Quest’anno il cinema thailandese appare tipicamente complesso, con un futuro imprevedibile e segnali di ulteriori cambiamenti in arrivo. Mentre nel 2007 c’è stato un certo progresso artistico e industriale, le case di produzione hanno lamentato ancora scarsi risultati al botteghino, tanto che si sono ritirati dai progetti di investimento per film a grosso budget. Sono andati avanti solo progetti già avviati, come Chocolate di Prachya Pinkaew e Queen Of Lungsaka di Nonzee Nimibutr. Lamentele analoghe si sono ripetute nel corso del primo trimestre di quest’anno, e diversi film hanno affrontato lo stesso problema. Prima di investire in nuove produzioni, gli studios si sono detti: “stiamo a vedere”.
In generale, però, la situazione sembra positiva. Nel 2007 ci sono stati cambiamenti radicali in politica, crescita economica e alcuni film di qualità artistica. Le proteste contro la censura hanno portato all’approvazione di una nuova legge sulla censura. La pirateria è sempre ben radicata, ma gli incassi al botteghino sono aumentati. Sono entrati in gioco nuovi generi cinematografici, sono stati fondati nuovi studios e compagnie di produzione, e sono emersi nuovi operatori indipendenti. Allora, come si fa a dire che l’industria è in recessione?
Cominciamo dalle buone notizie. Sono usciti in sala circa una cinquantina di film thailandesi (ivi comprese alcune distribuzioni su scala ridotta da parte degli indipendenti). Ma per la prima volta in alcuni anni, ai primi due posti della classifica del box office generale c’erano film locali. Il racconto epico The Legend Of Suriyothai, del principe Chatreechalerm Yukol, è stato un grossissimo successo nel 2001 e continua ad essere il campione assoluto di incassi. Il regista si è cimentato ora con un’altra serie epica storica, King Naresuan, divisa stavolta in tre episodi. Le prime due parti sono uscite all’inizio dello scorso anno, in coincidenza con i contrasti politici e il nazionalismo che si diffondevano nel Paese. Non è un caso quindi che abbiano battuto blockbuster hollywoodiani come il quarto Harry Potter e Spider-Man 3, affermandosi come le migliori novità dell’anno. King Naresuan, finanziato dal governo reale thailandese, racconta la storia di un re che dichiarò l’indipendenza dall’occupazione birmana nel XVI secolo. L’ultimo episodio è in produzione e punta a farsi conoscere all’estero. È interpretato da Tony Jaa e dall’attrice veterana Jintara Sukphat, che ha recitato con Robin Williams in Good Morning Vietnam.
A parte King Naresuan, nel 2007 ha vinto la comicità: cinque commedie si sono classificate al secondo posto nella top ten del botteghino: The Bodyguard 2, Teng And Nong: The Movie, Bus Lane, Ponglang Amazing Theatre e Kungfu Tootsie. Solo Bus Lane e Ponglang Amazing Theatre sono stati realizzati da registi professionisti; gli altri, come al solito, sono l’opera di comici famosi che si sono dati alla regia. L’horror, comunque, riempie ancora gli schermi thailandesi. Un quarto di tutti i film usciti lo scorso anno appartiene a questo genere, con le commedie al secondo posto. Curiosamente, un nuovo stile, tra la commedia e la farsa, ha iniziato ad appassionare molti registi, e nei film appartenenti a questo filone recitano comici celeberrimi. Tra i titoli, Haunting Me (alias Hor Taew Taek) di Poj Arnon e Ghost Station di Yuthlert Sippapak.
Tra i film del terrore dello scorso anno, quelli di cui si è maggiormente parlato sono Alone e The Body, entrambi di giovani registi, che presentano una buona art direction e una valida sceneggiatura. Alone racconta gli strani incontri di una donna che torna nella sua vecchia casa, dove è morta la sua gemella siamese. La protagonista è la diva thailandese Marsha Wattanapanich, al suo ritorno sul grande schermo dopo venti anni di assenza. Alone è diventato il più grande successo horror dell’anno. Pochi mesi dopo, Paween Purijitpanya ha utilizzato alcune sconvolgenti notizie di qualche anno fa per The Body, un film molto articolato che parla di un celebre medico accusato di avere ucciso la moglie e di averla poi fatta a pezzi per eliminare le prove.
Il film è stato scritto a quattro mani dagli sceneggiatori di 13 - Beloved, Chookiat Sakweerakul e Ekasith Thairath. Il regista intreccia sapientemente suspense psicologica e orrore, raccontando minuziosamente la vita di uno studente di medicina che fa sempre lo stesso sogno: vede una donna il cui corpo è stato fatto a pezzi. Body è una delle sceneggiature horror più complesse degli ultimi anni. Eppure non ha vinto i premi più importanti per le sceneggiature, che sono andati invece al dramma familiare The Love Of Siam, scritto dal regista, e co-sceneggiatore di Body, Chookiat Sakweerakul.
Tra gli altri registi dell’orrore figura il duo Piraphan Laoyont e Thospol Sirivivat, che hanno realizzato un horror dal titolo accattivante: Sick Nurses. I due avevano lavorato assieme a Suicide Me (2003), una commedia influenzata dai film sentimentali coreani, che ha fatto fiasco al botteghino, tanto da diventare il film thailandese che ha incassato meno degli ultimi dieci anni. Ma stavolta è andata meglio, il loro film presenta una buona combinazione di interazioni visuali e alcune caratterizzazioni divertenti. Sick Nurses racconta la storia di sette infermiere in uno strano ospedale. Ciascuna di loro ha una diversa, strana ossessione.
Nonostante il successo dell’horror e della commedia, il 2007 è stato un anno ricco anche per altri generi e temi. Uno dei film di cui si è parlato di più è il terzo lungometraggio di Chookiat Sakweerakul, dal titolo The Love Of Siam, una storia di formazione gay che parla di adolescenti. Quando è uscito, in ottobre, il film è piaciuto moltissimo al pubblico più giovane, e il successo è continuato con il director’s cut. Con distribuzione limitata in un cinema d’essai, è rimasto per più di tre mesi in cartellone, un risultato fenomenale per un film thailandese. E non è tutto. The Love Of Siam ha fatto piazza pulita di tutti i premi thailandesi per il miglior film, e della maggioranza dei riconoscimenti per la migliore regia o la migliore sceneggiatura. Chookiat ha battuto persino il regista di fama internazionale Pen-Ek Ratanaruang, che era in corsa con il suo sesto film, Ploy.
Ploy rappresenta per il regista Pen-Ek un ritorno alle origini, dopo le sue coproduzioni internazionali Last Life In The Universe e Invisible Waves. La storia cupa e introversa di una gelosa coppia sposata è diventato un film molto amato da vari critici internazionali, dopo la presentazione alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes. Tuttavia, Ploy era troppo complicato e cupo per essere apprezzato dal pubblico locale e, fino ad oggi, in Thailandia ha vinto pochi premi.
Muay Thai Chaiya, della Five Star Production, ha avuto un’accoglienza migliore alle cerimonie per i premi locali. Nonostante i deludenti risultati al botteghino, ha vinto diversi premi, specialmente quelli per i due interpreti principali e quello per il production design. Muay Thai Chaiya sfrutta la recente popolarità internazionale della boxe thailandese, ed è stato realizzato in stile Raging Bull (Toro scatenato) e Rocky. Rappresenta un promettente passaggio, per il regista Kongkiat Komesiri, dal suo precedente horror Art Of The Devil a una storia drammatica e sanguinosa, dal montaggio rapido, con al centro tre amici d’infanzia che tentano di mantenere il loro legame attraverso gli scontri delle vite da banditi.
Lo scorso anno ci sono stati diversi film a tematiche omosessuali. Bangkok Love Story prende a prestito l’idea da Brokeback Mountain, di Ang Lee, e ambienta la storia in mezzo a killer omosessuali. Sebbene questa sia stata giudicata l’opera migliore del regista commerciale Poj Arnon, la sua reputazione di regista di brutti film ha influenzato negativamente il pubblico. Me Myself, opera prima di Pongpat Wachirabunjong, sembra essere più apprezzato dai thailandesi. Considerato a lungo il miglior attore del Paese, negli ultimi anni Wachirabunjong ha realizzato delle serie televisive interessanti. La credibilità della storia è stata discussa animatamente dai gruppi gay. Me Myself, scritto da uno dei due migliori sceneggiatori della Thailandia, Kongdej Jaturunrassamee (l’altro è Chookiat), inizia con un incidente, in seguito al quale un uomo perde la memoria. La proprietaria dell’automobile si prende cura di lui. Tra loro inizia una relazione, poi lui scopre che, prima, era un travestito. È stata la migliore interpretazione in assoluto del divo thailandese Ananda Everingham, che ora è famoso in diversi paesi asiatici.
Nel 2007 si sono fatte avanti nell’industria nuove compagnie di produzione. Generalmente sono di due tipi: mentre le solite facce non fanno che rimpastare il consiglio degli azionisti e continuano a realizzare i soliti film di genere, alcune altre società indipendenti hanno scelto di seguire le avventure artistiche di Apichatpong Weerasethakuk. Al primo gruppo appartengono Nang Nuk Co Ltd (una joint venture tra AG Entertainment, Kantana Film, Box-Office Co Ltd, e Premium Digital), Alangkarn Studio, gestita da una squadra di operatori del mondo dello spettacolo, e Petchpanna Productions, diretta dal figlio di un ex re del film d’azione. Il secondo gruppo preferisce raccogliere fondi da organismi stranieri o dal Ministero della cultura thailandese, in modo da poter realizzare opere che manifestano il loro spirito indipendente. A questo secondo gruppo appartengono la Pop Pictures di Adiya Assarat (Wonderful Town) e la Extra Virgin di Pimpaka Tohveera (The Truth Be Told: The Cases Against Supinya Klangnarong).
L’industria cinematografica ha tentato attivamente di sradicare la pirateria e di modificare le leggi sulla censura nel 2007. Ma questa storia non ha un lieto fine. All’inizio dell’anno, i fan di Apichatpong Weerasethakul hanno preso d’assalto gli uffici dell’Ente della Censura per protestare contro la soppressione di quattro scene di Syndrome And A Century – inquadrature di monaci buddisti che suonano la chitarra e fanno volare un aereo telecomandato; un dottore che si fruga nei pantaloni durante un bacio, e un gruppo di medici che si scolano una bottiglia di whisky nel seminterrato di un ospedale. Non ci sarebbero state obiezioni se lo stesso ente non avesse permesso diverse scene con modi e linguaggi aggressivi in recenti film comici. Il fatto che Syndrome And A Century sia stata distribuita da una nuova, piccola società (l’editore locale della rivista di cinema Bioscope) significa che nessuno aveva legami di tipo personale con il comitato, e quindi nessuno aveva un qualche potere contrattuale.
All’episodio sono seguite varie proteste e campagne per la modifica della legge sulla censura. Anche alcuni noti registi, come Pen-Ek Rattanaruang, Apichatpong Weerasethakul e Wisit Sasanatieng, si sono uniti alla richiesta. Qualcosa è cambiato, ma on abbastanza. Alla fine, in marzo è stato approvato un progetto di legge, chiamato Legge sul Cinema, che fissa un sistema classificatorio - ma mantiene la libertà del governo di procedere con i tagli.
Sono stati fatti anche diversi appelli alle autorità di polizia perché vengano adottate misure più severe contro la pirateria. Molti film hanno perso denaro a causa dei dischi piratati, che sono in circolazione fin dalle prime proiezioni. Le gang criminali cambiano in fretta le loro tattiche. Per esempio, inducono gli adolescenti a introdurre furtivamente videocamere al cinema, mentre bambini più piccoli vendono video piratati per le strade. Malgrado le azioni intraprese, la pirateria è ancora molto diffusa. E sembra non ci sia modo di fermarla.
Alcune società commerciali indipendenti hanno guadagnato con i loro primi film, altre invece non hanno avuto fortuna. Allo stesso modo, mentre registi indipendenti come Aditya Assarat (Wonderful Town) sono stati invitati a vari festival, altri riescono a mostrare le loro opere solo in poche proiezioni locali. Malgrado la nuova legge sul cinema, Syndrome And A Century di Apichatpong ha dovuto subire altri due tagli. Non si può mai sapere quello che succederà nel mondo del cinema thailandese. Forse, allora, quello che si sono detti gli studios, “Stiamo a vedere”, non è una cattiva idea.
Anchalee Chaiworaporn