Spirito indipendente: intervista con Watanabe Hirobumi

Nato nel 1982 a Otawara, nella prefettura di Tochigi, Watanabe Hirobumi si è laureato in letteratura giapponese e, dopo la laurea, è entrato alla Japan Academy of Moving Images. Il suo progetto di diploma, il film di 41 minuti The Light Pig of August (Hachigatsu no Karui Buta), ha ricevuto il Grand Prix al Fuji Film Lovers Festa, oltre ad altri riconoscimenti. 

Nel 2013, insieme al fratello Yuji, compositore di musica per film, ha creato la Foolish Piggies Films nella sua città natale di Otawara. La loro prima produzione è stata anche l’esordio nel lungometraggio di Watanabe, And the Mud Ship Sails Away..., che è stato presentato alla 26a edizione del Tokyo International Film Festival ed ha avuto diverse proiezioni fuori dal Giappone. Il film è uscito nelle sale giapponesi nel dicembre 2014. 
Il suo secondo film, 7 Days, ha vinto il premio come miglior film nella sezione Japanese Cinema Splash del 28° Tokyo International Film Festival. È stato invitato a diversi altri festival e ha vinto il Nippon Vision Jury Award alla 17a edizione del festival Nippon Connection. In seguito Watanabe ha girato almeno un film all’anno, sempre con il fratello Watanabe Yuji come autore della colonna sonora e Bang Woo-hyun come direttore della fotografia. 

Tuttavia, per il suo film più recente, I’m Really Good (2020), Watanabe ha fatto anche da cameraman. Questo è anche il suo primo titolo nel quale non appare sua nonna, deceduta lo scorso anno all’età di 102 anni. 
Dopo quasi un decennio di coerenza, più o meno con le stesse persone davanti e dietro la cinepresa, la carriera di Watanabe sembra essere arrivata a una svolta. 


– Cosa pensa della sezione del FEFF su Watanabe Hirobumi?

Siamo davvero felici e molto sorpresi che il FEFF presenti una sezione dedicata alla Foolish Piggies Films. I quattro film che saranno proiettati – Party ‘Round the Globe (2018), Life Finds a Way (2018), Cry (2019) e I’m Really Good (2020) – sono tutti film importanti per noi e io sono profondamente onorato che il nostro ultimo film, I’m Really Good, che abbiamo realizzato insieme a dei bambini giapponesi, sia stato selezionato dal FEFF per la sua prima mondiale. Desidero esprimere il mio ringraziamento allo staff, agli attori, ai bambini che hanno interpretato il film e a tutte le persone collegate con il festival di Udine. 


– È un peccato che quest’anno non potrà venire a Udine. 

È davvero un dispiacere non poter venire in Italia a causa della crisi mondiale dovuta al coronavirus. L’Italia è un paese che vogliamo visitare da molto tempo, un paese che ha dato i natali a molti grandi artisti del cinema che amiamo e ammiriamo. Adoriamo Federico Fellini, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Sergio Leone, Dario Argento, Giulietta Masina, Marcello Mastroianni, Carlo Di Palma, Nino Rota ed Ennio Morricone. Il fatto che i nostri film vengano presentati in un paese così presente nel nostro immaginario è per noi una fortuna, e non c’è altra parola che potremmo usare. Speriamo che al pubblico udinese e italiano piacciano i quattro bizzarri piccoli film giapponesi che abbiamo realizzato.  


– Lei appare in tutti i suoi film eccetto il primo. Eppure, chi sia il “vero” Watanabe Hirobumi rimane ancora un mistero. Attraverso queste maschere diverse sta forse cercando di esprimere qualcosa riguardo all’imprevedibilità degli esseri umani? O si tratta solo di uno dei suoi metodi comici? 

Nei nostri film uno degli elementi principali è il quesito su cosa siano gli esseri umani. Quanto più ci si interroga sull’esistenza umana, quanto più si cerca di conoscerla e comprenderla, tanto più strana e sconcertante diventa. Non è mai possibile avere il controllo su di essa; l’esistenza umana è un soggetto affascinante, sia in senso positivo che negativo. Interrogarsi in questo senso è un lavoro estremamente duro e complicato, un lavoro infinito, ma non c’è nulla di più interessante da fare. 
Ho iniziato a recitare nei miei film con 7 Days, il secondo titolo della Foolish Piggies Films. Quando ero giovane volevo diventare attore e per questo feci un esame di selezione per la Mumeijuku, la scuola di recitazione diretta da Nakadai Tatsuya, l’attore noto per il suo lavoro nei film di Kurosawa Akira. Ma ho fallito miseramente. Pensando di non avere alcuna abilità per fare l’attore, in seguito mi sono messo a studiare per diventare regista, senza alcun progetto di recitare in un film o in un dramma teatrale. Poi ho fondato un collettivo per produrre film con mio fratello Watanabe Yuji, che è un compositore. Per continuare a realizzare film indipendenti, sentivo la necessità di partecipare come attore ai film che dirigevo. Così risultava più facile convincere la mia famiglia e i miei amici a parteciparvi. 


– Cosa pensa della sua recitazione?

Abbiamo avuto preoccupazioni e stress, e abbiamo affrontato diversi ostacoli, ma alla fine siamo riusciti a ottenere molti ottimi risultati per il nostro collettivo di produzione con la mia partecipazione come attore nei nostri film. In fin dei conti sono un regista e, per essere onesto, fa paura essere chiamato a recitare o a fare il comico. Per fortuna, recentemente ho avuto maggiori possibilità di essere scritturato come attore in film di altri registi, e questo mi rende felice, ma mi fa anche capire quanto strana sia la vita. Mi piace stare sul set di film che non sono i miei. Osservare altri registi all’opera mi ha fatto imparare molto. Quando vengo scritturato, spesso è per farmi fare il ruolo di un lottatore di sumo, di un cattivo o di uno svitato. Mi piacerebbe continuare a recitare al cinema, avendone la possibilità. 
Come regista, sono sempre ansioso di incontrare nuovi attori. Quando interpreti noti a tutti appaiono nel tuo film, il pubblico può guardarlo con una certa fiducia e puoi contare su solidi risultati al botteghino. Ma ho sempre voglia di usare attori che nessuno conosce, persone che possono anche non essere attori professionisti: spesso hanno qualcosa di interessante a livello umano. Cerco sempre di tenere gli occhi aperti per trovare qualche meraviglioso nuovo talento. 


– Suo fratello Yuji scrive la musica di tutti i suoi film. In che modo lavorate insieme? 

Il compositore delle musiche Watanabe Yuji e il direttore della fotografia Bang Woo-hyun sono entrambi membri della Foolish Piggies Films e sono persone di cui mi fido ciecamente quando realizzo un film. Non è esagerato dire che sono gli amici di cui mi fido maggiormente al mondo e gli artisti di cui rispetto maggiormente il lavoro. I film della Foolish Piggies Films non sarebbero mai nati senza di loro e insieme a loro posso continuare a realizzare film in libertà. 


– Parla dei film con suo fratello? 

Parlo spesso di cinema con Yuji. Discutiamo di qualunque cosa, dalle idee per nuovi film alle nostre impressioni su titoli che abbiamo visto. Naturalmente abbiamo diverse volte opinioni divergenti mentre realizziamo film, ma non ho quasi alcun ricordo di noi due che ci scontriamo o litighiamo. Come compositore Yuji si impegna a fondo. Ha una conoscenza molto vasta della musica, e un’inesauribile scorta di tecniche che gli consentono di esprimersi dal punto di vista musicale. Il suo alto livello di abilità tecniche gli permette di fare un lavoro sofisticato, e da lui ho imparato molto.  


– Come viene ideata la musica dei vostri film? 

Scrivere la musica per un film è una sfida; noi esaminiamo e discutiamo a fondo le varie possibilità su come possiamo utilizzarla per dare vitalità al film. Più film realizziamo, più rigidi ed esigenti diventiamo con il nostro lavoro. 


– Che rapporto ha con la sua città natale, Otawara? È un eroe locale o la gente continua a fraintenderla? Ha difficoltà a ricevere sostegno dal governo? 

Come si vede in Life Finds a Way, non riceviamo alcun sostegno dal governo, ma la gente ha già collaborato con noi. Gli abitanti di Otawara sono apparsi nei nostri film, ci hanno permesso di girare in esterni, hanno risposto alle nostre domande mentre facevamo ricerche e ci hanno aiutati con le riprese. Siamo davvero grati alla popolazione di Otawara. Sotto questo aspetto, il rapporto tra Otawara e la Foolish Piggies Films è forte. 
Ma se vuole sapere se sono diventato un eroe locale a Otawara, la risposta sfortunatamente è no. Quando faccio una passeggiata a Otawara mi bersagliano con commenti irrispettosi del genere “Signor Watanabe, per favore, faccia film più facili da capire”. Il che mi fa pensare “Stai zitto, idiota”; ma allo stesso tempo mi piace la sensazione di trovarmi a Otawara. A volte però mi piacerebbe veramente prendere qualcuno a calci nel sedere. Molti a Otawara non hanno ancora visto i miei film, quindi devo continuare a insistere in modo che un maggior numero di persone li veda.  


– La preoccupa che il cinema indipendente possa sparire a causa della crisi mondiale? Cosa bisogna fare perché il cinema indipendente giapponese possa sopravvivere? 

Mi preoccupo ogni giorno dell’effetto che la crisi mondiale del coronavirus avrà sul cinema nel suo complesso. Tutti sono preoccupati, credo. Ma gli esseri umani hanno attraversato grosse crisi diverse volte nel corso della storia, e le forme di espressione artistica hanno continuato a nascere a dispetto della gravità di tali crisi. È una cosa dimostrata più e più volte nella storia dell’umanità e nella storia dell’arte. La preoccupazione e l’ansia riguardo la sparizione del cinema indipendente giapponese sono aumentate durante l’attuale crisi dovuta al coronavirus, ma i problemi del cinema giapponese non collegati a questa crisi sono presenti già da un po’ di tempo. Non posso dire in poche parole ciò di cui hanno bisogno i film indipendenti giapponesi per sopravvivere. 


– Com’è stata colpita la Foolish Piggies Films? 

Parlando di noi, continuiamo a realizzare nuovi film, anche mentre sto dando questa intervista. Da quando abbiamo creato la Foolish Piggies Films sette anni fa, abbiamo prodotto sette titoli, tutti indipendenti e realizzati senza la garanzia che sarebbero stati distribuiti. Come siamo stati in grado di continuare a realizzare titoli indipendenti senza che nessuno ci chiedesse di farlo, senza che ci fosse alcuna aspettativa nei nostri confronti e senza la prospettiva di realizzare guadagni o vedere le nostre opere distribuite? Beh, ci sono sempre film che vogliamo girare, un sacco di cose che vogliamo dire e nuove forme espressive che vogliamo sperimentare. Per questo pensiamo sempre a come realizzare questo genere di film. 
È importante per il mondo cinematografico nel suo complesso la ricerca di modi per superare le crisi e sopravvivere; tuttavia, se parlo per me stesso come artista, credo che in fin dei conti sopravvivere o meno sia più un problema per il cineasta a livello individuale che per il mondo del cinema nella sua totalità. Se sei un regista può capitarti di affrontare diverse crisi, ma finché hai un corpo e una cinepresa puoi continuare a girare film e fare in modo che vengano visti, in un modo o nell’altro.    
Quello che deve sparire sparirà e quello che non deve sparire non sparirà. Ciò che non deve sopravvivere non sopravvivrà e ciò che deve sopravvivere sopravvivrà. Come chi è in qualche modo sopravvissuto ai margini dell’universo cinematografico, sono preoccupato di poter sparire domani. Intanto, come individuo, ho combattuto per continuare a realizzare film. 


– Crede che Otawara sarà sempre al centro dei suoi film? O pensa di cambiare direzione, girando ad esempio dei film all’estero?

Otawara, nella prefettura di Tochigi, è il luogo in cui sono nato e cresciuto, il luogo in cui vivono i miei amici e la mia famiglia, ed è per questo che Otawara è un elemento importante dei miei film. Ma è un po’ un’esagerazione dire che sarà il mio “argomento per l’eternità”. La ragione principale per la quale ho continuato a girare a Otawara è la mia nonna ormai scomparsa, Hirayama Misao, con la quale ho vissuto per 38 anni. Il desiderio di lasciare dei film come prova che lei ha vissuto è stato la base di tutte le opere della Foolish Piggies Films fino a poco tempo fa. Lei era presente in tutti i nostri sei film a partire da And the Mud Ship Sails Away... fino a Cry, ma è mancata nel 2019 all’età di 102 anni. 
Dopo la morte della mia amata nonna ho pensato a come cambiare, un po’ alla volta, le storie girate dalla Foolish Piggies. È una cosa che dobbiamo fare. 


– E per quanto riguarda I’m Really Good

I’m Really Good, la cui prima mondiale si terrà al FEFF, è per noi un inizio completamente nuovo, e in questo senso si tratta di un film importante. La Foolish Piggies continuerà a realizzare nuovi titoli seguendo le orme tracciate dalla storia del cinema e imparando da essa. Mi piacerebbe anche girare fuori dal Giappone. 
Spero che il coronavirus venga sconfitto quanto prima e che venga presto il giorno in cui potremo realizzare nuovi film di un genere che nessuno ha mai visto prima, e che ci si possa associare a diversi tipi di persone che hanno diversi valori nazionali. Da questo punto di vista, è veramente un peccato che io abbia dovuto abbandonare l’idea di venire in Italia a causa del coronavirus. Avevo voglia di incontrare il pubblico che sarebbe venuto a vedere i nostri film e di mescolarmi ad altra gente del mondo del cinema. Ho anche sentito dire che il cibo e il vino al FEFF sono i migliori al mondo!
Continuerò a cercare di migliorare il mio lavoro affinché i miei film e io possiamo essere invitati a Udine, e non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui finalmente potrò incontrare tutti voi!
Mark Schilling