Un po' di serietà: il cinema coreano 2015

Gli ultimi dodici mesi sono stati un periodo in cui la politica, la storia e l’economia hanno avuto tutte un ruolo di primo piano nell’industria del cinema coreano. Tre o quattro anni fa, gran parte della copertura mediatica dell’industria cinematografica si concentrava sulla sua crescita commerciale, ma attualmente le impressioni del settore sembrano essersi modificate. 
 
Visto che la narrazione dell’industria locale commercialmente forte che domina il mercato nazionale e conquista i fan stranieri ormai inizia a farsi logora, e piu probabile che qualsiasi discorso sul settore cinematografico coreano verta sul contributo che esso apporta alla sfera sociale e politica del Paese. 
 
Al giorno d’oggi l’immagine di un regista che ha successo commerciale non e solo quella di qualcuno che guadagna un sacco di soldi, ma piuttosto quella di un personaggio che – come hanno fatto Choi Dong-hoon con Assassination o Yoon Je-gyun con Ode to My Father – intavola un dialogo a livello nazionale su un tema ben specifico. 
 
Nel contempo, i film leggeri e le conversazioni spensierate sull’industria del cinema sono in declino: per il cinema coreano questa e l’ora della serieta. E pur vero che le questioni politiche e sociali sono sempre state latenti nei film coreani. In un Paese che durante il secolo scorso ha vissuto la colonizzazione, la guerra, la divisione nazionale, la dittatura e poi una transizione turbolenta verso la democrazia, la cosa e inevitabile. 
 
Ma l’attuale clima politico coreano e particolarmente controverso e difficile. In particolare, sono ancora ben presenti il trauma e il senso di scoramento abbattutisi sul Paese in seguito al disastro del traghetto Sewol, avvenuto nell’aprile 2014, che ha stroncato la vita di centinaia di studenti. 
 
La convinzione che la societa coreana sia un sistema corrotto e iniquo, nel quale i potenti perseguono i propri interessi a spese di tutti gli altri, trova espressione in molti film coreani contemporanei. Uno degli esempi piu rilevanti e il dramma politico-criminale Inside Men che, uscito in sala in novembre, ha goduto di un ampio successo commerciale di proporzioni che nessuno aveva previsto.
 
La storia e incentrata su tre figure rappresentative: un ambizioso pubblico ministero (Cho Seung-woo) la cui carriera e bloccata dalla mancanza di contatti giusti, un piccolo malavitoso (Lee Byung-hun) che giura di vendicarsi di un uomo politico che lo ha tradito, e un potente editore del mondo della carta stampata (Baek Yoon- sik) che svolge un ruolo estremamente influente nella politica locale. Il film, del regista Woo Min-ho, ha fatto molta presa sulla frustrazione e il cinismo del pubblico creando un passaparola estremamente positivo.
 
Malgrado i contenuti forti e il fatto che fosse vietato ai minori di 19 anni, questo film di 130 minuti ha venduto ben 7 milioni di biglietti ed e uscito successivamente in una versione piu lunga di 181 minuti che ha venduto altri due milioni di biglietti. Era la prima volta che un film coreano vietato ai minori di 19 anni vendeva cosi tanti biglietti. 
 
Magari Inside Men sara stato un fenomeno piu unico che raro al botteghino, ma il semplice concetto che un coraggioso signor nessuno riesca a portare un membro dell’elite politica o finanziaria del Paese davanti alla giustizia e stato riproposto innumerevoli volte nei film coreani piu recenti. 
 
Altri esempi sono il dramma carcerario A Violent Prosecutor (9,7 milioni di biglietti venduti), il dramma legale The Advocate: A Missing Body (1,1 milioni di biglietti venduti), e Veteran di Ryoo Seung-wan, campione d’incassi del 2015, nel quale un inflessibile detective della polizia (Hwang Jung-min) inizia una guerra con l’arrogante figlio di un magnate del mondo degli affari (Yoo Ah-in). 
 
In alcuni degli ultimi film in uscita, la grande stampa e stata presa di mira. Dopo che una copertura mediatica tendenziosa e spesso incompetente della tragedia del Sewol si e attirata la riprovazione di gran parte dell’opinione pubblica, il ruolo dei giornalisti e delle societa mediatiche nel manipolare il dibattito nazionale ha ricevuto piu che mai attenzione. 
 
Un film che offre una prospettiva ricca di pathos sul modo in cui l’isteria dei media puo rapidamente sfuggire al controllo e The Exclusive: Beat the Devil’s Tattoo, l’opera seconda del regista Roh Deok. Il film, in cui un reporter rivela una storia sensazionale che ben presto non riesce piu a controllare, fornisce un’immagine particolarmente vivida delle dinamiche soggiacenti al mondo mediatico contemporaneo. 
 
Tuttavia, fra tutte le recenti tendenze del cinema coreano contemporaneo, la piu rilevante e quella che si occupa della storia del Ventesimo secolo. Per una serie di eventi che pochi osservatori dell’industria erano riusciti a prevedere, e uscita in sala, o e in fase di realizzazione, una quantita senza precedenti di film ambientati nell’epoca coloniale giapponese (1910-1945), cosa sorprendente se pensiamo che, per tradizione, questo e un periodo storico che i cineasti hanno sempre cercato di scansare. 
 
La colonizzazione della Corea e stato un progetto duro e dittatoriale in cui le autorita giapponesi hanno assunto il completo controllo sulla vita pubblica ed economica coreana, con il dichiarato obiettivo di obbligare i coreani ad abbandonare la loro cultura originale. 
 
Per la fine del periodo coloniale, l’uso della lingua coreana era stato limitato e i coreani obbligati ad adottare nomi nipponici. Il periodo coloniale rimane una questione dolorosa, in parte perche alle elite coreane che avevano collaborato con gli occupanti giapponesi, l’amministrazione statunitense degli anni del dopoguerra concesse di mantenere la loro influenza e le loro ricchezze. 
 
Nel 2005, gli autori dell’ambizioso film biografico Blue Swallow, sulla prima donna pilota coreana, vennero duramente attaccati sul web, con commenti infuriati che affermavano (ingiustamente, secondo l’opinione di molti critici) che la storia celebrava la carriera di una collaborazioni- sta. 
 
Pertanto, considerando queste specie di campi minati ideologici, a che scopo ambientare una pellicola in un’epoca che per il pubblico contemporaneo rievoca unicamente sottomissione e miseria? Il primo film coreano ambientato in epoca coloniale ad avere grande successo commerciale e stato Assassination di Choi Dong-hoon. 
 
Questo film pieno di star, con Gianna Jun Ji-hyun, Ha Jung-woo, Lee Jung-jae e molti altri divi famosi, e incentrato sul complotto di alcuni combattenti indipendentisti coreani per assassinare un’importante figura militare giapponese e un ricco collaborazionista coreano. 
 
Il film, che ha venduto ben 12,7 milioni di biglietti piazzandosi all’ottavo posto tra i campioni d’incasso coreani di tutti i tempi, e finito immediatamente sulla bocca di tutti e ha ravvivato l’interesse per il periodo coloniale e per il movimento di indipendenza coreano, che aveva le sue basi operative principalmente in Manciuria (attualmente Cina nordorientale) e in Cina. 
 
Nel 2015 sono arrivati in sala molti altri film ambientati nell’epoca coloniale, alcuni dei quali si sono rivelati gli sforzi creativi piu interessanti dell’anno. The Silenced, un film di Lee Hae-young che mescola generi diversi, e ambientato nel 1938 in uno sperduto convitto femminile dove l’amministrazione scolastica cela qualcosa di sinistro. 
 
Il film ha ricevuto particolari apprezzamenti per il giovane cast che comprende la protagonista Park Bo-young (Scandal Makers) e la giovane rivelazione Park So-dam (The Priests). Invece, il terzo film di Park Hoon-jung The Tiger vede il divo di Oldboy Choi Min-sik nei panni di un brizzolato cacciatore di tigri che viene coinvolto in una massiccia e devastante battuta di caccia ordinata da un funzionario giapponese. 
 
La tigre del film e un concentrato di simboli e rappresenta sia la natura in conflitto con lo sviluppo moderno sia, in un certo senso, lo spirito originario coreano. All’inizio del 2016, l’attenzione del pubblico e stata catturata da due film dal budget piu contenuto ma che affrontano temi particolarmente importanti e sempre relativi all’epoca coloniale. 
 
Dongju: The Portrait of a Poet e incentrato sul famoso poeta coreano Yoon Dongju, che fece i suoi studi universitari in Giappone e mori in carcere dopo essere stato accusato di aver appoggiato gli sforzi indipendentisti. 
 
Questa prima produzione a basso budget del regista di King and the Clown, Lee Joon-ik, ha venduto addirittura un milione di biglietti e si e guadagnato le lodi della critica per aver colto l’essenza dei complicati e dolorosi rapporti tra Corea e Giappone. 
 
Il secondo, Spirits Homecoming di Cho Jung-rae, sulle comfort women costrette a diventare schiave sessuali dall’esercito giapponese durante la seconda guerra mondiale, e diventato un caso al botteghino con ben tre milioni di biglietti venduti. 
 
L’interesse nei confronti del film e stato indubbiamente accresciuto da alcuni recenti sviluppi: il governo sudcoreano e quello giapponese hanno raggiunto un accordo sulle annose richieste di pubbliche scuse avanzate dalle comfort women, ma senza mai consultare le donne sopravvissute, che hanno stigmatizzato l’accordo protestando pubblicamente. Se guardiamo al futuro, la tendenza dei film ambientati durante l’occupazione giapponese e destinata a proseguire almeno per i prossimi due anni. 
 
Oltre a numerose produzioni di medie dimensioni, stanno salendo sul ring anche tre registi coreani di grosso calibro: Park Chan-wook (il cui adattamento cinematografico del romanzo The Handmaiden sta per essere completato), Kim Jee-woon (il cui Secret Agent, con uscita prevista per il prossimo autunno, vede il divo Song Kang-ho interprete di una storia sugli indipendentisti degli anni Venti del secolo scorso) e Ryoo Seung-wan (il cui Battleship Island, che racconta la vicenda di quattrocento coreani che negli anni Trenta cercarono di fuggire da un campo di lavoro, arrivera in sala il prossimo anno). 
 
Un’ultima tendenza che continua ad avere grosso impatto sull’industria del cinema coreano e la crescente cooperazione con la Cina. Per il momento esiste il forte interesse reciproco da parte del settore cinematografico di entrambi i Paesi di lavorare insieme. 
 
La Cina vede nella Corea del Sud un’industria commerciale di successo e molto evoluta dalla quale puo imparare molto in termini di tecniche produttive, narrative e di marketing, oltre che degli aspetti tecnici. I sudcoreani, dal canto loro, sono attratti dalle proporzioni del pubblico cinese, da compensi decisamente piu elevati e dall’opportunita di trovare una collocazione in una potenza cinematografica emergente. 
 
Detto questo, la cooperazione effettiva non e una cosa facile da mettere in atto. Incomprensioni e disaccordi hanno gia visto naufragare diverse coproduzioni e persino quando le difficolta vengono appianate e raro trovare una storia che mescoli in modo fluido elementi di entrambe le culture. 
 
In questo senso, la commedia drammatica Making Family, in cui un ragazzo coreano nato con una donazione di sperma scopre che suo padre e un artista che vive in Cina, costituisce un esempio piccolo ma stranamente fortunato di cooperazione. 
 
Protagonisti della storia sono l’attrice coreana Kim Ha-neul e l’attore e cantante cinese Aarif Rahman. In mezzo a tanti film seri e con argomenti pesanti, che rientrano nella tendenza generale, sono arrivate al box office coreano pochissime commedie leggere e forse l’unica commedia che negli ultimi dodici mesi ha sollevato un bel passaparola e Wonderful Nightmare del regista Kang Hyo-jin. 
 
L’attrice Uhm Jung-hwa, una veterana delle commedie romantiche, e una ricca e spietata avvocatessa single che, in seguito a un prematuro incidente e a un pasticcio burocratico in paradiso, si ritrova nei panni della stressata madre di due figli. 
 
Anche se il finale della storia e piuttosto scontato, le ottime interpretazioni e una sceneggiatura intelligente e ben costruita hanno consentito al film di rimanere in sala molto piu a lungo di qualsiasi previsione. Numeri alla mano, si puo sicuramente affermare che il 2015 e stato un anno forte. 
 
Per il quinto anno di fila, le presenze al botteghino (per tutti i film, coreani e stranieri) hanno stabilito un nuovo record, con un totale di 217,3 milioni di biglietti venduti, pari a una media annuale di 4,3 film pro capite, che si ritiene sia la piu alta al mondo. 
 
Malgrado attualmente i film coreani si prendano una percentuale leggermente piu ridotta della torta rispetto a qualche anno fa (la quota di mercato locale per il 2015 era il 52%), il fatto che la torta continui a crescere significa che il denaro continua ad entrare nelle casse dell’industria del cinema coreano. E tuttavia, in questo periodo, sono la qualita e l’originalita delle pellicole coreane a preoccupare gli osservatori, piu della loro redditivita. 
 
In particolare, se messi a confronto con il decennio scorso, piu disinvolto, i film attuali hanno un sapore piu prevedibile e convenzionale nella narrazione, nella scelta degli attori e nello stile delle riprese. Il sistema cinematografico e diventato una macchina cosi efficiente che, rispetto alle idee bizzarre e creative, sono le formule collaudate ad avere la meglio quando si tratta di attrarre finanziamenti. 
 
Detto questo, e ancora possibile che qualche film inconsueto e sorprendente riesca occasionalmente a farcela; quest’anno il caso in questione e costituito da Sori: Voice from the Heart, un film su un satellite-spia statunitense dotato di intelligenza artificiale che si schianta di proposito sulla Terra e finisce per dare una mano a un padre annientato dal dolore per la scomparsa della figlia. 
 
Il film non e stato un successone al botteghino, ma ha affascinato la critica con i suoi tocchi narrativi inaspettati e il suo toccante ma realistico messaggio. 
 
Gli osservatori stanno anche prestando attenzione ad alcuni sforzi fatti per sviluppare modelli cinematografici alternativi in grado di consentire una maggior creativita. Uno di questi, che ha suscitato lodi e critiche allo stesso tempo, e quello della CGV Arthouse, una divisione della principale catena coreana di multisala che e anche di proprieta del principale distributore della Corea, la CJ Entertainment. 
 
La CGV Arthouse si colloca a meta strada tra il cinema commerciale mainstream e il cinema indipendente a basso budget e, anche se in alcuni casi ha aiutato dei cineasti indipendenti a realizzare film su scala leggermente piu ampia e di raggiungere un pubblico piu vasto, in altri casi ha prodotto film essenzialmente di genere e commerciali, ma realizzati in modo da consentire al regista un maggior margine creativo. 
 
Due importanti esempi di quest’ultimo tipo di film sono costituiti da Coin Locker Girl, un dramma grintoso interpretato da Kim Hye-soo che e stato presentato l’anno scorso a Cannes, alla Semaine de la Critique, e Fatal Intuition, un brillante thriller, opera seconda del regista Yun Jun-hyung che, alla sua uscita nell’autunno scorso, ha ricevuto una calorosa accoglienza da parte del pubblico. 
 
E pur vero che i registi godono di maggior liberta quando lavorano a progetti a basso budget e imbastiti al di fuori dal sistema mainstream. Un debutto particolarmente interessante all’inizio di questo 2016 e stato quello della regista Yoon Ga-eun, che si era gia fatta conoscere negli anni scorsi con alcuni cortometraggi insigniti di premi. The World of Us e l’intimo ritratto di una ragazza emarginata che fa amicizia con un irrequieta studentessa appena trasferitasi nel quartiere. 
 
Con interpretazioni dalla solidita sorprendente e una storia ben controllata, il film e destinato a rimanere a lungo nel ricordo del pubblico. Fourth Place, una pellicola dell’esperto regista Jung Ji-woo (Happy End, Eun-Gyo), e stata una delle principali attrazioni del Busan International Film Festival del 2015. Il film, prodotto dalla Commissione Nazionale Coreana per i Diritti Umani, tratta diversi temi relativi all’educazione e agli abusi attraverso la vicenda di un giovanissimo nuotatore e del suo prepotente allenatore. Infine, quest’anno segna il debutto alla regia di un attore che risultera familiare a molti appassionati del cinema coreano. 
 
Cho Jae-hyun, gia collaboratore abituale di Kim Ki-duk in film come Crocodile (1996), Bad Guy (2002) e Moebius (2013), rivela un talento naturale per i personaggi e la narrazione nella sua opera prima A Break Alone, storia di un uomo sposato che continua a essere ossessionato da una donna del suo passato. Il film, interpretato da Park Hyuk-kwon e Yoon Joo, ha uno stile e un ritmo del tutto peculiari. 
 
Se cerchiamo di guardare ai prossimi uno o due anni, i fan del cinema coreano potranno attendersi qualche opera di rilievo da parte dei gia menzionati Park Chan-wook, Kim Jee-woon, e Ryoo Seung-wan, oltre all’attesissimo thriller poliziesco Gokseong di Na Hong-jin, che uscira nelle sale coreane il prossimo maggio. Il grande regista Bong Joon-ho sta anche preparando Okja, un ambiziosissimo progetto globale che uscira nel 2017. 
 
Ma, dato il grande numero di pellicole attualmente in corso di realizzazione o di sviluppo, possiamo anche attenderci che salti fuori qualche sorpresa da film di piu basso profilo. Se e vero che la media dei film coreani e diventata piu prevedibile negli ultimi tempi, il fatto che ne vengano prodotti cosi tanti rappresenta uno dei punti di forza dell’industria cinematografica della Corea. E questo fa anche aumentare le probabilita che un’inattesa scoperta spunti fuori dal nulla.
Darcy Paquet