Il 2005 si è rivelato un anno atipico per quantità (nove lungometraggi), varietà e qualità dei film prodotti. Il primo lungometraggio del 2005 è stato I Do I Do di Jack Neo, una commedia costata un milione di dollari singaporesi, prodotta dalla Mediacorp Raintree Pictures, con i celebri attori televisivi Sharon Au e Adrian Pang. La trama del film è incentrata sui temi dell'amore e del matrimonio, e sul decrescente tasso di natalità del Paese. L'uscita del film è stata programmata in modo da sfruttare il Capodanno cinese e l'atmosfera di San Valentino. Per quanto Pang eccella nel ruolo dell'amante rifiutato, e sebbene vi siano alcune precise frecciate dirette agli sforzi ufficiali per aumentare il tasso di natalità, il film risente di una trama macchinosa e, malgrado il martellamento pubblicitario, ha guadagnato solo 1,8 milioni di dollari singaporesi.
L'altra produzione importante della Raintree è il primo horror di produzione locale The Maid, (Singapore/Hong Kong/Filippine), opera seconda dell'ex critico Kelvin Tong. Presenta l'attrice italo-filippina Alessandra de Rossi, nel ruolo della giovane cameriera filippina Rosa, appena assunta a Singapore presso una coppia di mezza età appartenente a una troupe dell'Opera cinese, con un figlio idiota. Arrivata all'inizio del Settimo Mese Cinese, quando le anime dei morti sono libere di errare in mezzo ai vivi, ben presto la ragazza inizia a sperimentare una serie di incontri spettrali nella vecchia casa decrepita dei suoi datori di lavoro.
La storia delle sensazioni di apprensione, solitudine e nostalgia di una lavoratrice immigrata, abbinate a eventi sovrannaturali, è un'idea fertile, ma in questo film è trattata troppo superficialmente. Lo spettatore non percepisce fino in fondo la condizione di Rosa come giovane donna in un Paese straniero, né avverte il terrore di vivere in una casa infestata da fantasmi. L'ambientazione nell'Opera cinese fornisce l'atmosfera adeguata, sebbene il risultato complessivo sia meno impressionante delle precedenti coproduzioni di horror asiatici della Raintree, The Eye e The Eye 2, soprattutto perché per fare paura il film si affida a tattiche dozzinali. Tuttavia questo film ben commercializzato, costato 1,5 milioni di dollari singaporesi e uscito in agosto in corrispondenza dell'inizio del Settimo Mese cinese, ha fatto tintinnare i registratori di cassa fino ad arrivare al sorprendente incasso di 2,16 milioni di dollari di Singapore. A quanto pare l'horror asiatico va ancora alla grande: The Maid è stato acquisito dalla Fortissimo Films per la distribuzione internazionale.
L'impresa successiva di Tong è stata il film a basso budget 1942, un horror d'azione in lingua giapponese girato nelle giungle della Malaysia, nel quale un gruppo di soldati giapponesi, che si sono persi nella giungla malese durante la seconda guerra mondiale, è tormentato da un fantasma femminile canterino.
1942 non è ancora approdato in sala a Singapore.
È dai tempi di Mee Pok Man di Eric Khoo (1995) che i cineasti di Singapore cercano di descrivere il lato più realistico e autentico della vita contro l'immagine ufficialmente edulcorata della loro città. Un esempio recente è costituito da Perth (2004), del regista Djinn, singaporese ma residente negli Stati Uniti; un film dall'argomento avvincente e dall'inizio promettente, che precipita in modo vertiginoso verso il suo epilogo sanguinoso ed eccessivo. Nondimeno, questo cupo dramma esistenziale su un tassista che sogna di emigrare in cerca di una vita migliore ha portato a casa quattro premi all'undicesimo Festival del Cinema Asiatico di Lione. Non è sicuramente un male per la giovane industria cinematografica di Singapore che i suoi film vengano notati dal circuito dei festival internazionali.
Un lungometraggio che ha meritato i molteplici riconoscimenti ricevuti è Be With Me di Khoo, suo terzo film in dieci anni. È ispirato alla straordinaria e coraggiosa Theresa Chan, una singaporese sorda e cieca sulla sessantina, che interpreta se stessa in un film che combina realtà e finzione. I racconti di fiction ruotano intorno a una coppia di anziani che viene separata dalla morte, una guardia giurata ossessionato da una donna attraente e due adolescenti coinvolte in una relazione lesbica. Malgrado le difficoltà nel modo in cui la storia di Teresa si intreccia con le altre, il risultato è una quieta e potente ode all'amore, alla fortuna, alla vita. Teresa Chan è l'unico personaggio della vita reale in mezzo a un cast di attori non professionisti, in una produzione dal budget modesto. Questo film è diventato una pietra miliare nella storia del cinema di Singapore inaugurando la Quinzaine des Réalisateurs a Cannes nel 2005.
In patria il film è stato distribuito senza tagli dalla Warner Brothers Singapore, in settembre. Si tratta peraltro del primo film di Singapore ad essere proposto per gli Oscar, ma è stato squalificato dalla categoria del migliore film straniero perché "è stato stabilito che l'inglese è la lingua dominante del sonoro".
Un altro film che lo scorso anno ha introdotto un personaggio non vedente è il dramma Cages, scritto e diretto dall' americano Graham Streeter, esordiente nel lungometraggio. Il film racconta la storia di una madre single e del figlio cieco, obbligati a ricongiungersi con il padre di lei; è interpretato dall'attrice televisiva e teatrale di Singapore Tan Kheng Hua e da Dickinson Tan, di nove anni,che è cieco. La fotografia in digitale ad alta definizione di Mark Lapwood è notevole; però Cages, che ha come sfondo l'ambiente culturale del bel canto di Singapore, sembra essere un'occasione mancata per descrivere efficacemente le emozioni complesse tra genitori e figli. Cages è stato presentato a Pusan ma non è ancora uscito in sala.
Alcune delle opere migliori dello scorso anno sono documentari, segno che si sta sviluppando una prospettiva critica nei confronti di problematiche politiche e sociali. Il mediometraggio video di 55 minuti di Tan Pin Pin, intitolato Singapore GaGa, presentato ai festival cinematografici di Rotterdam e di Nantes, registra le immagini e i suoni della vita quotidiana a Singapore, soprattutto quelli che sono ignorati, dimenticati, tenuti ai margini o dati per scontati. Tra quelli presentati, ci sono suonatori di strada, il più importante suonatore di armonica della città, un ventriloquo esperto e giornalisti radiofonici che leggono le notizie in dialetti cinesi che sempre meno abitanti di Singapore comprendono. Realizzato con soli 100.000 dollari, questo documentario personale, ben strutturato, divertente ma malinconico, offre uno spaccato di Singapore che si è visto di rado. Dalla presentazione entusiasta al Singapore Film Festival in aprile, il film ha fatto il tutto esaurito al di fuori del circuito cinematografico, ed è prevista la sua uscita in sala.
Un altro documentario degno di nota è quello dei registi esordienti Lynn Lee e James Leong, che si sono spinti oltre le coste di Singapore per fare Passabe. Passabe, un remoto villaggio posizionato tra Timor Est e Ovest, è stato il teatro di uno dei peggiori massacri nella regione, dopo che Timor Est votò a favore dell'indipendenza in un referendum popolare supervisionato dalle Nazioni Unite nel 1999. Il film documenta l'impatto del massacro sulle vite degli abitanti del villaggio cinque anni dopo, quando sia i carnefici sia le vittime cercano di fare i conti con quanto accaduto sforzandosi di riconciliarsi e andare avanti. In particolare, nel film appare un ex miliziano che rischia delle conseguenze ammettendo pubblicamente di aver preso parte al massacro e che chiede perdono per le sue azioni ad un'udienza di verità e riconciliazione appoggiata dalle Nazioni Unite. Nonostante l'accuratezza delle ricerche e la bellezza della fotografia, la proiezione di Passabe durante il Festival cinematografico di Giakarta (dicembre 2005) è stata proibita. Il documentario non è ancora uscito a Singapore.
In patria la censura si è fatta sentire nuovamente quando il documentario di 26 minuti di Martyn See Singapore Rebel è stato obbligato a ritirarsi dal Festival Internazionale del Cinema di Singapore del 2005. Il filmato offre uno spaccato della vita del politico dell'opposizione Chee Soon Juan, segretario generale del Partito Democratico di Singapore, e dei suoi tentativi di affermarsi in politica. La censura ha deciso che il film contravveniva alla Legge sul Cinema secondo la quale realizzare, distribuire o mostrare "film su partiti politici" costituisce un reato. Altrimenti il regista rischia una multa fino a 100.000 dollari o due anni di prigione. Per ironia della sorte, la messa al bando di Singapore Rebel (disponibile in rete) probabilmente ha generato maggiore dibattito nei mass media e su Internet di quanto sarebbe successo altrimenti.
Il cinema indipendente di lingua malese a Singapore è stato rappresentato dal lungometraggio di Adi Yadoni Klise-Cliché, una commedia drammatica ideata dalla regista e coproduttrice, l'attrice Wahyu Rahman. Realizzato con il costo minimale di 50.000 dollari di Singapore, il film è stato presentato ai Royal Horticultural Halls di Londra in agosto.
L'ultimo lungometraggio singaporese uscito nel 2005 è One More Chance di Jack Neo, che racconta le tribolazioni di tre uomini che cercano di reintegrarsi nella comunità dopo essere usciti di prigione. Il dramma, co-diretto da Jack Neo e dai suoi amici Michael Woo e Toh Lan Sin e costato un milione di dollari di Singapore, è stato prodotto dalla J Team Productions di Neo insieme alla Rete di Azione Comunitaria per la Riabilitazione degli ex Detenuti. I protagonisti sono Mark Lee, Henry Thia e Marcus Chin. One More Chance è stato suggerito al regista dalla scoperta che, ogni anno, dai centri di riabilitazione di Singapore escono ben 11.000 ex detenuti, molti dei quali fanno fatica a ottenere l'accettazione sociale. Pertanto il film ha un tono più serio delle commedie abituali di Neo, sebbene non sia meno ricco del caratteristico sentimentalismo del suo stile.
Per il Capodanno cinese, nel gennaio 2006, Neo ha lanciato I Not Stupid Too, il sequel del suo clamoroso successo del 2002 I Not Stupid. Mentre il film originale si concentrava sul sistema educativo "a pentola a pressione" e sui suoi effetti sui bambini delle scuole elementari, il nuovo film analizza problemi di comunicazione tra genitori e figli adolescenti. Autentici membri di bande di strada sono stati convinti ad apparire nel film come delinquenti giovanili. Sebbene sia stato stroncato dalla critica locale, il film è andato bene al botteghino, diventando il quarto film di Singapore a superare il limite dei 3 milioni di dollari singaporesi. I Not Stupid Too è stato prodotto dalla Raintree per 1,5 milioni di dollari singaporesi, con il sostegno del Ministero per lo Sviluppo Comunitario, la Gioventù e lo Sport.
Nel 2005 ci sono stati anche altri sviluppi significativi per il cinema singaporese e asiatico. Nel gennaio 2005 è stato inaugurato l'Asian Film Archive (AFA), un'organizzazione benefica indipendente e no profit per conservare i film di Singapore e asiatici, che in settembre ha pubblicato la prima raccolta di cortometraggi di Singapore su DVD.
Un'altra iniziativa è rappresentata dalla Southeast Asian Cinematheque (SEAC), creata da Raphaël Millet, attaché per la cultura e gli audiovisivi dell'ambasciata di Francia a Singapore, e da Shirlene Noordin della Phish Communications. Il suo scopo è di "promuovere il cinema del sud-est asiatico a livello locale e internazionale, rendendo i film accessibili al pubblico attraverso proiezioni, ricerche sul campo e rassegne". La SEAC è stata inaugurata ufficialmente nel gennaio 2006, con la proiezione di una serie di film realizzati a Singapore negli anni Settanta. Altre proiezioni comprendevano il primo programma di film dei fratelli Lumière (1895) e i primi film asiatici Lumière girati in Giappone e in Indocina.
Il Museo Storico di Singapore, che verrà presto ribattezzato Museo Nazionale di Singapore, lancerà la sua Cineteca del Museo Nazionale, attrezzata con una sala da 250 posti. Punta a possedere larga parte dei cortometraggi e lungometraggi di Singapore e avrà un approccio approfondito ai contesti sociali e culturali.
Un evento senza precedenti, Screen Singapore, si è tenuto in agosto per celebrare il quarantesimo anniversario del Paese. Il festival, che includeva la più vasta retrospettiva mai fatta sul cinema nazionale dal 1965 al 2005, è stato un'idea di Raphaël Millet. 31 lungometraggi e 15 corti sono stati proiettati in tutto il mese. Tra di essi, la prima proiezione a Singapore di Ring of Fury del 1973, un tributo a Bruce Lee, diretto da Tony Yeow e James Sebastian, proibito perché mostrava il gangsterismo. Un altro film molto atteso era quello con l'agente segreto controparte femminile di James Bond, They call her...Cleopatra Wong (George Richardson, 1978). Cleopatra sembra essere stata fonte di ispirazione per l'eroina di Kill Bill di Quentin Tarantino, interpretata da Uma Thurman.
Un'altra novità è il Festival Asiatico delle Opere Prime, in novembre, il cui scopo è quello di essere "la piattaforma inaugurale mondiale che celebra il meglio degli esordi di film, produttori, registi, sceneggiatori, direttori della fotografia, attori e documentaristi di origine asiatica". Questo festival competitivo ha presentato più di 30 film in una settimana. L'evento è stato organizzato dalla compagnia del campo dello spettacolo Teamwork Productions, supportata dal distributore ed esercente cinematografico Golden Village, dalla Singapore Film Society e dall'Autorità per lo Sviluppo dei Media di Singapore.
Il governo manifesta chiaramente un forte sostegno all'industria cinematografica e dei media, specialmente perché spera che il comparto dei media possa contribuire per il 3% al PNL entro dieci anni. L'attenzione è rivolta ai media digitali, sui quali il governo riverserà un miliardo di dollari di Singapore. Questo tipo di investimento ha attratto la Lucasfilm che ha allestito la propria struttura per l'animazione a Singapore nel giugno 2005. Tutto fa sperare che negli anni a venire ci saranno ulteriori buone notizie per il cinema di Singapore.
*Le cifre sono espresse in dollari di Singapore. 1 S$ = 0.512 EUR