GUIZZO DI FIDUCIA IL CINEMA COREANO NEL 2002, UN

Il 2001 ha rappresentato un tale balzo in avanti per il cinema coreano che molti guardavano al 2002 con grande apprensione. Gli osservatori dubitavano che il cinema coreano avrebbe continuato a raccogliere il 49% del mercato, come aveva fatto nel 2001, o a produrre grandi successi all’altezza di Friends (8 milioni di spettatori) o di My Wife Is a Gangster (5 miliono 200.000). Le case di produzione, tuttavia, hanno puntato sul successo, dal momento che i budget continuavano a crescere, e ciò significava che molti film avrebbero dovuto vendere milioni di biglietti per chiudere in pareggio. Qualora il 2001 fosse risultato un singolo anno fortunato, l’industria cinematografica sarebbe stata nei guai. Alla luce dei risultati, possiamo affermare con certezza che nel 2002 il pubblico coreano ha continuato a sostenere il cinema nazionale. La quota di mercato dei film coreani è stata pari al 47%, poco meno rispetto al 2001, e ben 25 film hanno incassato almeno 3 milioni di dollari al botteghino. Anche il pubblico internazionale ha dato il suo sostegno, e i produttori coreani hanno incassato la cifra record di 15 milioni di dollari in vendite all’estero (pari a un aumento del 33% rispetto al 2001). Anche per quanto riguarda il riconoscimento internazionale il cinema coreano sembra avere raggiunto nuovi traguardi. L’anno 2002 sarà ricordato per i premi importanti vinti a festival internazionali: il premio per la migliore regia a Cannes al veterano Im Kwon-taek per Chihwaseon; il Gran Premio al film d’animazione My Beautiful Girl Mari al prestigioso Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy; e i due premi vinti da Oasis a Venezia, il Premio Speciale per la Regia a Lee Chang-Dong e il Premio Marcello Mastroianni per il migliore attore o la migliore attrice esordiente a Moon So-ri. Ad ogni modo, l’anno passato è scorso del sangue nell’industria cinematografica. Parecchi film di genere a grosso budget hanno fatto un fiasco clamoroso, facendo perdere milioni di dollari agli investitori. Tre film in particolare si sono guadagnati il disonore per le ingenti perdite: l’avveniristico film di fantascienza Yesterday, il film d’avventura per famiglie R U Ready?, e il film di cyberazione Resurrection of the Little Match Girl. Questi tre film sono costati complessivamente 21 milioni di dollari, e al botteghino hanno incassato solo 3 milioni e mezzo. Questi insuccessi, insieme ad altre perdite meno pubblicizzate, hanno contribuito a creare un problema nuovo per il cinema coreano, poiché molti investitori che in passato avevano sostenuto il cinema hanno iniziato a chiamarsi fuori. La redditività del cinema coreano ha subito un duro colpo negli ultimi anni, con l’impennata del costo del lavoro, dei compensi delle star e dei budget per la promozione. Il risultato è che anche quei film che al botteghino hanno avuto un discreto successo spesso finiscono col far perdere denaro agli investitori. I finanziatori tramite venture capital sono diventati estremamente scettici nei confronti degli investimenti nel cinema, e solo un numero limitato di grandi società di produzione dispone di abbastanza liquidità per continuare a fare i film che vuole. Questa situazione determinerà, probabilmente, il tipo di film che verranno realizzati il prossimo anno. Malgrado siano in lavorazione alcuni film di genere a grosso budget, molti produttori si stanno orientando verso commedie e melodrammi, più economici e meno rischiosi finanziariamente. Un esempio in tal senso lo offre il regista Kim Sung-soo, che lo scorso anno presentò al Far East Film il sontuoso Musa. Per il prossimo progetto, dopo avere preso in considerazione un film storico di guerra a grosso budget da girarsi in Cina, ha deciso di realizzare la sua primissima commedia, dal titolo Please Teach Me English, con due giovani star molto promettenti. Le riprese iniziano in aprile. Nel 2002 le commedie hanno dominato la classifica degli incassi, come avveniva negli anni precedenti. Il vivace ma poco originale Marrying the Mafia è al comando, con 5 milioni 100.000 biglietti venduti, nella scia di quelle storie di gangster che sono andate così bene nel 2001. Altre commedie hanno perlustrato nuovi territori: le commedie sexy hanno fatto la loro prima apparizione in Corea, prima con Wet Dreams, poi con il grande successo Sex is Zero, scritto e diretto dal promettente Yoon Je-gyun. Intanto il regista Kim Sang-jin, celebre per i precedenti Kick the Moon e Attack the Gas Station!, ha fatto ritorno con Jail Breakers, delirante racconto di due detenuti che scappano di prigione scavando un tunnel solo per scoprire che li aspetta una brutta sorpresa. Uno dei film campioni d’incasso si distingue però dagli altri: è The Way Home... di Lee Jeong-hyang (la storia di un bambino viziato che va a vivere in campagna dalla nonna muta) che ha sorpreso tutti attirando 4 milioni 100.000 spettatori, più di tutti quelli di Signs, Men In Black II e Star Wars: Episodio II - L’attacco dei cloni messi assieme. Il risultato eccezionale di questo dramma senza pretese e a basso costo, ha dato un po’ di speranza a quei produttori che lavorano al di fuori del genere com-media. Nei film prodotti lo scorso anno si possono distinguere diverse tendenze. Una di queste riguarda il cospicuo uso degli anni Ottanta come ambientazione. Per la maggior parte di questi registi è la povertà di quel periodo, paragonata alla Corea high-tech di oggi, che cattura l’immaginazione. I protagonisti di questi film sono tendenzialmente poveri, e lottano per tirare avanti con i mezzi limitati di cui dispongono, ovvero, per la maggior parte di essi, i propri pugni. In Champion e Are You a True Guy i protagonisti si danno al pugilato nella speranza di uscire dalla povertà. “Quella era un’epoca in cui la Corea stava tentando disperatamente di lasciarsi alle spalle la povertà degli anni Sessanta e Settanta e di liberarsi dell’immagine di Paese del terzo mondo”, dice Kwak Kyung-taek, il regista di Champion. Pure le commedie Bet On My Disco e Conduct Zero presentano eroi rinomati per la loro bravura nel combattimento (però scoprono che questo non fa che allontanarli dai loro obiettivi). In generale, gli anni Ottanta sono presentati con un misto di nostalgia orgogliosa e di tagliente ironia, che mette in luce la velocità con la quale il Paese si è trasformato in una società moderna e urbanizzata. Anche argomenti forti e controversi continuano a caratterizzare molti film coreani. Il regista Park Chan-wook, dopo il successo di Joint Security Area, ha sbalordito molti spettatori con la violenza cupa e tormentosa del successivo Sympathy for Mr. Vengeance. Sebbene sia una delle offerte artistiche più riuscite degli ultimi anni, gli spettatori devono essere forti di stomaco per reggere fino alla fine. In No Blood No Tears, film d’azione e di amicizia al femminile di Ryu Seung-wan, la violenza è più manifesta, quasi sbattuta in faccia. Molti spettatori lo hanno trovato un po’ troppo forte per i loro gusti, e a dispetto delle sue qualità artistiche gli incassi sono stati deludenti. Il regista esordiente Park Jin-pyo si è visto vietare il proprio film Too Young To Die dalla censura coreana, a causa del ritratto sessualmente esplicito di una coppia attempata che si incontra e si innamora. Anche se il film ha poi superato la censura grazie all’oscuramento digitale di alcune scene problematiche, l’episodio è indicativo dell’atteggiamento di sfida di molti registi coreani verso l’opinione pubblica dominante. Per quanto riguarda la produzione, una tendenza assai positiva ha visto un gran numero di donne debuttare nella regia. Prima del 2001 c’erano state pochissime registe coreane, ma la veloce diffusione di scuole di cinema e gli sforzi di alcune produttrici influenti hanno dato origine ad una nuova generazione di donne che stanno dietro la macchina da presa. Per dare un’idea, alla fine del 2001 Jeon Jae-eun era solo la nona regista nella storia del cinema coreano a dirigere un film commerciale. Nel 2002 invece cinque registe hanno fatto il loro debutto e altri cinque volti nuovi presenteranno i loro lavori nel 2003. A parte Lee Jeong-hyang, regista del summenzionato The Way Home..., un’altra regista messa in luce dal programma di quest’anno è Moh Ji-eun, con la sua commedia romantica A Perfect Match. Fresca di laurea alla Korean Academy of Film Arts, Moh rappresenta l’ultima generazione di registi coreani. Il 2002 è stato memorabile anche per il gran numero di film coreani prodotti e usciti nelle sale, 77 in tutto. Si tratta del livello di produzione più elevato mai visto negli ultimi dieci anni, e questo ha significato non solo maggiore scelta per gli spettatori, ma anche più concorrenza al botteghino. Uno dei risultati è stato che le entrate sono state distribuite molto più uniformemente rispetto al 2001, quando i film che stavano ai primi posti della classifica controllavano una quota maggiore degli incassi totali. Le prime settimane del 2003 si sono aperte con una notizia che in molti, all’interno dell’industria cinematografica, hanno trovato spiacevole. CJ Entertainment e Cinema Service, le maggiori compagnie cinematografiche del paese, hanno annunciato di voler unificare le loro operazioni produttive. In sostanza, con una grande compagnia in meno nel panorama cinematografico coreano, e con le società più piccole che fanno fatica a raccogliere finanziamenti, molti si aspettano una contrazione nella produzione per i prossimi anni, e un ritorno al vecchio livello produttivo pari a 50-60 film all’anno. Per quanto riguarda le uscite, la prima parte del 2003 ha visto un gran numero di melodrammi e un titolo che ha avuto un successo clamoroso al botteghino. Come My Sassy Girl, del 2001, My Tutor Friend è una commedia romantica basata su una storia diffusa in Internet. Ha incassato più di qualsiasi altro film coreano del 2002 e ha dato al cinema la spinta necessaria per iniziare il nuovo anno. Per il prossimo anno sono in cantiere numerosi progetti interessanti, che dovranno andare bene al box office se il cinema coreano vorrà riconquistare alcuni degli investitori perduti. Due mega-progetti si profilano all’orizzonte: un filmone epico di guerra da 11 milioni di dollari (il film coreano più costoso di tutti i tempi), diretto da Kang Jaegyu, regista di Shiri; e un film d’azione da 10 milioni di dollari del fondatore di Cinema Service, Kang Woo-suk (Public Enemy): quest’ultimo narra di un episodio realmente avvenuto negli anni Settanta, durante il quale delle spie sudcoreane ben addestrate si ribellarono ai superiori e tentarono di assassinare il dittatore Park Chung-hee. Tra gli altri progetti futuri vanno ricordate le nuove opere dei registi più giovani, Kim Jee-woon (The Foul King), Bong Joon-ho (Barking Dogs Never Bite), E J-yong (An Affair), Ryu Seung-wan (No Blood No Tears), e Kim Kiduk (Bad Guy). Nonostante le sfide più impegnative che deve affrontare il cinema coreano nel 2003, sembra che i giovani autori, e qualche rischio in più, potranno garantire un anno diverso e interessante.
Darcy Paquet