Il cinema cinese nel 2005: più vecchio diventa, più giovane appare.

Il cinema cinese nel 2005 ha festeggiato il centesimo compleanno con dovizia di celebrazioni, alle quali hanno partecipato il mondo del cinema ufficiale e quello che ancora non lo è in un'orgia di patriottico entusiasmo per quello che è diventato una sorta di rassicurante ambasciatore del Paese di Mezzo. Mentre tutto il mondo guarda con preoccupazione ad una nazione che è sempre più lanciata alla conquista economica dei mercati occidentali, il prodotto cinematografico è forse l'unico che all'estero non è temuto poiché non è ancora percepito come un concorrente del prodotto locale. E quindi la cinematografia cinese continua a mietere successi in tutto il mondo: nel 2005 diciotto film provenienti dalla Cina hanno vinto 32 premi partecipando a 24 film festival internazionali, ed in occasione delle celebrazioni del centenario la SARFT (State Administration for Radio, Film and TV) ha sponsorizzato ben 26 rassegne di film cinesi in 22 Paesi.

Le celebrazioni hanno raggiunto l'apice all'inizio dello scorso dicembre quando a Pechino si è svolto un seminario internazionale sul centennale al quale hanno partecipato 200 studiosi ed esperti da tutto il mondo; subito dopo sul sito di quello che era il Fengtai Photo Shop, culla del cinema cinese, è stata eretta una stele commemorativa con iscrizione in caratteri d'oro; si è poi svolta una cerimonia nella Sala dell'Assemblea Popolare con i massimi dirigenti del Paese, ed infine sempre a Pechino è stato aperto il China Film Museum. 

Nonostante i toni propagandistici delle celebrazioni, rimane il fatto che con i 260 fim prodotti nel 2005 (in crescita rispetto ai 212 del 2004) la Cina ormai è diventata il terzo Paese quanto a produzione cinematografica dopo gli Stati Uniti e l'India. Una trasformazione inverosimile considerando lo stato disastroso in cui versava il settore fino a pochi anni fa. Ed essendo il Paese con il maggiore tasso di crescita economico al mondo e con un potere d'acquisto che aumenta in modo esponenziale di giorno in giorno, la Cina potrebbe presto diventare il secondo mercato cinematografico, superando Europa e Giappone.

Questo ovviamente sempre che la liberalizzazione della produzione e della distribuzione cinematografica continuino, che il sistema censoriale si aggiorni, che il problema della pirateria sia messo sotto controllo, etc.

Andare al cinema è ancora proibitivo per gran parte della popolazione, visto che un biglietto costa ormai da 40 a ben 120 RMB (4-12 euro circa). Secondo alcuni, una delle cause di prezzi così alti sarebbe il fatto che la distribuzione cinematografica è ancora gestita in regime di monopolio effettivo dalla China Film a cui le altre società che hanno cominciato ad operare nel settore della distribuzione devono pagare una tassa di 600.000 RMB (60.000 euro) per ogni film che vogliono distribuire, costo che ricade poi sui gestori delle sale e quindi sul prezzo dei biglietti.   

Per quanto riguarda la censura, il presidente della SARFT ha promesso all'inizio dell'anno che la legge relativa sarà finalmente varata entro il 2006. Staremo a vedere, visto che assicurazioni in questo senso sono state date più volte ma regolarmente disattese. Ed il recente episodio della messa al bando del film Memoirs of a Geisha, pur se giustificato dal timore di eventuali manifestazioni anti-giapponesi, non fa ben sperare.
Rimane comunque il fatto che nell'assenza di una regolamentazione legislativa notevoli passi avanti sono stati fatti nel concreto; immagini fino a poco tempo fa "proibite" stanno diventando comuni, e spesso i film sono pubblicizzati come adult film dagli stessi distributori (anche se è probabile che la motivazione sia quella di attrarre il pubblico titillandone la curiosità piuttosto che di scoraggiare il pubblico adolescente). Una prova di forza in questo senso sarà la prossima uscita nelle sale del film Perpetual Motion (Wu Qiong Dong) di Ning Ying, denso di dialoghi raffinati ma estremamente spregiudicati sul tema del sesso.  

Per non parlare del problema della pirateria che, nonostante le pressioni del WTO e periodiche dimostrazioni di forza da parte della autorità con roghi spettacolari di montagne di  DVD pirata (nel 2004 ne sono stati distrutti 224 milioni), è ben lungi dall'essere risolto. Il problema ha assunto caratteri quasi grotteschi quando Chen Kaige ha dovuto letteralmente tenere accanto a sé due valigie contenenti la pellicola di The Promise durante la notte passata a Chengdu in occasione dell'uscita del film in settembre (che serviva a qualificarlo per concorrere agli Oscar). "I ladri ci fanno sentire come se fossimo noi quelli che si comportano male e distruggono la nostra dignità - ho dovuto portarmi appresso la pellicola come se il ladro fossi io", ha dichiarato il regista alla stampa. 

Il box office nel 2005 ha registrato cifre record: 2 miliardi di RMB (200 milioni di euro). E si prevede che nel 2006 arriverà a 3 miliardi. Da considerare anche il fatto che gli incassi dei film di produzione nazionale hanno superato quelli dei blockbuster stranieri. Nella catena di sale della Warner Brothers, i cinque film che hanno registrato le maggiori entrate sono tutti cinesi (Hero, Kung Fu Hustle [Kung Fusion], House of Flying Daggers [La Foresta dei Pugnali Volanti], A World Without Thieves, The Myth). Considerando inoltre  gli incassi all'estero (1.7 miliardi) e quelli dello sfruttamento televisivo (1.2 miliardi), l'industria cinematografica locale ha prodotto un totale di 4.8 miliardi di RMB, con un incremento di 1.2 miliardi rispetto all'anno precedente.

Una novità importante per quanto riguarda la distribuzione è l'emergere di nuovi media che consentiranno ulteriori forme di sfruttamento delle immagini. La distribuzione via Internet, quella tramite il sistema di telefonia mobile, i videogiochi e le sale attrezzate in digitale stanno aprendo nuove opportunità per l'industria del cinema. Inoltre, nel 2005 sono state costruiti 55 nuove sale con 272 schermi, che si sono aggiunte alle 1243 sale e 2668 schermi già esistenti. E per il 2006 si prevedono ulteriori investimenti nel settore, che si sta sviluppando a passi da gigante.

Nel 2005 gli investimenti sono aumentati del 30% rispetto all'anno precedente,  dato che non stupisce se si considerano le dimensioni di The Promise, che con un budget di 35 milioni di dollari è il film più costoso girato in Cina finora. Le co-produzioni con l'estero stanno aumentando e con esse i budget dei film che diventano sempre più spettacolari. A questo proposito è significativo che un quotidiano locale abbia utilizzato il termine "multinational production period" per definire la storia del cinema cinese dalla fine degli anni '90 ad oggi (mentre nello stesso articolo si parla di "periodo del film folkloristico" a proposito della Quinta generazione e di "periodo del film indipendente" in relazione alla Sesta).

Lo star-system, incoraggiato dalla spettacolarità delle grosse produzioni, sta raggiungendo livelli di professionalità internazionali, e sollecita paragoni con gli anni '20 e '30 del secolo scorso quando la penetrazione del cinema di Hollywood in Cina fu aiutata proprio dall'attrazione che le grandi star dell'epoca esercitavano sul pubblico. Al momento la giovane e bravissima Zhang Jinqun (che abbiamo visto nella scorsa edizione del Far East Film Festival nel film Peacock) si appresta a diventare la nuova attrice di punta del cinema cinese; dopo aver essere apparsa in Seven Swords (Qi Jian) di Tsui Hark ed aver interpretato il thriller Seven Nights (Qi Ye), Zhang ha lavorato per la seconda volta con il regista Zhang Jiarui - che l'aveva diretta nel 2004 nel film Bride from Shangri-la' (Hua Yao Xin Niang) - interpretando il film The Road (Huo Mei Zhi Lu), nel quale ha dimostrato grande versatilità e maturità di recitazione. Prova della sua crescente popolarità è il fatto che Zhang sia diventata anche testimonial di una famosa marca di cosmetici. 

Per quanto riguarda contenuti, generi, autori, il panorama è sempre più vario. Accanto ai maestri storici del rinascimento del cinema cinese, che continuano a dirigere film con regolarità e che si fanno concorrenza l'uno con l'altro - Riding Alone for Thousands of  Miles (Qian Li Zou Dan Qi) di Zhang Yimou è uscito a fine anno contemporaneamente a The Promise (Wu Ji) di Chen Kaige - nuovi autori e nuove star stanno emergendo. È significativo notare che il tibetano Wangmacaidan, regista di The Silent Holy Stones (Jing Jing De Ma Ni Shi), piccolo film girato in Tibet in lingua originale, è stato premiato come miglior regista esordiente al concorso Golden Rooster. Per lo stesso genere è da segnalare anche l'interessante I Want to Dance (Kai Shui Yao Tang, Gu Niang Yao Zhuang) opera prima del regista Hu Shi ambientata all'interno del gruppo etnico Miao. Per quanto riguarda il genere satirico, il regista Huang Jianxin ha raggiunto una nuova vetta con il film Gimme Kudos (Qiu Qiu Ni, BiaoYang Wo), che ha ricevuto il Gran Premio della giuria allo Shanghai International Film Festival. Altri film dello stesso genere e di ottimo livello sono il recentissimo Karmic Mahjong (Xue Zhan Dao Di) di Wang Guangli e Trouble Makers (Guang Rong fen Nu) di Cao Baoping.Un'altra brillante commedia è il film Snow in the Wind (Yi Zhi Hua Nai Niu) di Yang Yazhou, una sorta di Cinema Paradiso in versione cinese surreale, interpretato dalla bravissima Ni Ping (che abbiamo già visto in Pretty Big Feet); l'attrice eccelle anche nell'altro bellissimo film dello stesso regista, Loach Is Fish Too (Ni Qiu Ye Shi Yu), un dramma sociale sulla disperata vitalità che anima il popolo dei lavoratori migranti in Cina. Ma la sorpresa dell'anno quanto a recitazione è l'attrice Jin Yaqin, che interpretando un'anziana padrona di casa nel superbo Me & You (Women Liang) ha offerto un ritratto estremamente veritiero ed intenso della solitudine della vecchiaia. La regista Ma Xiaoying ha dimostrato ancora una volta, dopo il film d'esordio Gone Is the One Who Held Me Dearest in the World (che ha partecipato ad una precedente edizione del FEFF) una sensibilità straordinaria nel rappresentare la difficoltà di rapporto tra generazioni diverse.
In questo prolifico 2005 persino il cinema di propaganda ha prodotto opere interessanti: non soltanto il film Lu Xun del veterano regista Ding Yinnan, biografia romanzata degli ultimi anni di vita del famoso scrittore, che riesce a momenti a trascendere la propaganda per offrire un ritratto più intimista del personaggio, ma anche i due film diretti da Zheng Kehong, Silent Mountains (Chen Mo De Yuan Shan) ed Encounters in Jungle (Cong Lin Wu Bian) che abbandonano la retorica tradizionale di questo genere di film per utilizzare uno stile narrativo molto più personale. In un Paese in cui lo stress della vita quotidiana sta raggiungendo livelli di guardia, il genere thriller e la sublimazione dell'ansia esistenziale che lo caratterizzano continua a svilupparsi, anche se a piccoli passi. Oltre al già citato Seven Nights, il film The Curse of Lola (Guai Wu) di Li Hong (vincitrice della prima edizione del Far East Film Festival con Tutor) rappresenta già il secondo tentativo della regista di cimentarsi con questo genere abbastanza nuovo per la Cina. Anche il regista Xie Dong (del quale al Far East Film abbiamo visto il film di debutto The Coldest Day) continua nella sua esplorazione di atmosfere nostalgiche e sentimenti inespressi con la seconda parte della progettata trilogia, A Summer with You (Yu Ni Tong Zai De Xia Tian). Un'altra sorta di trilogia è quella della regista Peng Xiaolian che ha completato il terzo film in cui la città di Shanghai - sua città natale - ha quasi un ruolo da protagonista; dopo i precedenti Shanghai Women e Shanghai Story, il film Shanghai Rumba (Shang Hai Lun Ba) è una dichiarazione d'amore per l'arte del cinema raccontata attraverso le vicende dell'attore per eccellenza della storia del cinema cinese, Zhao Dan. Ma Feng Xiaogang quest'anno ha mancato l'appuntamento del hesuipian - film commerciali a lieto fine distribuiti in coincidenza delle festività di Capodanno con i quali il regista è diventato famoso - per dedicarsi invece alla produzione di un film drammatico che prende spunto dall'Amleto di Shakespeare, The Night Banquet (Ye Yan) e che uscirà in autunno 2006. Il regista Zhang Yuan ha invece completato il suo nuovo film Little Red Flowers (Kan Shang Qu Hen Mei), un film su un asilo infantile che è un microcosmo della società degli adulti.

Nel complesso quindi il 2005 è stato un anno molto positivo per il cinema cinese; un anno in cui l'abbondanza e la qualità dei film prodotti fanno ben sperare per l'avvenire di un cinema che pur vecchio di cento anni sembra ringiovanire di giorno in giorno, e di cui sembrerebbe quindi più appropriato celebrare non la fine del primo secolo di vita, ma l'inizio del secondo.

Maria Barbieri