World Premiere | In Competition | White Mulberry Award Candidate
Indonesia, 2025, 89’, Javanese
Directed by: Eden Junjung
Screenplay: Eden Junjung
Cinematography (color): Yadi Sugandi
Editing: Akhmad Fesdi Anggoro
Production Design: Adih Cokro
Lighting: Aria Begal
Music: Yennu Ariendra
Producer: Ifa Isfansyah
Cast: Raihaanun (Ambar), Shimala Avadana (Lukman), Whani Darmawan (Raden Broto), Alex Suhendra (Bogel), Rukman Rosadi (Komar)
Date of First Release in Territory: May 22nd, 2025
Quanto valga qualcosa, quanto sia prezioso, è spesso determinato da quanto è difficile ottenerlo. Diamanti, perle e oro sono doni della natura, ma per averli sono necessari tempo, fatica e fortuna; e siccome il loro valore riflette direttamente il duro lavoro che il loro ottenimento comporta, l’atto di scoprirli rende tutto ancor più gratificante. Tuttavia, quando la cupidigia entra in gioco e cerca di trovare delle scorciatoie, ecco che si verificano ingiustizie e situazioni disumane. È paradossale che cose tanto belle siano inseparabili dalle atrocità. Nel primo lungometraggio di Eden Junjung, le tenebre della cupidigia si incarnano nel demone che si annida tra le ombre di una cava di sabbia.
Jarot (Aksara Dena) lavora tutto il giorno setacciando sabbia e ghiaia. Si vocifera che questa cava, di proprietà di Raden Broto (Whani Darmawan), sia infestata, quindi a tutti i lavoratori è stato detto di andare a casa prima che cali la notte. Ma Jarot, avendo trovato sul posto un diamante, pensa che ce ne possano essere altri e, insieme a Bogel (Alex Suhendra), si mette alla ricerca, finché un paio di occhi rossi non appare tra i cespugli.
Quando suo marito non rientra a casa, Ambar (Raihaanun), preoccupata, decide di andare alla cava il giorno successivo, portandosi dietro il figlio Bondan (Nabil Althaf). Siccome nessuno riesce a darle un’indicazione, chiede a Broto di assumerla per poter guadagnarsi da vivere. Man mano che la verità sulla morte di suo marito Jarot viene alla luce, la cava di sabbia si rivela essere ben più di un semplice luogo infestato.
In questo thriller-horror a combustione lenta, è chiaro che nella cava c’è qualcosa che non va fin da subito, ma il film non ha fretta di svelarlo. La palette in scala di grigi riduce la stimolazione visiva e fa cuocere il pubblico a fuoco lento finché arriva il momento giusto perché tutta la follia si scateni. Può richiedere un po’ di pazienza, ma quando, durante il conflitto finale, la pentola a pressione esplode come un’eruzione del Merapi, ne sarà valsa la pena.
Le vigorose interpretazioni svolgono un ruolo fondamentale nel costruire la tensione orchestrata di questo film. Sebbene Ambar venga vista come la protagonista dell’intera narrazione, è in realtà Bogel a guidare la prima metà della storia. È difficile non vederne la somiglianza con Gollum de
Il Signore degli Anelli, tanto per la somiglianza fisica quanto per l’attaccamento alle gemme. Con la sua interpretazione articolata Alex Suhendra dà vita a un nuovo Gollum, prendendo il posto delle briciole di Hansel che ci mantengono concentrati anche nei momenti più tranquilli. Durante il grande epilogo pieno di violenza, di sangue e di azione, la presenza di Whani Darmawan è significativa e sconvolgente, proporzionata alla follia che si sviluppa. Dopo la tensione crescente innescata da Bogel e il culmine drammatico raggiunto da Broto, è Ambar, l’unica donna del film e l’unica persona priva di avidità, a eliminare la fonte di tutta la follia, mettendo la parola fine alla storia. Ma la cupidigia che alberga in tutti gli esseri umani lascia un retrogusto amaro e inquietante.
Forse la corruzione e la follia dentro la cava di sabbia di Broto sono un sottile riferimento alla revoca, nel 2023, del divieto di esportazione di sabbia marina in Indonesia, un comparto industriale molto remunerativo dal punto di vista finanziario. Con l’aumento della preoccupazione per gli effetti negativi dell’estrazione della sabbia marina, il divieto era stato imposto circa vent’anni fa; ora, questa revoca diventa una grande preoccupazione nel lungo periodo, perché deteriorerà le isole, provocherà erosione costiera e inciderà fortemente sull’ecosistema marino. Sembra che, tanto nella realtà quanto nel mondo di Ambar, quando entra in gioco il denaro la cupidigia sia sempre accompagnata dall’oscurità.
OSPITI:
Eden JUNJUNG, regista
Raihaanun, attrice
Simhala AVADANA attore
Ifa ISFANSYAH, produttore
Eden Junjung
Eden Junjung è un regista indonesiano i cui cortometraggi comprendono
Flowers in the Wall (2016),
Happy Family (2017) e
Bura (2019), vincitore del Best Jury Award al SeaShort Malaysia 2020. Il suo progetto per il lungometraggio
Mayday ha vinto il Best Future Project al Jogja Future Project del Jogja-NETPAC Asian Film Fest nel 2018, e ha partecipato al programma Ties That Bind 2019 di Focus Asia, al Far East Film Festival di Udine.
Mad of Madness è il suo primo lungometraggio.
FILMOGRAFIA
2025 – Mad of Madness