Un anno sconfortante: il cinema malaysiano nel 2021

A causa delle prolungate chiusure delle sale dovute alla pandemia del Covid-19, il 2021 è stato un anno persino peggiore del 2020 per l’industria cinematografica della Malaysia. Stando ai dati ufficiali pubblicati da Finas, l’istituzione nazionale per lo sviluppo e la promozione dell’industria cinematografica nazionale, solo otto produzioni locali hanno conosciuto un’uscita in sala durante tutto l’anno. Con uscite concentrate in due brevi finestre ad inizio primavera e a fine anno, gli otto titoli in questione hanno raccolto un incasso complessivo pari a 1,21 milioni di ringgit (pari a circa 241.000 € o 267.000 US$). Per un veloce raffronto, nel 2020, erano stati 23 i film nazionali ad aver trovato distribuzione (di cui ben 16 arrivati in sala prima dello scoppio della pandemia) per un incasso cumulativo di 16,23 milioni di ringgit (equivalenti a circa 3,49 milioni di € o 3,87 milioni di US$). 

Si tratta di cifre devastanti che hanno fortemente colpito un comparto che negli anni pre-pandemia aveva conosciuto una costante espansione, anche in termini di ampliamento del parco sale e dei posti a sedere disponibili sul territorio nazionale. Un’espansione che è esplosa come una bolla a fronte del contenimento della pandemia, con tutti i suoi correlati. Perché in Malaysia, come altrove, ma con particolare vigore nel Sud-Est asiatico, si è assistito ad una migrazione del prodotto cinematografico verso lo streaming che ha velocizzato e rafforzato tendenze già in atto. In Malaysia, del resto, già da diversi anni, la rete satellitare Astro era in grado di offrire nel suo pacchetto premium gran parte delle uscite nazionali circa due settimane dopo l’uscita in sala. Questa finestra di sfruttamento in sala già molto breve ha sicuramente contribuito a facilitare una fuga verso il web, da parte delle produzioni come del pubblico; una fuga che rischia di minare il sistema cinema del paese. Perché se il pubblico di Kuala Lumpur è accorso in frotte, come nel resto del mondo, a vedere Spider-Man: No Way Home, dando respiro al settore dell’esercizio, non sembra che il rapporto con il prodotto locale si sia ristabilito. I primi dati del 2022, riferiti a gennaio e febbraio, periodo del Capodanno cinese, di solito tra i più lucrativi per il cinema locale, registrano nove uscite con un incasso complessivo di 2,65 milioni di ringgit (pari a circa 571.000 € o 633.000 US$). Certo, già più del totale complessivo del 2021, ma si tratta comunque di cifre irrisorie.

A fronte di questi dati sconsolanti, si possono trovare piccole note di conforto nel riconoscimento verso i titoli più significativi di questo biennio cupo. Dopo lo iato del 2020, il festival nazionale Festival Filem Malaysia si è tenuto nel dicembre 2021, coronando come miglior film Soul (Roh) di Emir Ezwan, che era stato programmato al FEFF 2020, mentre il trofeo come miglior regista esordiente è andato a Zahir Omar per Fly by Night, che era stato a Udine nel 2019. 

E anche sul fronte delle scelte nella corsa per l’Oscar come miglior film internazionale, a cui la Malaysia ha partecipato solo per la sesta e settima volta per le cerimonie 2021 e 2022, il FEFF ha portato fortuna, giacché i titoli prescelti sono stati rispettivamente il succitato Soul e Hail, Driver! (Prebet Sapu) di Muzzamer Rahman, presentato a Udine lo scorso anno. Sul fronte dei riconoscimenti internazionali, ha dato consolazione alla produzione indipendente locale il gran premio della giuria ottenuto al festival di Shanghai da Barbarian Invasion della regista Tan Chui Mui.

E una spinta di rivitalizzazione potrebbe arrivare proprio dalla produzione indipendente, grazie ai primi esiti dei fondi elargiti da MyCreative, l’iniziativa governativa volta a sostenere le industrie creative del paese. Tra i progetti sostenuti, potenzialmente pronti tra il 2022 e il 2023 ci sono sia i nuovi film di autori della new wave digitale, Turtle Poacher di Woo Ming Jin e You Are Here di Yeo Joon Han, sia debutti come l’atteso Tiger Stripes di Amanda Nell Eu e l’esordio alla regia del consumato produttore Leonard Tee.
Paolo Bertolin