Cinema rispettoso: il restauro dei classici di Bruce Lee. Intervista con Davide Pozzi

Mentre in tutta l’Asia continua a svilupparsi l’attività di restauro cinematografico, tra gli ultimi film che sono stati oggetto di un restauro in alta risoluzione in 4K c’è una serie di quattro classici delle arti marziali con Bruce Lee. Il Far East Film Festival di Udine è orgoglioso di presentare l’anteprima europea di questi nuovissimi restauri: Il furore della Cina colpisce ancora (The Big Boss, 1971), Dalla Cina con furore (Fist of Fury, 1972), L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente (The Way of the Dragon, 1972) e L’ultimo combattimento di Chen (The Game of Death, 1978). Con Davide Pozzi, direttore del laboratorio bolognese di restauro cinematografico L’Immagine Ritrovata, abbiamo parlato del progetto e del lavoro del laboratorio. 
 
Come è nato il progetto di restauro dei film di Bruce Lee? 
 
Il mio primo incontro con la Fortune Star [cliente e titolare dei diritti] è avvenuto nel 2013. Li ho invitati a venire in Italia per visitare le nostre strutture e vedere come lavoriamo perché, come ho detto loro, facciamo una sola cosa: il restauro cinematografico. È la nostra specialità. Di solito un laboratorio come il nostro si occupa di post-produzione, di spot pubblicitari e anche di restauro cinematografico. Allora, li ho invitati da noi e il team di Fortune Star è venuto a vedere la nostra struttura nel mese di ottobre del 2013. 
A quell’epoca, ovviamente, la sede di Hong Kong era solo un’idea. È diventata una realtà soltanto più tardi, nel giugno del 2015, quando abbiamo aperto ufficialmente L’Immagine Ritrovata Asia. Nel 2014 ci consegnarono il primo film da restaurare in 4K, L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente. Penso che fosse il titolo perfetto per noi, perché il film è stato girato a Roma. Successivamente, nel 2015, ci hanno confermato gli altri tre titoli: L’ultimo combattimento di Chen, Il furore della Cina colpisce ancora e Dalla Cina con furore.
 Abbiamo fatto la prima parte del lavoro a Hong Kong. Abbiamo riparato e lavato la pellicola, poi eseguita la scansione sotto-liquido con risoluzione a 4K. Lì abbiamo anche scansionato la colonna sonora ottica, poi abbiamo inviato in Italia i file digitali da restaurare. Il restauro è stato realizzato utilizzando la risoluzione a 4K. 
 
Può spiegarci in cosa consiste il metodo che avete utilizzato?
 
Fino alla scansione, il workflow è sempre lo stesso: la pellicola viene prima riparata e poi lavata. Il lavoro di restauro in 4K vero e proprio inizia con la scansione del film con una risoluzione a 4K. Per i titoli della Fortune Star abbiamo effettuato una scansione sotto-liquido, che minimizza i graffi superficiali sulla pellicola. 
 
Per ottenere una migliore qualità e stabilità dell’immagine, soprattutto intorno alle giunte, abbiamo scansionato alla velocità di un fotogramma al secondo. Terminata la scansione, il film è digitalizzato e si inizia il restauro digitale, che richiede centinaia di ore. Per i titoli di Bruce Lee, la media è stata di 1400 ore solo per questa fase.
Dopo il restauro digitale, si passa alla color correction. Nei quattro film di Bruce Lee restaurati, la correzione colore ha rispettato l’aspetto originale dei film. Restauriamo contemporaneamente l’immagine e il sonoro. Il lavoro sul suono è quasi lo stesso di quello che si fa per l’immagine, perché dobbiamo riparare la colonna ottica, lavarla e digitalizzarla. Poi passiamo al restauro sonoro vero e proprio. 
 
Alla fine, accoppiamo l’immagine restaurata al sonoro restaurato e prepariamo il prodotto finale, che può essere un DCP [Digital Cinema Package] in 4K per la sala cinematografica, un HDCAM per la trasmissione televisiva, dei file poco compressi (Mezzanine) per altri scopi, e un file DPX per il backup digitale. 
 
Su quale tipo di materiale avete lavorato per questo progetto? 
 
Dei quattro titoli di Bruce Lee abbiamo potuto utilizzare i negativi originali solo per due di essi, Il furore della Cina colpisce ancora e Dalla Cina con furore. Purtroppo, per L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente e L’ultimo combattimento di Chen il negativo originale non era disponibile, così abbiamo utilizzato degli interpositivi, che sono un elemento di seconda generazione.
 
Ha detto che ci sono volute 1è una finestra che ci permette di affacciarci sul cinema e sulla cultura asiatica. 400 ore per il restauro digitale.
 
A cosa è dovuto tutto quel tempo? 
 
Un film ha in media 150.000 fotogrammi, che vanno restaurati digitalmente uno per uno. Come sa, il 4K è una risoluzione molto dettagliata, e, quindi ci sono tantissimi particolari. D’altra parte, quando si esegue la scansione 4K si forma un sacco di polvere, e iniziano a vedersi molti graffietti.
 
Ecco perché impieghiamo tantissime ore per ottenere un risultato soddisfacente. Solo per darle un’idea della dimensione dei dati, ogni singolo fotogramma digitalizzato pesa 52 megabyte. Ciò significa che un film di 150.000 fotogrammi corrisponde a 7,8 terabyte. Per effettuare l’attività di restauro abbiamo bisogno di una larghezza di banda di 1,2 gigabyte al secondo, per garantire la riproduzione di 24 fotogrammi al secondo. 
 
Partendo da questi numeri, si può intuire perché un restauro in 4K è un processo tecnologicamente avanzato, che richiede un lungo periodo di tempo. Anche il dialogo con il cliente, in questo caso Fortune Star, è importantissimo. Il restauro è sempre frutto di un dialogo tra noi e i nostri clienti. 
Abbiamo inviato tantissimi file alla Fortune Star, e loro ci hanno mandato analisi dettagliate, sono stati bravissimi nel controllo di qualità. Ha detto che avete rispettato l’aspetto originale dei film di Bruce Lee. 
 
Come può esserne sicuro? 
 
Abbiamo chiesto a Fortune Star di fornirci alcuni riferimenti, e abbiamo ricevuto vecchi video già approvati da Fortune Star. Abbiamo anche chiesto loro di verificare se fossero disponibili pellicole d’epoca. Lei adotta un approccio rispettoso verso il restauro.
 
Può spiegarci che cosa significa? 
Quando si restaura un film, bisogna rispettarlo. Non dobbiamo fare nulla di nuovo: tentiamo di restaurare un film com’era. Perché dico “ tentiamo”? Perché sono passati molti anni dall’uscita del film e nel frattempo la tecnologia è cambiata. Per esempio, i film di Bruce Lee sono usciti in pellicola a 35mm; oggi si usa il cinema digitale. Il nostro obiettivo è quello di rispettare lo spirito del film. 
Quando si parla, per esempio, di correzione colore, sarebbe molto facile bilanciare il colore in modo più moderno, e forse migliore. Ma se un film è uscito negli anni Settanta, dobbiamo rispettarne l’aspetto originale. In caso contrario, faremmo un falso. Penso che questo sia molto importante per il nostro laboratorio, sia per il color grading che per il restauro del sonoro.
Ecco perché abbiamo dedicato un sacco di tempo e di energia a controllare se erano disponibili delle pellicole d’epoca. È necessario controllare tutti gli elementi a disposizione, perché si deve sapere com’era il film in termini di gradazione del colore, di sonoro, di sincrono.
 
Bisogna anche sapere come è stato montato. Nel caso di L’ultimo combattimento di Chen abbiamo scoperto che c’erano due versioni: una versione internazionale (in inglese) e una versione più breve in cantonese e mandarino. La cosa più importante è capire dal cliente quale versione si desidera ripristinare.
Per L’ultimo combattimento di Chen è stato facile, perché le abbiamo restaurate entrambe. Per gli appassionati, così come per gli storici, è importantissimo poter confrontare entrambe le versioni per capire perché ci fosse una versione internazionale accanto a una locale. 
 
La Fortune Star si è dimostrata ricettiva nei confronti di questo tipo di approccio per il restauro? 
 
Sì. Hanno accettato questo approccio senza riserve. Volevano davvero dei restauri fatti a regola d’arte. A volte, quando si deve fare solo un master in HD per una trasmissione televisiva, il cliente può chiederci di essere un po’ più moderni nella correzione colore. Naturalmente, seguiamo le direttive. 
Ma in questo caso si trattava di un restauro completo in 4K, un vero restauro. Lei lavora a progetti di restauro a Hong Kong dal 2008. 
 
Come è cambiato secondo lei il mercato del restauro a Hong Kong e nell’intera regione? 
 
Quando abbiamo fatto il nostro primo restauro in Asia, nel 2008, è stato per Confucius [1940, per l’Hong Kong Film Archive]. Era un vero e proprio capolavoro, ed è stato un restauro analogico. 
Restauro analogico significa che abbiamo lavorato su pellicola in 35mm. Abbiamo ricevuto il nitrato negativo originale, e abbiamo creato un interpositivo, e poi abbiamo stampato un controtipo negativo e le copie positive. Questo era il restauro analogico tipico. 
Oggi, otto anni dopo, il 90%, o anche più, dei nostri restauri è completamente digitale. È un cambiamento enorme. In termini di numeri, o di volume, oggi vi è un crescente interesse globale per l’attività di digitalizzazione e di restauro cinematografico. 
È sorto anche una specie di mercato intorno ai restauri in 4K, perché possono essere presentati in anteprima ai festival cinematografici più importanti, e possono essere diffusi sui nuovi canali televisivi in 4K. Possiamo inoltre fornire un master in HD nuovo e di qualità per la distribuzione in Blu-ray.
Tim Youngs