Mettersi in luce: i film thailandesi nel 2019/20

Una caratteristica distintiva del 2019 è stata, per le produzioni locali, l’affermazione di strumenti di distribuzione alternativi, che spaziano dai cinema d’essai ai canali Netflix e che rappresentano finalmente per i cineasti locali, sia commerciali che indipendenti, una maggiore possibilità di accedere al mercato nazionale, e un ampliamento delle opportunità per i cineasti stessi.
Tuttavia, per nessun regista è facile lavorare con continuità, anche perché c’è moltissima gente che fa film. La situazione è diventata ancora più difficile con lo scoppio dell’epidemia di Covid-19, che ha provocato il blocco totale e il coprifuoco per quasi tre mesi, dal 17 marzo al 31 maggio 2020. Tutte le sale cinematografiche sono state chiuse e le lavorazioni interrotte. In che modo questo influirà sul futuro dell’industria cinematografica è ancora da vedere.

I film di produzione locale usciti in sala lo scorso anno sono stati 59, rispetto ai 48 titoli dell’anno precedente; ma questa cifra include le finestre di uscita brevi e limitate di opere minori, alcune delle quali hanno avuto solo una proiezione giornaliera per una settimana. Grazie all’incremento dei cinema indipendenti e d’essai – cinque nella sola Bangkok, con una capienza che varia da 50 a 200 posti – ci sono più spazi di programmazione per film locali e stranieri, e persino i film realizzati da studenti hanno accesso alla distribuzione.

Com’era prevedibile, la società GDH ha ottenuto i risultati migliori dell’anno, confermando la sua lunga tradizione di opere di qualità. I tre titoli usciti hanno scalato i vertici della classifica del botteghino: Tootsies & The Fake (di Kittiphak Thonguam), Friend Zone (di Chayanob Boonprakob) e Happy Old Year (di Nawapol Thamrongrattanarit). Tootsies & The Fake è l’adattamento dell’omonima serie televisiva di successo incentrata sulle vite di un gruppo di amici transgender e descrive in dettaglio cosa succede quando uno di loro mette temporaneamente fuori gioco una superstar thailandese. Tootsies & The Fake è diventato facilmente il film locale più redditizio dell’anno.

Friend Zone, che si è piazzato al secondo posto nelle classifiche di fine anno, racconta di una relazione amorosa tra due ex migliori amici, che devono mettere fine ai loro conflitti. È una vicenda semplice ma che raramente è stata affrontata sul grande schermo. La GDH ha previsto che il film sarebbe andato bene sul mercato asiatico e ha girato il film in diversi paesi dell’Asia per accrescere le sue possibilità.
Happy Old Year, settimo lungometraggio di Nawapol Thamrongrattanarit, mette in scena il dolore segreto provato da una giovane progettista d’interni a causa dei ricordi del suo ex ragazzo. La messa in scena minuziosa del film e il dialogo poetico hanno diviso il pubblico in due gruppi: quelli che lo hanno adorato e quelli che lo hanno odiato. Le critiche contrastanti hanno attirato gli spettatori, che volevano farsi un’opinione tutta loro.  

La società cinematografica più attiva dell’anno è stata la M Pictures, distributore e braccio produttivo di Major Group, il principale operatore cinematografico thailandese, che opera anche in altri territori indocinesi come la Cambogia. Major Group investe in tre case di produzione: M39, Transformation Film e CJ Major. A volte la M Pictures co-produce buoni film rivolti a un pubblico locale, come Khun Phaen Begin, il settimo lungometraggio di Kongkiat Komesiri, un regista ben noto agli appassionati del FEFF. Il film è il remake di una celebre opera letteraria thailandese su un triangolo amoroso e questa nuova versione, nonostante siano stati scelti due esordienti per i ruoli principali, ha attirato l’attenzione del pubblico locale ed è andata bene al botteghino.

Anche la M39 ha prodotto alcuni film rivolti al pubblico locale che hanno avuto successo al botteghino. La commedia Bikeman 2, diretta da Prueksa Amaruji, racconta la vita di un giovane che vuole diventare un banchiere, ma deve  sbarcare il lunario gestendo un servizio di mototaxi. On Zon De, di Theeradej Saphanyou, illustra la vita e la cultura del Nord-Est attraverso i conflitti amorosi di tre amici maschi. Il dramma urbano Heartbeats di Jate Boonyoprakarn parla di un quarantenne maniaco del lavoro che perde la moglie e incontra una ragazza che lo guida verso una nuova vita. Quando scopre che alla ragazza è stato trapiantato il cuore della moglie, scappa via.

Altre due consociate di Major Group, Transformation Film e CJ Major, sono rinomate per le loro proposte di qualità in quanto produttori di registi affermati come Wisit Sasanatieng (Le lacrime della Tigre Nera, 2000) e Nonzee Nimibutr (Nang Nak, 1999; Jandara, 2001). Sasanatieng ha esercitato la sua creatività con Krasue: Inhuman Kiss (di Sittisiri Mongkolsiri), presentato al FEFF nel 2019, mentre Nimibutr ha prodotto Tee Shot Ariya Jutanugarn (di Tanawat Iamjinda), un film biografico incentrato sulla storia di una campionessa thailandese di golf che è stata allenata dal padre.
Anche la CJ Major, una joint venture con la coreana CJ Entertainment, ha prodotto opere di registi famosi, ma talvolta è necessario che i loro film siano remake di titoli sudcoreani. Dopo aver trasformato Miss Granny di Hwang Dong-hyuk in Suddenly 20 (di Araya Suriharn, 2016), due anni fa la società è diventata più attiva e ha inserito tre titoli in listino. La commedia romantica Love Battle (di Wirat Hengkhongdee) descrive le scaramucce tra due persone che non hanno fiducia nel loro amore. Il noto regista Chookiat Sakveerakul si è ispirato alla relazione omosessuale proibita di Bungee Jumpting of Their Own di Kim Dae-seung per raccontare il rapporto tra un insegnante e uno studente in Dew, che ricorda il suo famoso film gay Love of Siam, pur essendo più complesso. All’inizio di quest’anno la CJ Major ha preso la storia d’amore coreana più conosciuta in Thailandia, The Classic di Kwak Jae-Young, e l’ha rielaborata con il titolo Classic Again, ma l’uscita è stata bloccata dall’epidemia di Covid-19.

Gli storici studios thailandesi Sahamongkol Film e Five Star Production sono rimasti relativamente inattivi. Il primo ha realizzato tre film (Morlam Mania, Sisters e Necromancers 2020) e il secondo solo uno (Pee Nak); sono tutti horror eccetto Morlam Mania, a tema locale. Prachya Pinkaew, ex icona delle arti marziali, ha spostato la sua attenzione sui racconti del terrore con Sisters, la storia di una mostruosa testa femminile volante; ma l’unico successo della Sahamongkol è stato il sequel del blockbuster horror Necromancers (Piyapan Choopetch, 2005). Anche la Five Star ha realizzato due sequel di commedie horror, Pee Nak e Pee Nak 2, su un gruppo di amici che vivono un’avventura in un tempio abbandonato.

In generale, il cinema thai è essenzialmente un cinema di generi e nell’ultimo decennio ne sono emersi diversi, con l’horror e la commedia ai primi posti. Ma un certo eclettismo è altrettanto tipico, nel cinema thailandese: i generi cinematografici sono spesso mescolati, elemento questo che può svolgere un ruolo significativo per raggiungere il mercato di riferimento. Ad esempio, la commedia romantica va per la maggiore tra i cinefili di città, mentre il pubblico provinciale preferisce un prodotto più facilmente accessibile. Di conseguenza, la commedia a volte si intreccia con l’horror, come in Pee Nak della Five Star Production. Inoltre, i film con temi tipici del Nord-Est hanno bisogno di una combinazione di commedia e drammaticità per avere successo in quella regione.

Spesso sono sequel e adattamenti a costituire la base dei film. Tootsies & The Fake è ispirato a una trasmissione televisiva di successo, Bikeman 2 e Necromancers 2020 sono sequel. L’impronta autoriale al giorno d’oggi sembra priva di significato, anche per figure esperte come Prachya Pinkaew e Nonzee Nimibutr: entrambi hanno dovuto rivolgersi a società nuove per realizzare i loro progetti. Pen-ek Ratanaruang è diventato indipendente e ha aperto una sua casa di produzione. In un simile contesto, ben pochi sono i nuovi registi che sono riusciti a emergere rispetto ai tempi del Nuovo Cinema Thailandese, alla fine del secolo scorso.
Un’eccezione è rappresentata dalla squadra di registi della GDH. Nattawut Poonpiriya (Countdown, Bad Genius) sembra essere quello di maggiore successo e il suo ultimo progetto, ancora senza titolo, sarà co-prodotto da Wong Kar-wai. È anche co-regista, insieme a Jon M. Chu (Crazy Rich Asians), del progetto targato Netflix sul famoso salvataggio da una grotta in Thailandia.

Netflix sta investendo attivamente nel cinema thailandese, in termini sia di acquisizione di vecchi film, sia di finanziamento di nuovi titoli, oltre alla produzione di mini-serie targate Netflix Original. Una delle prime produzioni, The Stranded, che descrive nel dettaglio la vita di un gruppo di persone in lotta per la sopravvivenza in una strana isola colpita da uno tsunami, è stata coprodotta dal regista veterano Ekachai Eukrongtham (Beautiful Boxer) e diretta da Sophon Sakdapisit (Coming Soon, Laddaland). Durante il lockdown dettato dal Covid-19, Netflix ha messo prontamente online titoli appena usciti in sala come Tee Shot Ariya Jutanugarn e Happy Old Year.

Alcuni registi affermati hanno deciso di investire su se stessi e realizzare film controcorrente. Tom Waller ha utilizzato la sua posizione di residente thailandese per realizzare in fretta The Cave, il primo film sul salvataggio della squadra rimasta intrappolata in una grotta, prima che venisse sommerso dalle polemiche. Anche Jaz Siam, regista veterano degli anni Settanta, ha finanziato di tasca propria il suo ultimo film, Snake, adattamento di un pluripremiato romanzo. In precedenza, Siam aveva realizzato oltre 20 pellicole commerciali in vent’anni per la Five Star Production.   

All’inizio di quest’anno Tai Major, una nuova joint-venture tra due magnati del cinema della famiglia Poolvoraruk, sembrava promettere bene. Wicha Poolvoraruk è il proprietario degli esercizi del Major Group mentre Wisoot Poolvoraruk ha apportato molti cambiamenti all’industria cinematografica thailandese, in quanto forza motrice dei film per adolescenti degli anni Novanta e dei film commerciali di qualità realizzati dalla GDH negli anni Duemila.
La speranza è che la nuova società possa apportare cambiamenti positivi nei prossimi anni.
Anchalee Chaiworaporn