Nel 2021 l’industria cinematografica thailandese è stata travolta dalla pandemia, come in tutto il resto del mondo. I cinema sono rimasti chiusi per 158 giorni, dal 26 aprile al 30 settembre, e di conseguenza in tutto l’anno sono usciti solo 19 film di produzione locale. Tuttavia, pur nella perdita e nella sciagura, il cinema thai ha preso slancio grazie ai risultati raggiunti dai suoi registi più famosi e apprezzati, sia a livello locale che internazionale.
Le buone notizie sono arrivate in pieno lockdown, quando il nono lungometraggio di Apichatpong Weerasethakul, Memoria, ha vinto il premio della giuria al festival di Cannes. Poche settimane dopo, i thailandesi hanno applaudito nuovamente, quando il Bucheon International Film Festival ha assegnato il premio per il miglior film a Banjong Pisanthanakun per il suo sesto lungometraggio, The Medium, una coproduzione thailandese-coreana. Si tratta di un mockumentary horror, prodotto da GDH e dal produttore Na Hong-jin, incentrato su una famiglia che riesce a comunicare con lo spirito di un villaggio.
Pisanthanakun ha avuto la possibilità di scritturare attori sconosciuti, provenienti dall’ambiente del teatro, in modo che il film sembrasse un vero documentario. Tuttavia, a causa dell’influenza sudcoreana, la storia si trasforma in un’incursione di zombie. Secondo i dati del Korean Film Council (KOFIC), il film si è piazzato al sesto posto nella classifica dei film coreani per il 2021, con 831.126 biglietti venduti e un incasso pari a 7,32 milioni di dollari statunitensi al 26 settembre 2021. In Thailandia è uscito pochi mesi dopo, in ottobre, e ha incassato oltre 3,1 milioni di euro.
Ma il vero campione d’incassi thailandese del 2021 è stato un esordio assoluto, sia per quanto riguarda la regia che la produzione: 4 Kings, opera prima di Phuttipong Nakthong, è il primo film di una nuova società di produzione, la Neramit Nang Film. Attingendo al proprio passato in un istituto professionale, il regista racconta una storia di violenze e conflitti protratti tra ragazzi che frequentano scuole professionali diverse, in Thailandia. Ogni volta che si incontrano, finiscono sempre per scontrarsi. Quando il film è uscito, sono stati segnalati diversi incidenti dopo la riaccensione delle luci in sala. Visto il grande successo ottenuto dal film, ne è stato annunciato un sequel. 4 Kings è stato il film che ha registrato i maggiori incassi dell’anno, con oltre 4,70 milioni di euro.
A causa del lockdown lo scorso anno la maggior parte delle società di produzione hanno distribuito solo pochi film. Major Group, con le sue numerose affiliate – Major Pictures, Tai Major, M Picture e CJ Major – ha fatto la parte del leone per quanto riguarda i film thailandesi. La sua joint venture sudcoreana CJ Major si è distinta per il suo primo horror, Cracked, diretto da Surapong Ploensang, un creativo proveniente dal mondo della pubblicità. Il film, interpretato dalla star del K-pop thai Nichkhun Horvejkul, racconta la vicenda di una madre single che torna al suo paese, in una remota regione della Thailandia, per ricevere l’eredità dopo la morte del padre. Tornata a casa, incontra un restauratore che è stato assunto per restaurare un vecchio dipinto. Seguono strani accadimenti. CJ Major lavora spesso con il famoso sceneggiatore Eakasit Thairaat, uno dei più importanti autori di horror thailandesi, che ha realizzato opere di successo come 13 Beloved (Chookiat Sakweerakul, 2006) e Body (Paween Purijitpanya, 2007), alla realizzazione di remake coreani.
Per la GDH sono usciti solo tre titoli, la coproduzione The Medium e One for the Road, prodotta da Wong Kar-wai, in cui GDH è coinvolta esclusivamente come distributore. Quest’ultimo titolo è un road movie che racconta il viaggio a ritroso di due giovani, sulle tracce degli errori del passato. Arricchito con le esperienze del regista Poonpiriya a New York e in Thailandia, One for the Road ricrea l’inconfondibile atmosfera thailandese urbana degli anni Novanta. Il film ha vinto il World Dramatic Special Jury Award al Sundance Film Festival nel 2021.
Dopo il successo globale di Bad Genius (2017), Poonpiriya è diventato uno dei registi più impegnati in circolazione: oltre a One for the Road, Poonpiriya ha per le mani diversi progetti internazionali. Insieme allo studio hollywoodiano SK Global Entertainment (Crazy & Rich; Palmer) e a una lunga lista di produttori e registi, prossimamente sarà impegnato nella realizzazione di una serie ispirata al famoso incidente di Tham Luang, quando una squadra di calcio locale formata da 12 giocatori e l’allenatore sono rimasti bloccati in una grotta allagata di Chiang Rai. Poonpiriya lavora anche al primo thriller horror in lingua inglese The Innkeeper per la Starlight, società che ha finanziato Crazy & Rich e Midway. Il film racconta in dettaglio la storia di un uomo che deve affrontare un trauma personale, quando il fratello gemello scompare in un hotel thailandese. Oggi Poonpiriya è uno dei registi più richiesti a livello internazionale.
La GDH distribuirà inoltre l’ottavo film di Nawapol Thamrongrattanarit, Fast and Feel Love, che il regista afferma sarà un “film d’azione” governato dalla velocità e dall’amore, per ribattere all’accusa di lentezza dei suoi lavori precedenti. Nel momento in cui scriviamo la trama non è stata resa nota, ma è prevedibile che sarà un altro blockbuster.
Un altro film che è stato distribuito fuori dalla Thailandia durante il lockdown è il remake della serie televisiva 2gether the Movie, prodotto dai produttori televisivi The One e GMM Pictures e diretto da Noppharnach Chaiwimol, Kanittha Kwanyu e Weerachit Thongjil. 2gether the Movie, tratto da una famosissima storia d’amore gay trasmessa per diversi anni, ha un seguito di appassionati in diversi paesi, tra cui le Filippine e il Giappone. In origine doveva uscire in sala ad aprile, ma l’uscita è stata posticipata a causa della chiusura delle sale e il film è stato distribuito prima in Giappone.
Anche per la Mono Film è uscito un solo titolo lo scorso anno, Om! Crush on Me di Nasorn Panungkasiri, la storia del figlio dello storico avventuriero giapponese Yamada Nagamasa, che conquistò una notevole influenza nel regno di Ayutthaya all’inizio del XVII secolo. Ma quando la monarchia cambiò, Lord Yamada fu giustiziato, lasciando suo figlio a vagare da solo di città in città finché non incontrò il nemico del padre. Il film è stato un fiasco, nonostante sia interpretato dal divo thailandese Jirayu Tangsrisuk e da diversi giovani attori e attrici emergenti.
Sebbene per molti film non basti uscire in sala per andare in pareggio, la vendita dei diritti di streaming a Netflix permette di ottenere entrate aggiuntive. Diversi film thailandesi sono rimasti in sala solo per una settimana, com’è stato anche per Game Changer, prodotto dalla Five Star Production e diretto da Tiwa Moeithaisong, in cui degli adolescenti entrano in un giro di inganni e corruzione dopo la morte di un boss mafioso.
Nei due anni di pandemia, Netflix è stato l’operatore più attivo nel settore dell’intrattenimento e ha provveduto alla nomina del primo direttore dei contenuti per la Thailandia, il regista Yongyoot Thongkongtoon (Iron Ladies). In seguito all’arrivo di Netflix, in diverse aziende ci sono stati spostamenti nei consigli di amministrazione: da GDH a Netflix, da Major Group a GDH e da Sahamongkol Film a Neramitr Film. Anche vari registi sono passati a Netflix per dirigere film o serie originali. L’esperto di thriller ed horror Kongkiat Komesiri ha portato a Bangkok le sue atmosfere tetre e violente in Bangkok Breaking, una storia vista attraverso gli occhi dei volontari di un servizio di soccorso. La serie è stata apprezzata per la recitazione e la regia, ma criticata per la narrazione affrettata e alla fine per il regista è stato un insuccesso.
Wisit Sasanatieng (Le lacrime della Tigre Nera) è uno dei registi che hanno lavorato per i film originali Netflix. Il suo The Whole Truth parla di due adolescenti che scoprono dei segreti nella casa dei nonni. Anche GDH ha collaborato con la piattaforma, concedendo per lo streaming l’horror Ghost Lab, diretto da Paween Purijitpanya, che racconta la storia di due studenti di medicina che cercano di condurre esperimenti sull’aldilà: i loro pazienti ne subiscono le conseguenze.
La regista d’essai Anucha Boonyawatana (The Blue Hour; Malila: The Farewell Flower) ha diretto la prima serie HBO Asia, Forbidden, incentrata su quattro amici che si recano in un remoto villaggio in montagna per un funerale. Gli eventi si intrecciano con un mistero inquietante. La società di produzione di film d’essai di Boonyawatana è ancora in attività e lo scorso anno ha avuto diverse presentazioni in Europa.
The Edge of Daybreak, opera prima di Taiki Sakprasit, ha vinto il premio della Fédération Internationale de la Presse Cinématographique per la sua riflessione sulle conseguenze sociali e politiche degli spargimenti di sangue degli anni Settanta e del 2006. Anocha Suwichakornpong ha ultimato il suo quarto lungometraggio, Come Here, un’opera artistica che ruota attorno a quattro amici che visitano il sito commemorativo della seconda guerra mondiale chiamato “Ferrovia della morte”. Il suo film ha partecipato al festival di Berlino, invece che al festival di Rotterdam, dove erano state presentate le sue opere precedenti. Un altro regista indipendente, Jakkrawal Nilhamrong, ha terminato il suo terzo lungometraggio, Anatomy of Time, una visione nostalgica della Thailandia vista attraverso gli occhi di una donna in una zona rurale della Thailandia dagli anni Sessanta ad oggi. Il film ha vinto il gran premio al Tokyo FilmEx.
In generale, la maggior parte degli studi (ad eccezione di Major Group) ha condiviso una modalità di produzione cinematografica indipendente in cui ogni anno viene prodotto un numero limitato di titoli. Regolarmente emergono nuove case di produzione, sia nel circuito convenzionale che nel cinema d’essai. In mezzo al caos della pandemia, alcuni registi sembrano avere ancora un futuro promettente davanti a sé.
Anchalee Chaiworaporn