World Premiere | Out of Competition | Tribute to PAI Ching-jui
Taiwan, 1967 / restored 2024, 95’, Mandarin
Directed by: Pai Ching-jui
Screenplay: Chang Yung-hsiang, Hsue Ching
Story: Lan Hai
Cinematography (color): Lin Tzan-ting
Editing: Shen Yeh-kang
Art Direction: Lee Gee
Production Design: Chang Ji-Ping
Music: Tso Hung-yuan
Producer: Henry Kung
Cast: Tang Pao-yun, Ko Chun-hsiung, Lin Yan, Li Hsiang, Fu Bi-hui, WeI Su, Ko Hsiang-ting, Wen Yi-min, Pan Chi
Date of First Release in Territory: July 29th, 1967
Le emozioni tumultuose della giovinezza derivano dal desiderio di realizzare i propri sogni e, al contempo, dalla consapevolezza della mortalità e dalla ribellione contro di essa. Prima di raggiungere la vera età adulta, questa solitudine a diciassette anni è particolarmente tangibile.
Dopo aver collaborato con Lee Hsing e Li Chia per Fire Bulls (1966), Pai Ching-jui fu elogiato da Henry Kung, allora direttore generale della CMPC, per l’uso abile e innovativo del montaggio e per la sua maestria nell’alternare piani lunghi, piani medi e primi piani, un approccio che rifletteva la sua formazione cinematografica avvenuta in Italia. Questo riconoscimento gli valse l’opportunità di dirigere Lonely Seventeen in autonomia.
Inizialmente concepito in uno stile realistico, Lonely Seventeen fu modificato per le pressioni politiche, quando la visione di Pai Ching-jui si scontrò con il “Sano Realismo” promosso dalla CMPC e con il clima conservatore di Taiwan. Il regista virò verso un triangolo amoroso incentrato sulle star Tang Pao-yun e Ko Chun-hsiung; mantenne, però, tecniche base ispirate al cinema italiano: riprese in esterni, movimenti di macchina vorticosi per esprimere il tumulto interiore, giochi di specchi e scene di scontri ben orchestrate. Il risultato fu un film di grande successo commerciale ma con uno stile tutto suo.
Fin dall’ampia inquadratura iniziale del campus scolastico – dove uno spazio vasto si contrappone alle piccole figure degli studenti che entrano ordinatamente in aula – il film introduce il suo primo quesito tematico: cosa definisce davvero un “buon studente” all’interno dei vincoli imposti dalla famiglia, dall’istruzione e dalla società? Pai Ching-jui utilizza angolazioni opposte e la prospettiva rotante di una giostra per svelare gradualmente le ansie adolescenziali della protagonista.
Il secondo tema centrale è la solitudine. La protagonista Tan-mei prova un amore a senso unico per il cugino Feng, la cui vita è radicalmente diversa dalla sua, ma non si rende conto della distanza incolmabile che li separa. Questo sottolinea come l’amore sia uno stato di confusione, un enigma privo di risposta univoca. Quando la tragedia colpisce, nella forma di un incidente d’auto, il film si addentra nella sua terza dimensione tematica: l’identità e il significato dell’accettazione sociale, mostrando come sia necessario trasformarsi e liberarsi dell’ombra della morte per poter continuare a vivere.
Come opera rappresentativa dell’epoca del “Sano Realismo”, influenzato dalla politica culturale, il film ne riafferma le convenzioni morali. Quando la protagonista mostra segni di squilibrio e si sente colpevole in un mondo disorientante, la trama si sposta verso una critica al sistema educativo, focalizzato esclusivamente sul rendimento scolastico. Il film sottolinea l’importanza della consapevolezza di sé negli studenti, affermando che tutti dovrebbero essere liberi, felici e speranzosi per il futuro. Tuttavia, il pubblico contemporaneo potrebbe trovare più interessanti gli spunti più audaci proposti da Pai Ching-jui nella prima metà del film: una rappresentazione non solo delle emozioni crude e della dura realtà della crescita, ma anche un’esplorazione più profonda delle origini nascoste della solitudine. Questo tumulto giovanile è, in realtà, senza tempo, e permette al film di superare i limiti politici della sua epoca mantenendo intatta la sua incisività, suggerendo persino la capacità di infrangere i tabù.
Pai Ching-jui
Pai Ching-jui è stato uno dei più celebri registi taiwanesi. Critico cinematografico, ha studiato cinema in Italia, dove è stato profondamente influenzato dal neorealismo italiano. Tornato a Taiwan, è entrato a far parte della Central Motion Picture Corporation, ricoprendo vari ruoli, da supervisore della sceneggiatura a manager, montatore, produttore associato e infine regista. È stato il primo regista a vincere per due anni consecutivi il premio per la miglior regia ai Golden Horse Awards.
Tra i suoi film più noti figurano Lonely Seventeen, The Bride and I, Accidental Trio, Home, Sweet Home, Good Bye! Darling e The Last Night of Madam Chin. Pai Ching-jui è scomparso nel 1997, stroncato da un infarto.
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
1968 – Lonely Seventeen
1969 – The Bride and I
1969 – Accidental Trio
1970 – Home, Sweet Home
1970 – Good Bye! Darling
1984 – The Last Night of Madam Chin
1990 – Forbidden Imperial Tales
Sean Lee