Il Mucchio Selvaggio: una panoramica dei film d'azione thailandesi

Gli inizi e gli anni Sessanta La storia del cinema thailandese inizia più di ottant’anni fa. Il primo film di produzione locale uscì in sala nel 1927. All’inizio si trattava per lo più di film melodrammatici in cui si trovava un po’ di tutto, e solo dieci/vent’anni più tardi si delinearono dei generi specifici. Uno dei primi film d’azione fu Supabburut Sua Thai(1949). Con il suo titolo emblematico ( Supabburutsignifica “gentiluomo” e Suasignifica “tigre” o “bandito”), il film introdusse un tema ricorrente nel film d’azione thailandese: un brav’uomo di campagna diventa un fuorilegge, lotta per la giustizia o si fa giustizia da solo. Un’altra pietra miliare del primo periodo è Leb Krut. Distribuito nel 1957, era tratto da un romanzo su un poliziotto sotto copertura che assume l’identità di un efferato criminale per infiltrarsi in un’organizzazione malavitosa che mira al controllo di Bangkok. Nel film c’erano richiami alla guerra fredda e all’anticomunismo, in particolar modo nella figura del malvivente dotato di super poteri, dalle misteriose origini manciuriane. Seguiva a ruota Jao Nak-leng, il primo di sei film di grande successo della serie Insee Daeng ( Red Eagle) . Nel cast del film, che fu distribuito nel 1959, figurava Mitr Chaibancha, la star più amata dai thailandesi, nei panni di un playboy gran bevitore, che la notte combatteva il crimine indossando una maschera rossa a forma di aquila. Negli anni Sessanta il genere action fu dominato da due tipi di film, uno influenzato dai western hollywoodiani, l’altro dai thriller di spionaggio e dai pulppolizieschi. Generalmente questi film sostenevano una politica di destra e le loro tematiche erano sempre le stesse: gli eroi, gente comune o spie di classe, rappresentavano modelli patriottici che sacrificavano la propria vita, stando nel campo della legge oppure no, per il popolo e la nazione. Gli anni Settanta Questo primo periodo si concluse drammaticamente con la prematura e tragica scomparsa della sua icona principale. Nonostante avesse interpretato ogni genere di ruolo in circa trecento film, Mitr Chaibancha era soprattutto un attore di film d’azione. Verso la fine del 1970, mentre girava l’acrobatica scena finale di Insee Thong (il suo ultimo film della serie Red Eagle), perse la presa mentre era aggrappato a un elicottero e precipitò nel vuoto per centinaia di metri. Quella morte improvvisa fu un duro colpo e portò a una svolta, spingendo i registi a cercare nuovi volti, provare cose nuove e a tentare di andare oltre i modelli preesistenti. Il miglior regista di film d’azione era Chalong Pakdivijit, più tardi conosciuto all’estero come P. Chalong o Philip Chalong, un veterano che iniziò come operatore nel 1950. Nel 1968 Chalong curò la fotografia del remake di Leb Krut e quello stesso anno debuttò alla regia con Jao Insee, uno dei film della serie Red Eagle con Mitr Chaibancha. Ottenne il successo nel 1973 con Gold(aka S.T.A.B.), un film d’azione violento, che narra la storia di un commando alla ricerca di un enorme deposito di oro rubato in Vietnam. Fu il primo film thailandese che ebbe ampia diffusione nei mercati internazionali. La ricetta era semplice: un film visualmente piacevole con un budget alto, molte scene di sesso e violenza e attori di Hollywood o di fama internazionale per attirare i compratori. Per Gold fu scelto Greg Morris, star della serie tv Mission Impossible, affiancato dagli attori thailandesi Sombat Methanee, Krung Srivilai e dalla bellezza vietnamita Tham Thuy Hang. Il film fu un fenomenale successo in patria e ottenne buoni risultati anche a livello internazionale, sebbene fosse considerato un film d’azione di serie B dalla maggior parte dei mercati al di fuori dell’Asia del Pacifico. Chalong continuò nella stessa direzione fino agli anni Novanta inoltrati, con film come HBomb (aka The Great Friday, 1975, con Chris Mitchum e Olivia Hussey), Gold Raiders (1983, con Robert Ginty), The Lost Idol(1990, con Eric Estrada) e In Gold We Trust (1992, con Jan-Michael Vincent). Il successo di Chalong non sortì alcun effetto sulla maggior parte dei film d’azione thailandesi degli anni Settanta. Per lo più si producevano ancora film a basso budget, rivolti al pubblico locale, in modo particolare alla popolazione, vasta e in continua crescita, delle zone di campagna. Apparentemente per i registi d’azione non c’era alcun bisogno di cercare nuovi orizzonti. Dopo la metà degli anni Sessanta, in Thailandia si affermarono molto più gli spaghetti western che i loro omologhi di Hollywood. Tuttavia la loro influenza sul cinema thailandese si manifestò in modo più evidente verso gli anni Settanta, quando molti film d’azione vennero ambientati in zone rurali. Si può dire che tutto iniziò da Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone. Ma furono film minori come Una pistola per Ringo (1965), Django(1966) e Lo chiamavano Trinità(1971), che con il loro approccio più semplice e più orientato alla commedia ebbero maggiore diffusione nelle zone di campagna grazie alle proiezioni itineranti all’aperto. I protagonisti italiani di questi film, come Giuliano Gemma (aka Montgomery Wood), Franco Nero e Terence Hill, diventarono famosi quanto Clint Eastwood. Anche un attore non protagonista come lo spagnolo Fernando Sancho divenne una star. Il fatto che avessero preso in prestito dagli spaghetti western degli espedienti per accontentare lo stesso pubblico non significava che i film d’azione thailandesi avessero perso di popolarità in Thailandia. Si trattava, piuttosto, del tentativo di trovare una fonte d’ispirazione più mirata. A posteriori, si può affermare che in realtà i film d’azione thailandesi avevano adottato e adattato lo stile dei western di Hollywood fin dal 1949 con Supabbur Sua Thai. Come per gli spaghetti western, sebbene per ragioni differenti, questi adattamenti venivano considerati di livello inferiore rispetto ai modelli americani. Per la maggior parte dei film thailandesi veniva usata pellicola invertibile in 16mm, che conferiva loro quell’aspetto unico di forte uno contrasto e colori estremamente saturi. Decenni più tardi, quell’effetto è stato ricreato in maniera eccellente nel film di Wisit Sasanatieng Tears Of The Black Tiger ( Le lacrime della tigre nera, 2000), apprezzato nei festival e celebre omaggio ai “western thailandesi” di un’epoca ormai lontana. I film d’arti marziali e wuxia di Hong Kong e Taiwan, come One-Armed Swordsman di Chang Cheh ( Mantieni l’odio per la tua vendetta, 1967), prodotto dagli Shaw Brothers, erano geograficamente più vicini alla Thailandia e avevano in comune con i film d’azione thailandesi gli stessi valori. Questi film si diffusero in Thailandia dalla fine degli anni Sessanta. A conferma dei loro stretti rapporti, Mitr Chaibancha, nel suo ultimo anno di vita, andò addirittura a Hong Kong per partecipare a tre film wuxia, anche se uno solo di questi venne finito e distribuito dopo la sua morte1. Le analogie con i film d’azione di Hong Kong non erano molte. Le trame erano simili, con eroi che lottavano per la giustizia o si vendicavano contro nemici invincibili; però i film western thailandesi avevano più affinità con gli spaghetti western piuttosto che con i film di arti marziali di Hong Kong. I combattimenti nei film thailandesi erano quantomeno mediocri, rispetto alle loro controparti hongkonghesi, ma alcuni registi lavorarono proprio in quella direzione. Tra questi il più importante fu l’attore, poi regista, Khom Arkdej (aka Kom Akadet), che riuscì a lasciare un segno nel genere dei film d’azione verso la metà degli anni Settanta. Raggiunse l’apice creativo alla fine degli anni Settanta, e nei primi anni Ottanta, a partire da un film del 1979 ispirato al kung fu: In The Name Of The Tiger ( Sua Phukao). È un film di azione pura il cui protagonista è un solitario, appartenente alla tribù Hmong, che con il solo aiuto di una ragazza abile nel lancio del coltello deve combattere contro un esercito di cacciatori Lahu dopo aver perso sua moglie in una guerra tra le tribù delle montagne. Fu uno dei primi film che fece capire che stunts elaborati e combattimenti dalle coreografie fantasiose erano due elementi essenziali per creare film d’azione sensazionali. Gli anni Ottanta e Novanta Escludendo le opere di Chalong Pakdivijit e Khom Arkdej, che continuarono come negli anni Settanta, il genere d’azione degli anni Ottanta presenta ben poco di memorabile. Unica eccezione: questi furono gli anni di formazione in ambito cinematografico di Panna Rittikrai, il futuro asso thailandese della coreografia di combattimenti. Nato nella provincia di Khon Kaen, nel nord-est della Thailandia, Panna Rittikrai crebbe guardando i film d’azione di Mitr Chaibancha. Poi fu attratto dalle star delle arti marziali di Hong Kong, Bruce Lee e Jackie Chan. Si laureò in educazione fisica e diventò un esperto di arti marziali autodidatta, con una speciale adorazione per Sua Phukao. Lasciò la sua città per andare a lavorare a Bangkok con Khom Arkdej e per tre anni fece il personal trainerdegli attori, prendendo anche parte ad alcuni degli stunt più pericolosi mai girati prima. Passati quegli anni tornò a Khon Kaen e creò il suo proprio stunt team. Era già deciso a creare un nuovo genere di film d’azione a basso costo che enfatizzassero il lavoro acrobatico. La decisione di Panna Rittikrai rifletteva una situazione che si delineò con chiarezza dopo la metà degli anni Ottanta. Dopo un ventennio prospero, la popolarità del cinema d’azione thailandese stava diminuendo. La produzione di film d’azione, che costituiva all’incirca un terzo dei quasi cento film thailandesi prodotti e distribuiti ogni anno, era deludente. Ormai il pubblico di Bangkok trascurava quel genere di film. Tranne qualche eccezione, quei film venivano distribuiti solo nei cinema di periferia e venivano ritirati velocemente per essere portati nelle zone di campagna. Il motivo principale di quel declino furono le tipiche routine da basso budget che prevalsero negli anni Settanta. Gli stunt erano così ripetitivi che più tardi quei film furono scherzosamente battezzati come il genere “bombarda le montagne, brucia le case”. Non mancavano di un loro fascino, ma nemmeno il migliore di questi film è conosciuto all’estero. Sono considerati film datati e putroppo sono disprezzati da un pubblico più sofisticato. Born To Fight ( Kerd Ma Lui) di Panna Rittikrai, uscito nel 1983, fu il primo di una cinquantina di film da lui prodotti, diretti e interpretati in più di dieci anni. Erano tutti B-movie rivolti ad un pubblico provinciale in calo. Alcuni erano prodotti da lui, altri da case di produzione, ma tutti comunque impiegavano il suo stunt team. All’epoca non si diede importanza al fatto che quei film fossero realizzati da una comunità di appassionati dei film d’azione, e vennero snobbati. Alcuni anni dopo però qualcuno li avrebbe rivisti in VCD e avrebbe notato il futuro divo e portento delle arti marziali Tony Jaa esibirsi nelle sue acrobazie - o anche entrare nei panni del “cattivo”. In seguito all’arrivo dei multisala, nel 1994, l’intera industria cinematografica thailandese rischiò seriamente di essere cancellata da Hollywood e dalla televisione. Nel 1997, il primo anno in cui la produzione di film thailandesi scese sotto la ventina, i B-moviesd’azione sparirono del tutto dalle sale. Il genere d’azione e l’industria cinematografica erano in pericolo. Gli anni Duemila Nel nuovo millennio ci fu una ripresa lenta, ma con segnali incoraggianti. I film di successo Dang Bireley’s And The Young Gangsters(1997) di Nonzee Nimibutr e Bang Rajan (2000) di Thanit Jitnukul, pur essendo film ben riusciti, non furono in grado di segnare un’inversione di tendenza per il genere. Nessuno dei due fu fonte di nuovi stimoli per questo tipo di film. A segnare la svolta, nel 2003, fu Ong Bak di Prachya Pinkaew, che riscosse molto più successo di quanto ci si aspettasse. Il film suscitò molte domande. Perché in nessun film si erano mai adoperate le arti marziali thailandesi in maniera così avvincente? Dove si era nascosto il cinema d’azione thai-landese per tutti quegli anni? Domande più che legittime se si considera che il Muay Thai (la boxe thailandese) è nato con la Thailandia stessa. La risposta migliore è un’altra domanda: quante autentiche star delle arti marziali sono venute fuori, da qualsiasi parte, dopo la grande stagione di Jackie Chan? Una star della sua portata era, ed è tutt’ora, difficile da trovare. Ci vuole tempo, e un pizzico di fortuna. Tony Jaa aveva 27 anni quando il successo mondiale di Ong Bak lo rese famoso. Prima di allora, aveva lavorato sodo per dodici anni, ponendo le basi del successo sotto la guida del suo mentore Panna Rittikrai. Quel che fece Rittikrai fu di tirare fuori il meglio dal suo allievo e plasmarlo sullo stampo dei suoi eroi, Bruce Lee e Jackie Chan. Jaa imparò a colpire più forte, saltare più in alto e stare in volo più a lungo. Prachya, un regista con un passato nei video musicali, capì che Jaa era speciale ma ancora non aveva un’impronta abbastanza personale e specifica per rivoluzionare il genere d’azione; così realizzò che servendosi dell’antica arte del Muay Thai poteva creare qualcosa di veramente innovativo. Nel passato il Muay Thai era già stato utilizzato in alcuni film. Vale la pena di rivedere alcuni dei primi film prodotti e diretti da Khom Arkdej verso la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, così come alcuni Bmoviesdi Panna Rittikrai, come esempi del suo utilizzo. Ma prima di Ong Bak, nessun film era riuscito a far vedere perché il Muay Thai fosse uno degli stili di combattimento più spettacolari. Secondo alcuni, è perchè la maggior parte dei film d’azione thailandesi erano rivolti ad un pubblico locale, considerato troppo familiare con il Muay Thai per entusiasmarsi nel vederlo. Bisogna considerare anche come veniva vista. Ong Bakera stato studiato per colpire gli occhi degli stranieri ma allo stesso tempo per ricordare ai thailandesi di “guardare a ciò che abbiamo”. Grazie all’eccezionale apporto di Jaa come interprete e di Panna Rittikrai come coreografo, il film riuscì in entrambi gli scopi. Dal 2003, l’anno di Ong Bak, l’industria cinematografica thailandese si è ripresa. I film prodotti ogni anno sono aumentati a circa quaranta-cinquanta; anche il genere d’azione ha ripreso vita e la produzione è in crescita. Il problema è che non sembra esservi posto per film di livello produttivo medio o basso. Ciascun film d’azione deve essere migliore di quello precedente e perciò i tempi di completamento si dilatano. Il team di Ong Bak, lavorando assieme e separatamente, ha portato a termine solo altri quattro film di arti marziali. Panna Rittikrai ha fatto il remake del suo Born To Fight nel 2004, presentando Dan Chupong Changproong come nuovo eroe delle arti marziali. Nel 2005 Prachya ha girato Tom-Yum-Goong( The Protector - La legge del Muay Thai) e nel 2008 Chocolate, proponendo Jeeja Yanin Wismitanant come la risposta femminile a Tony Jaa. Lo stesso anno Jaa ha esordito alla regia con Ong Bak 2. È chiaro che oggi il centro d’interesse del cinema d’azione thailandese sta nelle arti marziali, un territorio dove c’è ancora molto da scoprire. Basta questo a distinguerli dalla maggior parte delle opere prodotte negli anni Sessanta e Settanta. Resta da vedere quanto tempo ci vorrà prima che si riesca a superare il livello di Ong Bak. O meglio ancora, se saranno mai raggiunti livelli più alti. Per ora non possiamo far altro che dire che c’è poca varietà e che il genere sembra dipendere troppo da Tony Jaa. È un genio delle arti marziali abile ed eclettico ma come attore è minimalista: il massimo esponente dei semplici eroi d’azione “dritti allo scopo”. Questo non rappresenterà un problema fintanto che aderirà a ruoli di grandi eroi - cosa che potrebbe dover fare almeno per i prossimi cinque anni. Suthakorn Santithawat è un ex critico cinematografico e come regista ha diretto Kwan-Riam [2001]. Attualmente è membro della Thai Film Directors Association (associazione dei registi thailandesi), produce documentari e si occupa della sottotitolatura di film. NOTA 1. Hooded Swordsman(1971, Cheung Lok Ping) aka Flyer And Magic Sword, sulla falsariga di Romeo e Giulietta, la storia d’amore tra il figlio e la figlia di due famiglie in disputa per una miniera di sale. Nel cast sono presenti anche Ling Fan, Tin Yau e l’attore specializzato in ruoli di “cattivo” Sek Kin. Ci sono due versioni del film, una con Petchara Chauwarat nei panni della figlia e l’altra con Ling Fan nello stesso ruolo. Petchara e Mitr erano una coppia apprezzata al botteghino in Thailandia; insieme hanno girato circa 150 film incluso il classico Magical Love Of The Countryside ( Monrak luk thung) . Il coreografo delle scene d’arti marziali era Liu Jialiang (aka Lau Kar-leung) che lavorò anche per il film Duel Of Fists(Chang Cheh, 1971), in cui David Chiang va in Thailandia alla ricerca del suo fratellastro Ti Lung, un lottatore di boxe thailandese. Alla fine degli anni Settanta Liu Jialiang divenne uno dei migliori registi di film di arti marziali di Hong Kong.
Suthakorn Antithawat