Classici restaurati

Anche quest’anno la portata del movimento di restauro cinematografico attuale viene messa in luce dal programma di classici restaurati del Far East Film Festival. Dai proprietari di cineteche ai distributori stranieri agli archivi statali, i responsabili della conservazione e della presentazione del patrimonio cinematografico sono impegnati a far sì che opere grandi e piccole ottengano l’attenzione che meritano. E per gli appassionati di cinema di tutto il mondo, questo significa di poter prendere con sempre maggior facilità film immacolati da scuri corridoi o vederli a casa in HD; i giorni in cui i fanatici del cinema cercavano affannosamente i duplicati video o aspettavano di imbattersi in copie malconce sono ormai per molti un lontano ricordo.

Mai come quest’anno la sezione dei classici restaurati del Far East Film è stata così vasta. Dal Giappone abbiamo l’horror sadico Audition (1999) di Miike Takashi, il cult truculento Battle Royale Director’s Cut (2000) di Fukasaku Kinji e il noir sulla yakuza del 1964 Pale Flower [conosciuto in Italia anche con il titolo Fiore secco] di Shinoda Masahiro. Il cinema di Hong Kong è rappresentato dallo sfrenato fantasy d’azione di Johnnie To The Heroic Trio (1993) e dal suo sequel post-apocalittico Executioners (1993), per la regia di To e Ching Siu-tung, e inoltre dal thriller automobilistico ambientato in Giappone Initial D (2005) di Andrew Lau e Alan Mak. A completamento del programma c’è The Swordsman of All Swordsmen (La mano vendicatrice continua ad uccidere, 1968) di Joseph Kuo, una pietra miliare del cinema wuxia. 

Gli sforzi compiuti per restaurare i sette film in programma sono stati di diversa natura, per portata e tipo di intervento. Nel caso di Audition, ad esempio, il distributore britannico indipendente Arrow Films ha condotto un restauro esclusivo. L’interpositivo originale in 35mm è stato scannerizzato in 2K con una ArriScan 4K con registrazione a pin e la correzione del colore è stata effettuata con il Nucoda Film Master della Digital Vision, e migliaia di macchie di polvere, residui e graffi sono stati rimossi attraverso strumenti per il restauro digitale. La stabilità delle immagini è stata migliorata e così come le fluttuazioni di densità. Le colonne sonore originali sono state invece trasferite e mixate a partire dalle bande magnetiche originali dalla Coproduction Office in Francia prima di essere adattate e restaurate alla Deluxe Restoration di Londra. 

A Taipei, il Taiwan Film and Audiovisual Institute è intervenuto per dare una rinfrescata a The Swordsman of All Swordsmen come parte del suo programma di restauro a lungo termine. L’archivio ha restaurato il film in 2K a partire dal materiale originale in 35mm ma per farlo, diverse questioni meritavano attenzione: la pellicola aveva, in alcuni punti, delle sbiaditure, piccole macchie di sporcizia e una quantità uniforme di piccoli graffi e polvere sul lato destro dei fotogrammi. In più, c’erano segni di colla che compromettevano ogni inquadratura. Eliminando le macchie di colla, gran parte della deformazione delle immagini, delle differenze cromatiche e dei difetti sono però stati risolti. 

Nel caso di Executioners e Initial D, il proprietario Media Asia ha sottoposto i film a un restauro in 4K attraverso gli uffici di Hong Kong del laboratorio specializzato L’Immagine Ritrovata che ha sede a Bologna, mentre la correzione del colore è stata gestita dalla One Cool Production di Hong Kong. Tutti gli sforzi compiuti per adattare i film alle proiezioni sul grande schermo e in video vengono ora ripagati. Negli Stati Uniti, dove The Heroic Trio era un tempo il caposaldo delle serie commerciali della metà degli anni Novanta, il film è ritornato in sala lo scorso marzo per delle proiezioni speciali. Ora che rientrano anche nei circuiti festivalieri, questo e molti altri film potranno essere presentati nella miglior luce possibile.
Tim Youngs