Il 2002 è stato un anno positivo per il cinema thailandese.
Due film thailandesi sono stati selezionati per
Cannes: Monrak Transistor di Penek Ratanaruang è stato
il primo film thailandese ad essere presentato alla
Quinzaine, mentre il regista indipendente Apichatpong
Weerasethakul è diventato un eroe nazionale dopo che il
suo film Blissfully Yours è stato inaspettatamente selezionato
per Un Certain Regard. Inoltre, all’inizio di quest’anno,
One-Night Husband di Pimpaka, una delle due nuove
registe thailandesi, è stato presentato per la prima volta
a Berlino.
In Thailandia, il 2002 è stato l’anno della transizione dell’industria
cinematografica del cinema verso il boom di
film nazionali che sta avendo luogo quest’anno. Nel
2001 erano usciti solo 15 film thailandesi, che però avevano
conquistato il 30% della quota totale di mercato; lo
scorso anno invece i film nazionali in uscita sono saliti a
22 ma la quota di mercato è scesa al 23%.
Quest’anno è prevista la distribuzione di 60 nuovi film.
Sin qui tutto bene. Nei primi tre mesi dell’anno, i film
thailandesi sono andati così bene che sono usciti sei titoli
in una sola settimana, cosa alquanto eccezionale da
quando sono arrivati i multisala nel 1994. Le produzioni
nazionali hanno superato al botteghino gran parte dei
film stranieri, fatta eccezione per Il Signore degli Anelli -
Le Due Torri; il film d’azione di kickboxing Ong-Bak ha
imprevedibilmente incassato 2 milioni 200.000 dollari,
mentre Old Rock Man ne ha incassati 1 milione 800.000
in tre settimane; un ulteriore incoraggiamento è arrivato
dalla seconda produzione della GMM Pictures, February,
con 1 milione 100.000 dollari incassati in soli nove giorni.
Le sei principali case di produzione thailandesi hanno
tutte iniziato nuovi film. Fra queste, il programma più
imponente è quello della Mongkol Cinema, che oltre alla
produzione si occupa anche di distribuzione ed esercizio,
e che ha anche importato film stranieri, hollywoodiani e
non. Il suo potere è destinato ad aumentare ulteriormente
ora che il suo proprietario è stato nominato direttore
della Federazione dei Produttori di Film Thailandesi.
La RS Film & Distribution, un colosso dello spettacolo
che ha interessi anche nella musica e nelle serie televisive
oltre che nella produzione cinematografica, ha fatto
una fortuna con i film thailandesi. Due anni fa aveva
diversificato la sezione produttiva dividendola in tre affiliate
che quest’anno sono diventate sette. Nel frattempo
case di produzione più piccole come la GMM Pictures, la
Tai Entertainment e la Film Bangkok hanno in programma
l’uscita di oltre quattro titoli ciascuna.
Oltre a questi nomi ormai noti, stanno cercando di
approfittare del boom cinematografico anche molti altri
produttori indipendenti e nuovi investitori. Fra questi ci
sono anche una società immobiliare e un distributore di
software per lo spettacolo; quest’ultimo non è stato ben
accolto dai gestori delle sale per via del suo coinvolgimento
nella distribuzione pirata di musica e film, e ha finito per proiettare il suo film in un hotel di Bangkok per
una sola settimana, prima di lanciare sul mercato le versioni
in DVD e videocassetta.
Fra i diversi generi del 2002, che comprendevano film
d’azione e dell’orrore, commedie e drammi in costume,
gli horror sono stati i più popolari. Su 22 titoli, 7 erano
di film horror e ne stanno uscendo altri ancora. Sono
piaciuti anche i film sui travestiti, dopo il successo ai botteghini
di Iron Ladies, alcuni anni fa, tanto che ne sono
usciti quattro. Fra questi, Iron Ladies, the Early Years (il
sequel di Iron Ladies), Saving Private Tootsie, la storia di
un gruppo di militari a cui viene affidato l’incarico di aiutare
un gruppo di travestiti, I’m Lady, che parla della vita
di travestiti che fanno le ragazze pon-pon, e Beautiful
Boxer, tratto dalla biografia reale di un travestito-pugilatore.
Uno dei film di cui si è parlato maggiormente è stato il
primo film thailandese di kickboxing, Ong-Bak, che però
purtroppo aveva una trama ingenua e superficiale. Un
esperto di kickboxing del nord-est si reca a Bangkok
sulle tracce del ladro di una statuetta sacra chiamata
Ong-Bak. Il protagonista si serve del Muay Thai, una tecnica
tradizionale thailandese di arti marziali, per sconfiggere
i suoi molti avversari. Si tratta di uno spettacolo di
arti marziali thailandesi senza rumorosi effetti digitali e il
suo protagonista, l’attore Bhanom Yeerum, ex stuntman
in molti film thailandesi, è un vero e proprio campione di
arti marziali.
Il principe Chatrichalerm Yukol ha girato un remake del
suo film del 1976 The Last Love, in cui un’artista divorziata
si scontra con l’opposizione della società quando si
innamora di un uomo più giovane di lei. La storia è stata
giudicata obsoleta dal pubblico attuale.
E’ invece piaciuto molto February, un’altra storia romantica
diretta da Yuthlert Sippapak, in cui si narra di un
uomo e una donna che si incontrano a New York e si
innamorano. Poi lei perde la memoria ma il destino si
diverte con le loro vite. Il film ha avuto un grande successo
presso il pubblico più giovane che non era invece
stato attratto da The Last Love, e questo è un tipico
esempio di scarto generazionale in atto.
Malgrado il boom della produzione nazionale, è sempre
difficile trovare film di qualità. Nessuno può negare che
ai nuovi arrivati siano state concesse opportunità mai
avute prima d’ora. Eppure la maggior parte di essi è
costretta ad accettare di realizzare solo un certo tipo di
film, dato che gli investitori richiedono solo horror o
commedie. I problemi stanno nel fatto che questi giovani
cineasti non sembrano affrontare creativamente i film
commerciali; il loro lavoro patisce di irregolarità narrative
e sceneggiature assurde.
Ci sono tuttavia due film che hanno avuto successo come
film d’essai. One-Night Husband è un film di suspense su
una giovane donna che scopre la verità su suo marito
dopo che lui è sparito alla loro prima notte di nozze. Si
tratta del classico mystery, in cui però la regista Pimpaka
adopera uno stile sperimentale. Questo suo primo film è
un attacco alla forma narrativa tradizionale: alcune
scene sono girate da lontano e durano anche quattro
minuti, oppure mostrano i personaggi di schiena durante
scene emotivamente forti. Purtroppo questo significa
che non è sempre possibile vedere ciò che sta accadendo.
C’è invece molta attesa per il quarto film di Penek
Ratanaruang, Last Life in the Universe, che se tutto va
bene sarà il primo film thailandese a partecipare ad un
festival cinematografico internazionale di prima grandezza.
La produzione di Last Life in the Universe è sulla
bocca di tutti: è una coproduzione tra Francia, Giappone,
Olanda, Singapore e Thailandia, con un direttore della
fotografia australiano, Christopher Doyle, e un interprete
giapponese, Asano Tadanobu. La storia verte su un
giapponese che vuole suicidarsi dopo avere accidentalmente
assassinato uno yakuza.
Sembra che ci sia voluto molto tempo ai registi thailandesi
per padroneggiare l’arte del linguaggio cinematografico
creativo. Non è un caso che, nei 105 anni di storia
del cinema, nessun film thailandese sia mai stato in
concorso a Cannes, Venezia o Berlino. Si spera che Last
Life in the Universe possa cambiare le cose.
Anchalee Chaiworaporn