Come la Black Sheep prova a destabilizzare il cinema filippino: intervista con Kriz Gazmen

Una volta, se qualcuno avesse detto che la ABS-CBN – il colosso mediatico filippino dalla scarsa propensione al rischio, noto per i film comici e le commedie romantiche stereotipate – possedeva una propria casa di produzione dedicata ai film d’autore, probabilmente sarebbe stato deriso da tutti. Invece eccoci qui, in un’epoca in cui il successo di film d’amore indipendenti a basso budget come That Thing Called Fate (That Thing Called Tadhana) e I See You (Kita Kita) ha fatto così tanto rumore all’interno del cinema filippino da creare lo spazio anche per una casa di produzione come la Black Sheep. In questo modo la ABS-CBN scommette su una via di mezzo tra l’opera autoriale sofisticata e il successo di massa, quasi una risposta filippina a Fox Searchlight o alla defunta Paramount Vantage.

Il direttore creativo della Black Sheep, Kriz Gazmen, ha lavorato per anni alla Star Cinema, dove ha prodotto una serie di film, da campioni del botteghino come No Other Woman, il film che ha dato il via a una nuova ondata di storie d’amore per il grande schermo, al colosso del box office The Amazing Praybeyt Benjamin; ed è stato il promotore di alcuni dei prodotti più “sperimentali” dello studio, come Love You to the Stars and Back e Last Night.
In questo contesto la parola “sperimentale” non è utilizzata nello stesso modo in cui la si intende nel movimento d’avanguardia: se si cerca quel genere di sperimentazione i film di Cinema One Originals (anch’esso sotto l’ala protettrice di ABS-CBN) potrebbero rispondere meglio a queste aspettative. Qui la parola “sperimentale” descrive un certo grado di rischio in termini di stile e di narrazione e si applica a quelle opere che contengono elementi che il pubblico non si aspetta di vedere nei film stereotipati della Star Cinema. I film targati Black Sheep possono essere drammi con meno scontri sconvolgenti, oppure commedie romantiche senza comic relief; in tutto il film possono esserci delle scene con solo due persone che parlano, un elemento che già fa tendenza nel cinema locale. A volte i film possono persino non avere il classico lieto fine.         
Ogni film della Star Cinema, come casa produttrice che sforna prodotti per famiglie e film-vetrina per celebrità, incontra determinate aspettative, in particolare se prevede un budget di produzione elevato. Quando però ha iniziato a delinearsi un mercato nuovo, più esplicito nel disprezzare la solita formula preconfezionata, lo studio ha deciso di osare di più e di avventurarsi al di fuori della sua comfort zone. Questa decisione è alla base di film come Love You to the Stars and Back di Antoinette Jadaone, How to Be Yours di Dan Villegas o Can We Still Be Friends di Prime Cruz. Tali film sono stati accolti senza grandi entusiasmi. Le rivisitazioni delle commedie romantiche sono rinfrescanti, ma i film sono stati accolti con diffidenza sia dal nuovo pubblico della Star Cinema che dai suoi fedelissimi seguaci. 

Poi è arrivato il successo di film a basso budget come That Thing Called Fate (That Thing Called Tadhana), la piccola commedia romantica di Antoinette Jadaone, e I See You (Kita Kita) di Sigrid Andrea Bernardo, un’improbabile commedia romantica che si regge sull’accoppiata tra l’attrice caratterista Alessandra De Rossi ed Empoy, che di solito fa da spalla comica. That Thing Called Fate ha incassato 120 milioni di pesos filippini lordi (2,4 milioni di dollari statunitensi) a fronte di un budget di soli 2 milioni, mentre I See You ha guadagnato 320 milioni di pesos filippini lordi (6,4 milioni di US$), con un budget di 10 milioni di pesos (1,9 milioni di US$). Queste piccole vittorie hanno dimostrato che esiste davvero una via di mezzo per i film maindie (mainstream + indie) con una sensibilità d’autore. È qui che entra in gioco la Black Sheep.
In poco più di un anno di vita, lo studio ha già prodotto 13 film, tre dei quali hanno avuto successo al botteghino: Exes Baggage (360 milioni di pesos), Alone/Together (380 milioni di pesos) e la commedia transgender The Panti Sisters (213 milioni di pesos).

Fin qui potrebbe sembrare che la Black Sheep sia solo la società di produzione di incantevoli commedie romantiche, e a detta di Gazmen ciò è dovuto al fatto che le commedie romantiche si fanno molto velocemente ed escono subito in sala. Ma la Black Sheep ha anche prodotto Ode to Nothing (Oda Sa Wala), che è probabilmente il miglior film filippino del 2018. L’umorismo nero del film e la straordinaria interpretazione della protagonista (Pokwang, alias Marietta Sumbong, come è stata accreditata nel film), nei panni di una solitaria addetta alle pompe funebri in cerca di amore, creano un mix micidiale. Si tratta di uno dei film più disorientanti e contemporaneamente dei più divertenti della storia recente. Tra gli ultimi titoli usciti, vanno menzionati la coproduzione internazionale Motel Acacia di Bradley Liew, dove il letto di un motel uccide gli immigrati, e Death of Nintendo di Raya Martin, un racconto di formazione ambientato negli anni Novanta che è stato presentato all’ultimo festival di Berlino.

È discutibile affermare che ogni produzione Black Sheep sia un’opportunità per scuotere lo Zeitgeist del cinema filippino dall’interno di una gigantesca società di mass media. Gran parte di ciò che la Star Cinema considera “sperimentale” in termini di narrazione è ancora rovinato da un terzo atto che deve obbligatoriamente sfociare in un lieto fine. Immaginiamo che Alone/Together fosse realizzato dalla Star Cinema: Liza Soberano ed Enrique Gil avrebbero avuto entrambi una spalla o un esuberante gruppo di amici (un punto fermo nelle commedie romantiche filippine); ci sarebbero state più battute memorabili, una posta in gioco più elevata e, forse, una minore presenza dell’attivismo che percorre l’intero film.

È troppo presto per sapere se la Black Sheep è solo la Star Cinema sotto mentite spoglie, anche se alcuni già sostengono che lo sia. Ma ci sono segnali incoraggianti che indicano che voglia cambiare il modo in cui vengono raccontate le solite storie e che persino le commedie romantiche siano qualcosa in più di semplici vetrine dove abbinare attori famosi. In Alone/Together, l’uomo è solo lo strumento per l’emancipazione della donna. In The Chances of Becoming Us (Sakaling Maging Tayo) un breve incontro scatena il ricordo di come ci si sente a vivere un amore innocente. E in Between Maybes, il linguaggio dell’amore e del desiderio trapela dal paesaggio e dal gioco di sguardi.
In questa intervista, Gazmen parla di incubazioni faticose e vittorie tranquille, nonché del tentativo della Black Sheep di diversificare l’offerta di film a medio budget nei cinema tradizionali. Seguono degli estratti editati dell’intervista.


– Sono passati quasi due anni da quando la Black Sheep ha iniziato a produrre film. Com’è stata questa esperienza?

Dopo il lancio della Black Sheep nel 2018, non ci aspettavamo che avremmo prodotto più film di quelli inizialmente previsti. Quindi l’esperienza è stata piuttosto faticosa, ma allo stesso tempo molto soddisfacente. Una volta c’era una distinzione netta tra cinema mainstream e cinema indipendente, e siamo molto felici che la Black Sheep abbia avuto l’opportunità di abbattere in qualche modo quella barriera. Abbiamo sempre accolto con favore storie di tutti i tipi e abbiamo dato la massima importanza alla visione del regista. Questo ci ha consentito di lavorare con molti registi affermati ma anche di scoprire una nuova generazione di cineasti filippini.
Naturalmente, nel complesso l’esperienza non è stata sempre tutto rose e fiori. Anche se abbiamo avuto i nostri successi al botteghino, siamo stati messi a dura prova dal calo degli spettatori. Sta diventando sempre più difficile portare il pubblico in sala. D’altro canto però siamo riusciti a presentare i nostri contenuti al mercato internazionale. Alone/Together e Between Maybes sono andati benissimo nelle sale cambogiane. Abbiamo anche prodotto film da festival, con Ode to Nothing che è stato presentato nel concorso principale di Karlovy Vary [2019] e Death of Nintendo alla Berlinale [2020].


– Ritiene di essere sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi, o la sua missione?

Il nostro obiettivo era davvero quello di scoprire nuovi talenti filippini e produrre contenuti per il mercato più giovane delle Filippine. Sono soddisfatto di come abbiamo raggiunto questo obiettivo finora, ma ritengo che la parte più interessante nel nostro percorso di produzione sia  che ci siamo resi conto  di voler fare un ulteriore passo avanti. Vogliamo portare il talento filippino sulla scena mondiale. Vogliamo supportare i nostri cineasti filippini e, naturalmente, con l’aiuto di altri produttori locali e della nostra film commission, vogliamo veramente che l’industria cinematografica filippina diventi un attore importante nel mercato cinematografico internazionale. Credo che sia questo ad appassionarmi davvero in questo momento: vedere spettatori in tutto il mondo che apprezzano i film che facciamo. 


– Pensa che il mercato filippino o nello specifico il suo mercato di riferimento abbiano le idee chiare sui film in cui vogliono investire?

In questo momento la vera sfida è rappresentata dalla diminuzione del pubblico che frequenta le sale cinematografiche. I prezzi dei biglietti nelle Filippine sono altissimi e inaccessibili. Il traffico è aumentato. Ci sono app che consentono alla gente di guardarsi i film in streaming senza uscire di casa. E poiché il cuore della nostra attività rimane sempre il mercato locale delle sale cinematografiche, siamo molto preoccupati. Ci siamo resi conto che la gente è disposta ad acquistare un biglietto solo per un film-evento. Per lo spettatore filippino, un film-evento significa (il più delle volte) un casting molto forte: la gente riserva il denaro guadagnato con fatica alle più celebri coppie amorose o ai grandi divi. 
Il problema è che non possiamo ingaggiare sempre questi artisti per i nostri film, perché le nostre star del cinema sono anche le star della televisione. Li condividiamo con la televisione, quindi dipendiamo sempre dalla loro disponibilità. Questo non significa che non ci siano altri film di successo, perché non è vero. Ci sono stati film che sono andati bene al botteghino pur non avendo grandi divi in cartellone; ma si tratta di solito di eccezioni. Visto che non possiamo sempre concederci il lusso di scritturare queste star, molti produttori cinematografici nelle Filippine sperano che la Black Sheep sia appunto solo un’eccezione.


– È una caratteristica del cinema filippino di avere una “coppia romantica” (due attori che interpretano spesso una coppia al cinema e alla televisione) come attrattiva principale. In che modo, a suo parere, questo influisce sulle modalità con cui vengono prodotti i film? 

Penso che la preponderanza delle coppie romantiche abbia influenzato i produttori cinematografici a tal punto che la storia d’amore è, da sempre, il genere di riferimento. Poiché, storicamente, le vicende amorose garantiscono incassi più elevati al botteghino, nelle Filippine è sempre più sicuro produrre un film romantico rispetto a qualsiasi altro genere. Il risultato, a mio modo di vedere, è che nei film locali che escono nei cinema filippini non c’è molta varietà. Le proposte più audaci di solito vengono riservate ai festival cinematografici e non vengono distribuite in sala su larga scala.  
Lo sviluppo creativo è influenzato anche dal fatto che ci sono poche “coppie romantiche” redditizie in grado di cavarsela bene al botteghino. Così, creiamo storie per quella specifica coppia, prendendo in considerazione i loro film passati e l’attuale percezione pubblica della loro relazione. Può essere arduo per i cineasti, sapendo di dover prendere in considerazione tutti questi elementi. Ma è sempre gratificante vedere il pubblico riempire i cinema, impresa sempre più rara da realizzare al giorno d'oggi.


– Perché pensa che i film d’autore possano funzionare nel segmento di mercato in cui vuole posizionarsi? 

Rispetto alla Star Cinema, stiamo cercando di intercettare un mercato più giovane e più sofisticato. Rispetto al contesto, il segmento di mercato più raffinato ha accesso a una migliore istruzione e può scegliere un intrattenimento migliore perché può pagare lo streaming, può permettersi Netflix, ed è quindi esposto a forme diverse di contenuti, linguaggi filmici e stili cinematografici. Quando sei abituato a questo tipo di programmazione, non ti accontenti di un solo tipo di film. Tuttavia, il mercato di massa difficilmente può permettersi di andare al cinema. A che tipo di film accede? A quello che viene mostrato gratuitamente, in televisione e su Facebook. Ecco perché c’è un’enorme differenza tra i due tipi di pubblico.


– Diceva che il pubblico di riferimento della Star Cinema si aspetta un film “da Star Cinema”. Come è nata questa affinità di marchio?

Feedback. Si fanno molti sondaggi. Dietro ogni film, c’è un gruppo di discussione, c’è una ricerca a livello nazionale, ci sono approfondimenti. Siamo in grado di monitorare in che misura un film abbia creato le basi per una solida performance. Abbiamo realizzato Love You to the Stars and Back, che ritengo sia il precursore dei film stile Black Sheep. Non è esattamente un tipico film da Star Cinema, cercava di fare qualcosa di nuovo in termini di promozione e marketing. Ma abbiamo percepito che il pubblico della Star Cinema faceva fatica ad accettarlo. Rispetto a Star Cinema, che è un marchio storico, dove avremmo dovuto posizionarci? Reinventandosi, avrebbe potuto produrre On the Job o Last Night perdendo però il vero pubblico della Star Cinema. [Direbbero] “Cosa stai facendo ai tuoi film?” “Vogliamo film per famiglie, con cui farci una bella risata”, sarebbe la risposta. Ma non è così che vanno le cose adesso.


– Nell’era dello streaming, quali sono le difficoltà legate alla produzione?  

Penso che la sfida più grande sia discernere quali sono i film adatti allo streaming e quali sono quelli adatti alla distribuzione in sala. Se un film è pensato per l’uscita in sala, automaticamente bisogna cercare grandi attori: è così che funziona l’intero settore. Ogni spettatore deve sborsare 280 pesos. Perché dovrei pagare questa cifra per guardare un film con un attore che nemmeno conosco? Logico, no? Ancora una volta, queste persone non hanno accesso a contenuti sofisticati, sono attratti dai nomi noti. Una volta ci trovavamo a competere solo con altri film, ma adesso dobbiamo vedercela con i tantissimi contenuti di Netflix – e non sono programmi locali! È una guerra per la visibilità, per l’attenzione.
Le cose adesso sono davvero difficili. Netflix rivoluziona continuamente i contenuti. Rivoluziona tendenze e gusti, perché dispone dei dati. Può prevedere esattamente ciò che il pubblico vuole – [è] proprio ciò che non abbiamo. Non abbiamo i sistemi e le tecnologie che ha Netflix. 
Cosa possiamo offrire allora, che Netflix ancora non abbia? Possiamo raccontare l’esperienza unica filippina, sento che è il nostro principale vantaggio sul mercato. Conosciamo il pubblico filippino, sappiamo quello che sta passando e sappiamo con cosa può relazionarsi.
Don Jaucian