Girl Power: il cinema vietnamita nel 2017

Dopo l’enorme successo di Sweet 20 (Em Là Bà Nội Của Anh) nel 2015, diverse società di produzione vietnamite hanno deciso di realizzare dei remake di film stranieri, ed è stata questa una delle tendenze principali del 2017, quando sono arrivati in sala diversi remake come Bạn Gái Tôi Là Sếp (t.l. “My Girlfriend Is the Boss”, per la regia di Ham Tran), rifacimento del thailandese ATM: Er Rak Error, Kiss and Spell (Yêu Đi Đừng Sợ, diretto da Stephane Gauger), derivato dal coreano Spellbound e Ngày Mai Mai Cưới (t.l. “Tomorrow Mai Will Get Married”, opera prima del regista Nguyễn Tấn Phước), ripreso dall’indonesiano Get Married.

Questi tre film hanno avuto risultati decorosi e sono riusciti a raggiungere il pareggio al box office, ma non tutti i remake hanno avuto successo commerciale o di critica: uno dei più grossi flop del 2017 è stato infatti Sắc Đẹp Ngàn Cân, tratto dal successo coreano 200 Pounds Beauty. Purtroppo, i produttori coreani hanno obbligato il regista a girare ogni inquadratura come una copia conforme dell’originale e, anche se la versione vietnamita aveva buoni valori produttivi, era comunque priva dello spessore del film coreano, il che ha portato molte recensioni negative e risultati tiepidi al botteghino. Il flop però non ha scoraggiato le società di produzione locali, che nel 2018 porteranno in sala almeno quattro repliche di pellicole coreane: Sunny e Scandal Makers di Kang Hyeong-cheol, My Sassy Girl di Kwak Jae-yong e Never Ending Story di Yong-joo Jung.

Dopo parecchie coproduzioni di successo, come Sweet 20 (2015), The Housemaid (Cô Hầu Gái, 2016), e Yêu Đi Đừng Sợ (2017), CJ E&M Vietnam e HKFilms hanno deciso di fondare la CJHK Entertainment, una joint-venture destinata a produrre film vietnamiti di maggior qualità. La CJHK ha dimostrato anche di essere la migliore sul mercato vietnamita nella produzione dei remake: il suo film più recente, Go-Go Sister (Tháng Năm Rực Rỡ, rifacimento di Sunny, per la regia di Nguyễn Quang Dũng), uscito nel marzo 2018, ha fatto sensazione al botteghino ottenendo reazioni positive da parte di pubblico e critica.

Il 2016 non è stato un buon anno per il botteghino vietnamita a causa di molti film di bassa qualità e grossi flop commerciali. Non è stato positivo nemmeno il periodo del Capodanno lunare all’inizio del 2017: nessuno dei quattro film locali, tra i quali la commedia romantica Bạn gái tôi là sếp, è riuscito a collocarsi fra i primi tre campioni d’incasso di quel weekend, che ha visto invece vincere, nell’ordine, l’hollywoodiano xXx: Il Ritorno di Xander Cage, il blockbuster cinese Journey to the West: The Demons Strike Back e Kung Fu Yoga di Jackie Chan. Ad eccezione di Bạn Gái Tôi Là Sếp, gli altri film vietnamiti avevano valori produttivi bassi e con la loro scadente comicità slapstick non avevano alcuna possibilità di competere con le patinate e articolate produzioni straniere.

Nel marzo 2017, invece, c’è stata un’offerta interessante di film vietnamiti non appartenenti al genere comico: Lô Tô (t.l. “Lottery Traveling Troupe”), film drammatico ispirato a un documentario su un gruppo di transgender che viaggiano per il paese vendendo biglietti della lotteria, diretto dall’esordiente Huynh Tuan Anh, Rebellious Hot Boys 2 (Hot Boy Nổi Loạn 2), sequel del dramma Lost in Paradise di Vũ Ngọc Đãng su un gay che si prostituisce in strada e va alla ricerca del suo ex fidanzato per le vie di Saigon, e Dạ Cổ Hoài Lang (t.l. “Midnight Drum Causing Longing for Absent Husband”), adattamento di una famosa pièce teatrale su due anziani vietnamiti che vivono una vita di solitudine oltreoceano, per la regia di Nguyễn Quang Dũng.

Questi film hanno ricevuto il plauso della critica e goduto di un buon passaparola tra il pubblico, ma hanno ugualmente faticato a realizzare guadagni a causa della presenza in sala di parecchi filmoni hollywoodiani come Logan – The Wolverine, La Bella e la Bestia, ma soprattutto Kong: Skull Island. Con budget più bassi, Lô Tô e Rebellious Hot Boys 2 alla fine sono riusciti a fare utili, mentre Dạ Cổ Hoài Lang, più costoso perché la maggior parte delle riprese era stata realizzata in Canada, ha chiuso in perdita.

Riguardo a questi film e a Có Căn Nhà Nằm Nghe Nắng Mưa (t.l. “A House Under Rain and Sunshine”), il dramma di una madre che aspetta il figlio datosi alla macchia perché accusato di omicidio, per la regia di Mai Thế Hiệp e Bình Nguyên, è interessante notare che sono stati interpretati da attori di teatro anziani e da veterani del settore cinematografico. La cosa inconsueta è che pellicole con interpreti di una certa età abbiano funzionato bene, dal momento che la maggior parte del pubblico cinematografico vietnamita è rappresentato da giovani.

Kong: Skull Island è uscito nelle sale vietnamite in marzo e ha subito stabilito un record di botteghino con incassi per 169 miliardi di VND (7,42 milioni di dollari statunitensi). Prima di Kong, il record era detenuto da Fast and Furious 7 con 145 miliardi VND, pari a 6,37 milioni di US$. Bisogna dire che Kong è stato aiutato dal fatto che era stato girato in Vietnam in splendidi luoghi come Ninh Binh, Ha Long e Quang Binh. Kong: Skull Island ha reso il pubblico vietnamita orgoglioso di vedere il proprio paese sul grande schermo in un blockbuster hollywoodiano. Il battage pubblicitario e il successo sono stati tali che il governo vietnamita ha insignito Jordan Vogt-Roberts, regista di Kong, del titolo di Ambasciatore del Turismo vietnamita.

Un mese dopo Fast and Furious 8, ottavo capitolo della serie Fast and Furious, ha realizzato incassi per 154 miliardi di VND (6,77 milioni di US$) al botteghino locale, piazzandosi al secondo posto come campione d’incasso di sempre in Vietnam. Film stranieri come questo hanno dominato il box office vietnamita fino alla fine di aprile.

Fino a quel momento, il film vietnamita campione d’incasso era Sweet 20 (remake del successo coreano Miss Granny), che nel 2015 si era piazzato subito dopo i film stranieri con 102 miliardi VND (pari a 4,48 milioni di US$). Le cose sono cambiate dopo l’uscita di Jail Bait (Em Chưa 18), una commedia romantica arrivata in sala una settimana dopo Fast and Furious 8. Jail Bait ha fatto, con gran sorpresa di molti, un’ottima apertura incassando già solo con le anteprime ben 13 miliardi di VND (571.000 US$). Il produttore del film è l’affermato regista Charlie Nguyễn, che nel 2016 dopo il grande flop del suo Fanatic (Fan Cuồng) ha deciso di ritirarsi dalla regia per dedicarsi alla produzione, mentre il regista è Lê Thanh Sơn, qui alla sua opera seconda realizzata a sette anni di distanza dal debutto con Clash (Bẫy Rồng).

In Jail Bait appare per la prima volta l’esordiente Kaity Nguyễn, nel ruolo di una liceale diciassettenne che ricatta un playboy (il comico Kiều Minh Tuấn, al suo primo ruolo da protagonista) con una videocassetta porno di loro due per aver fatto sesso con una minorenne. La ragazza vuole che lui finga di essere il suo fidanzato per vendicarsi dell’ex che l’ha lasciata per un’altra. Oltre a essere commovente e divertente allo stesso tempo, la storia è riuscita a entusiasmare il pubblico giovanile femminile.

Forse il desiderio di alcune donne di controllare i playboy o di conquistarli è stato un ingrediente fondamentale per il successo del film, il quale dipinge uno stile di vita moderno che per le giovani generazioni vietnamite risulta accattivante e familiare.

Molti giovani in Vietnam vivono la vita che desiderano, parlano liberamente di amore e di sesso e alcuni genitori perfino sostengono questo stile di vita che per la scorsa generazione sarebbe stato quasi impossibile. Jail Bait ha cavalcato con successo questo cambiamento del panorama sociale e ha incassato 171 miliardi di VND (7,51 milioni di US$), superando il record che Kong: Skull Island aveva stabilito appena un mese prima. Il film, che è diventato un vero e proprio fenomeno nazionale, ha vinto il Golden Lotus Award per il miglior film e per la miglior attrice protagonista al Vietnam Film Festival e ha ricevuto anche altri premi attraverso i voti del pubblico, come i We Choice Awards e i Golden Apricot Awards.

Questo enorme successo ha spinto diverse società di produzione a riprendere la produzione di film locali, dopo aver interrotto diversi progetti a causa dei pessimi risultati al box office nel 2016; ha inoltre evidenziato l’orientamento del cinema vietnamita del 2017 verso storie tutte al femminile. I cinque campioni d’incasso del 2017 sono stati infatti Jail Bait, The Girl From Yesterday (Cô Gái Đến Từ Hôm Qua, per la regia di Phan Gia Nhật Linh che aveva già diretto Sweet 20), The Tailor (Cô Ba Sài Gòn, opera prima degli esordienti Kay Nguyễn e Trần Bửu Lộc), Mother-In-Law (Mẹ Chồng, di Lý Minh Thắng) e Bạn Gái Tôi Là Sếp.

Jail Bait parla di liceali moderne, The Girl From Yesterday narra di ragazze adolescenti e dei loro innocenti primi amori negli anni Novanta; The Tailor è la storia di una stilista degli anni Sessanta che viaggia nel tempo fino alla moderna Saigon per imparare a realizzare il costume tradizionale áo dài; Mother-In-Law narra di un conflitto tra una donna e le sue nuore negli anni Cinquanta, mentre Bạn Gái Tôi Là Sếp è la vicenda di una giovane impiegata in competizione con il suo fidanzato per una promozione.

Oltre al fatto che una grossa fetta del pubblico cinematografico vietnamita è costituita da giovani donne, una delle ragioni di questa tendenza incentrata sul femminile è che ci sono più talenti tra le giovani attrici che tra gli attori maschi. Oltre a dive di serie A come Miu Lê, Veronica Ngô e Thanh Hằng, o una grande promessa come Ninh Dương Lan Ngọc, ci sono anche attrici esordienti che, come Kaity Nguyễn e Hoàng Yến Chibi, o anche Tháng Năm Rực Rỡ, sono perfettamente in grado di sostenere da sole il peso di tutto il film.

Una delle maggiori sfide che i produttori vietnamiti stanno attualmente affrontando è la riduzione dei prezzi dei biglietti. A partire dalla metà di luglio 2017, la CGV Cinemas – vale a dire la principale catena di esercenti del paese – ha deciso di modificare la politica dei prezzi incentivando le campagne promozionali. Il prezzo medio del biglietto è così passato da circa 100.000 VND (4,4 US$) a 45.000 VND (2,2 US$) in determinate sale e in certe fasce orarie. Per sostenere la concorrenza, altre catene di esercenti come Galaxy, BHD e Lotte, hanno fatto lo stesso, riducendo il prezzo di ingresso da una media di 80.000 VND (3,5 US$) a 35.000 VND (1,5 US$).

The Girl from Yesterday è stato la prima “vittima” di questa politica: con un milione di biglietti venduti ha fatto incassi per circa 55 miliardi di VND (2,42 milioni di US$), mentre nel 2015, Sweet 20 al raggiungimento del milione di biglietti aveva guadagnato circa 90 miliardi di VND (3,95 milioni di US$). Nel complesso The Girl From Yesterday ha comunque realizzato al botteghino la bella cifra di 76 miliardi di VND (3,3 milioni di US$), sebbene dall’esempio di cui sopra si possa capire che se il film fosse uscito in sala appena un anno prima avrebbe generato incassi decisamente superiori.

Un’altra “vittima” della nuova politica dei prezzi è stato The Tailor. Già nel 2016 Veronica Ngô Thanh Vân aveva pianto alla conferenza stampa per la presentazione del suo film Tấm Cám: Chuyện Chưa Kể, perché la CGV si era rifiutata di portarlo in sala dopo un mancato accordo sulla ripartizione dei profitti. Stavolta, malgrado la CGV abbia accettato di distribuire The Tailor, la regista ha fatto notare che il nuovo prezzo dei biglietti imposto dalla CGV ha danneggiato il suo film il quale, al raggiungimento di 1,5 milioni di ingressi (più di Tấm Cám), ha incassato solo 60 miliardi di VND (2,63 milioni di US$), mentre Tấm Cám ne aveva guadagnati 70 (3,07 milioni di US$).

Ci sono stati film piccoli che hanno fatto profitti minimi, come Alley of Love (Xóm Trọ 3D), opera prima del regista Hoàng Tuấn Cường e adattamento di una pièce comica su un gruppo di gay che vivono tutti insieme in una piccola comune, Little Sunshine 2 (Nắng 2), diretto da Đồng Giao, su un detenuto che rapisce una ragazza ritardata che vende biglietti della lotteria e una tassista, e le costringe a portarlo in ospedale, e Ngày Mai Mai Cưới.

La maggior parte degli altri film a basso budget sono anche di bassa qualità e danno al pubblico locale una cattiva immagine del cinema vietnamita. Ma anche alcuni film ad alto budget hanno fatto flop al botteghino, come per Lôi Báo, diretto dall’affermato regista Victor Vũ con la collaborazione del coreografo d’azione hollywoodiano Vincent Wang (Doctor Strange). Questo elaborato film d’azione narra di un fumettista malato di cancro il cui cervello viene trasferito in un altro corpo per curarne la malattia, cosa che lo trasforma in un supereroe. Pur avendo alti valori produttivi e scene d’azione mozzafiato, e pur essendo uno dei primi film vietnamiti di supereroi, la pellicola non è comunque riuscita a far presa sul pubblico.

Se nel 2017 ci sono stati diversi film mainstream vietnamiti di successo, le pellicole d’essai e indipendenti hanno fatto ancora molta fatica a trovare un loro pubblico. The Way Station (Đảo của dân ngụ cư, diretto dall’attrice diventata regista Hồng Ánh) e Father and Son (Cha Cõng Con, per la regia dell’esordiente Lương Đình Dũng) sono stati entrambi dei fiaschi al botteghino nazionale pur avendo vinto premi a festival stranieri. Nessuno di questi film è però riuscito a partecipare ai festival internazionali di maggior rilievo. 
Phan Xi Nê