Nel cinema della Cina continentale, come in molti altri settori
dell’economia in forte espansione di questo Paese, gli
ultimi anni hanno portato grandi cambiamenti. Le attuali
tendenze negli investimenti cinematografici in Cina riflettono
l’attuale realtà del mercato cinematografico, vale a dire
quella di una rapida fluttuazione tra il boom e il fallimento.
Lo straordinario successo di Hero (che al botteghino ha
incassato all’incirca 300 milioni di RMB, ovvero 37,5 milioni
di dollari USA) in Cina e la fantastica cifra offerta per i
diritti di distribuzione in DVD (18 milioni di RMB, ovvero 2,2
milioni di dollari) ha dimostrato ciò che tutti supponevano
da sempre, vale a dire che in Cina esiste un mercato per
film che vengano distribuiti sul mercato con attenzione e
buon senso.
Questo enorme successo ha portato diversi nuovi investitori
all’industria cinematografica e ha permesso a coloro
che lavorano nel settore di raccogliere somme di denaro
senza precedenti, con un conseguente aumento dei budget
ma anche dei rischi. Il risultato per questi nuovi investitori
è stato, da un certo punto di vista, quasi uniforme: i
loro tentativi di cambiare l’industria cinematografica cinese
in maniera aggressiva si sono rivelati fallimentari nella
maggior parte dei casi.
E questo per diverse ragioni:
1. In Cina la pirateria continua praticamente imperterrita.
Uno dei motivi dell’enorme successo di Hero è stato lo
sforzo che le autorità competenti hanno fatto per bloccare
la pirateria durante il primo periodo di distribuzione del
film. Si è però trattato di un’eccezione, non della regola.
2. Il marketing. La maggior parte dei produttori e delle
società di produzione in Cina non hanno la capacità commerciale
dei produttori e distributori di Hero.
3. Le proporzioni. Hero è stato girato con un budget decisamente
superiore alla norma dei film cinesi, pochi dei
quali possono vantare tali proporzioni o un simile cast
stellare. Anche se si aumentasse il budget di un film locale
da 3 a 10 milioni di RMB e oltre, per un produttore cinese
non sarebbe possibile realizzare nulla di simile, nelle
dimensioni, a un film come Hero.
4. Il divismo. Mancano ancora divi veri e propri, in grado di
garantire il succeso al box office cinese. Persino le star di
Hong Kong, un tempo potenti, non offrono più alcuna
garanzia di incassi in Cina. Se ne vedono molti esempi:
Infernal Affairs III, che era sostenuto da un cast eccezionale
e da un forte lancio pubblicitario, non è riuscito ad arrivare
oltre 1/8 dell’incasso di Hero in Cina.
I problemi di cui sopra si sono rivelati ancor più evidenti nel
caso di film cinesi. Al di fuori dell’ormai collaudato binomio
regista-attore formato da Feng Xiaogang e Ge You, nessun
interprete o cineasta si è rivelato capace di garantire grossi
incassi al botteghino cinese. Film dal cast molto forte
come Green Tea (con Jiang Wen e Zhao Wei) e Zhou Yu’s
Train (con Gong Li e Liang Jiafei) si sono rivelati grosse
delusioni nelle mani dei distributori, anche perché mal pubblicizzati.
Un’altra fastidiosa tendenza emergente è quella dei distributori
di DVD. Malgrado questi distributori paghino prezzi
decisamente più alti (un film che alcuni anni fa avrebbe
venduto i diritti di distribuzione in DVD per 300.000 RMB,
può venderli ora per 5 milioni di RMB), essi fanno uscire i
film praticamente allo stesso modo in cui lo farebbe una
società pirata, vale a dire alla stessa data o anche prima
dell’uscita del film nelle sale. Se un distributore o un produttore
vuole spostare in avanti la data dell’uscita in DVD,
il prezzo si riduce, drasticamente, per ogni giorno di ritardo.
Il risultato è che, allo scopo di combattere la pirateria
e di ottenere le più alte vendite possibili per l’uscita in DVD,
diversi film escono in DVD esattamente lo stesso giorno in
cui escono nei cinema. Come conseguenza, mentre il mercato
del DVD è in crescita, l’esercizio in sala va in perdita.
Quanto appena detto appare molto deprimente, ma ci
sono diverse ragioni per essere complessivamente ottimisti
sulla crescita del mercato cinese:
1. La crescente presenza delle multinazionali occidentali
che può servire perlomeno a razionalizzare il mercato. La
Warner Bros. ha in previsione l’apertura di 20 sale in Cina
nei prossimi due o tre anni e, come la Columbia, si è attivata
anche nella produzione locale.
2. Il disastro provocato da investimenti eccessivi da parte
di società inesperte si è praticamente concluso e i film
sono tornati a livelli di budget più razionali, il che garantisce
che non ogni film realizzato andrà in perdita.
3. Vi è una maggior produzione di film stranieri in Cina che
ha dato come risultato un aumento della professionalità e
una maggior responsabilità fiscale da parte di produttori e
troupes cinematografiche. Sono sorte società capaci di
lanciare e distribuire efficacemente i film, come la Poly-
Bona; tali società hanno eliminato una percentuale del “fattore
azzardo” dalla distribuzione cinese.
4. Si è acquisita una maggior consapevolezza dei problemi
esistenti da parte delle autorità cinesi nel campo cinematografico;
il nuovo gruppo di dirigenti è formato da gente
che ha una grossa esperienza nel settore.
Come produttore in Cina che ha cinque film al suo attivo, mi
sento tranquillo nel produrre altri due film cinesi quest’anno.
L’enorme talento e le bellissime storie fanno sì che ne
valga la pena, a dispetto di tutti i potenziali svantaggi.
Nonostante tutti gli ostacoli che si trovano sul cammino del
produttore, abbiamo sempre cercato di procurare un guadagno
ai nostri finanziatori e siamo convinti che continueremo
a farlo. Il processo creativo in Cina dà sempre soddisfazione
e io credo che il mercato, in questo paese, crescerà
fino a realizzare tutto il suo enorme potenziale.
Bisognerebbe solo sapere quando.
Peter Loehr