European Premiere | In Competition
Hong Kong, 2024, 130’, Cantonese and Hakka Chinese
Directed by: Philip Yung
Screenplay: Philip Yung
Cinematography (color): Chin Ting-chang, Leung Yau-cheong
Editing: Jojo Shek
Production Design: Ida Mak
Music: Ding Ke
Producers: Amy Chin, Effy Sun
Cast: Sean Lau (Nin Yuen), Jo Koo (Yin Wu), Dylan So (Ming Yuen), Lainey Hung (Grace Yuen), Yeung Wai-lun (Salty), Helen Tam (Lee Fung-yee), Tai Bo (Uncle Kim)
Date of First Release in Territory: December 5th, 2024
Come fa un padre ad accettare l’atroce verità che l’assassino della moglie e della figlia sia proprio suo figlio? È questa la dolorosa domanda su cui si interroga il regista Philip Yung nel dramma
Papa. Seppur assai più contenuto su scala produttiva rispetto alla sua opera precedente, l’epico
Where the Wind Blows ambientato negli anni Sessanta,
Papa non è affatto meno ambizioso dal punto di vista creativo, con la sua complessa struttura narrativa e la tematica di non comune intensità.
Come per il suo acclamato
Port of Call, anche per
Papa Yung trae ispirazione da un fatto di cronaca nera che sconvolse l’opinione pubblica: nel 2010 un quindicenne uccise la madre e la sorellina, spinto da una voce interiore che lo esortava a eliminare la popolazione in eccesso sulla Terra. Il padre scampò alla morte solo perché quella sera era rimasto nel suo ristorante, situato proprio di fronte alla loro casa. Il ragazzo fu poi condannato a cure psichiatriche e ancora oggi il padre continua a fargli visita ogni settimana.
Saggiamente, Yung evita il sensazionalismo tipico di molti film
true crime, per adottare una rilettura quasi romanzesca della vicenda, trasformandola in uno studio intenso e struggente del personaggio del padre, nel film ribattezzato Nin Yuen (Sean Lau). Attraverso un’elaborata narrazione non lineare, sapientemente orchestrata dalla montatrice Jojo Shek, il film si sposta avanti e indietro tra frammenti casuali dei ricordi di Nin e squarci della sua vita successivamente alla tragedia. Attimi di disperazione pura (emblematica la scena nel negozio di pompe funebri, che contiene uno dei dialoghi più strazianti mai sentiti) si intrecciano a momenti di serenità familiare, quando Nin ripensa all’amore per la moglie (Jo Koo) e al rapporto con i figli. I suoi ricordi del figlio Ming (lo strepitoso esordiente Dylan So) prima del massacro diventano un disperato tentativo di capire se avesse trascurato i segnali premonitori della follia imminente.
A differenza di altri sopravvissuti a traumi devastanti, Nin mantiene per tutto il film un atteggiamento sorprendentemente calmo e composto. Se non fosse per il volto costantemente segnato dal dolore, sembra quasi che sia troppo stordito per comprendere fino in fondo la tragedia che lo ha colpito. In un saggio magistrale di recitazione misurata, Sean Lau interpreta la compostezza di Nin come un coperchio su una polveriera, sempre sul punto di esplodere. Quando Nin cade vittima di una truffa particolarmente crudele e finalmente esplode in un furioso attacco di rabbia, la sua angoscia è ancor più devastante.
Nonostante la durata estesa,
Papa non pretende di fornire risposte definitive su cosa abbia spinto Ming a compiere un atto tanto atroce. Yung rifiuta le semplificazioni e i cliché legati alle malattie mentali, evitando di spettacolarizzare il disagio psicologico del ragazzo o di pretendere di comprenderlo. Invece di razionalizzare un gesto che non può essere razionalizzato,
Papa sceglie di raccontare il percorso straziante di un padre che, nel cuore della disperazione, cerca il senso del perdono. Questo messaggio si riflette in particolare nell’epilogo, in cui Yung lascia che la storia si chiuda su un’immagine di Nin e Ming non come vittima e carnefice, ma semplicemente come padre e figlio. Yung si prende tutto il tempo necessario per svelare il senso più profondo della vicenda, ma la risposta alla domanda che lo attraversa è già racchiusa nel titolo della canzone di Teddy Robin che accompagna il film:
This Is Love. Nel mondo di Yung, è l’amore – non l’odio, né la rabbia – l’unica forza che resiste nel tempo.
OSPITI:
Philip YUNG, regista
Jo KOO, attrice
Dylan SO, attore
KE Ding, compositore musiche
Philip Yung
Philip Yung ha iniziato la sua carriera nel mondo del cinema e della televisione nel 1998; ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio, Glamorous Youth, nel 2009. Successivamente ha realizzato May We Chat (2013) e Port of Call (2015), quest’ultimo accolto con grande favore dalla critica e candidato a numerosi premi. Nel 2022 ha completato il suo quarto film da regista, Where the Wind Blows, e prodotto The Sparring Partner. Dopo Papa, Yung ha prodotto un altro dramma ispirato a un fatto di cronaca, la cui uscita è prevista per il 2025.
FILMOGRAFIA
2009 – Glamorous Youth
2013 – May We Chat
2015 – Port of Call
2022 – Where the Wind Blows
2024 – Papa