Nel 2018 sono intervenuti alcuni lievi cambiamenti all’interno dell’industria cinematografica thailandese, sia per quanto riguarda i circuiti tradizionali che quelli alternativi. Il botteghino ha ripreso quota da quando un’altra società cinematografica di grandi dimensioni, M Pictures, è entrata in scena insieme a molti dei suoi affiliati. Il suo successo è stato innescato da una ristrutturazione aziendale ed è frutto della collaborazione con Channel 3, il secondo operatore televisivo della Thailandia. Di conseguenza, vari popolari personaggi televisivi sono passati al grande schermo. Molti di loro godono di una certa fama anche nei paesi limitrofi e quindi per il cinema thailandese il mercato asiatico si è ampliato, soprattutto in Cina. Sul fronte del cinema alternativo, la nascita di sale indipendenti ha creato lo spazio per cineasti meno esperti, come studenti o insegnanti. In altre parole, il cinema thailandese contemporaneo ha raggiunto un nuovo picco grazie alla fusione di tutte queste possibilità.
Lo scorso anno sono usciti circa 48 titoli. È difficile definire il numero esatto in quanto molti film sono stati proiettati solo una volta, magari per un’occasione speciale. Sono titoli appartenenti ai generi più disparati, che spaziano da opere amatoriali a creazioni di maestri del cinema, da film di genere a opere d’essai, fiction e non-fiction, racconti popolari e film high concept. Anche se i primi dieci posti nella classifica del botteghino dello scorso anno erano occupati stabilmente da titoli appartenenti a generi già affermati, c’era comunque una certa varietà.
Al primo posto c’era Nakee 2 The Movie (Pongpat Wachirabunjong, 2018), una storia d’amore fantasy tra esseri umani e creature mostruose che è la versione cinematografica del fortunato serial televisivo che ne costituisce la prima parte. Channel 3 ha deciso di collaborare con M Pictures, affiliata del principale operatore di multiplex thailandese Major Cineplex, per fare del sequel un film per il grande schermo. Sono stati ingaggiati i migliori tecnici del cinema thailandese (il direttore della fotografia Sayombhu Mukdeeprom, il montatore Lee Chatametikool) e quattro divi famosi per i personaggi principali. Lo stesso Wachirabunjong è un attore e regista molto noto, avendo lavorato per la televisione e per il cinema (Me Myself, 2007; Happy Birthday, 2008).
Nakee 2 The Movie non è stato l’unico successo di M Pictures dello scorso anno. In effetti, metà dei primi dieci film in classifica erano produzioni dello studio o di società a esso affiliate, come M-Thirty Nine, Transformation Films, M Talent (precedentemente noto come Talent One) e CJ Major (in collaborazione con la sudcoreana CJ Major). Sono produzioni molto diverse, che spaziano dai film di alta qualità (di Transformation Films e CJ Major) a prodotti locali a basso budget. Anche alcuni film locali sono riusciti a entrare nella Top Ten e, oltre alla prima posizione, hanno conquistato altri quattro posti in classifica.
Al terzo posto, Bikeman, una produzione della M Thirty-nine, è una commedia su un autista di mototaxi che vorrebbe lavorare in banca ma non riuscirà mai a coronare il suo sogno e deve sopravvivere con il servizio di mototaxi. Il film, che ha incassato quattro milioni di euro, è il primo incentrato sulla vita dei conducenti di mototaxi, che rappresenta uno degli impieghi più comuni per la classe operaia thailandese. Altri film di successo includono l’animazione The Legend of Muay Thai: 9 Satra e le commedie Oh My Ghost 6 e The Last Heroes. The Legend of Muay Thai: 9 Satra è la storia fantasy di un giovane che combatte i nemici a colpi di muay thai in un mondo immaginario, mentre gli altri due descrivono la vita di un gruppo di travestiti, specialità del regista di culto Poj Arnon. Tutte queste produzioni hanno avuto successo soprattutto al di fuori dell’area di Bangkok, dove hanno incassato complessivamente il triplo delle entrate rispetto alla capitale (vedi tabella).
Gli horror soprannaturali Reside e KRAUSE: Inhuman Kiss, entrambi prodotti da Transformation Film, sono stati i migliori film di genere proposti dalla M Pictures. Reside è l’ultimo capolavoro di Wisit Sasanatieng, pioniere del New Thai Cinema, ed è incentrato sull’incontro tra una esorcista e una famiglia di spettri in una casa isolata. Il regista Sasanatieng scuote il pubblico fin dalla prima scena, in cui l’esorcista cerca di convocare uno spirito misterioso perché entri nella sua casa. Malauguratamente, vedremo che è un’intera famiglia di fantasmi ad essersi allontanata dalla giungla. Sasanatieng crea con grande abilità l’inquietante famiglia di spettri – padre, madre e figlia adolescente – facendo riferimento alla forma degli alberi. Il colpo di scena finale spiega perché è così importante che abbiano un corpo non identificabile.
Sempre Sasanatieng aveva dato vita a un’altra temibile figura thailandese chiamata krasue, un ibrido tra un umano e un fantasma che di notte fa uscire dal corpo la testa e gli organi interni e vola per divorare carne fresca e neonati. KRASUE: Inhuman Kiss, coprodotto dal terzetto formato da Transformation Films, CJ Major e M Pictures, è diretto con tocco delicato da Sittisiri Mongkolsiri. Invece che concentrarsi su fughe e inseguimenti, come molte altre versioni, il tema tratta di amicizia e un triangolo amoroso. La sceneggiatura è scritta da Chookiat Sakveerakul (13 Beloved e The Love of Siam).
La società GDH, campione di incassi uscente, ha preso slancio con due lungometraggi, Brother of the Year (Vithaya Thongyuyong, 2018) e Homestay (Parkpoom Wongpoom). Il primo racconta del rapporto di amore e odio tra un fratello sfigato e una sorella intelligente. Homestay segna il gradito ritorno del co-regista di Shutter (2004) Parkpoom Wongpoom, dopo un’assenza di ben quattordici anni, con un thriller adattato da un romanzo giapponese su un liceale che si ammazza ma torna in vita in un altro corpo. Il ragazzo cerca di trovare la risposta a un segreto che riguarda il suo nuovo corpo e deve vedersela con diversi segnali di morte che appaiono nei corpi degli altri. Brother of the Year e Homestay hanno ottenuto rispettivamente il secondo e il quarto posto al botteghino, con incassi di 6.993.000 euro e 3.676.000 euro.
GDH ha fatto breccia nel mercato asiatico. Dopo il successo globale di Bad Genius (Nattawut Poonpiriya, 2017), la società ha tentato di realizzare un film simile ma in un genere diverso. Brother of the Year è stato distribuito in tutta l’Asia e proiettato in Cambogia, Indonesia, Filippine, Singapore, Vietnam, Taiwan e Cina. Il film, che espone un tipo di relazione commovente e raramente analizzata nel cinema asiatico, è diventato uno dei maggiori successi della regione. Quest’anno GDH ha applicato la stessa formula anche per Friend Zone (Chayanop Boonprakob, 2019), una storia d’amore che si sviluppa tra due amici di una vita. Girato in diverse località dell’Asia, tra cui Bangkok, Myanmar, Malaysia e Hong Kong, il film conferma la sua aspirazione panasiatica coinvolgendo cantanti pop provenienti da nove paesi dell’Asia, comprese star di Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Thailandia, Vietnam e Cina per cantare il tema musicale.
GDH ha prodotto anche due documentari, BNK48: Girls Don’t Cry e 2,215, entrambi incentrati sulla vita di band e cantanti popolari in Thailandia. BNK48: Girls Don’t Cry sottolinea le speranze e i sogni del gruppo thailandese di ragazze idol BNK48 e costituisce un adattamento della storia di una band giapponese di ragazze idol, AKB48. Il regista Nawapol Thamrongrattanarit si concentra abilmente sulle ragazze del gruppo che “ce l’hanno fatta” in quanto sono state selezionate come front band sin da subito; e le “fallite” che sono ancora in attesa di diventare i prossimi idoli. Entrambe incontrano le stesse difficoltà, sia le dive che le aspiranti tali.
Sebbene molte parti del documentario utilizzino le interviste stile mezzobusto, il regista utilizza la messa in scena per rappresentare i fardelli di cui sono gravate le ragazze. Ad esempio, la scena dell’intervista è stata girata in uno spazio ristretto, che somiglia alla toilette di un aereo, per mostrare come la pressione dei fan colpisca queste giovani dive. Un altro documentario, 2,215 di Natthaphol Boonprakob, segue il celeberrimo cantante thailandese Toon Bodyslam mentre cerca di realizzare il suo sogno di partecipare a una corsa di beneficienza che dura tre mesi e il cui tracciato che si estende dall’estremo sud all’estremo nord della Thailandia.
Altre case di produzione sono state meno produttive, limitandosi a un massimo di tre uscite ciascuna. Sahamongkol Film International ha distribuito il thriller d’azione Khun Paan 2, il dramma romantico 7 Days The Movie e l’horror The Viral. L’unico che ha avuto successo al botteghino è Khun Pan 2, sequel del primo blockbuster diretto da Kongkiat Komesiri, che ha incassato 3,6 milioni di euro. In mezzo a coreografie d’azione violente e spettacolari, il poliziotto Khun Pan si camuffa per unirsi a dei gangster e scoprire la verità su un tradimento che coinvolge il capo squadra e un ufficiale del governo.
Il dramma romantico 7 Days The Movie (Punjapong Kongkanoi) racconta la storia d’amore tra due cuochi che incappano in una strana situazione: lui si risveglia ogni giorno, per sette giorni, in un corpo diverso: è un uomo grasso, un vecchio musicista jazz, uno chef egoista. Il film horror The Viral (Manasanan Pongsuwan) racconta di un gruppo di amici che sfida uno spettro recandosi in una scuola deserta. Dopo aver scattato parecchie foto insolite, però, tornano a casa e scoprono un omicidio.
T Moment, ex socio di GTH, sembra muoversi su un terreno più solido quest’anno con la commedia romantica App War (Yangyong Kuruangkool) e il thriller The Pool (Ping Lampraperng). App War si rivolge a un pubblico di giovani adulti descrivendo carriere e viaggi romantici, mentre The Pool riflette la lotta di un uomo di mezza età che è bloccato in una piscina di tre metri con la moglie incinta e un cane.
In generale, gli studios si limitano a produrre film horror, storie di fantasmi e commedie, con alcune eccezioni. GDH ora cerca di includere altri generi che possano trovare uno sbocco nel resto dell’Asia, come la commedia romantica. Parte del successo che riscuote è dovuto alla sperimentazione avviata nella produzione di serie televisive. Il mercato degli sceneggiati televisivi thailandesi si è espanso per diversi decenni in tutta la regione asiatica, al punto che in alcune serie sono stati ingaggiati artisti di altri Paesi della regione. Friend Zone, prodotta da GDH, è una delle prime produzioni ad avere applicato questa strategia al cinema, ma è una strategia che raramente funziona.
Oggi in Thailandia i cineasti indipendenti sono di ogni estrazione sociale e i film realizzati possono essere classificati come indipendenti amatoriali, indipendenti commerciali e indipendenti d’essai. Alla prima tipologia appartengono le scuole di cinema e includono studenti e insegnanti, oltre a registi non appartenenti al settore che realizzano film per occasioni speciali. Una volta questo genere di cineasti aveva raramente la possibilità di mostrare la propria opera in una sala commerciale, ma dopo l’apertura della sala indipendente Cinema Oasis tali opportunità sono aumentate. Il teatro è di proprietà del regista Ing K, che è stato a lungo tormentato dalla censura.
Si definiscono indipendenti commerciali coloro che realizzano film di genere con capitali propri. Si tratta di solito di registi che già fanno parte dell’industria cinematografica, ma che non riescono a ottenere finanziamenti dagli studios per progetti particolari. Alcuni di essi provengono da altri circuiti di intrattenimento come la televisione, mentre altri sono semplicemente fuori dal coro. I cineasti di origine nord-orientale, le cui opere sono rivolte principalmente alla loro area di origine (la regione più povera e più estesa della Thailandia), se la cavano bene in questo gruppo. Molte persone del Nord-est migrano in cerca di lavoro e questo contribuisce a espandere il pubblico di questo tipo di opere. Solitamente esse sono distribuite direttamente nella regione nord-orientale e non hanno una vera distribuzione nazionale; a volte, però, alcuni di questi film sollevano un tale interesse che vengono proiettati nelle principali zone di Bangkok. Quelli di Thai Ban The Series costituiscono degli ottimi esempi: i sequel Thai Ban The Series 2 e Thai Ban The Series 2.2 hanno incassato rispettivamente 1,57 milioni di euro e 3,30 milioni di euro e si sono piazzati in decima e in sesta posizione in classifica. Solo il 30-40 per cento degli incassi è riferito a Bangkok.
Il terzo gruppo è costituito dagli indipendenti d’essai, che sono finanziati da fonti diverse come produttori televisivi, il Ministero della Cultura e fondi di festival, come quelli messi a disposizione dal festival di Rotterdam (IFFR). Nel 2018 un certo numero di questi film ha viaggiato per il mondo prima di essere distribuito in patria. Il primo è stato Samui Song di Pen-Ek Ratanaruang, un film sulla vita di un’attrice che è costretta dal ricco marito straniero a dedicare la propria vita al capo della setta cui il marito appartiene. Uno sconosciuto si offre di aiutarla uccidendo il marito, e ne deriva una strana relazione tra l’attrice e l’assassino. Ratanaruang ha realizzato il film da indipendente, grazie a coproduzioni e finanziamenti stranieri. Ma, per via della trama complicata e della narrazione scadente, è diventato il suo film meno performante al botteghino e la prestazione meno prestigiosa.
L’omologo di Ratanaruang nell’industria pubblicitaria, Wisit Sasanatieng, ha diretto anche un episodio del film politico antologico Ten Years Thailand, insieme ad Apichatpong Weerasethakul, Aditya Assarat e Chulayarnnon Siriphol. Sulla falsariga del ritratto della politica hongkonghese di Ten Years, i quattro episodi di Ten Years Thailand immaginano la situazione politica della Thailandia fra dieci anni. L’episodio Sunset di Assarat mette in evidenza il controllo governativo operato sul paese raccontando quello che avviene un giorno in una galleria d’arte: un capo militare, il suo ingenuo autista, la cameriera e sua nipote simboleggiano la situazione senza speranza del paese. In Catopia di Sasanatieng l’ultimo uomo resiste in un mondo distopico in cui sopravvivono solo i gatti. Planetarium di Siriphol raffigura una scuola dittatoriale in cui tutti gli studenti sono sotto il controllo del capo femminile del Ministero della Pubblica Istruzione. Infine, Song of the City di Weerasethakul racconta la vita quotidiana delle persone attorno a un parco nella sua città natale di Khon Kaen, dove viene costruita una statua dedicata agli ex dittatori.
Il New Thai Cinema di un decennio fa ha contribuito almeno a creare un pubblico di qualità, che chiede qualcosa di meglio che film prodotti con standard mediocri, e questo ha aiutato lo sviluppo del settore. Nonostante il recente declino, lo scorso anno in mezzo a titoli insoddisfacenti ci sono stati molti film validissimi.
1. Nakee 2 The Movie
€ 11,930,000
2. Brother of the Year
€ 6,993,000
3. Bikeman
€ 4,059,000
4. Homestay
€3,676,000
5. Khun Pan 2
€3,598,000
6. Thai Ban The Series 2.2
€3,293,000
7. The Legend of Muay Thai: 9 Satra
€3,174,000
8. Oh My Ghost 6
€1,908,000
9. The Last Heroes
€1,872,000
10. Thai Ban The Series 2
€1,573,000
Anchalee Chaiworaporn