L’anno 2018 in Malaysia è stato da caratterizzato da un evento di portata storica per il paese, le 14esime elezioni generali che hanno portato al primo cambio di maggioranza governativa dalla proclamazione d’indipendenza della Federazione, nel 1957. La vittoria della coalizione di opposizione “storica” Pakatan Harapan (PH) contro la coalizione di governo Barisan Nasional (BN) ha portato una ventata di novità e speranza nel paese, in particolare in termini di una campagna di lotta alla corruzione endemica che aveva caratterizzato la lunga tenitura del potere da parte dell’ex Primo Ministro Najib Razak. La lotta contro lo status quo incancrenito ha immediatamente colpito anche il settore del cinema. Dopo le elezioni di maggio, già a giugno, la Commissione Anti-Corruzione ha messo sotto inchiesta la National Film Development Corporation o FINAS, per allocazione indebita di fondi. L’organismo statale che fornisce supporto alla produzione e produzione del cinema della Malaysia ha visto messe sotto inchiesta probatoria le sue attività e l’amministrazione delle risorse allocate. Ne è risultata la nomina a novembre di un nuovo Consiglio di amministrazione, che include consulenti che rappresentano l’industria cinematografica.
Il travaglio attraversato da FINAS si è riflesso in un rallentamento o inceppamento delle sue attività. I dati sull’andamento del settore cinematografico in Malaysia, pubblicati regolarmente dall’istituzione, sono stati aggiornati solo parzialmente per il 2018. Il che impedisce di intraprendere le considerazioni globali sullo stato di cose dell’industria come in anni precedenti. Si tratta di un impasse che ci si augura solo momentaneo, giacché proprio grazie alle statistiche pubblicate da FINAS, l’industria della Malaysia era ed è la sola in tutto il Sud-est asiatico in cui si possono/potevano condurre ricerche e considerazioni corroborate da dati affidabili.
FINAS ha comunque pubblicato i dati d’incasso relativi ai film nazionali usciti nel 2018, fornendo così alcuni importanti spunti di riflessione sull’evoluzione creativa e commerciale dell’industria locale. Il dato saliente che balza subito agli occhi è il raddoppiamento degli incassi complessivi su base annuale per le produzioni nazionali. Infatti, i 59 film repertoriati nel 2017 avevano totalizzato un incasso complessivo intorno ai 56,8 milioni di ringgit (12,4 milioni di euro o 13,9 milioni di dollari statunitensi), mentre i 50 classificati per il 2018 ne hanno raccolti 120,3 (ovvero 26,3 milioni di € o 29,4 milioni di $). Un ritorno di fiamma per il cinema locale che è stato considerevolmente carburato dall’esplosivo successo di due pellicole uscite lo scorso agosto. La prima è stata Hantu Kak Limah di Mamat Khalid, nuovo episodio della saga su zombi e spettri che infestano il Villaggio delle Banane dal 2007, anno di produzione di Zombi Kampung Pisang. Il film di Mamat Khalid ha totalizzato un incasso superiore ai 36 milioni di ringgit (pari a 7,8 milioni di € o 8,8 milioni di $). Una cifra che risulta enorme se si pensa che il precedente record si attestava sui 18 milioni di ringgit, esattamente la metà di quanto totalizzato da Hantu Kak Limah. Ma è stato un record che è durato poco, visto che l’uscita a fine mese di Munafik 2 di Syamsul Yusof, seguito dell’horror campione d’incassi 2016, è riuscita ad alzare l’asticella del primato a 37 milioni di ringgit (circa 8 milioni di € o 9 milioni di $). E se questi due titoli hanno polverizzato tutti i precedenti record d’incassi per i film nazionali, non è da sottovalutare l’esito a novembre di Polis Evo 2 di Joel Soh e Andre Chew, attestatosi a quasi 16 milioni di ringgit (l’originale Polis Evo, detentore del record d’incassi assoluto nel 2015 aveva totalizzato 17,7 milioni). E si dovrebbe pure aggiungere il caso di un’uscita di settembre, Paskal: The Movie di Adrian Teh, che FINAS non include nei suoi dati annuali, ma che attesta in quelli assoluti dei più grandi incassi di sempre al terzo posto, con un totale di circa 30 milioni di ringgit (6,5 milioni di € o 7,3 milioni di $).
Le considerazioni che si traggono da questi dati sono abbastanza ovvie. Il pubblico del prodotto in lingua malese è tornato a sostenere i film locali in grandi numeri. Ma il successo senza precedenti di un paio di pellicole assomma a più della metà del totale degli incassi per i prodotti nazionali. Si tratta di un esito che si allinea su tendenze a livello globale, che vedono una manciata di titoli imporsi sui mercati nazionali, monopolizzando una fetta più che consistente del profitto degli incassi. E in Malaysia, come altrove, questa tendenza si allinea al trend globale che favorisce la serializzazione. La produzione di lingua malese è vigorosamente dominata dal fenomeno dei seguiti e il successo che hanno riscontrato nel 2018 induce a pensare che nei mesi a venire nuovi capitoli delle saghe più popolari entreranno di certo in produzione.
Il corollario meno incoraggiante di questo fenomeno è invece la scarsa attrattiva presso il pubblico locale dei film che, pur percorrendo le strade del genere, propongono percorsi quanto meno più originali. Un buon esempio lo offre l’intenso thriller sociale One Two Jaga di Nam Rom, che fece la sua prima mondiale al FEFF 2018: uscito a settembre, ha incassato all’incirca 340.000 ringgit (€74.000 o $83.000). Vedremo come andrà quest’anno alla nuova scommessa in prima mondiale al FEFF, il dramma poliziesco al femminile Motif di Nadiah Hamzah.
Paolo Bertolin