Nel cinema filippino del 2005 ci sono stati due elementi importanti, uno triste e l'altro allegro. Il primo: è continuata la flessione nella produzione di film commerciali. Da una punta massima di oltre 200 film all'inizio degli anni Novanta, la produzione annuale ha subito un calo costante per arrivare nel 2005 a un minimo di circa 25 film. Il secondo elemento è rappresentato dal boom del cinema indipendente.
Grazie alla disponibilità di videotecnologia digitale a buon mercato, gli aspiranti registi non devono più attendere che gli studi cinematografici concedano loro la grande opportunità, ma possono andare avanti e girare i loro film da soli.
L'anno è iniziato con una nota incoraggiante: la GMA Films, un'affiliata della rete televisiva GMA, ha fatto uscire la commedia romantica Let The Love Begin, il primo vero e proprio blockbuster dell'anno, diretto da Mac Alejandre e interpretato da Richard Gutierrez e Angel Locsin, già noti per la serie televisiva fantasy di successo Mulawin. Let The Love Begin utilizza una formula che è rimasta inalterata dai film filippini degli anni Cinquanta: un ragazzo povero si innamora di una ragazza ricca, i casi della vita li obbligano a separarsi, ma lui, grazie alla sua fatica e intraprendenza, alla fine riesce ad avere la ragazza. Alejandre cerca di dare ai vecchi stereotipi un'immagine moderna e bisogna riconoscergli che il film è piacevole e affascinante, ma Let The Love Begin deve il suo successo al fascino dei giovani protagonisti. Durante l'anno la GMA ha fatto arrivare al botteghino un altro successo, Lovestruck, interpretato dai vincitori del suo programma per la ricerca di nuovi talenti, Starstruck.
La Star Cinema, affiliata all'altro grande network televisivo ABS-CBN, ha iniziato il 2005 con un'altra commedia romantica, Dreamboy, interpretata da uno dei suoi attori di punta, Piolo Pascual, in tre ruoli diversi. Il successo di Dreamboy è stato inferiore alle aspettative e qualcuno ha fatto notare che Pascual, bravo interprete di ruoli più maturi, era forse troppo vecchio per le commedie romantiche.
Il regista Jeffrey Jeturian (Pila-Balde, FEFF - 2001, Bridal Shower, FEFF 2004) ha girato Bikini Open, un divertente pseudo-documentario su un concorso di bellezza per giovani maschi e femmine. La protagonista principale è una conduttrice televisiva (Cherry Pie Picache) che sta cercando di salvare il proprio programma dalla cancellazione dal palinsesto attraverso un "servizio investigativo" sulla vita degli affascinanti (nonché succintamente abbigliati) concorrenti. Nella sua ansia di aumentare l'audience, la conduttrice invade la privacy dei suoi soggetti e manipola gli eventi, tutto in nome del "buon giornalismo". Il servizio dei media finisce per diventare un servizio sugli stessi media e su come essi sacrifichino verità e obiettività in favore dell'intrattenimento e degli indici di ascolto. La brillante sceneggiatura di Chris Martinez contribuisce anche a mettere in ridicolo l'ossessione nazionale per la celebrità pur senza ricorrere allo slapstick o a gag volgari; alcuni dei momenti più divertenti del film sono anzi stranamente toccanti. Prodotto dalla Seiko Films, Bikini Open è interpretato da Diana Zubiri, Francine Prieto, Alfred Vargas e Rafael Rosel.
Nel 2003, la Unitel Pictures di Tony Gloria e il regista-scrittore Mark Meily avevano realizzato il grosso successo di critica e pubblico Crying Ladies, una "drammedia" (commedia drammatica) su tre donne che si offrono come prefiche/lamentatrici a pagamento per veglie funebri ed esequie. Il suo sequel, La Visa Loca, segue un "signor Rossi" filippino (Robin Padilla) nella sua ricerca del premio più ambito, un visto per gli Stati Uniti; nel frattempo, il suo lavoro è quello di autista per il presentatore americano di un programma televisivo che si chiama Planet Strange e che presenta strane storie e personaggi della vita reale, che nelle Filippine abbondano. La Visa Loca mira alla satira sociale, ma fallisce nel suo obiettivo a causa della riluttanza ad essere offensivo. I diversi elementi del film - tra i quali un coro che appare a più riprese per offrire un commento musicale alle vicende del film - non assumono mai forma unitaria e le invenzioni comiche sono fiacche e banali; verso la fine, la satira cede completamente il passo al sentimentalismo.
La nuova proposta di Unitel è invece stata Pinoy Blonde, primo film del regista Peque Gallaga dopo sette anni di silenzio. Scritta da Gallaga e da Lore Reyes, la pellicola segue le vicende di due cugini inetti (interpretati da Jeffrey Quizon e Boy2 Quizon) nel tentativo di portare a termine un incarico per il loro zio che è legato al mondo della malavita. I due cugini sono patiti di film, anzi, sono cinema-dipendenti e citano in continuazione frasi di film famosi, oltre a litigare costantemente su qual è il più grande regista filippino, se Lino Brocka o Ishmael Bernal. Nei momenti di crisi si chiedono anche in che modo i loro cineasti preferiti trasformerebbero la loro storia in un film e hanno difficoltà nel distinguere tra realtà e finzione cinematografica.
Ben presto rimangono intrappolati in un edificio, in mezzo al fuoco incrociato di due bande rivali, con la loro fantasia alimentata dal cinema come unica risorsa. Gallaga ha realizzato diversi film ormai diventati dei classici del cinema filippino, come Oro Plata Mata, Scorpio Nights e Unfaithful Wife. Pinoy Blonde è la sua dichiarazione d'amore per il cinema e il suo messaggio per le nuove generazioni di cinefili filippini, con intelligenti cameo dei più famosi attori cinematografici e il contributo dei più popolari gruppi rock all'originale colonna sonora del film.
La Star Cinema si è ripresa dalla performance infelice del dramma romantico Wherever You Are (Nasaan Ka Man) con due successi di fila: il melodramma Dubai e la commedia D'Anothers. Il primo, diretto da Rory Quintos, è interpretato da Aga Muhlach e John Lloyd Cruz nei panni di due fratelli che lavorano a Dubai, e da Claudine Barretto nel ruolo della donna che si insinua tra di loro. Ci sono stati diversi tentativi di realizzare film sulle esperienze di lavoratori filippini all'estero (che sono otto milioni e passa), ma per la maggior parte si tratta di melodramma tradizionali con l'unica differenza che sono ambientati all'estero.
Joyce Bernal (Mr Suave - FEFF 2005) ha continuato la sua serie di successi con D'Anothers, interpretato da Vhong Navarro; si tratta di una parodia del genere horror, da The Others fino al recente blockbuster filippino Feng Shui, che fa leva sulla passione dei filippini per gli scherzi/in-jokes e i giochi di parole.
L'annuale Metro Manila Film Festival è la ragione principale per cui l'industria cinematografica locale non è morta del tutto. Per due settimane, in dicembre, i teatri di Metro Manila/dell'area metropolitana di Manila proiettano solo film filippini, scelti a metà dell'anno da un comitato composto da sindaci cittadini e da rappresentanti dell'industria cinematografica. Gli osservatori dell'industria del cinema sono da molto tempo critici nei confronti del meccanismo di selezione dei film: per la scelta vengono sottoposte la sceneggiatura e la lista degli attori che possono comporre il cast del film. In breve, la sceneggiatura può cambiare completamente nel corso delle riprese, e nessuno degli attori proposti in anticipo può essere nel cast ma, terminato il film, gli viene ugualmente garantita la presenza al festival. Il comitato di selezione è apertamente parziale nei confronti di film con forti prospettive commerciali, il che significa che i piccoli film senza attori di grossa fama hanno ben poche speranze di partecipare al festival.
Lo scorso anno il festival è stato dominato dai film fantasy. Enteng Kabisote 2, sequel del maggior successo del festival del 2004 che narra la storia di un uomo qualunque (Vic Sotto) che sposa una principessa fatata/delle fate (Kristine Hermosa) e si reca nel suo regno incantato, è stato ancora una volta campione al botteghino, incassando140 milioni di pesos. Anche Exodus: Tales from the Enchanted Kingdom, di Erik Matti, interpretato da Bong Revilla (divo del cinema d'azione diventato capo della squadra contro la videopirateria e successivamente senatore), è stato un grosso successo, grazie ai suoi effetti speciali imponenti, di realizzazione interamente filippina. Invece, Mulawin, coproduzione della GMA Films e della Regal Films tratta da una serie televisiva fantasy molto popolare, non ha avuto il successo che ci si attendeva, forse perché il pubblico alla fine si è stancato dei drammi fantasy dopo averli visti ogni giorno alla televisione o forse perché avrebbe voluto qualcosa di più importante e spettacolare di quello che aveva già visto alla TV.
La serie Mano Po, della Regal Films, ha avuto il suo quarto episodio, stavolta una commedia su un uomo d'affari cinese poligamo dal titolo I Am The Legal Wife (Ako Legal Wife), interpretato da Zsa Zsa Padilla, Cherry Pie Picache, Rufa Mae Quinto e Jay Manalo e diretto da Joel Lamangan, che è anche il regista di Blue Moon, un dramma della Regal con Dennis Trillo, Jennilyn Mercado e Mark Herras. Gil Portes ha invece diretto Mourning Girls, una commedia con Juliana Palermo e Assunta de Rossi.
La popolare serie horror a episodi Shake, Rattle and Roll è giunta al numero otto, diretto da Uro de la Cruz, Rico Maria Ilarde e Richard Somes. Jose Javier Reyes ha invece scritto e girato Kutob, un suspense-thriller su un serial killer interpretato dall'ex adolescente all'ultima moda Marvin Agustin.
Ai festival all'estero il cinema filippino è stato ben rappresentato da Masseur (Masahista) di Brillante Mendoza, Evolution (Ebolusyon) di Lav Diaz e The Blossoming of Maximo Oliveros (Ang Pagdadalaga Ni Maximo Oliveros) diretto da Auraeus Solito. Masseur ha vinto il Pardo d'Oro al Festival di Locarno ed è appena stato acquistato dal distributore nordamericano Picture This. Evolution, l'opera di ben undici ore di Diaz che segue le vicissitudini di una famiglia di contadini filippini dal regime della legge marziale fino al periodo post-Marcos, è stato proiettato a oltre una dozzina di festival, compresi quelli di Toronto e Rotterdam. Diaz è stato premiato fuori dalle Filippine con delle retrospettive ed Evolution compare nelle Top Ten di fine anno di molti critici. Ironia vuole che ben pochi filippini abbiano visto il film (secondo una stima del regista, 120 in tutto) che è improbabile venga proiettato nei cinema di Manila. The Blossoming of Maximo Oliveros, storia di un dodicenne omosessuale, la cui lealtà alla sua famiglia di malviventi è minacciata dall'amicizia con un poliziotto onesto, ha avuto il premio per il Miglior Film al Festival di Montreal, all'imagiNATIVE festival di Toronto e all'Asian Festival of First Films di Singapore. All'inizio di quest'anno, inoltre, ha partecipato al Sundance Film Festival, è stato votato come Miglior Film Asiatico a Rotterdam e ha vinto tre premi a Berlino, tra i quali quello di Miglior Film Gay. Masseur, Evolution e Maximo erano tutti film di produzione indipendente.
In netto contrasto con l'agonia protratta dell'industria cinematografica mainstream, il mondo della cinematografia indipendente sta decisamente prosperando a Manila. Tra i film indipendenti di rilievo del 2005 c'erano Bilog di Cris Pablo, My Awakening from Consciousness (Sa Aking Pagkagising Mula sa Kamulatan) di Ato Bautista, Stray Cats (Mga Pusang Gala) di Ellen Ongkeko e Beneath the Cogon di Rico Maria Ilarde.
Un importante uomo d'affari filippino ha finanziato la Cinemalaya Foundation, che ha concesso a nove cineasti esordienti finanziamenti per 500.000 pesos ciascuno. I risultati di questo esperimento sono stati così sorprendenti che altre organizzazioni ne hanno seguito l'esempio, aprendo nuove prospettive di finanziamenti per aspiranti cineasti. La prima serie di film della Cinemalaya, che vanno dalla satira sociale alle storie d'amore e alle riflessioni sulla morte, comprende il già menzionato Maximo Oliveros, opera prima della Ufo Pictures, un gruppo di sceneggiatori che lavorano all'interno del tradizionale sistema delle case di produzione e che volevano esercitare un controllo creativo sul proprio materiale. Ned Trespeces ha invece realizzato Bigtime, una satira che analizza il linguaggio filmico e gioca con esso. Barrioke di Ron Bryant è una commedia sul modo in cui l'arrivo di una macchina per il karaoke cambi la vita degli abitanti di un intero quartiere. Roomboy, diretto da Aloi Adlawan narra la storia d'amore tra un inserviente di un hotel e una graziosa prostituta. Las Ponggols è l'omaggio di Sig Sanchez alla "piccola gente" dell'industria del cinema, vale a dire aiuto operatori, capo elettricisti, addetti al catering e tutti quelli che lavorano dietro le quinte.
Clodualdo del Mundo, che ha scritto diversi film filippini importanti come Black (Itim), Kisapmata e Third World Hero (Bayaning Third World), ha fatto il suo debutto alla regia con Pepot Artista, la storia di un giovane attratto dallo star system. ICU Bed Number 7, di Rica Arevalo ha come protagonista l'attore veterano nonché regista filippino Eddie Garcia, nei panni di un vecchio che si trova a doversi confrontare con l'idea della propria morte. Isnats, diretto da Mike Pancho, porta lo spettatore nel ventre molle della società attraverso gli occhi di un borsaiolo di Divisoria, mentre One Night (Sarong Banggi) di Eman de la Cruz scava nella relazione che si stabilisce tra una prostituta incallita e un adolescente alla ricerca della sua prima esperienza sessuale. Sarà interessante scoprire ciò che il gruppo dei beneficiari di Cinemalaya di quest'anno riuscirà a produrre.
Il cinema filippino, dunque, o è in punto di morte oppure è pieno di vigore, a seconda dell'interlocutore che si ha. I produttori del cinema mainstream si lamentano continuamente di quanto denaro stanno perdendo e minacciano di abbandonare completamente l'attività, eppure in un modo o nell'altro continuano a realizzare film. Le presenze nei cinema commerciali stanno calando, in quanto gli spettatori si fanno vedere solo per l'uscita di grossi eventi cinematografici come Harry Potter e gli esercenti attribuiscono la colpa di questo calo di pubblico all'ampia diffusione sul mercato di DVD pirata a poco prezzo.
Forse è vero che la colpa è dei DVD, e non solo perché un DVD costa meno di un biglietto di entrata al cinema, ma anche perché l'ampia scelta di pellicole vendute illegalmente (dalle uscite più recenti ai classici hollywoodiani o del cinema mondiale, fino ai film d'essai) ha migliorato i gusti del pubblico, facendogli perdere interesse nei confronti delle solite formule filmiche. I cineasti indipendenti hanno in certo qual modo maggiori possibilità di dar forma alle loro visioni artistiche, ma devono ancora convincere il pubblico ad andare a vedere i loro film. Se solo i produttori che finanziano e distribuiscono film potessero unirsi ai cineasti che usano la crudezza e l'immediatezza del digitale per creare storie che valga la pena guardare! Ma forse questo è pretendere troppo.