Italian Premiere | In Competition
Japan, 2024, 110’, Japanese
Directed by: Takeuchi Hideki
Screenplay: Tokunaga Yuichi
Cinematography (color): Tanigawa Shohei
Editing: Matsuo Hiroshi
Music: Face 2 fAKE
Producers: Hara Kimio, Kumagai Yu
Executive Producer: Koiwa Hiroshi
Cast: Abe Sadawo, Ashida Mana, Nagano Mei, Satoh Takeru
Date of First Release in Territory: December 13th, 2024
I film giapponesi, specialmente quelli commerciali, spesso strizzano l’occhio ai colletti bianchi e ad altri lavoratori tra il pubblico in sala, quelli che con autoironia si definiscono hatarakibachi (api operaie) ma vengono anche descritti più simpaticamente come kigyo senshi (guerrieri aziendali). Un esempio di film di grande successo è stato Shin Godzilla di Anno Hideaki (2016), in cui scienziati, soldati e funzionari governativi si uniscono per salvare il Giappone dalla minaccia esistenziale di Godzilla. Gli impiegati presenti tra il pubblico si esaltarono per il grande entusiasmo della squadra giapponese.
Qualcosa del genere accade anche in Cells at Work!, dramma fantasy di Takeuchi Hideki tratto da un manga di Shimizu Akane che esplora i meccanismi del corpo umano. Takeuchi, le cui commedie Thermae Romae (2012) e Fly Me to the Saitama (2012) avevano entusiasmato il pubblico del FEFF di Udine, riesce a rendere divertenti e comprensibili le sue mini-lezioni su cellule T e macrofagi, anche per chi al liceo detestava la biologia.
Aiuta anche il fatto che il mondo delle cellule assomigli a una versione esagerata di Disneyland con costumi codificati per colore, ruoli ben definiti e movimenti di gruppo sincronizzati. E non è difficile immaginare che possano scatenarsi anche in numeri da musical in stile Broadway.
Inoltre, mentre si osservano i due protagonisti principali – il globulo rosso AE3803 (Nagano Mei) e il globulo bianco U-1146 (Satoh Takeru) – lavorare insieme ad altri 37 trilioni di cellule per mantenere sano e libero dalle malattie il corpo di un’adolescente (Ashida Mana), è naturale che si faccia il tifo per loro. Del resto, la loro battaglia è anche la battaglia delle nostre stesse cellule.
Ma la svitata AE3803, il cui compito è quello di trasportare l’ossigeno nel corpo, si perde continuamente, poverina, e si sente anche inferiore rispetto ad altre cellule che hanno compiti più impegnativi, come U-1146, un valoroso combattente contro le infezioni che somiglia alla stella del cinema muto Buster Keaton, con il suo volto impassibile e le sue incredibili imprese (assistito da un lavoro di cavi). U-1146 le dice che è lì per proteggerla, ma tra sé e sé borbotta che è “una bella pasticciona” (e non dice solo che è “bella”, perché non gli passa per la mente il benché minimo pensiero romantico).
Oltre alla lotta di AE3803 per rafforzare la sua autostima e competenza, c’è la storia parallela di Niko, la ragazza il cui corpo contiene le cellule. Dopo aver perso la madre per malattia quando era piccola, Niko è determinata a far sì che suo padre Shigeru (Abe Sadawo), che di mestiere fa l’autotrasportatore, la smetta con abitudini malsane come fumare e bere eccessivamente, o ingurgitare ramen istantanei, che inducono le sue cellule sovraccariche a temere che la fine sia vicina.
In un mondo fumoso e degradato che pare un quartiere a luci rosse del dopoguerra, due globuli rossi – un veterano autoritario (Ryo Kato) e un principiante agitato (Rihito Itagaki) – si uniscono nella lotta per sopravvivere all’abuso che Shigeru fa del suo corpo. I due vengono messi duramente alla prova quando si ritrovano tra le cellule dello sfintere anale (che somigliano a lottatori di sumo e giocatori di rugby) nel disperato tentativo di fermare un attacco di diarrea mentre Shigeru, sofferente, guida verso un’area di sosta.
Per quanto siano divertenti questa e altre scene comiche, Cells at Work! è, nel profondo, un inno sincero e sorprendentemente commovente alle meraviglie del corpo umano, come dimostra il trionfo di Niko sulla malattia dopo che ha sfiorato la morte. E dopo che AE3803, che ora sa orientarsi perfettamente, e U-1146, che non si arrende mai, hanno dato il meglio di loro per lei. Ma come direbbero entrambi, è semplicemente il loro lavoro.
Takeuchi Hideki
Nato nel 1966, Takeuchi Hideki è entrato alla Fuji TV nel 1990 e per loro nel 1996 ha diretto il primo di molti film tv. Nel 1998 ha ricevuto il premio per la miglior regia alla 18a edizione dei Drama Academy Awards per la serie Just a Little More, God. Takeuchi ha esordito al cinema con Nodame Cantabile (2009/2010). Nel 2012 la sua commedia su un viaggio nel tempo, Thermae Romae, si è piazzata al secondo posto tra i film giapponesi di maggior incasso dell’anno. Sia questo film che il suo sequel, Thermae Romae II (2014), sono stati presentati in anteprima mondiale al FEFF di Udine. La sua commedia del 2019, Fly Me to the Saitama è stata distribuita in Italia.
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
2009 – Nodame Cantabile: The Final Score – Part I
2010 – Nodame Cantabile: The Final Score – Part II
2012 – Thermae Romae
2014 – Thermae Romae II
2019 – Fly Me to the Saitama
2025 – Cells at Work!
Mark Schilling