Il 2003 è stato un anno altalenante per il cinema thailandese.
Alla superficie risulta che l’industria cinematografica
è cresciuta; le produzioni sono più che raddoppiate, passando
da 22 nel 2002 a 48 nel 2003. La stessa percentuale
di crescita dovrebbe ripetersi quest’anno. Diversi film
sono stati presenti in manifestazioni internazionali di tutto
il mondo, sia nei festival sia nei circuiti commerciali. I film
thailandesi hanno cominciato ad apparire sui radar degli
acquirenti e la EuropaCorp di Luc Besson ha acquistato i
diritti del film d’azione di kickboxing e arti marziali Ong Bak
per l’Australia, l’Europa e le due Americhe. In apparenza, il
2003 è stato un anno di prosperità per il cinema thailandese.
Ma al di sotto dei successi ci sono stati diversi problemi.
All’inizio dell’anno, per la prima volta in dieci anni diversi
titoli locali sono stati distribuiti in contemporanea nei cinema
e molti di questi film, in particolare Ong Bak e Old Rock
Man, hanno avuto buoni risultati al botteghino. Il cinema
thailandese sembrava così appetibile che tutti - vecchi e
nuovi, case di produzione e produttori indipendenti - si
sono gettati ad arraffare una fetta della torta.
Sette mesi dopo, però, parecchi film nazionali importanti
sono stati distribuiti di nuovo insieme, e insieme hanno
fatto fiasco. Il gruppo comprendeva titoli come Last Life in
the Universe di Penek Ratanaruang, la versione montata
da Francis Ford Coppola di Legend of Suriyothai, One Night
Husband di Pimpaka Tohveera e il film carico di effetti speciali
di Oxide Pang Mahaut. Last Life in the Universe, benché
vincitore del premio per la migliore interpretazione
maschile alla Mostra di Venezia (per Asano Tadanobu), è
stato il più grosso flop del suo regista.
Gli addetti ai lavori si stavano già preoccupando dell’instabilità
dei film nazionali al botteghino. Invece, verso la fine
dell’anno, My Girl è andato talmente bene da diventare il
quarto film campione d’incassi di tutta la storia del cinema
thailandese. Eppure questo successo sorprendente non
aveva nulla in comune con i generi thailandesi popolari
come l’horror o la commedia, e anzi è un esempio del
genere filmico che ha avuto meno successo nella storia del
cinema thailandese: il film per l’infanzia.
My Girl era pervaso di nostalgia per l’infanzia e reminiscenze
della cultura popolare thailandese degli anni Ottanta:
canzoni, telefilm, e lo stile di vita thailandese di allora. I
registi sono stati così meticolosi da usare nel film le vecchie
marche di merendine. Il film stesso è diventato una
leggenda nella storia del cinema nazionale, perché nato
dalla collaborazione di sei giovani registi e dalla coproduzione
di tre società cinematografiche: GMM Pictures, Tai
Entertainment e Hub Ho Hin.
L’anno scorso, gran parte dei registi thailandesi riconosciuti
a livello internazionale, come Nonzee Nimibutr,
Apichatpong Weerasethakul, Wisit Sasanatieng e il principe Chatrichalerm Yukol, stavano lavorando a nuovi progetti. I
nomi nuovi hanno ancora un po’ di strada da fare prima di
far sentire la loro presenza all’estero; nel 2003, infatti,
solo Last Life in the Universe di Penek Ratanaruang, Ong
Bak di Pratya Pinklaew e One Night Husband di Pimpaka
Tohveera sono stati invitati oltre confine.
Alcuni produttori sono stati abbastanza ingenui da sopravvalutare
i loro lavori e cercare di sfruttare la recente popolarità
del cinema thailandese, come nel caso del film Sayew,
il cui produttore ha cercato di portarlo sia a Berlino che a
Cannes, senza però riuscirci.
Il boom del cinema thailandese ha certamente aperto qualche
porta ai nuovi arrivati e, di conseguenza, si è avuta
una maggior varietà di proposte. I generi hanno accontentato
sia le richieste locali che quelle internazionali. Ci sono
stati commedia, azione, dramma, horror e suspense,
anche se i soggetti preferiti dal pubblico nazionale rimangono
l’horror, la commedia e il tema del travestitismo. La
superstizione relativa al mondo degli spiriti è molto forte in
Thailandia, cosicché orchi e spiriti sono stati ampiamente
sfruttati dai registi horror. L’argomento del travestitismo è
diventato un altro genere popolare negli ultimi anni, forse
in seguito al successo internazionale di Iron Ladies, tanto
che persino una storia di fantasmi si è ispirata a quel genere,
con un travestito fantasma in Phee Kratoey (che significa
appunto “travestito fantasma”). Per la maggior parte,
tuttavia, argomento di questi film sono le gag e gli scherzi
del modo di fare della comunità del “terzo sesso”.
Beautiful Boxer può essere considerato un film a sé sul
tema del travestitismo, che mette in luce i conflitti interiori
dentro un uomo che desidera essere una donna. Il film è
basato su una storia vera, con Tum che è lacerato fra la
prosecuzione della carriera nel campo della boxe e il desiderio
di diventare donna.
La commedia è il secondo in classifica tra i generi più
popolari. I comici, premiati dai produttori, sono diventati gli
attori più costosi, e molti di loro sono passati alla regia.
Mom Jokmok, attualmente uno dei più popolari comici thailandesi,
è una vera e propria attrazione; ha recentemente
debuttato alla regia con il blockbuster The Bodyguard, da
lui scritto, diretto e interpretato. Lo ha seguito a ruota il
collega comico Thep Pho-ngam, che ha incassato milioni di
baht con Killer Tattoo e Old Man Rock.
Sia i veterani che i nuovi arrivati hanno prosperato in questa
straordinaria rinascita. Le opportunità registiche sono
ora più accessibili a tutti, vecchi e giovani, uomini e donne.
Il regista e produttore Pratya Pinklaew (Ong Bak) si è servito
della freschezza di nuovi giovani cineasti per il suo
progetto Small Giant, che impiegava registi appena usciti
dalla scuola di cinema.
Anche per le registe ci sono state nuove opportunità;
pochissime sono infatti le donne che hanno diretto film
thailandesi in passato. Pimpaka Tohveera ha girato One
Night Husband, mentre le due sorelle Burannee
Rachaiboon e Nida Sudasna stanno realizzando un film su
un serial killer cannibale. L’attrice divenuta regista Mona
Nahm sta invece girando un film d’azione dal titolo Khon
Ra-luek Chat, tradotto in inglese come The Resurrection
Man.
Fra i cineasti della vecchia guardia, Manop Udomdej ha
realizzato Macrebour of Prompiram, che è andato bene al
botteghino e ha anche vinto alcuni premi. Tratto da una
notizia di cronaca di trent’anni fa, è la storia di una donna
violentata, in una sola notte, dagli uomini di un intero villaggio.
Il regista è conosciuto come il maggior esperto
thailandese di film noir, capace di ottenere buone interpretazioni
dagli attori e trovare ambientazioni realistiche.
Per quanto riguarda i festival, il Bangkok International Film
Festival ha finalmente deciso di sostenere le produzioni
locali. Al pari di altri festival asiatici prima di lui, sta cercando
di caratterizzarsi come la Cannes dell’Asia, sebbene
abbia ancora molta strada da fare prima di riuscirci. Le
nuove sezioni aggiunte al festival nel 2003 comprendevano
una panoramica del cinema thailandese e un film market.
Dopo tutti gli alti e bassi del 2003, è ancora un po’ troppo
presto per prevedere quel che accadrà quest’anno. In
apparenza, il 2004 sarà un anno attivo e fertile, ma il risultato
finale è ancora tutto da indovinare. L’uscita di The
Overture, la storia di un uomo profondamente appassionato
di musica tradizionale thailandese, è un esempio di
quanto sia diventato imprevedibile il cinema nazionale:
dopo solo un fine settimana nei cinema nazionali il film era
già fuori programmazione, ma le proteste dei fan su
Internet sono state tali da farlo ritornare nelle sale.
Certo, ha aiutato anche un legame con la corona thailandese,
e il fatto che la famiglia reale abbia acconsentito a
presenziare a una delle nuove proiezioni ha probabilmente
avuto un certo peso nella vicenda. Il film è stato infatti
prodotto dal principe Chatrichalerm Yukol, l’autore di
Suriyothai.
Nel 2004 sono anche ritornati alla ribalta alcuni cineasti
affermati. Nonzee Nimibutr, il decano della rinascita del
cinema thailandese, è passato dalla realizzazione di film
spettacolari alla modesta storia di un monaco che abbandona
i voti in Okay Baytong. Il più famoso regista indipendente,
Apichatpong Weerasethakul, sta per far uscire
Tropical Maladies, una storia gay girata nella stessa giungla
in cui era stato ambientato il suo film precedente
Blissfully Yours, mentre Wisit Sasanatieng (Tears of the
Black Tiger) presenta un altro dei suoi film pittoreschi, Hot
Chili Pepper.
Il 2004 si sta dunque dimostrando un anno entusiasmante
per il cinema thailandese; questo entusiasmo deve però
essere messo a confronto con gli standard del cinema
mondiale. Sarà certamente interessante vedere se quest’anno
il cinema thailandese potrà raggiungere un livello
internazionale più alto.
Nota: 100 Baht = 2,53 dollari USA al momento della stampa.
Anchalee Chaiworaporn