The Story of a Small Town

World Festival Premiere | Out of Competition | Restored Classics 
 
Taiwan, 1979 / restored 2024, 95’, Mandarin

Directed by: Lee Hsing
Screenplay: Chang Yung-hsiang
Cinematography (color): Chen Kun-hou
Editing: Lin Shan-liang
Art Direction: Tsai Cheng-pin
Music: Tony Wong; lyrics by Chuang Nu, sung by Teresa Teng Li-chun
Producer: Chen Ru-ling
Cast: Joan Lin, Kenny Bee, Gu Hsian-ting, Kiang Ming, Lee Lieh, Child Star Ou Di, Fu Pi-hui, Li Yun-chung, Tsui Fu-sheng, Yu Chuan

Date of First Release in Territory: May 3rd, 1980
 
Rilasciato dal carcere sulla parola, Wen-hsiung decide di non fare ritorno a casa. È ancora giovane e vuole ricominciare da capo. Si allontana quindi dalla sorella e dal cognato e rompe anche con la sua fidanzata storica. Si presenta da Lai Chin-shui, un artigiano del legno di Sanyi, e si mette a imparare il mestiere sotto la sua guida. A differenza dell’apprendista di Chin-shui, Wang, a Wen-hsiung non importa di guadagnare poco: si dedica con impegno al lavoro, affinando le sue capacità, fino a conquistare la stima di Chin-shui e l’ammirazione di Hsui, la figlia muta del maestro. Tuttavia Chou, figlio di un commerciante di manufatti in legno, è innamorato di Hsui e con l’inganno convince Chin-shui a cacciare Wen-hsiung. Non avendo scelta, Wen-hsiung torna dalla sorella e, ora che il cognato ha smesso di maltrattarla, decide di stabilirsi nuovamente nel suo paese natale continuando a lavorare come artigiano del legno...

A differenza delle prime opere del “Sano Realismo”, caratterizzate da toni solenni, The Story of a Small Town integrò la musica popolare e il richiamo divistico. Inoltre, i motivi tradizionalmente cinesi che permeavano le produzioni precedenti lasciarono il posto alla rappresentazione evocativa di una cittadina idilliaca, capace di entrare profondamente in risonanza con il pubblico, in un’epoca di rapida modernizzazione della società taiwanese.

Nel film, sentiamo criticare le esportazioni di sculture in legno perché richiedono troppe ore di lavoro, un chiaro rimando al boom del commercio estero di Taiwan negli anni Sessanta, quando le infrastrutture pubbliche e le materie prime non riuscivano a tenere il passo con la domanda, spingendo il governo a varare i Dieci Grandi Progetti di Costruzione. Tuttavia, questi interventi si concentrarono principalmente sui trasporti e sull’industria pesante e diedero un supporto marginale ai mestieri tradizionali. Inoltre, lo sviluppo accelerato intensificò l’esodo dalle aree rurali. Di conseguenza, il desiderio di Wang di cercare lavoro a Taipei e il commento sprezzante di Chin-shui sulla “rassegnazione al destino” danno voce alla lotta incessante di individui umili, determinati a non restare indietro in un’epoca di grandi trasformazioni.

Probabilmente il pubblico contemporaneo non avverte più gli stessi vincoli morali di un tempo, per cui non giudica Wen-hsiung per la sua relazione infedele o non mette in discussione l’immagine di Chou che mastica noci di betel – inizialmente pensata per sottolineare il suo ruolo di antagonista. È più probabile invece che rimanga colpito da come Chin-shui tende a saltare a conclusioni affrettate nei momenti di crisi, o dal gesto scioccante di Wen-hsiung che ha ferito il cognato. Indipendentemente da come le diverse generazioni interpretino questi eventi, il regista Lee Hsing inizia offrendo una visione panoramica della cittadina, per poi restringere gradualmente l’attenzione sulle singole famiglie. Che si tratti di Wen-hsiung o della vita matrimoniale della sorella, della famiglia multigenerazionale di Chin-shui o della famiglia nucleare con molti figli di Wang, il regista si astiene dal giudicare. Al contrario, restituisce con autenticità la varietà delle strutture familiari e i frammenti di quotidianità che le caratterizzano.

Osserviamo, ad esempio, la sequenza in cui Wen-hsiung viene ingiustamente accusato di furto da Chin-shui, seguita dal ritorno a casa di Tao, la figlia di Chin-shui, con un nuovo compagno. A questo punto la macchina da presa abbandona i precedenti piani medi che ritraevano Wen-hsiung in compagnia di più personaggi, posizionandolo invece sulla soglia della porta, mentre Tao, Chin-shui e gli altri appaiono dall’altro lato, trasmettendo visivamente la sua esclusione da quel nucleo familiare. Quando però Chin-shui si rende conto di aver giudicato male Wen-hsiung, l’inquadratura torna a un piano medio dei due uomini seduti uno di fronte all’altro nella bottega, ristabilendo un senso di normalità. Scelte registiche così sottili dimostrano la padronanza del linguaggio cinematografico di Lee Hsing, a conferma del suo status di figura di spicco nel cinema taiwanese dell’epoca.
 

 
Lee Hsing

Lee Hsing (1930-2021) emigrò nel 1948 a Taiwan, dove entrò nel mondo del cinema, sotto la guida di Tang Shao-hua. Esordì con il film comico-turistico in due parti Brother Liu and Brother Wang on the Roads in Taiwan (1959, co-diretto con Fang Zhen e Tien Feng); nel 2011 questo film è stato proiettato al FEFF nell’ambito della rassegna Asia Laughs! Il nome di Lee è legato al genere del “Sano Realismo” (Beautiful Duckling, 1964; My Silent Wife, 1965). Lee vinse nel corso della sua carriera sette Golden Horse Awards per il miglior film.

 

FILMOGRAFIA SELEZIONATA

1964 – Beautiful Duckling

1964 – Oyster Girl

1965 – My Silent Wife

1972 – Execution in Autumn

1978 – He Never Gives Up

1979 – My Native Land

1979 – Good Morning, Taipei

1986 – The Heroic Pioneers

 

Kevin Tsai
Regia: LEE Hsing
Anno: 1979
Durata: 95'
Stato: Taiwan
28/04 - 17:20
Visionario, Via Asquini 33
28-04-2025 17:20 28-04-2025 18:55 PMEurope/Rome The Story of a Small Town Far East Film Festival Visionario, Via Asquini 33CEC Udine cec@cecudine.org

Photogallery