Nuovi germogli: il cinema vietnamita nel 2015

Se il 2014 è stato un buon anno per il cinema vietnamita, il 2015 si è rivelato ancora migliore. Nei cinema sono usciti quaranta film che hanno presentato alcuni volti nuovi e hanno stabilito nuovi record di botteghino. Tutto è iniziato alla fine del 2014, quando due registe esordienti, Nguyen Thi Tham e Nguyen Hoang Diep, si sono viste distribuire i loro film indipendenti dalla società di distribuzione mainstream CGV Art House Cinema. 
The Last Journey of Madam Phung è un film documentario diretto da Nguyen Thi Tham su un gruppo di transgender che girano per il Paese vendendo biglietti della lotteria. Uscito in un piccolo cinema di Ho Chi Minh City, è diventato così popolare attraverso il passaparola che la CGV Art House Cinema ha acconsentito a distribuirlo nell’ambito di un suo nuovo programma speciale (la CGV Cinema punta a sostenere i film locali e le produzioni indipendenti e d’essai distribuendoli con biglietti a prezzi più bassi).
 
 È diventato uno dei documentari di maggior successo del Vietnam, con più di trentamila biglietti venduti, gran parte dei quali alla comunità LGBT. La CGV ha distribuito anche Flapping in the Middle of Nowhere di Nguyen Hoang Diep, dopo che il film aveva ricevuto diversi premi internazionali compreso il premio FEDEORA per il miglior film al Festival di Venezia. Il film segue il viaggio di Huyen, una ragazza di Hanoi. Huyen rimane incinta e il suo irresponsabile fidanzato, dopo averle chiesto di abortire, si dà alla fuga.
 
Sull’onda dell’interesse che The Last Journey of Madam Phung ha suscitato per il cinema vietnamita indipendente, Flapping in the Middle of Nowhere ha ricevuto attenzione anche da parte delle fasce di pubblico che normalmente avrebbero ignorato questo genere di film. Il 2015 è stato un anno di grande successo commerciale e di critica per diverse opere prime e registi esordienti.
 
Tra i film vanno ricordati: Son Dep Trai (Son the Handsome*, di Truong Quang Thinh), una commedia su un uomo non bellissimo il quale, per cercare di fare da accompagnatore a una bella cantante si caccia in una pericolosa avventura; Ma Dai (Flexible Ghost*, diretto da Duc Thinh e Hoang Duy), una commedia su una ragazza ricca e avvenente che si vede obbligata ad aiutare un brutto fantasma ad esaudire i propri desideri; The Returners (Nguoi tro ve – per la regia di Dang Thai Huyen), un dramma su una donna soldato che ritorna dal fronte e scopre che il suo innamorato ha sposato un’altra donna; Love (Yeu, diretto da Viet Max), una storia d’amore ispirata al film thailandese Love of Siam su due ragazze lesbiche che devono lottare per il loro amore; Five Steps of Love (Ve duong cho yeu chay, per la regia di Vu Ngoc Phuong), una commedia romantica sull’amore e l’amicizia all’interno di un gruppo di ragazzi.
 
E infine, Sweet 20 (Em la ba noi cua anh, di Phan Gia Nhat Linh – sì, proprio la stessa persona che sta scrivendo questo saggio), un remake del film coreano Miss Granny, su un’anziana dal linguaggio sboccato che improvvisamente si ritrova nel corpo che aveva a vent’anni. Sweet 20 è stato un vero fenomeno in Vietnam dopo la sua uscita in sala, nel dicembre dello scorso anno, ed è diventato il film di maggior successo commerciale dell’anno, oltre al più acclamato dalla critica.
 
Nel weekend in cui è uscito in sala, il film ha addirittura superato al box office Star Wars: Il risveglio della Forza, ed è poi diventato il campione d’incassi vietnamita del bimestre, ricevendo anche il premio Best Audience Award del Vietnamese Film Festival 2015. Altri registi esordienti, come Nguyen Quang Huy (Dandelion / Chang trai nam ay), Phan Minh (Trum Co / Weed Boss*), Ly Hai (Lat Mat / Face-off*) e Nhat Trung (49 Days / 49 ngay), sono stati apprezzati da critica e pubblico e le loro voci hanno reso il cinema vietnamita più nuovo e vario. Al contrario, alcuni film di registi affermati si sono rivelati dei fallimenti a livello commerciale e di critica.
 
È questo il caso della storia di supereroi Super X (Sieu nhan X) di Nguyen Quang Dung, del musical Hy sinh doi trai (Manhood Sacrifice*) di Luu Huynh e del thriller gay Con ma nha ho Vuong (A Ghost from Vuong’s Family*) di Vu Ngoc Dang. Uno dei fiaschi più grossi è stato quello di Farewell Berlin Wall (Quyen) diretto da Nguyen Phan Quang Binh, che con un budget di 22 miliardi di VND (pari a 1 milione di dollari) non è riuscito a incassare nemmeno 9 miliardi di VND (410.000 dollari). Farewell Berlin Wall, un dramma epico sulla vita di una donna vietnamita emigrata nella Germania dell’Est prima della caduta del muro di Berlino, non è piaciuto nemmeno alla critica ed è stato rifiutato da tutti i più importanti festival internazionali. 
 
Nel 2015, i film prodotti dalle case di produzione statali hanno avuto pessimi risultati al botteghino e non sono stati presentati a nessun festival internazionale, pur essendo stati realizzati con budget cospicui: My Nhan (The Beauty*), un dramma storico prodotto e diretto male con un budget di 16 miliardi di VND (pari a 727.000 dollari) è riuscito a intascare solo 500 milioni di VND (22.000 dollari).
 
Le commedie invece continuano ad andare forte al botteghino nazionale, con attori comici molto redditizi come Thai Hoa, Hoai Linh e l’esordiente Truong Giang, ma le recensioni che ricevono dalla critica non sono buone. Invece diversi film che alla critica sono piaciuti molto si sono invece rivelati dei grossi fiaschi a livello commerciale. Tutto questo induce le case di produzione ad andare sul sicuro e investire soprattutto nelle commedie. Alla fine del 2014 e all’inizio del 2015, un film drammatico ispirato a una storia vera ha avuto grande successo e ha portato a casa ben sessanta miliardi di VND (2,7 milioni di dollari). 
 
Dandelion (Chang trai nam ay) narra le vicende di un giovane cantante che scopre di essere malato di cancro ma cerca di nascondere la cosa alla famiglia e agli amici. Il film ha fornito la prova che anche un buon film drammatico è in grado di trascinare in sala il pubblico vietnamita, e il suo attore protagonista, Son Tung MTP, in seguito a questa interpretazione è diventato il divo più famoso del Vietnam. 
 
Il dramma comico Jackpot (Trung So), secondo lungometraggio del regista Dustin Nguyen, ha avuto un grosso successo durante il Capodanno Lunare, che è un tradizionale periodo di vacanza in cui di solito le commedie funzionano molto bene al botteghino vietnamita.
 
Il film racconta la storia di una venditrice di biglietti della lotteria che, pur avendo una vita problematica e misera, si prodiga per gli altri. Jackpot è stato in seguito selezionato dal Dipartimento del Cinema per rappresentare il Vietnam agli Oscar come miglior film straniero. Come abbiamo già detto, il primo film di supereroi vietnamita, Super X (Sieu Nhan X), del regista Nguyen Quang Dung, si è rivelato un vero e proprio fiasco al box office nazionale, con un incasso di soli 16 miliardi di VND (727.000 dollari) contro un budget di 20 miliardi di VND (900,000 dollari). Invece, Ngay Nay Ngay Nay (Once Upon Nowadays*) primo film fantasy della famosa attrice Ngo Thanh Van (Veronica Ngo), qui alla sua prima esperienza come produttrice, ha avuto un seppur limitato successo, incassando al botteghino nazionale 35 miliardi di VND (1,6 milioni di dollari). 
 
Il film è una fiaba fantastica su due fatine che viaggiano fino all’attuale Ho Chi Minh City per trovare il Re Dragone prima che il male si impossessi del loro Regno Fatato. Dopo aver debuttato a livello internazionale con La tigre e il dragone 2 – La spada del destino, Ngo Thanh Van ha deciso di dirigere il sequel del film, Tam Cam: The Untold (Tam Cam Chuyen Chua Ke), tratto da una fiaba vietnamita sul genere di Cenerentola ma raccontata in chiave moderna. Tam Cam arriverà in sala nel corso di quest’anno. Nell’ottobre 2015, un altro dramma è diventato un fenomeno di botteghino. Yellow Flowers on the Green Grass (Toi thay hoa vang tren co xanh), diretto da Victor Vu e prodotto dalla Galaxy Studio insieme al Dipartimento del Cinema, è tratto da un romanzo bestseller su due fratelli che crescono nella campagna vietnamita durante gli anni Ottanta. 
 
La nostalgia è stata un buon motore per il pubblico, e prima dell’arrivo di Sweet 20, questo film era campione d’incasso dell’anno con 78 miliardi di VND (all’incirca 3,5 milioni di dollari). Il suo successo è la dimostrazione che anche un film che non sia di genere comico, e senza grossi divi come interpreti, può andare molto bene al botteghino nazionale. Purtroppo, però, il successo di Yellow Flowers rappresenta più l’eccezione che la regola. All’inizio del 2016, ad esempio, Bitcoin Heist (Sieu Trom) del regista Ham Tran non ce l’ha fatta al botteghino durante il Capodanno Lunare, malgrado fosse stato apprezzato dalla critica e dai commenti sul web.
 
Malgrado fosse ben costruita, con una storia dal ritmo sostenuto, bellissime sequenze d’azione e abbondanti effetti speciali, la pellicola non ha convinto il pubblico vietnamita a “votare con il portafoglio”, e non è riuscita a competere con le tante commedie di poche pretese distribuite nello stesso periodo. Non è stata d’aiuto nemmeno la battaglia tra esercenti e distributori. 
 
Come se non bastasse, nello stesso periodo parecchi blockbuster cinesi e hollywoodiani (come The Mermaid, di Stephen Chow e Deadpool della Marvel) l’hanno fatta da padroni. Alcuni addetti ai lavori ritengono che il pubblico cinematografico sia refrattario a generi nuovi e interessanti. Altri pensano che le delusioni al botteghino siano dipese dalla carenza di emozioni e di personaggi che ispirassero empatia. Verso la fine del 2014, il sequel comico Let Hoi Decide (De Mai Tinh 2), realizzato da Charlie Nguyen e prodotto dalla CJ E&M, ha battuto ogni record e, con incassi per 105 miliardi di VND (4,72 milioni di dollari), è diventato il campione d’incassi vietnamita di tutti i tempi. L’inizio del 2015 è stato invece deludente, perché sono andati male molti altri film come Detective Henry (Quyen, Tham tu Henry), Triple Trouble (Bo Ba Rac Roi), Kungfu Pho, Hy sinh doi trai...
 
Al botteghino le commedie hanno sempre la meglio, come nel caso della commedia d’azione Lat Mat (60 miliardi di VND / 2,7 milioni di dollari), delle commedie horror Ma Dai (40 miliardi di VND / 1,8 milioni di dollari) e 49 Days (70 miliardi di VND / 3,15 milioni di dollari) e Gia Gan, My Nhan va gang-to (Old Man, Beautiful Girl and Gangsters*), altra commedia d’azione (50 miliardi di VND, pari a 2,25 milioni di dollari). A fine 2015, Sweet 20 (Em la ba noi cua anh) ha battuto ogni record precedente, incassando 106 miliardi di VND (4,76 milioni di dollari), e mentre stiamo scrivendo è ancora nei cinema.
 
La CJ l’ha distribuito anche in Australia, Turchia e Stati Uniti. Il 2015 è stato invece un anno sfortunato per i film d’essai e i film indipendenti. Ad eccezione dei già menzionati Flapping in the Middle of Nowhere e The Last Journey of Madame Phuong, le altre pellicole indipendenti o non hanno incassato nulla, come nel caso di Gentle (Diu Dang) di Le Van Kiet, oppure non hanno nemmeno trovato un distributore in patria, com’è accaduto a Nuoc 2030 diretto da Nguyen Vo Nghiem Minh, che aveva aperto la sezione Panorama al Festival di Berlino del 2014, e Big Father, Small Father and Other Stories (Cha, con va...), di Phan Dang Di, che era in concorso a Berlino nel 2015.
 
Parecchi nuovi talenti, come Tran Dung Thanh Huy, Do Quoc Trung, Truong Minh Quy e Nguyen Phuong Anh (che hanno tutti meno di 25 anni), stanno lavorando alla loro opera prima, e molti di loro hanno l’opportunità di presentare i loro progetti a festival prestigiosi, come quello di Pusan (Huy e Trung), di Berlino (Quy) e l’HAF di Hong Kong (Phuong Anh). Questi giovani sono anche sostenuti da Autumn Meeting, un workshop creato da Phan Dang Di che vede come docente Tran Anh Hung.
 
Il 2016 si presenta come l’anno migliore per il cinema vietnamita, con un eccitante listino di film che comprende, tra gli altri, il thriller d’azione sulla malavita Tracer (Truy Sat) di Cuong Ngo, il dramma d’azione Nu Dai Gia di Le Van Kiet, il dramma horror Bao Gio Co Yeu Nhau (Have We Ever Loved?*) di Dustin Nguyen e poi Vong Eo 56 (Waist of 56*) di Vu Ngoc Dang, Da Co Hoai Lang (The Exile*) di Nguyen Quang Dung, The Fanatic (Fan Cuong) di Charlie Nguyen, e The Housemaid (Co Hau Gai), opera prima dell’esordiente Derek Nguyen.
 

 

* l’asterisco indica la traduzione letterale del titolo originale, non il titolo inglese ufficiale. 

Phan Xi Nê