Gli ultimi dodici mesi sono stati un periodo
in cui la politica, la storia e l’economia
hanno avuto tutte un ruolo di
primo piano nell’industria del cinema
coreano. Tre o quattro anni fa, gran parte
della copertura mediatica dell’industria
cinematografica si concentrava sulla sua
crescita commerciale, ma attualmente le
impressioni del settore sembrano essersi
modificate.
Visto che la narrazione dell’industria
locale commercialmente forte che
domina il mercato nazionale e conquista
i fan stranieri ormai inizia a farsi logora,
e piu probabile che qualsiasi discorso sul
settore cinematografico coreano verta sul
contributo che esso apporta alla sfera sociale
e politica del Paese.
Al giorno d’oggi
l’immagine di un regista che ha successo
commerciale non e solo quella di qualcuno
che guadagna un sacco di soldi, ma
piuttosto quella di un personaggio che –
come hanno fatto Choi Dong-hoon con
Assassination o Yoon Je-gyun con Ode to
My Father – intavola un dialogo a livello
nazionale su un tema ben specifico.
Nel
contempo, i film leggeri e le conversazioni
spensierate sull’industria del cinema sono
in declino: per il cinema coreano questa e
l’ora della serieta.
E pur vero che le questioni politiche e
sociali sono sempre state latenti nei film
coreani. In un Paese che durante il secolo
scorso ha vissuto la colonizzazione, la
guerra, la divisione nazionale, la dittatura
e poi una transizione turbolenta verso la
democrazia, la cosa e inevitabile.
Ma l’attuale
clima politico coreano e particolarmente
controverso e difficile. In particolare,
sono ancora ben presenti il trauma e il
senso di scoramento abbattutisi sul Paese
in seguito al disastro del traghetto Sewol,
avvenuto nell’aprile 2014, che ha stroncato
la vita di centinaia di studenti.
La
convinzione che la societa coreana sia un
sistema corrotto e iniquo, nel quale i potenti
perseguono i propri interessi a spese
di tutti gli altri, trova espressione in molti
film coreani contemporanei.
Uno degli esempi piu rilevanti e il dramma
politico-criminale Inside Men che,
uscito in sala in novembre, ha goduto di
un ampio successo commerciale di proporzioni
che nessuno aveva previsto.
La
storia e incentrata su tre figure rappresentative:
un ambizioso pubblico ministero
(Cho Seung-woo) la cui carriera e bloccata
dalla mancanza di contatti giusti, un
piccolo malavitoso (Lee Byung-hun) che
giura di vendicarsi di un uomo politico
che lo ha tradito, e un potente editore
del mondo della carta stampata (Baek Yoon-
sik) che svolge un ruolo estremamente
influente nella politica locale. Il film, del regista Woo Min-ho, ha fatto molta presa
sulla frustrazione e il cinismo del pubblico
creando un passaparola estremamente positivo.
Malgrado i contenuti forti e il fatto
che fosse vietato ai minori di 19 anni,
questo film di 130 minuti ha venduto ben
7 milioni di biglietti ed e uscito successivamente
in una versione piu lunga di 181
minuti che ha venduto altri due milioni di
biglietti. Era la prima volta che un film coreano
vietato ai minori di 19 anni vendeva
cosi tanti biglietti.
Magari Inside Men sara stato un fenomeno
piu unico che raro al botteghino, ma
il semplice concetto che un coraggioso
signor nessuno riesca a portare un membro
dell’elite politica o finanziaria del
Paese davanti alla giustizia e stato riproposto
innumerevoli volte nei film coreani
piu recenti.
Altri esempi sono il dramma
carcerario A Violent Prosecutor (9,7 milioni
di biglietti venduti), il dramma legale
The Advocate: A Missing Body (1,1 milioni
di biglietti venduti), e Veteran di Ryoo
Seung-wan, campione d’incassi del 2015,
nel quale un inflessibile detective della polizia
(Hwang Jung-min) inizia una guerra
con l’arrogante figlio di un magnate del
mondo degli affari (Yoo Ah-in).
In alcuni degli ultimi film in uscita, la
grande stampa e stata presa di mira. Dopo
che una copertura mediatica tendenziosa
e spesso incompetente della tragedia del
Sewol si e attirata la riprovazione di gran
parte dell’opinione pubblica, il ruolo dei
giornalisti e delle societa mediatiche nel
manipolare il dibattito nazionale ha ricevuto
piu che mai attenzione.
Un film che
offre una prospettiva ricca di pathos sul
modo in cui l’isteria dei media puo rapidamente
sfuggire al controllo e The Exclusive:
Beat the Devil’s Tattoo, l’opera seconda
del regista Roh Deok. Il film, in cui un
reporter rivela una storia sensazionale che
ben presto non riesce piu a controllare,
fornisce un’immagine particolarmente vivida
delle dinamiche soggiacenti al mondo
mediatico contemporaneo.
Tuttavia, fra tutte le recenti tendenze del
cinema coreano contemporaneo, la piu
rilevante e quella che si occupa della storia
del Ventesimo secolo. Per una serie di
eventi che pochi osservatori dell’industria
erano riusciti a prevedere, e uscita in sala,
o e in fase di realizzazione, una quantita
senza precedenti di film ambientati nell’epoca
coloniale giapponese (1910-1945),
cosa sorprendente se pensiamo che, per
tradizione, questo e un periodo storico
che i cineasti hanno sempre cercato di
scansare.
La colonizzazione della Corea
e stato un progetto duro e dittatoriale in
cui le autorita giapponesi hanno assunto
il completo controllo sulla vita pubblica
ed economica coreana, con il dichiarato
obiettivo di obbligare i coreani ad abbandonare
la loro cultura originale.
Per la fine
del periodo coloniale, l’uso della lingua
coreana era stato limitato e i coreani obbligati
ad adottare nomi nipponici.
Il periodo coloniale rimane una questione
dolorosa, in parte perche alle elite coreane
che avevano collaborato con gli occupanti
giapponesi, l’amministrazione statunitense
degli anni del dopoguerra concesse di
mantenere la loro influenza e le loro ricchezze.
Nel 2005, gli autori dell’ambizioso
film biografico Blue Swallow, sulla prima
donna pilota coreana, vennero duramente
attaccati sul web, con commenti infuriati
che affermavano (ingiustamente, secondo
l’opinione di molti critici) che la storia celebrava
la carriera di una collaborazioni- sta.
Pertanto, considerando queste specie
di campi minati ideologici, a che scopo
ambientare una pellicola in un’epoca che
per il pubblico contemporaneo rievoca
unicamente sottomissione e miseria?
Il primo film coreano ambientato in epoca
coloniale ad avere grande successo
commerciale e stato Assassination di Choi
Dong-hoon.
Questo film pieno di star, con
Gianna Jun Ji-hyun, Ha Jung-woo, Lee
Jung-jae e molti altri divi famosi, e incentrato
sul complotto di alcuni combattenti
indipendentisti coreani per assassinare
un’importante figura militare giapponese e
un ricco collaborazionista coreano.
Il film,
che ha venduto ben 12,7 milioni di biglietti
piazzandosi all’ottavo posto tra i campioni
d’incasso coreani di tutti i tempi, e
finito immediatamente sulla bocca di tutti
e ha ravvivato l’interesse per il periodo coloniale
e per il movimento di indipendenza
coreano, che aveva le sue basi operative
principalmente in Manciuria (attualmente
Cina nordorientale) e in Cina.
Nel 2015 sono arrivati in sala molti altri
film ambientati nell’epoca coloniale, alcuni
dei quali si sono rivelati gli sforzi creativi
piu interessanti dell’anno. The Silenced,
un film di Lee Hae-young che mescola
generi diversi, e ambientato nel 1938 in
uno sperduto convitto femminile dove
l’amministrazione scolastica cela qualcosa
di sinistro.
Il film ha ricevuto particolari
apprezzamenti per il giovane cast che
comprende la protagonista Park Bo-young
(Scandal Makers) e la giovane rivelazione
Park So-dam (The Priests). Invece, il terzo
film di Park Hoon-jung The Tiger vede il
divo di Oldboy Choi Min-sik nei panni di
un brizzolato cacciatore di tigri che viene
coinvolto in una massiccia e devastante
battuta di caccia ordinata da un funzionario
giapponese.
La tigre del film e un
concentrato di simboli e rappresenta sia la
natura in conflitto con lo sviluppo moderno
sia, in un certo senso, lo spirito originario
coreano.
All’inizio del 2016, l’attenzione del pubblico
e stata catturata da due film dal
budget piu contenuto ma che affrontano
temi particolarmente importanti e
sempre relativi all’epoca coloniale.
Dongju:
The Portrait of a Poet e incentrato
sul famoso poeta coreano Yoon Dongju,
che fece i suoi studi universitari in Giappone
e mori in carcere dopo essere stato
accusato di aver appoggiato gli sforzi
indipendentisti.
Questa prima produzione
a basso budget del regista di King
and the Clown, Lee Joon-ik, ha venduto
addirittura un milione di biglietti e si e
guadagnato le lodi della critica per aver
colto l’essenza dei complicati e dolorosi
rapporti tra Corea e Giappone.
Il secondo, Spirits Homecoming di Cho
Jung-rae, sulle comfort women costrette
a diventare schiave sessuali dall’esercito
giapponese durante la seconda guerra
mondiale, e diventato un caso al botteghino
con ben tre milioni di biglietti venduti.
L’interesse nei confronti del film e stato
indubbiamente accresciuto da alcuni recenti
sviluppi: il governo sudcoreano e
quello giapponese hanno raggiunto un accordo
sulle annose richieste di pubbliche
scuse avanzate dalle comfort women, ma
senza mai consultare le donne sopravvissute,
che hanno stigmatizzato l’accordo
protestando pubblicamente.
Se guardiamo al futuro, la tendenza dei
film ambientati durante l’occupazione
giapponese e destinata a proseguire almeno
per i prossimi due anni.
Oltre a numerose
produzioni di medie dimensioni,
stanno salendo sul ring anche tre registi
coreani di grosso calibro: Park Chan-wook
(il cui adattamento cinematografico del
romanzo The Handmaiden sta per essere
completato), Kim Jee-woon (il cui Secret
Agent, con uscita prevista per il prossimo
autunno, vede il divo Song Kang-ho interprete
di una storia sugli indipendentisti
degli anni Venti del secolo scorso) e Ryoo
Seung-wan (il cui Battleship Island, che racconta la vicenda di quattrocento coreani
che negli anni Trenta cercarono di
fuggire da un campo di lavoro, arrivera in
sala il prossimo anno).
Un’ultima tendenza che continua ad avere
grosso impatto sull’industria del cinema
coreano e la crescente cooperazione con la
Cina. Per il momento esiste il forte interesse
reciproco da parte del settore cinematografico
di entrambi i Paesi di lavorare
insieme.
La Cina vede nella Corea del
Sud un’industria commerciale di successo
e molto evoluta dalla quale puo imparare
molto in termini di tecniche produttive,
narrative e di marketing, oltre che degli
aspetti tecnici. I sudcoreani, dal canto
loro, sono attratti dalle proporzioni del
pubblico cinese, da compensi decisamente
piu elevati e dall’opportunita di trovare
una collocazione in una potenza cinematografica
emergente.
Detto questo, la cooperazione effettiva
non e una cosa facile da mettere in atto.
Incomprensioni e disaccordi hanno gia
visto naufragare diverse coproduzioni e
persino quando le difficolta vengono appianate
e raro trovare una storia che mescoli
in modo fluido elementi di entrambe
le culture.
In questo senso, la commedia
drammatica Making Family, in cui un ragazzo
coreano nato con una donazione di
sperma scopre che suo padre e un artista
che vive in Cina, costituisce un esempio
piccolo ma stranamente fortunato di cooperazione.
Protagonisti della storia sono
l’attrice coreana Kim Ha-neul e l’attore e
cantante cinese Aarif Rahman.
In mezzo a tanti film seri e con argomenti
pesanti, che rientrano nella tendenza generale,
sono arrivate al box office coreano pochissime
commedie leggere e forse l’unica
commedia che negli ultimi dodici mesi ha
sollevato un bel passaparola e Wonderful
Nightmare del regista Kang Hyo-jin.
L’attrice
Uhm Jung-hwa, una veterana delle
commedie romantiche, e una ricca e spietata
avvocatessa single che, in seguito a un
prematuro incidente e a un pasticcio burocratico
in paradiso, si ritrova nei panni
della stressata madre di due figli.
Anche se
il finale della storia e piuttosto scontato, le
ottime interpretazioni e una sceneggiatura
intelligente e ben costruita hanno consentito
al film di rimanere in sala molto piu a
lungo di qualsiasi previsione.
Numeri alla mano, si puo sicuramente affermare
che il 2015 e stato un anno forte.
Per il quinto anno di fila, le presenze al
botteghino (per tutti i film, coreani e stranieri)
hanno stabilito un nuovo record,
con un totale di 217,3 milioni di biglietti
venduti, pari a una media annuale di 4,3
film pro capite, che si ritiene sia la piu alta
al mondo.
Malgrado attualmente i film
coreani si prendano una percentuale leggermente
piu ridotta della torta rispetto a
qualche anno fa (la quota di mercato locale
per il 2015 era il 52%), il fatto che
la torta continui a crescere significa che
il denaro continua ad entrare nelle casse
dell’industria del cinema coreano.
E tuttavia, in questo periodo, sono la qualita
e l’originalita delle pellicole coreane a
preoccupare gli osservatori, piu della loro
redditivita.
In particolare, se messi a confronto
con il decennio scorso, piu disinvolto,
i film attuali hanno un sapore piu
prevedibile e convenzionale nella narrazione,
nella scelta degli attori e nello stile
delle riprese. Il sistema cinematografico e
diventato una macchina cosi efficiente che,
rispetto alle idee bizzarre e creative, sono
le formule collaudate ad avere la meglio
quando si tratta di attrarre finanziamenti.
Detto questo, e ancora possibile che qualche
film inconsueto e sorprendente riesca
occasionalmente a farcela; quest’anno il
caso in questione e costituito da Sori: Voice
from the Heart, un film su un satellite-spia
statunitense dotato di intelligenza artificiale
che si schianta di proposito sulla Terra e
finisce per dare una mano a un padre annientato
dal dolore per la scomparsa della
figlia.
Il film non e stato un successone al
botteghino, ma ha affascinato la critica con
i suoi tocchi narrativi inaspettati e il suo
toccante ma realistico messaggio.
Gli osservatori stanno anche prestando
attenzione ad alcuni sforzi fatti per sviluppare
modelli cinematografici alternativi
in grado di consentire una maggior
creativita. Uno di questi, che ha suscitato
lodi e critiche allo stesso tempo, e quello
della CGV Arthouse, una divisione della
principale catena coreana di multisala che
e anche di proprieta del principale distributore
della Corea, la CJ Entertainment.
La CGV Arthouse si colloca a meta strada
tra il cinema commerciale mainstream
e il cinema indipendente a basso budget
e, anche se in alcuni casi ha aiutato dei
cineasti indipendenti a realizzare film su scala leggermente piu ampia e di raggiungere
un pubblico piu vasto, in altri casi
ha prodotto film essenzialmente di genere
e commerciali, ma realizzati in modo
da consentire al regista un maggior margine
creativo.
Due importanti esempi di
quest’ultimo tipo di film sono costituiti
da Coin Locker Girl, un dramma grintoso
interpretato da Kim Hye-soo che e stato
presentato l’anno scorso a Cannes, alla Semaine
de la Critique, e Fatal Intuition, un
brillante thriller, opera seconda del regista
Yun Jun-hyung che, alla sua uscita nell’autunno
scorso, ha ricevuto una calorosa accoglienza
da parte del pubblico.
E pur vero che i registi godono di maggior
liberta quando lavorano a progetti a basso
budget e imbastiti al di fuori dal sistema
mainstream. Un debutto particolarmente
interessante all’inizio di questo 2016 e stato
quello della regista Yoon Ga-eun, che
si era gia fatta conoscere negli anni scorsi
con alcuni cortometraggi insigniti di premi.
The World of Us e l’intimo ritratto di
una ragazza emarginata che fa amicizia
con un irrequieta studentessa appena trasferitasi
nel quartiere.
Con interpretazioni
dalla solidita sorprendente e una storia
ben controllata, il film e destinato a rimanere
a lungo nel ricordo del pubblico.
Fourth Place, una pellicola dell’esperto regista
Jung Ji-woo (Happy End, Eun-Gyo),
e stata una delle principali attrazioni del
Busan International Film Festival del
2015. Il film, prodotto dalla Commissione
Nazionale Coreana per i Diritti Umani,
tratta diversi temi relativi all’educazione e
agli abusi attraverso la vicenda di un giovanissimo
nuotatore e del suo prepotente
allenatore.
Infine, quest’anno segna il debutto alla
regia di un attore che risultera familiare
a molti appassionati del cinema coreano.
Cho Jae-hyun, gia collaboratore abituale
di Kim Ki-duk in film come Crocodile
(1996), Bad Guy (2002) e Moebius (2013),
rivela un talento naturale per i personaggi
e la narrazione nella sua opera prima A
Break Alone, storia di un uomo sposato
che continua a essere ossessionato da una
donna del suo passato. Il film, interpretato
da Park Hyuk-kwon e Yoon Joo, ha uno
stile e un ritmo del tutto peculiari.
Se cerchiamo di guardare ai prossimi uno o
due anni, i fan del cinema coreano potranno
attendersi qualche opera di rilievo da
parte dei gia menzionati Park Chan-wook,
Kim Jee-woon, e Ryoo Seung-wan, oltre
all’attesissimo thriller poliziesco Gokseong
di Na Hong-jin, che uscira nelle sale coreane
il prossimo maggio. Il grande regista
Bong Joon-ho sta anche preparando Okja,
un ambiziosissimo progetto globale che
uscira nel 2017.
Ma, dato il grande numero di pellicole
attualmente in corso di realizzazione o di
sviluppo, possiamo anche attenderci che
salti fuori qualche sorpresa da film di piu
basso profilo. Se e vero che la media dei
film coreani e diventata piu prevedibile
negli ultimi tempi, il fatto che ne vengano
prodotti cosi tanti rappresenta uno dei
punti di forza dell’industria cinematografica
della Corea. E questo fa anche aumentare
le probabilita che un’inattesa scoperta
spunti fuori dal nulla.