Il 2013 è stato un anno particolarmente interessante per il cinema cinese in Cina, già dopo sei mesi gli incassi di film cinesi hanno dimostrato una schiacciante supremazia sui film d’importazione, prevalentemente hollywoodiani.
Che i film cinesi registrino continui successi al botteghino è una realtà e sicuramente questo è lo stimolo più efficiente per l’industria e per il mercato del cinema che sta crescendo a ritmi frenetici e che, nonostante le tante restrizioni ancora presenti, lascia sognare registi, produttori, distributori e l’intero star system.
Tra i primi 50 film che hanno fatto registrare sensazionali incassi nel 2013, ben 25 sono di produzione cinese.
Journey to the West: Conquering the Demons di Stephen Chow si è confermato il campione assoluto con US$206.28 milioni d’incassi, una co-produzione Cina/Hong Kong distribuito da Huayi Brothers Media. So Young, opera prima dell’attrice, adesso regista, Vicky Zhao Wei, distribuito da Beijing Enlight Pictures, si è piazzato in pole position con US$ 118.78 milioni mentre l’esperimento franchise, Young Detective Dee: Rise of the Sea Dragon di Tsui Hark, della Film Workshop di Hong Kong, co-prodotto e distribuito dal colosso Huayi Brothers Media, ha totalizzato US$99.17 milioni. Personal Tailor con US$ 95.57 milioni, prodotto e distribuito da Huayi Brothers Media, ha segnato il grande ritorno alla commedia del più amato regista dal pubblico cinese, Feng Xiaogang. A seguire le co-produzioni, American Dreams in China del regista di Hong Kong Peter Ho-sun Chan prodotto dalla sua We Pictures e distribuito da Beijing Enlight Pictures, ha incassato US$89.03 milioni; Finding Mr. Right di Xue Xiaolu (in competizione al Far East Film 15), un’altra co-produzione Cina/Hong Kong, distribuito da Edko Films, ha raggiunto US$85.91 milioni; e Tiny Times 1, exploit nella regia di Guo Jingming, giovanissimo scrittore di best seller in patria, una co-produzione Cina/Taiwan, co-prodotto da Desen International Media e Star Ritz Productions, e distribuito da Le Vision Pictures, con US$ 80.45 milioni ha superato gli incassi di Gravity di Alfonso Cuarón.
Questi i 7 film cinesi entrati nella top ten dei titoli più di successo in Cina l’anno scorso, segno che le produzioni locali stanno migliorando strumenti di promozione e marketing più efficienti, capaci di competere almeno sul territorio con un cinema hollywoodiano più sorprendente in fatto di storie e di effetti speciali. Se si estende la lista ai primi 20 titoli campioni d’incassi, solo 8 sono produzioni locali, di cui 4 co-produzioni con Hong Kong e una con Taiwan, e 12 invece quelle hollywoodiane, Iron Man 3, Pacific Rim, Gravity, Fast & Furious 6, L’uomo d’acciaio, I Croods, Skyfall, Into Darkness – Star Trek, Jurassic Park, Thor – The Dark World, G.I. Joe – La vendetta, Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato rimangono titoli forti preceduti da una fama e da una popolarità già confermata. I risultati al botteghino rivelano la presenza importante di società di produzione e di distribuzione cinesi che si fanno sempre più potenti e più ramificate in vari settori del business e della comunicazione. Huayi Brothers Media, Beijing Enlight Pictures, le uniche due società cinematografiche a essere quotate in Borsa nel circuito nazionale cinese, e ancora Le Vision Pictures, Bona Films Group e Wanda Media insieme alla storica China Film Group, sono ormai dei titani dell’industria cinese.
I numeri contano nel secondo mercato più grande dopo gli Stati Uniti d’America. Nel 2013, sono stati prodotti in Cina 638 film, in ribasso rispetto all’anno precedente che ne aveva sfornati 745. Il numero dei film che hanno avuto accesso alle sale in Cina è di 305 che però include anche i film apparsi nelle sale solo per un giorno, e ironicamente chiamati “i film da One-Day-Tour”. Gli incassi totali al botteghino nel 2013 sono superiori a US$3.5 miliardi con un incremento del 25.92% rispetto al 2012, di cui US$2 miliardi sono gli incassi dei film cinesi. L’aumento degli incassi al botteghino è dettato anche dall’aumento annuale degli schermi cinematografici nelle città di secondo, terzo e quarto livello di grandezza, si calcola che ci siano da 10 a 12 schermi in più al giorno, per un totale di 18.195 schermi su tutto il territorio, ovvero 5.077 schermi in più rispetto al 2012. Da notare che sono stati 45 i film di produzione locale ad essere stati esportati all’estero con incassi ulteriori di circa US$230 milioni.
Nessuno dei film del 2013 però ha superato i risultati ottenuti dall’uscita del film Lost in Thailand di Xu Zheng, campione d’incassi del 2012 con 1 miliardo 247 milioni e 300 mila Yuan, prodotto con un budget di 30 milioni di Yuan, che ha attirato nelle sale 38 milioni di persone. È anche il più alto incasso della storia del cinema cinese, secondo solo ad Avatar di James Cameron.
Come regolare l’industria in un’escalation di più cinema, più schermi, quindi più pubblico per meglio gestire l’enorme crescita del mercato è stato il leitmotiv del 2013.
E questo perché i successi al botteghino di film di produzione locale rivelano numeri straordinari, ma le strategie di tale successo rimangono ambigue.
Tra queste, le politiche protezioniste governative si confermano e si rafforzano, dal black-out in periodi dell’anno particolarmente favorevoli, come le feste nazionali, quando i film stranieri non hanno accesso alla distribuzione nelle sale, agli incentivi economici offerti alle catene di cinema (il rimborso della tassa del 5%), al raggiungimento di un certo incasso da parte di film di produzione locale, che ha convinto così molti più cinema a dare spazio e visibilità ai film cinesi. Il numero dei film di importazione su base di share revenue rimane ancora fisso a 34, mentre sono aumentati i film di importazione su base flat fee ma il cui numero sembra variare da un anno all’altro. La logica della selezione di film importati da distribuire in Cina rimane la stessa: la commercializzazione. Il giocoforza è inevitabile, la battaglia si combatte su due fronti: da un lato la visibilità da raggiungere su più schermi e dall’altro la promozione e la comunicazione con un pubblico imprevedibile, ma sempre più segmentato.
Il successo nazionale di film cinesi da un lato rafforza l’industria dando segnali forti dei generi che definiscono oggi il cinema popolare, dall’altro fa molto discutere la prevalenza di elementi commerciali sui contenuti. Se il cinema è sempre stato lo specchio della cultura e della società, la scarsità di contenuti in molti film adesso suscita critiche, rivelando la prospettiva dalla quale il cinema è semplicemente un altro canale commerciale, una nuova vetrina per vendere prodotti. E purtroppo, questo avviene con il benestare delle star del cinema nazionale, che si prestano ad associare il proprio nome sempre più spesso a film dal successo commerciale garantito, piuttosto che a film dai contenuti più impegnati, ma dai rischi maggiori. Se Lost in Thailand rimane a oggi il film più gradito dal pubblico in patria è anche vero che il suo pubblico di 38 milioni di persone è minimo rispetto al potenziale presente in Cina, così come la classifica al botteghino cinese è una lista di soli film commerciali. L’offerta è limitata e omologata a un certo tipo di film che può attirare potenzialmente il pubblico di tutte le età in mancanza ancora di un sistema di classificazione, ma il pubblico di fatto è quello nella fascia di età dai 13 ai 25 anni. I contenuti dei film quindi si rivolgono sempre più o quasi esclusivamente a questo pubblico di giovanissimi che comunicano preferenze, commenti, stroncature attraverso Internet e gli incassi al botteghino possono dipendere enormemente da questo tipo di partecipazione.
Diversi sono i titoli che sono entrati nel dibattito iniziato sulla stampa e sui media con l’uscita di Lost in Thailand nel 2012, criticato per l’inconsistenza della sua storia, rilevando il fenomeno “观众口碑不佳, 但票房成绩好” ovvero “bassa reputazione tra il pubblico, ma alti incassi al botteghino”. Tra i più discussi l’anno scorso American Dreams in China, So Young, Badge of Fury, Switch, e nell’estate l’uscita di Tiny Times 1. Il 2013 sarà proprio ricordato per il fenomeno “Tiny Times 1 e 2”, sensazionale exploit nella regia di Guo Jingming, giovanissimo scrittore di best seller in patria, un idolo pop tra i giovanissimi, business man e proprietario di una casa editrice. Il film in due parti ha incassato in totale 800 milioni di yuan circa, pari a US$130 milioni. Il film segue il successo delle pubblicazioni seriali della novella originale dallo stesso titolo scritte e pubblicate dal 2008, indirizzate a lettori della generazione nata dopo il 1985, quindi puntando al pubblico di giovanissimi ventenni. Il dibattito durato per settimane si è per lo più consumato sui social network in una serie di botte e risposte tra critici, regista e fan accanitissimi. La sorpresa maggiore è stata la stangata firmata dal Ren Min Ri Bao (“Il Quotidiano del Popolo”), organo di stampa del Partito Comunista, che ha pubblicato articoli critici invitando il pubblico a diffidare dei contenuti superficiali e consumistici proiettati dal film.
Mancava questa “ciliegina” per far esplodere il botteghino e far correre tutto il resto del pubblico nelle sale.
TV e Internet sono sempre più presenti nel cinema.
Le Vision Pictures, la casa di produzione cinematografica del portale video online LeTV, che ha distribuito Tiny Times 1-2, si definisce una società di marketing più che di distribuzione. La sua forza sta nel saper analizzare il mercato sul numero di informazioni generati dai social network come weibo, renren. I nuovi media sono diventati il campo di battaglia per la promozione dei film tanto che le parole chiave della Le Vision Pictures si riassumono in SoLoMo (Social, Local, Mobile). Enlight Media che ha distribuito Lost in Thailand, So Young, American Dreams in China, la serie The Four 1-2, è stata fondata nel 1998 come compagnia di produzione di programmi televisivi, raggiungendo così un esteso e capillare network di distribuzione, un fattore decisivo del suo successo da quando nel 2006 ha esteso i suoi interessi alla produzione e distribuzione di film per il cinema. Tencent, il gigante internet proprietario tra l’altro dell’applicazione WeChat che gode un vantaggio preminente dalla sua vasta piattaforma internet, ha fondato Gravity Corporation, una società finanziaria che investirà e opererà in media tradizionali, internet, intrattenimento, sport, e attraverso la sua Gravity Pictures anche in produzione e distribuzione cinematografica.
E ancora Sohu TV (tv.sohu.com) con il suo canale dedicato all’intrattenimento si è classificato tra marzo e aprile al primo posto con un’utenza mensile superiore a 75 milioni di visitatori. Sohu TV in collaborazione con China Film Group aveva lanciato nel 2011 The Seven Film Project con l’idea di coinvolgere 7 attori cinesi: Liu Ye, Wu Xiubo, Huang Bo, Huang Lei, Li Huangjie, Wang Xuebing, Zhang Mo nella realizzazione di film chiamati new media film. iQiyi, la piattaforma video online del motore di ricerca Baidu, ha ufficialmente lanciato il primo modello di revenue sharing per la distribuzione dei film nei cinema online, dando occasione ai film che non sono usciti nelle sale di incassare da un botteghino alternativo.
Il 2013 si è rivelato un anno di promesse e di speranze per l’industria del cinema, a cominciare dalle compagnie di produzione, nella costante ricerca di reinventarsi e di rinvestire in un’industria che nell’espandersi richiede alleati: China Film Co. Ltd. ha siglato un accordo di tre anni con la compagnia hollywoodiana Legendary Pictures allo scopo di produrre una serie di film di co-produzione sino-americana per un pubblico internazionale; nuovi progetti sono in cantiere per la neonata partnership tra Irresistible Films, società co-fondata dal potente produttore di Hong Kong, Bill Kong – tra i suoi film anche La tigre e il dragone (2000) e Lussuria – Seduzione e tradimento (2007) – e Village Roadshow Entertainment Group Asia, che ha goduto del recente successo al botteghino di Journey to the West: Conquering the Demons di Stephen Chow; e ancora Le Vision Pictures ha annunciato la collaborazione con il regista Zhang Yimou, nominato direttore artistico della società, per sviluppare progetti finanziati da Le Vision Pictures-Zhang Yimou Production Fund. Il colosso Wanda Group, proprietà del tycoon del mercato immobiliare, Wang Jianlin, continua a far parlare di sé. Dopo l’acquisizione della catena di cinema americana AMC e gli accordi favolosi con IMAX, ha annunciato un progetto da US$8.2 miliardi nella città di Qingdao per la nascita dell’Oriental Movie Metropolis, un nuovo complesso di Studios, parchi industriali per produzioni di cinema e TV, un centro per mostre e fiere, un gruppo alberghiero, teatri e cinema. Un annuncio che ha guadagnato le prime pagine dei giornali grazie a una mega conferenza stampa alla presenza di ospiti d’eccezione: Leonardo Di Caprio, Kate Beckinsale, Nicole Kidman, Ewan McGregor, John Travolta, Catherine Zeta-Jones, Jet Li, Huang Xiaoming, Tony Leung, Donnie Yen, Zhang Ziyi, Vicky Zhao Wei, e di tutti i maggiori rappresentanti degli studios hollywoodiani (Lionsgate, Paramount, Sony Pictures, Universal, Warner Bros, The Weinstein Co.). La società di produzione e distribuzione Tai He Pictures e la francese Wild Bunch, Taihe Wild Bunch, punteranno invece all’acquisizione di diritti di distribuzione Internazionale di film cinesi ed esploreranno le potenzialità di remake di film Wild Bunch in Cina.
Le co-produzioni Cina/Hollywood e Cina con resto-delmondo sono state annunciate a gran voce in occasione di eventi nazionali e internazionali richiamando l’attenzione di case di produzione da ogni parte del mondo.
Che il cinema cinese ambisca a diventare internazionale e a uscire dai confini nazionali è un obiettivo particolarmente accarezzato, ma molti ritengono che le coproduzioni non siano la soluzione ideale. Lascia molti ancora scettici perché il mercato cinese, per quanto grande, è limitato alla distribuzione di film commerciali, il cui successo al botteghino è anche dovuto a politiche protezioniste. Il successo al botteghino di film cinesi alla stregua dei blockbusters americani riflette ancora un’immagine sfocata e parziale, non riesce a dare un senso reale e completo del mercato perché molti film rimangono ancora frenati da restrizioni che tendono all’omologazione anziché alla diversità. I film co-prodotti in questo sistema, rischiano così come i film cinesi, di essere poco attraenti fuori dalla Cina.
La promozione e la pubblicità così come la visibilità e la comunicazione di molti film rimane poco studiata e talvolta opzionale. Il pubblico è percepito come un’unica entità, un pubblico di massa. Il mercato in Cina è in crescita, i meccanismi e le dinamiche continuano a cambiare, ma rimane un concetto astratto.
Tra i film che vogliamo ricordare indipendentemente dalla popolarità degli incassi, No Man’s Land del talentuoso regista Ning Hao, arrivato al successo con Crazy Stone nel 2006, è uscito nelle sale nel dicembre dell’anno scorso, dopo 3 anni di braccio di ferro con la censura.
Il film di genere che ha totalizzato in Cina incassi per US$42.39 milioni è stato uno dei tre film cinesi in concorso alla Berlinale 64 aprendo le porte della competizione di uno dei principali festival europei ad un film cinese mainstream. Black Coal, Thin Ice di Diao Yinan, vincitore dell’Orso d’Oro come miglior film, è appena uscito nelle sale anche in Cina mentre si attende ancora l’uscita di altri due film Blind Massage del regista Lou Ye, vincitore dell’Orso d’Argento per l’eccezionale contributo artistico della fotografia, e Il tocco del peccato di Jia Zhangke, vincitore per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes l’anno scorso e la cui uscita è stata più volte rimandata.
Si parla già dei film che usciranno, i più attesi saranno quelli di: Jiang Wen, Gone with the Bullets, il secondo della sua “Bullets Trilogy” dopo il clamoroso successo Let the Bullets Fly (2010); Hou Hsiao Hsien, The Lady from Tang che vedrà il regista impegnato per la prima volta nel genere arti marziali; John Woo, The Crossing, dal budget mega galattico e dal cast stellare, un film d’azione a carattere drammatico che avrà come sfondo la Storia tra guerre e disastri; Zhang Yimou, Return, basato sulla novella, The Criminal Lu Yanshi, di Yan Gelin; Chen Kaige, Taoist Mountain, un film di arti marziali basato su un adattamento della novella di Xu Haofeng, sceneggiatore di The Grandmaster di Wong Kar-wai e regista di The Sword Identity e di The Judge Archer.
In attesa di osservare gli sviluppi del cinema cinese, in questo nuovo anno ricco già di novità, l’ultimo saluto va a due registi, Wu Tianming (1939-2014) e Lu Xuechang (1964-2014) che hanno segnato e trasformato il cinema cinese, ognuno rappresentando la propria Generazione, entrambi lasciandoci una forte e personale visione di cinema.
Li ricordiamo attraverso le loro filmografie perché l’imprevedibile futuro del cinema cinese che si prospetta oggi s’ispiri al cinema che ha saputo fare Storia.
Maria Ruggieri