A Thousand Year Old Fox

Yokai and Other Monsters: From Asian Folklore to Cinema | Out of Competition  | Online


South Korea, 1969 / remastered 2025, 90’, Korean

 

Directed by: Shin Sang-ok
Screenplay: Gwak Il-ro
Cinematography (color): Choi Seung-woo
Editing: O Seong-hwan
Art Direction: Chung Woo-taek
Music: Jeong Yoon-joo
Producers: Shin Sang-ok, Kim Han-geuk
Cast: Shin Young-kyun (General Kim Won-rang), Kim Ji-su (Yeohwa), Kim Hye-jeong (Queen Jinseong)

Date of First Release in Territory: March 8th, 1969
 
A Thousand Year Old Fox, film horror in costume del 1969, è ambientato nel IX secolo, durante uno dei rari periodi della storia coreana in cui il signore supremo del paese era una donna. È la regina Jinseong stessa a dare inizio alla storia, quando seduce a forza il generale Kim Won-rang al suo trionfale ritorno dalla guerra – e bandisce la moglie del generale dalla capitale, per maggiore sicurezza. La moglie, Yeohwa, e il suo bambino sono costretti a partire verso l’entroterra, dove vengono attaccati dai banditi. Per fuggire da loro, lei si getta in un lago.

Se questo fosse stato un tradizionale film horror coreano, dopo essere annegata nel lago Yeohwa sarebbe tornata come fantasma per terrorizzare e perseguitare i responsabili della sua morte. Invece, l’odio che nutre per i suoi aggressori e il suo disperato desiderio di vendetta attirano uno spirito volpe che era stato imprigionato nel lago dal precedente sovrano, il padre della regina Jinseong. Poco prima che la morte la prenda, Yeohwa accetta la volpe nel suo cuore, con il risultato che riemerge dal lago miracolosamente viva, ma trasformata in una creatura metà essere umano e metà mostro.

La seconda metà degli anni Sessanta del secolo scorso fu un periodo in cui l’industria cinematografica sudcoreana era alla continua ricerca di nuovi generi per attrarre il pubblico. Per tutto il corso della sua carriera, il produttore e regista Shin Sang-ok si dimostrò molto efficace nell’espandere i confini del cinema di genere, e nel 1969 portò il mito secolare dello spirito volpe (in cinese, huli jing) nel cinema coreano.

Secondo la leggenda, se una volpe vive per mille anni, si trasforma in una gumiho e, malgrado nel film venga utilizzato il termine cheonnyeonho (volpe di mille anni) invece di gumiho (volpe a nove code), questo film è considerato il primo nel quale è presente il personaggio della gumiho nel cinema coreano. Vista la persistente popolarità della volpe a nove code nei decenni successivi, in particolare nelle serie tv coreane, sembra che l’intuizione di Shin sia stata giusta.

Alcuni spettatori potrebbero rimanere delusi scoprendo che nel film in realtà non vediamo mai la volpe, né alcuna delle sue code. Allo spirito volpe di questa storia il padre della regina Jinseong aveva fatto polverizzare le ossa diversi decenni prima tanto che di essa sono rimasti solo il potere e le intenzioni malvagie che possono impossessarsi di un corpo umano. Ma anche nelle vecchie leggende popolari, gli spiriti volpe raramente appaiono nella loro forma originale, e la paura che suscitano deriva più dalla loro capacità di assumere varie sembianze e mascherare la loro minaccia anche ai loro cari. In questo senso, lo spettacolo principale di questo film è fornito dall’attrice Kim Ji-su, la cui interpretazione della gentile Yeohwa si alterna a scene in cui scatena il caos con gli occhi iniettati di una spietata malvagità.

Per l’epoca, A Thousand Year Old Fox era un film commercialmente ambizioso con valori produttivi che lo distinguevano da altri film horror dai budget inferiori. I suoi tentativi di effetti speciali e l’inquietante design sonoro potrebbero apparire un po’ rudimentali (o affascinanti?) agli spettatori odierni, ma la sua fotografia e la luce – che con il nuovo restauro digitale del Korean Film Archive hanno acquisito particolare brillantezza – lasciano maggiormente il segno. Più di ogni altra cosa, però, è il regista Shin Sang-ok che sa come raccontare una storia coinvolgente. Nell’anno della sua uscita il film riscosse un buon successo al botteghino e nel 1970 valse a Shin un premio per la regia alla terza edizione del festival del Cinema di Sitges in Catalogna. Ora, oltre 50 anni dopo, il film può non risultare particolarmente spaventoso, ma resta comunque una visione coinvolgente.


 
Shin Sang-ok

Shin Sang-ok (1926-2006) ha girato una sfilza di successi interpretati dalla moglie Choi Eun-hee negli anni Cinquanta. Nei Sessanta, Shin era a capo della più grande società cinematografica coreana, producendo opere che sarebbero diventate dei classici del cinema coreano. Tuttavia, negli anni Settanta perse il favore del governo e la sua carriera rallentò. Poi in un singolare episodio nel 1978 lui e la moglie furono rapiti a Hong Kong e portati in Corea del Nord. Dopo aver trascorso lì diversi anni realizzando film, la coppia disertò e infine fece ritorno a Seoul.

 

FILMOGRAFIA SELEZIONATA

1955 – Dream

1958 – A Flower in Hell

1959 – Confession of a Female University Student

1960 – Madam White Snake

1961 – Sung Choon-hyang

1961 – The Houseguest and My Mother

1961 – The Evergreen

1964 – Red Muffler

1969 – A Thousand Year Old Fox

1985 – Pulgasari

1990 – Mayumi

Darcy Paquet
Regia: SHIN Sang-ok
Anno: 1969
Durata: 90'
Stato: South Korea
27/04 - 14:00
Visionario, Via Asquini 33
27-04-2025 14:00 27-04-2025 15:30Europe/Rome A Thousand Year Old Fox Far East Film Festival Visionario, Via Asquini 33CEC Udine cec@cecudine.org
Online in Italia per tutta la durata del Festival

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