European Premiere | In Competition
Hong Kong, 2024, 111’, Cantonese
Directed by: Oliver Chan
Screenplay: Oliver Chan
Cinematography (color): Sou Wai-kin
Editing: Emily Leung Man-shan
Production Design: Albert Poon Yik-sum
Music: Olivier Cong
Producers: Oliver Chan, Lung Kwok-yiu
Cast: Hedwig Tam (Suk Jing), Lo Chun-yip (Wai), Pang Hang-ying (Wai’s mum), Fung So-bor (Fanny), Tai Bo (Wai’s dad), Patra Au Ga-man (Jing’s mum), Johnny Hui (Jing’s brother)
Date of First Release in Territory: April 24th, 2025
Per la sopravvivenza in un luogo ipercapitalista come Hong Kong, le madri lavoratrici sono una necessità comune da svariati decenni. Tuttavia, sono in molti a Hong Kong ad avere ancora adesso convinzioni tradizionali sui ruoli di genere, che scaricano principalmente sulle madri la responsabilità dell’educazione dei figli. Mentre gli appartenenti alla classe media possono anche assumere collaboratrici familiari conviventi, le donne che non possono permettersi un aiuto sono tenute comunque sia a lavorare che a essere delle “buone” madri, mentre la pressione sociale sui padri affinché facciano la loro parte è decisamente scarsa: infatti, i papà casalinghi continuano a essere una vera rarità.
È proprio questo aspetto della società hongkonghese che la sceneggiatrice e regista Oliver Chan Siu-kuen esplora in
Montages of a Modern Motherhood, il seguito del suo acclamato debutto alla regia,
Still Human. Ispirandosi in parte alla propria esperienza personale in tema di maternità e ai racconti di altre madri come lei, Chan realizza un ritratto spietato della Hong Kong del XXI secolo, in cui le donne possono rimanere intrappolate tra dure realtà economiche e tradizioni antiquate ancora più oppressive.
Nel film, la donna è Jing (interpretata da Hedwig Tam), una neo-mamma combattuta tra il desiderio di essere una buona madre per la figlia neonata e l’incapacità di lasciarsi alle spalle la vecchia vita, in particolare il lavoro part-time in una piccola panetteria. Suo marito Wai (Lo Chun-yip) è un eterno bambino convinto che il suo dovere di padre si limiti al suo lavoro mal pagato come fattorino e a “dare una mano” giocando con la bambina di tanto in tanto.
Invece di seguire una narrazione tradizionale, il film si concentra quasi esclusivamente sul deterioramento mentale e fisico di Jing mentre i fardelli che la appesantiscono continuano ad accumularsi senza sosta: gli effetti della maternità sul lavoro, le difficoltà nell’allattamento, l’atteggiamento generalmente distaccato di Wai nei confronti dell’educazione della figlia, i conflitti con i suoceri, la difficoltà a trovare una tata decente – fino a quando qualcosa, inevitabilmente, deve spezzarsi. Già a metà film è chiaro che sarà necessario un miracolo affinché Jing trovi un po’ di tregua dalla pressione soffocante cui è sottoposta.
Sebbene non vi sia dubbio che consideri la maternità come un percorso disseminato di ostacoli, Chan lascia molte domande aperte su cui gli spettatori possono riflettere, finito il film. Cosa sarebbe successo se il marito di Jing non fosse stato immaturo e completamente inutile? E se la suocera non fosse stata così conservatrice e invadente? Se le difficoltà economiche di Jing e Wai non avessero impedito loro di assumere una domestica? O se Jing non fosse stata così ostinata nel voler continuare a lavorare? Chan non offre risposte facili, perché le sue domande sui ruoli di genere e sulla genitorialità rimangono irrisolte da generazioni.
Può sembrare che Chan concentri su un singolo personaggio una quantità di sventure davvero enorme, ma la sua rappresentazione delle difficoltà è così realistica che chiunque riconoscerà almeno alcune di queste situazioni nella vita reale.
Montages of a Modern Motherhood susciterà più ansia nei genitori o nei futuri genitori (incluso lo scrivente, futuro padre casalingo) rispetto ad altri spettatori, ma ad ogni modo la regista riesce talmente bene a immergere il pubblico nella psiche di Jing che è impossibile non simpatizzare per il personaggio. Chan non adotta un approccio sdolcinato – al punto che definire il film un horror psicologico non sarebbe un’esagerazione – ma la sua empatia per le madri è profondamente percepibile, anche quando spinge Jing a toccare il fondo. Aiutata da un’interpretazione rivelatrice di Hedwig Tam, che si spinge con coraggio agli estremi emotivi del suo personaggio, Chan ha creato uno dei ritratti più crudi e realistici della maternità mai visti nel cinema di Hong Kong. Sebbene il film sia dedicato alle donne che decidono di diventare madri o meno, dovrebbe essere una visione essenziale anche per i padri e per chi si appresta a diventarlo. Per quel che vale, almeno il film ha spinto chi scrive a promettere alla moglie di impegnarsi di più come padre.
OSPITI:
Oliver CHAN,regista
Hedwig TAM, attrice
Oliver Chan
Oliver Chan Siu-kuen si è laureata in economia alla Chinese University di Hong Kong e successivamente ha conseguito un master in cinema, televisione e nuovi media all’Hong Kong Baptist University. Il suo cortometraggio Children è stato realizzato nell’ambito del programma Fresh Wave per registi emergenti del 2015, mentre il suo primo lungometraggio, Still Human, del 2018, ha fatto incetta di premi, tra i quali il premio alla migliore regia agli Asian Film Awards e agli Hong Kong Film Awards, oltre al premio del pubblico alla 21a edizione del Far East Film Festival. Montages of a Modern Motherhood è il suo secondo lungometraggio.
FILMOGRAFIA
2018 – Still Human
2024 – Montages of a Modern Motherhood