Italian Premiere | In Competition | Online
Mongolia, 2024, 137’, Mongolian
Directed by: Janchivdorj Sengedorj
Screenplay: Janchivdorj Sengedorj, Nomuunzul Turmunkh
Cinematography (color): Enkhbayar Enkhtur
Editing: Munkhbat Shirnen
Production Design: Munkhbat Shirnen
Music: Song Comme un boomerang by Serge Gainsbourg
Sound: Aurae Studios
Producers: Ganbaatar Narantsetseg, Bold Gangat, Naranbat Bayasgalan, Sengedorj Janchivdorj
Production Companies: MFIA, Dominion Tech LLC, Nomadia Pictures, Ddish
Cast: Tuvshinbayar Amartuvshin (Myagmar), Narantsetseg Ganbaatar (Saruul), Bat-Erdene Munkhbat
Date of First Release in Territory: TBA
Dopo il grande successo di The Sales Girl (FEFF 2022), il prolifico scrittore e regista di cinema e teatro Sengedorj Janchivdorj continua l’esplorazione della gioventù urbana di Ulan Bator, capitale della Mongolia, con un film drammatico in cui l’approccio da black comedy del film precedente scompare per lasciare posto ad atmosfere cupe e riflessioni esistenziali sulla vita e sulla morte, attraverso personaggi che riflettono la società contemporanea in cui gli individui sono sempre più lontani l’uno dall’altro.
La narrazione ruota attorno a Myagmar, un giovane ex detenuto che dopo 14 anni di carcere si ritrova da solo – sua madre, unica sua parente, è morta mentre lui era in carcere. L’esperienza carceraria ha lasciato segni profondi su Myagmar: ossessionato dal senso di colpa per il crimine commesso, in carcere ha perso la capacità di comunicare con il prossimo, si è ammalato di insufficienza renale, è stato abusato e violentato. L’unica compagnia che Myagmar sembra in grado di tollerare è quella di un branco di cani randagi, con i quali condivide la sua abitazione e dei quali si prende quotidianamente cura. Occasionali incontri sessuali non fanno che aumentare il senso di solitudine di Myagmar. In questa situazione, l’unico lavoro che il giovane riesce a trovare è quello di autista in una ditta di pompe funebri, dove entra in contatto con un giovane monaco buddhista che celebra i funerali e con un anziano artigiano cieco che costruisce i feretri. Attraverso il rapporto con queste due persone che sembrano possedere una saggezza innata, Myagmar comincia a riconciliarsi gradualmente con il mondo, ma l’incontro con Saruul – la giovane figlia dell’artigiano cieco che ogni sera dopo aver accompagnato il padre a casa esce di nascosto dalla finestra per andare a passare la notte nel quartiere della vita notturna – lo riporta nell’abisso della disperazione. Non è un semplice rapporto sentimentale quello che si stabilisce tra i due, piuttosto il rapporto tra due anime giovani ma già profondamente danneggiate, che hanno perso fiducia nella vita e nel genere umano – Saruul arriva addirittura a dire a Myagmar che gli invidia l’esperienza carceraria perché il carcere è lontano dall’inferno che è il mondo. Quando Saruul diventa vittima di un ricatto con conseguenze disastrose e Myagmar si rende conto che l’impotenza della polizia e l’arroganza della criminalità non permetteranno mai alla giustizia di prevalere, nonostante la consapevolezza che “la più grande vendetta è il perdono” il giovane prende una decisione estrema…
Silent City Driver, premiato come miglior film e miglior production design al Tallinn Black Nights Film Festival, combina perfettamente la straordinaria apertura e luminosità degli orizzonti infiniti della Mongolia con stati d’animo, al contrario, claustrofobici. L’apparizione di un cammello, all’inizio ed alla fine del film, che si aggira nel panorama urbano suggerendo un elemento di realismo magico non impedisce al film di rimanere ancorato nella realtà. Un elemento originale è la colonna sonora che consiste soltanto nella canzone Comme un boomerang di Serge Gainsbourg che accompagna diversi momenti della storia e che, forse proprio perché sembra essere completamente discordante con le ambientazioni, la cultura, la lingua del film, incuriosisce lo spettatore e sembra sottolineare il senso di fatalismo che pervade nel racconto: “I feel booms and bangs shake my wounded heart”…
Il film non rifugge da scene di nudo inaspettate e da dettagli che alleggeriscono improvvisamente l’atmosfera – come quando il giovane monaco buddhista durante una processione funebre dice a Myagmar di mangiare carne e di essere un tifoso del Manchester United. Alcune scene sono forse più lunghe del necessario, ma quella finale va osservata con attenzione perché è veramente straordinaria.
Janchivdorj Sengedorj
Tra i cineasti più importanti della Mongolia, con un particolare interesse per le rappresentazioni della gioventù contemporanea, Janchivdorj Sengedorj (Ulan Bator, 1976) ha lavorato sia in teatro che al cinema. Laureatosi nel 1999 in regia al “Bers”, università di comunicazione e arti cinematografiche, Janchivdorj Sengedorj è stato direttore dell’istituto cinematografico presso il teatro nazionale della gioventù (2000-2003), è direttore del Sun Group dal 2013 e membro del consiglio dell’associazione dell’Industria cinematografica mongola dal 2018.
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
2010 – Adam/Oxygen
2011 – Bodliin Hulgaich
2015 – Bosuul
2016 – Lovers
2017 – White Blessing
2018 – Life
2019 – I Am the Sun
2021 – The Sales Girl
2024 – Silent City Driver