Il tema che accomuna i film della sezione collaterale Documentari del FEFF di quest’anno è la motivazione dell’artista. Quattro film provenienti dal Giappone e uno dalla Corea del Sud indagano su ciò che spinge un artista a creare – l’identità, la politica, il progresso dell’umanità, il contributo culturale o il desiderio di stravolgere lo status quo. Queste visioni personali osservano il processo creativo e i principi che stanno alla base di tali processi, per portare frutti destinati al consumo dalla nicchia alle grandi masse. Possono nascere per necessità, per far luce su questioni che riguardano la società, il modo in cui viviamo e il modo in cui trattiamo il pianeta. Possono essere ispirati dalla ricerca della perfezione, dall’elaborazione del livello ottimale di umami. Possono nascere dal dolore e dalla sofferenza, uscire direttamente da una sceneggiatura di Franz Kafka. Qualunque sia l’impulso che guida gli artisti presenti in questi documentari, sono figure che contribuiscono a modellare la nostra comprensione delle culture che tanto ci affascinano al FEFF. Sono finestre aperte sulla storia, la cultura e l’arte, mentre il mondo continua a ruotare intorno all’Asia come regione dominante del XXI secolo.
Il filantropo e musicista iconico Sakamoto Ryuichi è presente in due documentari. Ryuichi Sakamoto: Coda, che è stato presentato in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, analizza il processo creativo di Sakamoto oggi, mentre lavora al suo ultimo album async. Le ferite innescate da un problema di salute e dal disastro di Fukushima del 2011 e inferte a lui e al suo paese, spingono Sakamoto a lavorare a uno dei suoi album più brillanti.
Da parte sua, RYUICHI SAKAMOTO: async AT THE PARK AVENUE ARMORY è qualcosa di più di un semplice “film concerto”. Oltre ad essere complementare rispetto a Coda, mostra Sakamoto nel suo elemento più naturale, mentre esegue async in un ambiente intimo. Inoltre, suona un “pianoforte tsunami”, cioè danneggiato dal terremoto del 2011 nella prefettura di Miyagi. Il piano è stato conservato da Sakamoto per trasformarlo in un’opera d’arte. Mantenendo al minimo gli interventi di riparazione, per preservare l’accordatura naturale del pianoforte, Sakamoto ha ideato un dispositivo automatico che, da solo, suona al pianoforte un programma che riflette i dati sismici raccolti in tutto il mondo.
Per tutti i buongustai in circolazione, Ramen Heads presenta il leggendario Chef e “re del Ramen” Tomita Osamu, che apre le porte della sua cucina e di altri cinque prestigiosi locali di ramen di Tokyo, per condividere ricette e segreti commerciali. Il film è un omaggio bello, semplice e stilizzato a nientemeno che noodles e brodo. O forse riguarda anche la filosofia e il gusto insiti nella perfezione zen della creazione del brodo perfetto. Aspettatevi di avere una gran voglia di ramen dopo la proiezione!
Sukita – The Shoot Must Go On, esordio alla regia di Aihara Hiro, produttore giapponese, consulente cinematografico e amico del FEFF, esamina la relazione tutta particolare tra il famoso fotografo Sukita Masayoshi e quella che è stata probabilmente la sua principale fonte di ispirazione, David Bowie. Sukita parla del suo lavoro durato decenni con il Duca Bianco; a lui si deve tra l’altro l’iconico scatto che campeggia sulla copertina dell’album di Bowie Heroes del 1977. È una passeggiata attraverso la memoria, ma una passeggiata che raccoglie il meglio di uno dei decenni più formativi della storia del rock.
Si cambia marcia per concentrarsi sulla tumultuosa storia della Corea del Sud in Courtesy to the Nation, che è stato presentato in anteprima mondiale al Busan Film Festival lo scorso autunno. Questo documentario è complementare al film presentato al festival di quest’anno 1987: When the Day Comes, e riporta le atrocità e gli assassinii compiute sugli studenti, nonché le coperture della polizia, durante le proteste per la democrazia che hanno infiammato la Corea del Sud negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta. In particolare descrive i fatti connessi a Cahng Kihoon, lo studente contestatore che è stato accusato dell’omicidio di un compagno di studi, ucciso invece molto probabilmente dalla polizia militare. Il documentario presenta le avvincenti interviste fatte oggi a molti di quegli studenti attivisti, ormai uomini riflessivi di mezza età. Ma i più affascinanti sono i colloqui con un Cahng più maturo, poiché egli utilizza la musica non solo come sbocco per la sua creatività ma anche come terapia, e per raccomandare alla prossima generazione di non dimenticare e di non retrocedere di fronte agli oppressori dai programmi politici oscuri.
Anderson Le