WORLD PREMIERE
Everyphone Everywhere
t.l. Ogni telefono, in ogni dove
全個世界都有電話 (Chyuhn go sai gaai dou yauh dihn wa)
Hong Kong, 2023, 93’, Cantonese
Directed by: Amos Why
Screenplay: Amos Why, Frankie Chung, Kong Yu-sing
Photography (color): Leung Ming-kai
Editing: Jefferson Lai, Stanley Tam
Production Design: Ng Suet-yan, Saphire Ho
Music: WiFi, Tsai Chia-ying, Flow
Producers: Winnie Tsang, Amos Why, Teresa Kwong, Frankie Chung, Philo Wu, Chen Pao-ying
Cast: Endy Chow (Chung Chit), Peter Chan (Raymond So), Rosa Maria Velasco (Ana Lee), Amy Tang (Yanki), Henick Chou (stepson), Cecilia Choi (Ivy), Bonde Sham (phone shop assistant, private kitchen staff), Patra Au (security desk lady, flower seller), Alan Yeung (Alan), Wong Kar-wai (security guard), Adam Wong (chef)
Date of First Release in Territory: TBA
Il personalissimo approccio di Amos Why alla documentazione della Hong Kong contemporanea continua in Everyphone Everywhere, un dramma dalla sommessa comicità che cattura scene di vita quotidiana nell’era della pandemia, esplora il paesaggio urbano e racconta il nostro strettissimo legame con i telefoni cellulari.
La narrazione trasversale di Everyphone Everywhere riunisce un ampio gruppo di soggetti intorno al tema della telefonia mobile. C’è il designer Chung Chit (Endy Chow), che si precipita a prendere un traghetto e dimentica il telefono a casa. Non fa in tempo a recuperarlo, quindi prova a farne a meno – e i risultati sono illuminanti. Alla fine, dovrà contattare la moglie Ivy (Cecilia Choi) per farsi aiutare maldestramente. Nel frattempo Raymond Ho (Peter Chan), un dirigente di medio livello che si prepara a emigrare, inizia la giornata con il suo account WhatsApp hackerato e bloccato. Al di là dei contatti interrotti, quel che più teme è che vengano allo scoperto certe sue pratiche lavorative losche che potrebbero portare a un ricatto o a un arresto. Poi c’è Ana (Rosa Maria Velasco), una loro vecchia compagna di classe, che mentre aspetta in un ristorante riceve strani messaggi. E per tutto il tempo una ragazza, Yanki (Amy Tang), e un nerd mago del computer (Henick Chou) sono impegnati a utilizzare app di messaggistica per squallidi motivi.
Nell’intrecciare le diverse linee narrative, il quarto lungometraggio di Amos Why si trasforma in un intrattenimento complesso e curioso. Il regista attinge ancora una volta a talenti emergenti, capitanati da Endy Chow in un ruolo rilassato e gradevole, e provenienti dal cinema, dalla televisione e da popolari canali YouTube. Gli spettatori devono restare all’erta mentre sfilano numerosi personaggi, alcuni dei quali con un doppio ruolo e altri che si affacciano brevemente per dare un volto, a volte fantasioso, a chi si trova dall’altra parte dello scambio di messaggi.
Nei precedenti film di Why, il copione prevedeva espressamente di spedire il cast e la troupe in tutti gli angoli possibili di Hong Kong, ma in questo caso l’attenzione è più mirata. Everyphone Everywhere inizia sull’isola di Cheung Chau e percorre varie zone della città prima di fermarsi nell’area industriale di Kwun Tong, creando un senso del luogo quando Chit si perde cercando di trovare il luogo dell’appuntamento con Ana, all’interno di un enorme complesso industriale. Entrano in gioco anche la gentilezza (o meno) degli sconosciuti e altri piccoli frammenti della vita comunitaria, e Why non esita a registrare accuratamente l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto a Hong Kong, che è stato in vigore per 945 giorni, fino allo scorso mese di marzo: il cast di Everyphone Everywhere doveva indossare le mascherine come tutto il pubblico. Un altro buffo elemento di stranezza legato ai tempi del Covid è la scena in cui, per un allarme governativo, le suonerie dei telefoni di tutta la città si mettono a squillare. Si vedono di tanto in tanto gli striscioni del governo che celebrano il 25° anniversario del ritorno di Hong Kong alla Cina, avvenuto lo scorso anno, con lo slogan che annuncia “Una nuova era”.
Il tema dell’anniversario fa emergere contrasti stimolanti quando finalmente Chit, Raymond e Ana si incontrano e ripensano alle speranze e ai sentimenti che avevano annotato 25 anni prima. Non mancano i riferimenti ai cambiamenti sociali, quando un uomo sembra preoccupato che qualcuno possa riportare a galla il suo passato, o quando emerge il tema dell’emigrazione.
C’è tanto da metabolizzare nell’opera decisamente personale di Why, e i suoi primi due film hanno dimostrato che non era facile bilanciare una trama chiara con il dettagliato resoconto della società e degli spazi hongkonghesi. Nel suo terzo film, Far Far Away, Why ha saputo levigare la forma e confezionare un prodotto guardabilissimo. Lo stesso impegno è evidente anche in Everyphone Everywhere, in cui il tema del telefono, in cui è facile immedesimarsi, si affianca al dettagliato resoconto sul territorio di Hong Kong. Ripensando alla città del 2022, il pubblico dovrebbe poter trovare il film di Why un documento rilassato della città e dei suoi abitanti in una situazione straordinaria.
Amos Why
Amos Why ha iniziato la sua carriera lavorando per la carta stampata prima di passare alla tv, al cinema e alla pubblicità. Dopo anni passati a dirigere serie televisive per l’emittente locale RTHK, Why ha esordito alla regia con il dramma indipendente, e in parte autofinanziato, Dot 2 Dot (2014), che gli è valso una candidatura come miglior regista esordiente agli Hong Kong Film Awards. Nel 2018 ha diretto il thriller poliziesco Napping Kid, mentre per il suo terzo film, Far Far Away (2022), ha scelto la commedia romantica.
FILMOGRAFIA
2014 – Dot 2 Dot
2018 – Napping Kid
2022 – Far Far Away
2023 – Everyphone Everywhere