento promozionale. I distributori
però hanno diversi film coreani in magazzino, e quindi nei
prossimi anni usciranno ancora molti film targati Corea.
Per quanto riguarda i film cinesi, Hero è uscito a Natale e
ha incassato più di 25 milioni di dollari di Hong Kong, il
miglior risultato mai ottenuto da un film cinese a Hong
Kong. Tuttavia, il fatto che nel cast ci siano gli attori
hongkonghesi Tony Leung Chiu-wai e Maggie Cheung ne fa
un caso particolare tra i film cinesi.
L’inizio del 2003 non è stato positivo per il cinema di Hong
Kong, tanto è vero che nessuno dei film proposti per il
Capodanno cinese ha incassato più di 30 milioni di dollari
di Hong Kong. Attualmente produttori stanno diversificando
i generi per trovare una nuova nicchia di mercato: i risultati
non saranno immediatamente visibili, ma era la mossa
migliore che l’industria cinematografica potesse fare.
Ryan Law