Non uno, ma due sono i grandi contributi di Panna
Rittikrai all’industria cinematografica thailandese. A metà
degli anni Ottanta, e negli anni Novanta, era conosciuto
come il re indipendente dei film d’azione, e produceva
decine di film d’azione realistica di serie B. Nel nuovo
millennio ha inaugurato un nuovo capitolo, nella storia
del cinema thailandese e nel mercato internazionale,
come coreografo delle scene d’azione per i riuscitissimi
e fenomenali Ong Bake Tom-Yum-Goong( The Protector
- La legge del Muay Thai). Ecco l’uomo dietro a Ong Bak
e Tony Jaa.
Com’è iniziata la sua carriera di coreografo di film
d’azione?
Non avevo una preparazione specifica, ho appreso le
arti marziali guardando i film di Bruce Lee e di Jackie
Chan. Tutto è iniziato con un film di Bruce Lee, mi
piaceva così tanto che cercavo di imitarne i calci e i
pugni. Finita la scuola correvo a casa a fare pratica.
Non c’erano ancora le videocassette, così andavo al
cinema - quasi 200 volte per alcuni film. Quando avevo
raggiunto la padronanza di una mossa, tornavo a vederne
un’altra. A volte esaminavo gli annunci economici
dei giornali cercando libri usati sulle arti marziali, dalle
librerie della Chinatown di Bangkok. Partivo da Khon
Kaen, nel nordest della Thailandia, e arrivavo a
Bangkok solo per comprare questi libri, o per vedere
un nuovo film con Jackie Chan.
Per sette anni ho continuato a impratichirmi in questo
modo. Poi ho studiato ginnastica, taekwondo, Muay Thai,
judo e krabi-krabong(combattimento thailandese con le
spade) per migliorare le mie capacità. Ho mescolato tra
loro queste arti marziali; in quell’epoca le ragazze hanno
iniziato ad accorgersi di me, i ragazzini hanno iniziato ad
allenarsi con me. Sono riuscito a formare la mia squadra
di stuntmen e la mia autostima è aumentata. La maggior
parte di loro erano ancora studenti che si allenavano nel
tempo libero.
Ho deciso di trasferirmi a Bangkok per lavorare nell’industria
del cinema, con il celebre regista di film
d’azione Khom Akadej (aka Kom Akadet). Khom stava
lavorando con star del cinema hongkonghese come
David Chiang (in Phet Tad Yok, letteralmente
“Diamante che sferza la giada”, 1982) e girava film
d’azione come Mountain Tigers(1979) e Payak Yeekay
(1983, letteralmente “La tigre della canzone e del
teatro danzato thailandese”). Fu allora che iniziammo
ad allenarci seriamente e adeguatamente per fare gli
stunt - molto più dei calci e pugni classici. Sentivo di
essere sulla buona strada.
Lei è stato il primo a usare gli stuntmen nei film thailandesi?
Si potevano chiamare attori d’azione, o stuntmen, ma
non c’era un sistema stabilito. Nei film più vecchi c’erano
al massimo combattimenti di spade, e gli attori erano così audaci da farli da soli! Questi attori hanno combattuto
persino con Bruce Lee, quando lui era a Bangkok o
nella provincia di Saraburi per uno dei suoi film.
All’inizio ero nel dipartimento addetto agli stunt. Prima
di lavorare con Khom non avevo mai visto un set cinematografico
o una dolly per le carrellate. Mi sono dato
da fare in tutti i settori: regia, ripresa, sceneggiatura,
montaggio, pulizia - tutto.
Come ha iniziato a realizzare i suoi film?
Nel 1983, dopo aver lavorato con Khom per tre anni,
ho cercato finanziamenti per il mio cinema. Era difficile
perché ero un regista nuovo. Per il mio primo film, Born
To Fight(1979, rifatto nel 2004), ho fatto praticamente
tutto: ho inventato la storia e pensato a come combinarla
con l’azione; ho recitato, diretto, montato e coreografato
le scene d’azione. Ho trovato la protagonista
nel luogo dove stavamo girando on location e lei ha
recitato gratis, così ho potuto utilizzare il budget per
altra pellicola e altri set.
A Bangkok le sale del circuito Apex proiettavano il film
per soli quattro o cinque giorni, e la reazione fu negativa.
Programmavano il film solo perché non si erano mai
viste prima, nel cinema thailandese, sequenze d’azione
mozzafiato come quelle. Quando però ho mostrato il film
in provincia, la reazione del pubblico è stata fenomenale!
Cinema e arene all’aperto erano tutti esauriti, il film fu
visto dappertutto e fece guadagnare parecchio i distributori
regionali, che in seguito finanziarono i miei film. Da
quel punto in poi, tutti i miei film uscirono a Bangkok e
nelle province.
Per quanto tempo è andato avanti?
Circa dieci anni. Recitavo in tanti film per avere il
denaro necessario a realizzare i miei, perché non potevo
fare quel che volevo nei film di altri. Ho lavorato in
molti film, circa tre al mese, e interpretavo sempre lo
stesso tipo di personaggio, così la gente ha iniziato a
stancarsi di me!
Ho fatto alcuni film miei, come Kong Tub Tuen e Puen
Kliew, che hanno avuto un successo moderato, ma gli
incassi non erano sufficienti a controbilanciare l’investimento.
Filmetti per adolescenti, horror e film d’azione di serie
B erano in voga da metà anni Ottanta fin al 1997, con
più di un centinaio di titoli l’anno. Quando questi film
hanno iniziato a passare di moda, Panna iniziò a fare il
coreografo dei combattimenti nei telefilm e per la casa
cinematografica Five Star Production. Il suo protetto,
Tony Jaa, lavorava come stuntman. Poi, all’inizio degli
anni 2000, il regista Prachya Pinkaew lo chiamò.
Nei momenti difficili, ha mai pensato di mollare tutto?
No. Cercavo solo di vivere alla giornata.
Quando fu contattato da Prachya, pensò che fosse per
un progetto importante?
Sì, perché lui lavorava per una casa di produzione
importante, la Grammy Entertainment. Quando entrai
nell’edificio ero molto eccitato e intimidito. All’incontro,
ho detto che conoscevo un ragazzo molto bravo nelle
arti marziali, e lui mi chiese, “Bravo come te?”, al che
risposi che appartenevamo a generazioni diverse
[Panna ha 15 anni più di Jaa]. Prachya mi domandò se
Tony Jaa era bravo come Jackie Chan, ed io annuii.
Ovviamente non mi credeva e pensava che stessi
esagerando. Ero scoraggiato. Ma lui disse qualcosa
che mi rassicurò: “Chi lo sa, potrebbe essere un caso
su un milione”.
Ci vollero due anni a Panna per affermarsi. Per realizzare
l’idea principale di Prachya, ovvero far adottare a
Tony uno stile da Thai action , Panna allenò Tony per un
anno nelle arti del Muay Thai. Poi realizzò un filmato
dimostrativo e lo mostrò a Prachya.
Perché un filmato? Non poteva semplicemente esibirsi
davanti a lui?
Se ci fossimo esibiti davanti a lui e basta, non avrebbe
visto il film, la storia. Volevo che vedesse la versione filmata.
La chiamammo Khon Sara Pit (letteralmente “Un
uomo dai molti veleni”). Tony Jaa interpretava un uomo
competente in tutte le arti marziali. Prachya lo guardò
nel laboratorio e rimase impassibile. Più tardi mi chiamò:
“Panna, non mostrarlo a nessuno. Per le spese di postproduzione,
me ne occuperò io”.
In che modo la coreografia di Ong Bak è diversa da
quelle dei film precedenti?
Era molto diversa. Non era Jackie Chan e nemmeno Jet
Li. Era il Muay Thai, e gliel’avevo insegnato io. Ma naturalmente
non lo conoscevo come i veri maestri di Muay
Thai. Era una nuova tipologia di arti marziali, che funzionava
bene con il talento eccezionale di Tony Jaa. Se la
mossa richiedeva che lui volasse per aria, Tony Jaa volava
più in alto, più lontano. Abbiamo aggiunto movimento
e inserito l’“azione reale”. Il risultato è la cruda potenza
tanto amata dal pubblico in Thailandia e all’estero.
Quando Tony Jaa era in ginocchio, era in ginocchio
davvero. Tony Jaa eseguiva personalmente tutti i propri
stunt, ed erano tutti autentici.
Come mai Tony Jaa aveva così tanto talento?
La prima volta che ha studiato con me non aveva
nessuna base di arti marziali, imitava Jackie Chan e
Bruce Lee. Dopo il liceo, gli dissi di proseguire l’educazione
fisica all’università. Poi, ha imparato l’arte del
film (tecnica cinematografica, lavoro acrobatico), e ha
sviluppato il suo personalissimo talento che completava
la mia coreografia.
In cosa consisteva il talento speciale di Tony Jaa? Riusciva a saltare più in alto e a restare in aria più
tempo di altri. Aveva una determinazione immensa,
sarebbe morto per i film. Non voleva farlo solo per la
fama, ma per provare che poteva farlo. Era un genio
delle arti marziali, riusciva a imparare qualsiasi disciplina.
Se Jackie Chan riusciva a eseguire due giri, Tony
Jaa si allenava finché non era in grado di farne tre. Se
non ci riusciva oggi, si sarebbe allenato domani e il
giorno seguente, finché non ci riusciva.
Cosa può dirci degli attori, come Dan Chupong e Jeeja
Yanin?
Dan può fare tutto quello che vuole, ma non ha carisma.
Bisogna fargli fare qualcosa di completamente
diverso, ci stiamo lavorando. Per quanto riguarda Jeeja,
potrebbe essere brava come Tony Jaa. Attualmente è
forse al 40% delle possibilità di quest’ultimo. Ma è carina
e la posizione di star femminile numero uno del cinema
d’azione è ancora vacante! Quanto ai ragazzi, è
andata più o meno così.
Qual è il segreto del successo della sua coreografia
d’azione?
Guardare molti film di Jackie Chan e di Bruce Lee, realizzare
quasi un centinaio di film d’azione. Penso che il
mio sia un punto di vista unico. Per esempio, tutti abbiamo
visto qualcuno saltare su una macchina parcheggiata,
o una gamba tesa, o una scivolata, ma era esilarante
vedere una scivolata con una gamba tesa sotto una
macchina parcheggiata.
In Ong Bak ho curato personalmente la coreografia
di tutte le scene d’azione. Tony Jaa al suo paese era un
campione di salto in alto e di salto in lungo, quindi se
la cavava bene, poteva fare naturalmente i salti di Ong
Bak ma ho chiesto alla troupe di sistemare i rami d’albero
in modo che potesse sentirsi più sicuro nelle
acrobazie. E se riusciva a balzare sugli altri attori
senza bisogno di cavi, cosa sarebbe successo? E se ci
fossero state dieci persone invece di una? Lo abbiamo
fatto, e tutti erano sorpresi.
Quando decide la coreografia di un combattimento,
pensa al pubblico?
Sempre. E prendo me stesso come metro di
paragone. L’azione non deve essere stata utilizzata in
precedenza sul grande schermo. Posso cercare ispirazione
in Jackie Chan o in Jet Li, ma il mio lavoro sarà
diverso. So che loro usano i cavi, io non lo farò. E funziona,
perché quando Tony Jaa è andato a esibirsi negli
Stati Uniti e in Giappone, non abbiamo mai portato cavi
con noi. Tutti ci credono ora quando diciamo che è
tutto vero.
I film d’azione di Hong Kong la influenzano oggi?
Non proprio. Jackie Chan ha riutilizzato in modo
nuovo i suoi vecchi stunt. Per esempio, nel film hollywoodiano
Rush Hour ( Rush Hour - Due mine vaganti),
le scene di combattimento erano le sue solite, ma le
attrezzature erano migliori, e i nemici erano diversi
(occidentali invece che asiatici). Il pubblico ha buona
memoria, così devo sempre migliorarmi e inventare
qualcosa di nuovo.
Questo significa che ora deve guardarsi più film
d’azione?
Tutti i giorni. Ma tendo a vedermi i vecchi film di Jackie
Chan più che i filmoni hollywoodiani, perché questi ultimi
sono infarciti di effetti speciali fatti al computer.
Qual è la nuova tendenza nei film d’azione thailandesi?
Non ci sono tanti film. Abbiamo una diva del film
d’azione come Jeeja Yanin in Chocolatee divi bambini in
Somtume Power Kids. Abbiamo coinvolto gruppi diversi
(donne, bambini), ma non è stato inventato molto di
nuovo in termini di azione. Non abbiamo mai avuto nulla
di radicalmente nuovo come Ong Bak.
Il passo successivo sarebbe quello di migliorare le
sequenze d’azione perché siano più varie e innovative.
Bisogna lavorare sul concetto di “allontanarsi dal sé”
Anchalee Chaiworaporn