Inseguendo Il Successo: I Film Di Sabu

L’attore che vuole mettersi dietro la macchina da presa è un luogo comune del mondo del cinema, anche se molti attori di Hollywood, da Charlie Chaplin a Clint Eastwood, hanno fatto il salto con grande successo.

In Giappone il numero di attori diventati registi è sempre stato inferiore perché l’industria cinematografica giapponese – così come la stessa società giapponese – tende a incanalare presto le persone in percorsi di carriera e sbarra l’accesso a chi arriva dopo. Nel vecchio studio system si poteva diventare regista solo dopo essere stati assunti come assistente alla regia e alla fine di un periodo di apprendistato. Gli attori che sono riusciti a diventare registi, come Tanaka Kinuyo e Mifune Toshiro, di solito ce l’hanno fatta grazie al peso della loro celebrità.

Questa mentalità era ancora presente quando Sabu (pseudonimo di Tanaka Hiroyuki), un attore che aveva recitato nella commedia horror del 1991 World Apartment Horror del disegnatore Otomo Katsuhiro, decise di dirigere il suo primo film. Kitano Takeshi aveva fatto il salto da attore a regista nel 1989 con il suo primo film Violent Cop (che ha anche interpretato), ma in Giappone lui era già un noto comico e conduttore televisivo.

Sabu all’epoca era molto meno conosciuto, e per lui approdare alla sedia da regista è stato molto più arduo. Inoltre ha reso il tutto ancora più difficile scrivendo da sé la sceneggiatura invece di trovare, come si usa tuttora, una sperimentata opera d’ingegno da filmare, come un manga di successo o un romanzo bestseller. I produttori erano riluttanti a finanziarlo, ma Sabu ha perseverato e nel 1996 ha fatto uscire il suo primo lungometraggio da regista, Dangan Runner.

Nel filmare questa storia di un maldestro rapinatore di banche (Taguchi Tomoro) che si mette a rubare nei negozi e finisce inseguito da un commesso e da uno spacciatore yakuza, Sabu ha messo da parte le convenzioni del poliziesco giapponese per utilizzare l’espediente narrativo più antico della storia del cinema: l’inseguimento. Nelle scene di apertura i tre protagonisti sono impegnati a correre come maratoneti – o piuttosto come personaggi di una vecchia comica dei Keystone Cops. Ma invece di una commedia farsesca, il film diventa uno sguardo penetrante sulle cause della disperazione e della determinazione del terzetto.

Questa combinazione tra azione iniettata di comicità forsennata e dramma più serio basato sui personaggi, che compare in film come Postman Blues (1997), Unlucky Monkey (1998), Monday (2000) e Drive (2001), è diventata la cifra di Sabu – e lo ha caratterizzato come un talento del tutto particolare in mezzo a un’ondata crescente di giovani registi indipendenti giapponesi. I programmatori di festival stranieri hanno iniziato ad accorgersene presto, anche se in patria il riconoscimento è stato più lento a venire. Da allora Sabu ha partecipato a vari festival in tutto il mondo, comprese quattro volte al Festival di Berlino, dove i suoi film hanno vinto un totale di tre premi.

Ma questa combinazione (possiamo anche chiamarla “formula”) ha iniziato anche a rappresentare un limite, con le caratteristiche scene di inseguimento che diventavano meno fresche, più proforma. Nel 2003 Sabu ha abbassato il tiro con Blessing Bell, un road movie insolito interpretato dall’attore feticcio di Kitano, Terajima Susumu, nei panni di un uomo qualsiasi che passa da momenti disastrosi (è incarcerato per un omicidio) a picchi incredibili (la scoperta di un biglietto vincente della lotteria) praticamente senza aprire bocca.

Dopo questo cambio di passo, Sabu si è cimentato con una gran varietà di storie e di temi. The Crab Cannery Boat (2009), tratto da un “romanzo proletario” dei primi anni del XX secolo, descriveva l’ammutinamento contro il tirannico capitano di un peschereccio in forma di stilizzato teatro dell’assurdo, con una critica di fondo alle condizioni del Giappone colpito dalla recessione. Nel 2013 è stata la volta di Miss Zombie, un eccentrico film di zombie ambientato in un mondo in cui i non morti diventano pericolosi solo gradualmente – e dove la protagonista che dà il titolo al film lavora come domestica in una famiglia umana altrimenti normale.

Lo scorso anno, in collaborazione con LDH, un’agenzia di spettacolo operante nel settore dei media (conosciuta specialmente per il gruppo pop giovanile Exile), Sabu ha diffuso Jam, un film in tre parti con attori della scuderia LDH. La storia riguarda ancora una volta tre uomini sotto pressione i cui destini si incrociano, un po’ come Dangan Runner senza corse a perdifiato. A cinquantaquattro anni, Sabu potrebbe avere chiuso il cerchio; invece continua a cercare, a sperimentare – e a sorprendere.
Mark Schilling